Introduzione 
 
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INTRODUZIONE 
 
Nell'attuale panorama industriale un ruolo sempre più importante viene giocato 
dall'automazione.  
Ricordiamo infatti, come l'automazione possa essere utile, se non addirittura 
indispensabile, in lavorazioni in ambienti ostili, per ridurre la percentuale di errori 
nei montaggi e per garantire una quasi assoluta costanza nel tempo delle 
caratteristiche progettuali di un prodotto. Si é riusciti in questo modo anche a 
ridurre i lavori tediosi e ripetitivi, indirizzando così la manodopera verso compiti 
più gratificanti, migliorando in tal modo la produzione. 
Si é dunque arrivati col passare degli anni ai concetti di C.I.M. (Computer 
Integrated Manufacturing), e di F.M.S. (Flexible Manufacturing System), cercando 
cioé di ottenere un sistema che, a partire dalla progettazione mediante calcolatore 
di un prodotto, permetta di ottenere la definizione di tutta la cella e del layout 
necessari per la sua produzione. 
Automazione industriale non significa comunque necessariamente robot, bensì 
anche macchine dedicate costruite appositamente per svolgere un ben determinato 
compito.  
Si parla in questo caso di sistemi rigidi di automazione (fixed automation 
systems); l'utilizzo di tali sistemi é competitivo e quindi giustificato solo in quei 
casi ove si hanno elevati volumi di produzione protratti nel tempo.  
Oggi le tecniche di programmazione e controllo della produzione sono sempre più 
orientate verso il just-in-time (vedi il sistema di approvvigionamento dei pezzi 
negli stabilimenti Toyota in Giappone), la group-technology ed in generale 
l'applicazione di metodologie sistematiche e codificate, mirate a sfruttare al meglio 
il know-how industriale e ad eliminare quella parte di euristica che ancor oggi é 
massicciamente presente in molte aziende e che risiede nella progettazione basata 
in gran parte nella sola esperienza.  
  Introduzione 
 
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Si possono in questo modo raggiungere obiettivi come lotti di produzione limitati, 
ma allo stesso tempo economicamente ancora convenienti, estrema 
diversificazione del prodotto pur rimanendo i pezzi inquadrati in famiglie 
parametriche. La vita media commerciale dei prodotti si é inoltre assai abbassata 
ed é in costante diminuzione, per cui si comprende quanto importante sia per 
un'azienda il poter riprogettare e realizzare ex novo un prodotto in tempi brevi e 
con costi il più possibile limitati. E' quindi necessario ricorrere a macchine 
automatiche multifunzionali e riprogrammabili definite anche come sistemi 
flessibili di automazione (flexible automation systems), per quanto riguarda la 
produzione, ed a sistemi integrati di progettazione CAD-CAE, per la 
programmazione. Si vede subito a questo punto come la fabbricazione di un 
prodotto possa essere scissa in due fasi ben distinte: la progettazione dei 
componenti con la loro realizzazione e il loro assemblaggio. 
E' attorno agli anni '60 , all'inizio cioé di quella che attualmente viene chiamata la 
"Seconda rivoluzione industriale", che nasce il "robot" industriale, ovvero quella 
macchina teoricamente flessibile dotata di grande precisione e destrezza in grado 
di svolgere compiti prima impensabili per una macchina.  
 
  Introduzione 
 
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 1983 1984 1985 1990 
Austria 80 130 150  ==
Canada 130 180 280 630 
Urss 220 54 800 1800 
Francia 1380 1580 1820 4540 
Germania Fed. 1800 2000 2300 3500 
Italia 700 900 1200 5000 
Giappone 16200 17500 18800 34600 
Olanda 100 150 250  ==
Svezia 470 600 750 2400 
Inghilterra 320 500 550 1500 
Usa 2400 3400 4500 24000 
     
TOTALE 23800 26994 31400 77970 
Produzione mondiale di robot nell'anno 1983 e proiezioni negli anni successivi [7]. 
 
La caratteristica fondamentale di queste nuove macchine risiede nella loro 
completa programmabilità e quindi nella capacità di svolgere compiti 
completamente diversi mandando solo in esecuzione un programma piuttosto di 
un altro. Si intuisce quindi come da un punto di vista economico la prospettiva sia 
quella di limitare la precoce obsolescenza delle macchine dedicate, legate alla vita 
del prodotto, e, soprattutto, di migliorare i tempi di reazione dell'azienda alle 
mutate richieste del mercato: é infatti mediante una facile riprogrammabilità che si 
riesce ad ottenere questo con tempi di fermo e costi limitati. 
 
 
  Cap.1: Considerazioni Economiche 
 
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CAP.1: CONSIDERAZIONI ECONOMICHE 
 
Nonostante sia certamente vero che i robot possano aiutare ed in parte sostituire 
l'uomo in quei lavori chiamati "applicazioni 3D" (lavori molto "sporchi", pericolosi 
o difficili), rimane comunque il fatto che gli imprenditori sono abbastanza restii ad 
abbandonare la vecchia strada per una nuova. 
Si parla a questo riguardo di "diffusione" di un prodotto o di un processo. Il 
dibattito economico riguardo a quest'argomento è relativamente recente. [3] Vi é 
inoltre la tendenza a distinguere nell'interno del processo di diffusione di 
fenomeni quali l'"imitazione" e la "prima adozione", che è soprattutto un fenomeno 
ristretto a poche unità produttive.  
E' inoltre evidente come questo processo possa essere visto come un' innovazione di 
prodotto (per i produttori), mentre si parla di innovazione di processo per gli 
utilizzatori. 
 
 
PAR.1.1: LA DIFFUSIONE DELL' INNOVAZIONE 
 
Il processo innovativo é il principale canale attraverso il quale si manifesta il 
progresso tecnico e la dinamica dell'efficienza generale dei sistemi economici. E' 
opportuno a questo riguardo organizzare un quadro sintetico per le variabili e gli 
elementi che più significativamente agiscono sul processo diffusivo: si parla in 
questo caso di interfaccia impresa-ambiente-tecnologia. 
  Cap.1: Considerazioni Economiche 
 
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CONSIDERAZIONE
D 
E 
C 
I 
S 
I 
O 
N 
E
C 
O 
S 
C 
I 
E 
N 
Z 
A
I 
N 
F 
O 
R 
M 
A 
Z 
I 
O 
N 
E
PROFITTABILITA'
C. 
 
D 
I 
 
A 
G 
G 
I 
U 
S 
T.
TECN.
AMB. IMP.
 
Elementi: Tecnologia, Impresa, Ambiente. 
Precondizioni: Informazione, Profittabilità, Costi di aggiustamento. 
Fasi: Coscienza, Considerazione, Decisione (Adozione). 
 
Fig 1.1: Elementi, precondizioni, e fasi del processo di adozione 
 dell'innovazione. 
  Cap.1: Considerazioni Economiche 
 
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Al fine di raggiungere una comprensione profonda del processo di diffusione di 
un' innovazione devono essere presi in considerazione, nelle loro caratteristiche ed 
interazioni sistematiche, tre elementi fondamentali: l'impresa, l'ambiente e la 
tecnologia. L'area di interfaccia o meglio di integrazione di questi tre elementi 
definisce l'insieme delle precondizioni dell'adozione di un'innovazione, e ciascuna 
di queste è a sua volta alla base di una delle fasi del processo decisionale-
innovativo. 
Sulle caratteristiche dell'impresa che maggiormente possono facilitare una rapida 
adozione di innovazioni esiste un largo consenso. Esse riguardano l'età 
dell'impresa e degli impianti, l'appartenenza a grandi gruppi industriali o 
finanziari, alle caratteristiche del management, all'integrazione fra funzioni di 
ricerca e di marketing, alla disponibilità finanziarie nel campo della ricerca e 
sviluppo ed infine all'organizzazione interna. A quest'ultimo riguardo, la capacità 
di un'impresa di cogliere e sfruttare sapientemente le potenzialità di un'"idea" 
tecnologica dipende da un'adozione di un'organizzazione interna "adattiva" in 
opposizione ad un'organizzazione "meccanica e non creativa". 
Anche le caratteristiche della tecnologia si sono rivelate, all'analisi teorica ed 
empirica, di grande importanza nel determinare il ritmo stesso della diffusione: 
compatibilità con una struttura organizzativa preesistente, complessità, vantaggi 
relativi rispetto alla tecnologia che sostituisce, divisibilità e possibilità di 
introduzione su piccola scala e, soprattutto, costo. 
Infine le caratteristiche dell'ambiente si sono rivelate fondamentali sia in quanto 
costituiscono le precondizioni economiche e infrastrutturali di circolazione 
dell'informazione, sia in quanto stanno alla base delle variabili psicologiche e 
culturali che definiscono l'atteggiamento nei confronti della tecnologia. 
Là dove questi tre sistemi: impresa, ambiente e tecnologia, si integrano 
positivamente, sorgono le precondizioni per l'adozione dell'innovazione. 
 
  Cap.1: Considerazioni Economiche 
 
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Si nota dunque come vi siano tre aree di integrazione fra questi elementi: 
 -nell'area di integrazione Ambiente/Tecnologia si collocano i problemi di 
comunicabilità e complessità delle tecnologie, legati soprattutto alla dotazione di 
infrastrutture di informazione e comunicazione. E' dunque evidente quanto sia 
importante in quest'area la disponibilità di informazioni. La fase decisionale 
interessata a questo livello é quella di coscienza. 
 -nell'area di integrazione Tecnologia/Impresa si collocano i problemi relativi 
alla compatibilità ed al vantaggio delle nuove tecnologie rispetto a quelle esistenti. 
Si parla quindi di tempi e costi di ammortamento definendo quindi in quest'area 
la seconda precondizione dell'adozione: la profittabilità relativa della nuova 
tecnologia, e di conseguenza vi si può innestare la seconda fase del processo 
decisionale: la considerazione. 
 -nell'area di integrazione Impresa/Ambiente si trova l'ultimo, ma non meno 
importante, elemento che l'impresa deve valutare: il costo di aggiustamento per il 
passaggio dalla vecchia alla nuova tecnologia. Non é infatti sufficiente che la 
nuova tecnologia sia conosciuta e si dimostri superiore a quella esistente: occorre 
dunque che il valore attuale dei profitti differenziali attesi dalla nuova tecnologia 
sia superiore ai costi che si devono sopportare per portare l'intera struttura di 
impresa a muoversi su nuovi binari. 
 Tali costi sono funzione di variabili sia interne (basti pensare alla Ricerca e 
Sviluppo), sia esterne all'impresa (possibilità di finanziamenti agevolati). E' 
dunque a questo livello che si manifesta la fase conclusiva del processo 
decisionale: l'adozione. 
  Cap.1: Considerazioni Economiche 
 
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PAR.1.2: IL PROCESSO DI DIFFUSIONE 
 
Dal punto di vista di una potenziale impresa adottante, il processo di diffusione 
passa dunque attraverso tre fasi distinte: coscienza, considerazione , adozione vera 
e propria, fasi le quali si basano su differenti parametri o variabili decisionali: 
informazione, profittabilità e costi di aggiustamento. 
 In passato il modello che più frequentemente é stato utilizzato per simulare il 
processo di diffusione é un modello di comportamento logistico del tipo: 
    
X(t)  ΕX(t) n  X(t) >  ≅
(1.1) 
in cui 
X(t) =  X
t
  X
t  1
 é la variazione del numero o della percentuale degli 
adottanti, 
 Ε
 é il “coefficiente di adozione” e n il “potenziale applicativo”, cioè il 
numero o la percentuale di equilibrio di potenziali adottatori. La soluzione di 
questa equazione differenziale, stimabile econometricamente, é: 
    
X
n-X
  = e
a+ bt
 
in cui 
b =   Εn
 è il “coefficiente di adozione” che misura la velocità del processo. 
Si ritiene che questo modello rappresenti il cosiddetto “approccio epidemico” alla 
diffusione dell’innovazione, che ipotizza uno stimolo apparso in un certo istante 
ad una popolazione omogenea con uguale probabilità di essere raggiunta dall’ 
“epidemia” (informazione), ed un processo che mantiene inalterata nel tempo la 
sua forza di “contagio” (il parametro 
 Ε
 ). Con queste ipotesi il tasso di diffusione 
X/X risulta direttamente proporzionale: a) al numero di imprese che hanno già 
adottato l’innovazione e per questo si trasformano in moltiplicatori di 
informazione; b) al numero di imprese che restano ancora non toccate prima di 
giungere alla saturazione. Il parametro b, stimato per diverse innovazioni, può 
successivamente essere interpretato econometricamente sulla base di variabili 
espressive delle caratteristiche delle singole innovazioni (profittabilità, costo, o 
altro).