significato dei legami affettivi, che nell'attaccamento del bambino alla 
madre trovano la loro origine ed il loro prototipo. Per questo i primi 
capitoli delineano i tratti della costruzione del legame d'amore con la madre 
e l'angoscia che deriva dalla sua rottura. I capitoli 5 e seguenti trattano il 
controverso argomento del lutto nei bambini, il loro vissuto rispetto alla 
morte e le conseguenze di una grave perdita. Alla luce delle osservazioni 
degli studiosi in materia, si considera poi il modo migliore per avvicinare 
ed aiutare un bambino che abbia subito un lutto. 
Nella seconda parte si analizza la reazione degli adulti alla perdita, 
con attenzione agli atteggiamenti dell'uomo di fronte alla morte in varie 
epoche ed in altre culture. Infine si considera quale possa essere il modo 
piu' valido di offrire sostegno ad una persona in lutto. 
E' bene precisare che i termini "cordoglio" e "lutto" sono usati per 
intendere due distinte realta': il cordoglio e' la risposta emotiva alla perdita 
di qualcuno o di qualcosa e si manifesta nelle reazioni che seguono ad un 
distacco; il lutto e' il cordoglio per la morte di una persona cara ed ha 
manifestazioni sociali e rituali oltre che personali. 
Questo lavoro non pretende di essere un manuale di istruzioni per 
l'uso, anche se qualcuno potrebbe trovarvi spunti di riflessione e di azione; 
quello che desidero di piu' e' che convinca chi lo legge a non fuggire di 
fronte alla sofferenza causata dalla morte, ma a dare il suo personale ed 
unico contributo. 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
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PARTE PRIMA 
 
ATTACCAMENTO E SEPARAZIONE NEL BAMBINO 
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Capitolo I 
LE TEORIE SUL LEGAME MADRE-BAMBINO 
 
Perche’ l’amore… e’ il sangue della vita,  
il potere della riunione nella separatezza. 
 
 
Per riuscire a comprendere pienamente il significato profondo che 
riveste la separazione dalla figura materna nella psiche di un bambino, e’ 
necessario innanzitutto rivolgere l’attenzione a quel vincolo intenso che 
dalla nascita, ma anche precedentemente a questa, lega il bambino alla 
madre. Sigmund Freud, nel 1931, scriveva:  
 
"Mi hanno soprattutto colpito due fatti. Il primo era che dove esisteva un 
vincolo paterno particolarmente intenso, la' vi era stata... una fase 
precedente di esclusivo vincolo materno... Il secondo fatto dimostrava che 
si era molto sottovalutata la durata nel tempo di questo vincolo materno... 
Tutto, nell'ambito di questo primo vincolo materno, mi sembro' cosi' 
difficile da afferrare analiticamente..." 
1 
 
 Varie teorie spiegano la natura e la funzione del comportamento di 
attaccamento, ma tutte le formulazioni possono riunirsi in tre gruppi: 
* la teoria dell'apprendimento, privilegiata dagli psicologi del campo 
sperimentale; 
* varie teorie che, pur non condividendo l'approccio sperimentale, non 
propongono alternative sufficientemente plausibili; appartiene a questo 
gruppo la teoria di M. Klein del bisogno primario di ritorno al grembo 
materno; 
* la teoria della scuola psicoanalitica inglese e degli etologi. 
La teoria dell'apprendimento si basa sul concetto di "pulsione 
secondaria": il bambino ha delle esigenze fisiologiche che richiedono di 
essere soddisfatte; impara che la madre e' la fonte del soddisfacimento dei 
suoi bisogni e si attacca ad essa.  Questa teoria e' detta anche "teoria 
delle relazioni oggettuali fondata sull'amore disinteressato". 
La teoria del desiderio primario di ritorno al grembo rimanda alle 
ipotesi della Klein
2
 di un sentimento, innato nel bambino, che esista 
qualcosa fuori di lui che puo' appagare ogni desiderio. Combina nella sua 
formulazione il bisogno di succhiare il seno con la "nostalgia universale 
dello stato prenatale", che fa desiderare al bambino di ritornare nel grembo 
materno, da cui sente di essere stato espulso. 
Il terzo gruppo di formulazioni comprende gli studi e le teorie di John 
Bowlby. Il suo approccio fornisce i concetti utili ad integrare i dati delle 
altre formulazioni ed in particolare quelli della psicoanalisi e quelli della 
teoria dell'apprendimento. La sua teoria del comportamento di 
attaccamento, fondata sui sistemi di controllo, si avvicina a quella della 
suzione primaria
3
 dell'oggetto (la tendenza innata del bambino ad avere un 
rapporto con il seno umano lo spinge ad avere un rapporto anche con la 
madre) e quella dell'attaccamento primario all'oggetto (la tendenza innata 
del bambino a tenersi in contatto con un essere umano e ad attaccarsi ad 
esso).
4
 L'ipotesi di Bowlby si fonda sulla teoria del comportamento 
istintivo enunciata gia' da Darwin
5
: egli rileva che ogni specie e' dotata di 
un particolare repertorio di schemi di comportamento che sono altrettanto 
importanti della struttura corporea per la sopravvivenza ed il benessere. 
Tali comportamenti si sviluppano in tutti gli individui di una specie, anche 
se vissuti in isolamento, evidenziando in questo modo la loro componente 
ereditaria.  
La teoria di Bowlby
6
 postula che il legame del bambino con la madre 
sia prodotto da diversi sistemi comportamentali, che hanno come obiettivo 
la vicinanza alla madre. Nel primo anno di vita e' difficile controllarne lo 
sviluppo, ma gia' dal secondo anno, quando il bambino e' in grado di 
muoversi, il comportamento di attaccamento e' piu' facilmente 
riscontrabile. Bowlby ritiene che abbia una propria funzione biologica 
specifica e che ad un certo stadio di sviluppo dei sistemi comportamentali 
responsabili dell'attaccamento, la vicinanza alla madre divenga un fine 
stabilito. 
 
 
NOTE AL CAP. I 
1. S. Freud "Introduzione alla psicanalisi" ed. BORINGHIERI 
2. M. Klein "Scritti" ed. BORINGHIERI 
3. Il termine "primario" si riferisce al fatto che la risposta si sviluppa 
autonomamente, mentre "secondario" indica che la risposta deriva da un 
sistema piu' primitivo attraverso un processo di apprendimento. 
4. J. Bowlby "Costruzione e rottura dei legami affettivi" ed. R. CORTINA 
5. C. Darwin "Le origini della specie" ed. NEWTON COMPTON 
6. J. Bowlby "Attaccamento e perdita" vol. 1 ed. BORINGHIERI 
 Capitolo II 
IL COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO 
 
 Bowlby definisce come "attaccamento" la tendenza dell'essere 
umano a strutturare solidi legami affettivi con particolari persone, la cui 
perdita causa profondi turbamenti emotivi e disturbi della personalita', sia 
nel bambino che nell'adulto
7
. Il comportamento di attaccamento e' dunque 
qualsiasi forma di comportamento che permetta ad un individuo la 
vicinanza con un altro, considerato come preferito. 
 
 
1. Natura e funzioni 
 
Secondo la teoria della pulsione secondaria, il bambino prova piacere 
a trovarsi 
con altre persone perche' ne riceve nutrimento: "L'amore nasce dal bisogno, 
soddisfatto, di cibo"
8
. Gli studi di K. Lorenz posero in discussione questa 
teoria, basata su un assunto e non su osservazioni o esperimenti. Le 
ricerche di Lorenz dimostrarono che nelle anitre o nelle oche si sviluppava 
un comportamento di attaccamento che prescindeva dalla somministrazione 
di cibo
9
. E' stato poi osservato che cio' di verificava anche nei mammiferi e 
nell'uomo. In particolare nel comportamento del bambino tre fattori 
giocano a favore dell'identificazione con quello dei mammiferi: 
* la capacita' di aggrapparsi, come tutti i piccoli dei primati che subito dopo 
la nascita si mantengono in stretto contatto con la madre; 
* il piacere della compagnia umana; 
* l'aumentare della lallazione e del sorriso, quando l'adulto vi risponde. 
Anche il fatto che il bambino puo' attaccarsi ad alcuni suoi coetanei
10
 
dimostra  
che tale comportamento puo' dirigersi verso una figura che non soddisfa le 
sue esigenze fisiologiche. 
 La funzione che l'attaccamento assolve riguarda il suo valore in 
riferimento alla sopravvivenza della specie. Chiaramente chi sostiene la 
teoria della pulsione secondaria afferma che il legame e' orientato a tenere 
il bambino vicino alla fonte di cibo, ma lo stesso Freud considerava che il 
piu' grande pericolo per il bambino era di essere sconvolto da un'eccessiva 
stimolazione, provocata da esigenze fisiologiche insoddisfatte e non 
soltanto dal bisogno di cibo. Il bambino sa per esperienza che la madre puo' 
porre fine a questo pericolo e pertanto cerca sempre di percepire la sua 
presenza
11
. Bowlby sostiene che la principale funzione del comportamento 
di attaccamento sia la protezione dai predatori
12
; e' indubbio infatti che per 
gli animali il pericolo di morte a causa di un'aggressione non e' minore del 
pericolo di morte per fame. 
 Il concetto di attaccamento differisce da quello di dipendenza, che 
non ha alcuna funzione biologica: nelle prime settimane di vita un bambino 
dipende dalla madre, ma non e' ancora attaccato a lei. Il termine 
"dipendenza" infatti indica l'appoggiarsi di un individuo ad un altro per la 
sua esistenza ed ha, nel giudizio comune, una connotazione negativa che 
invece l'attaccamento non ha. 
 2.Fasi dello sviluppo dell'attaccamento 
 
Alla nascita il bambino ha un corredo di sistemi comportamentali 
pronti per essere attivati da una vasta gamma di stimoli, tra i quali quelli 
che predispongono lo sviluppo dell'attaccamento: i sistemi che mediano il 
pianto, la suzione, la prensione e l'orientamento. Il neonato ha una forte 
predisposizione a reagire agli stimoli che provengono dalla voce, dal viso o 
dalle braccia di un essere umano. Bowlby evidenzia quattro fasi dello 
sviluppo dell'attaccamento, anche se nella realta' non sono nettamente 
distinte tra loro
13
: 
* Prima fase: orientamento e segnali senza discriminazione della persona 
(da 0 a 8 settimane circa). In questa fase il bambino e' capace di 
discriminare soltanto gli stimoli uditivi. Il suo comportamento comprende 
l'orientamento verso la persona, il seguirla con gli occhi, il sorriso. 
* Seconda fase: orientamento e segnali verso una persona discriminata (da 
12 settimane a 6 mesi circa). Il comportamento, presente gia' nel primo 
periodo di vita, e' piu' diretto alla figura materna. 
* Terza fase: mantenimento della vicinanza ad una persona discriminata, 
attraverso la locomozione o i segnali (da 6-7 mesi a 2 anni circa). Il 
repertorio di comportamenti del bambino comprende ora anche la 
locomozione, utilizzata per seguire la madre o per usarla come punto di 
partenza per le esplorazioni. Cessa gradualmente la risposta amichevole 
indiscriminata e diventa evidente l'attaccamento alla figura materna. 
* Quarta fase: formazione di un rapporto reciproco corretto secondo lo 
scopo (da 3 anni in poi). Mentre nella fase precedente il bambino non 
comprende cosa influenzi i movimenti della madre, ora invece comincia a 
cogliere in parte i suoi scopi e si instaura tra loro un rapporto reciproco piu' 
complesso. 
In base a questi parametri, si puo' affermare con certezza che nella 
prima fase non si ha ancora l'attaccamento, mentre e' gia' evidente nella 
terza fase. 
 
 
3. Figure significative e secondarie 
 
La persona verso cui il bambino dirige il suo attaccamento viene 
generalmente 
detta "madre" o "figura materna". In realta' all'inizio la maggior parte dei 
bambini si orienta verso piu' figure di attaccamento, ma non tutte vengono 
trattate allo stesso modo; tra queste, la figura principale puo' non essere la 
madre. E' comunque evidente che la scelta del bambino dipende dalle 
persone che si curano di lui e dalla composizione della famiglia e quindi, 
con molta probabilita', si trattera' della madre, del padre, dei nonni o dei 
fratelli maggiori. La ricerca sui bambini scozzesi di Shaffer ed Emerson e 
quella sui bambini Ganda della Ainsworth
14
 dimostrano che il ruolo di 
madre puo' essere assunto anche da altre persone che si comportino in 
modo materno verso il bambino, cioe' che abbiano con lui una vivace 
interazione sociale ed una pronta reazione ai suoi segnali ed ai suoi 
approcci. 
E' necessario distinguere le figure di attaccamento in primarie e 
secondarie, in 
relazione anche alle circostanze in cui il bambino ricerca la loro vicinanza: 
egli cerca la "madre" quando e' stanco, ha fame o ha paura o non sa dove si 
trovi la persona a cui e' attaccato. Invece cerca un compagno di giochi 
quando e' tranquillo e sa dove si trovi la sua figura di attaccamento 
principale. I dati della Ainsworth evidenziano anche che piu' e' insicuro 
l'attaccamento di un bambino alla sua figura principale, piu' egli e' inibito a 
sviluppare rapporti con altre persone. 
 La conclusione che si puo' trarre e' che nei bambini ci sia la tendenza 
a dirigere l'attaccamento verso una figura particolare, di cui diventano 
possessivi e di cui sentono la mancanza quando e' assente, nonostante la 
presenza di altre figure di riferimento. 
 
 
4. Sistemi di controllo 
Sebbene il comportamento della madre e quello del bambino 
seguano modelli diversi, alcuni di questi in entrambi hanno l'obiettivo di 
raggiungere o di mantenere la vicinanza con l'altro. Sia la madre che il 
bambino tendono a mantenere un equilibrio nella distanza tra loro; il 
rapporto spaziale che ne deriva risulta da quattro diversi tipi di 
comportamento: 
* il comportamento di attaccamento del bambino 
* il comportamento del bambino antitetico all'attaccamento (gioco 
dell'esplorazione) 
* il comportamento protettivo materno 
* il comportamento materno antitetico a quello protettivo (in generale 
quello che include i lavori di casa, a parte quello di madri affettivamente 
disturbate). 
Quindi se il comportamento di attaccamento del bambino e' 
controbilanciato dall' esplorazione e dal gioco, quello protettivo della 
madre e' a sua volta controbilanciato da altre attivita' che sono, in misura 
maggiore o minore, di ostacolo. 
 L'attaccamento e' mediato da diversi tipi di comportamento che 
possono essere raggruppati in due classi: 
* il comportamento di segnalazione: i segnali sociali con i quali il bambino 
cerca di ottenere la vicinanza della madre sono: il pianto, il sorriso, la 
lallazione. Nel primissimo periodo di vita del bambino nessuno di questi 
segnali e' corretto secondo lo scopo ed il partner puo' rispondervi o meno. 
Se non c'e' risposta, possono seguire diversi comportamenti: il pianto puo' 
continuare per lungo tempo, mentre ad esempio, il sorriso non prosegue 
indefinitamente e a volte viene sostituito dal pianto. 
* il comportamento di accostamento: le azioni del bambino in questo senso 
sono: l'avvicinarsi, l'aggrapparsi, la suzione. Appena il bambino e' in grado 
di muoversi, tende ad avvicinarsi alla madre e a seguirla; con lo sviluppo 
dell'apparato conoscitivo, verso i nove mesi circa, e' in grado non solo di 
raggiungere la madre quando la vede, ma puo' cercarla in luoghi familiari. 
Per quanto riguarda l'azione di aggrapparsi, il piccolo umano ' meno abile 
dei primati, ma gia' dalla nascita e' in grado di farlo; questo comportamento 
si riscontra quando e' sottoposto a bruschi cambiamenti di posizione e 
quando e' allarmato. Anche la suzione non alimentare, di solito rivolta 
verso il pollice o il succhiotto, e' finalizzata ad ottenere tranquillita' e 
conforto soprattutto quando il bambino e' agitato o allarmato. 
I sistemi che mediano il comportamento di attaccamento possono 
essere attivati da alcune condizioni; la piu' semplice e' la distanza dalla 
madre, ma le altre possono suddividersi in tre gruppi: 
* condizioni del bambino: stanchezza, freddo, fame, malattia, dolore 
* comportamento della madre: assenza, madre che scoraggia la vicinanza 
* condizioni ambientali: avvenimenti allarmanti o mortificanti 
Dopo i tre anni il comportamento di attaccamento diminuisce di 
intensita' e di 
frequenza, ma non scompare mai del tutto. Secondo la teoria proposta da 
Bowlby, viene attivato meno facilmente e con minore intensita'. A questo 
contribuisce l'esperienza, dato che con lo sviluppo molte cose divengono 
familiari e quindi non piu' allarmanti. Inoltre con l'eta' puo' essere 
disattivato da altre condizioni che sostituiscono i mezzi per mantenere il 
contatto: fotografie, conversazioni telefoniche, ecc... 
 Il comportamento complementare a quello di attaccamento del 
bambino e' il "prendersi cura", che si esprime come disponibilita', 
comprensione e intervento quando insorgono difficolta' per il piccolo. Vi 
sono prove che dimostrano come la qualita' di questo ruolo assolto dai 
genitori determini la possibilita' per un bambino di crescere psichicamente 
sano. 
 
 
NOTE AL CAP. II 
7. J. Bowlby "Costruzione e rottura dei legami affettivi" ed. R. CORTINA 
8. S. Freud "La teoria psicoanalitica" ed. BORINGHIERI 
9. K. Lorenz "L'anello del Re Salomone" 
10. A. Freud, D. Burlingham "Bambini senza famiglia" ed. ASTROLABIO 
11. S. Freud "Inibizione, sintono e angoscia" ed. BORINGHIERI 
12. J. Bowlby op. cit. 
13. J. Bowlby op. cit. 
14. M.D.S. Ainsworth "La carenza di cure materne" ed. ARMANDO