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1. ORIGINI DELLA BANCA NELL’ EUROPA PRE-INDUSTRIALE 
 
1.1 La nascita della banca in Europa 
 
Tra l‟XI e il XIV secolo grazie all‟espansione economica e ad una serie di inno-
vazioni istituzionali in Europa, si assistette ad una vera e propria rivoluzione com-
merciale1, che diede vita a nuove forme di impresa che svilupparono nuovi poli 
commerciali: le Fiandre, l‟Italia centro-settentrionale, l‟area baltica, la Catalogna. 
Grazie ad esse, alla nascita del notariato, la creazione del diritto commerciale 
(“ius mercatorum”) e l‟utilizzo della partita doppia e dei numeri arabi, gli scambi 
commerciali si intensificarono e ampliarono la loro gittata anche al di fuori del terri-
torio europeo consentendone lo sviluppo economico. 
Fondamentale fu il ruolo dei mercanti che finanziarono queste nuove imprese, che 
riuscirono a superare le difficoltà dovute al divieto ecclesiastico di prestare denaro 
con interesse e svilupparono forme innovative di finanziamento commerciale, cambio 
tra le varie monete, lettera di cambio (pagamenti tra diverse piazze) e lettera di fiera 
(prestiti mascherati da cambi di monete). 
Questi primi servizi offerti dai ricchi mercanti del quattrocento segnarono la na-
scita di quella che poi diventerà la banca moderna2. 
 
1.2 I primi banchieri: i cambiatori 
 
La diffusione dei cambiatori è da mettere in stretta relazione con la situazione 
monetaria che si era venuta a creare nell‟Europa occidentale tra il XII e XII secolo.  
                                                 
1
 Cfr. Fornasari M., Finanza d‟impresa e Sistemi Finanziari, G.Giappichelli Editore, 2008 
2
 E‟ un'impresa privata, quindi un ente a scopo di lucro, che svolge l'importante compito di fornire alla 
clientela mezzi di pagamento e di intermediazione tra offerta e domanda di capitali, i primi provenienti 
per lo più dalle famiglie, i secondi domandati soprattutto dalle imprese.(fonte Wikipedia) 
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Per quasi cinque secoli, le uniche monete coniate erano state in sostanza solo i 
denari d‟argento, che negli ultimi tempi non riuscivano più a soddisfare le esigenze di 
una popolazione in continua crescita.  
Fu avvertita quindi la necessità di creare una moneta forte da parte di quelle città 
che stavano vivendo un favorevole momento di espansione economica, coniando 
oltre a quelle d‟argento anche monete d‟oro (la 
prima città a coniarle fu Genova nel 1252 con il 
genovino, seguita nello stesso anno da Firenze 
con il fiorino). 
Vista la varietà dei metalli usati e delle diffe-
renti coniature delle monete da città a città e da 
stato a stato, la professione del cambiavalute 
divenne ben presto indispensabile. Nelle piazze 
delle città, nei mercati e nelle fiere cominciarono 
a farsi più numerosi i banchi e le botteghe dei 
cambiatori, detti campsores o cambiatores, che 
sedevano dietro ad un tavolo coperto da un panno verde3. Notevole importanza as-
sunse allora il cambio traiettizio, cioè il cambium. Esso consisteva nel riconoscimen-
to di un debito da estinguersi in un luogo diverso da quello in cui era stato sottoscritto 
e in una diversa moneta, secondo un tasso di cambio fissato in precedenza e che com-
prendeva il compenso per il creditore.  
Inizialmente veniva effettuato tramite una lettera di pagamento, documento priva-
to con la quale una persona comunicava al suo rappresentante o corrispondente di 
aver concluso un contratto di cambio e gli ordinava di pagare la somma dovuta 
all‟altro contraente o a un suo incaricato; successivamente invece venne realizzato 
attraverso la lettera di cambio, prima forma di cambiale tratta. 
Ruolo fondamentale in questa fase di sviluppo economico europeo fu anche quel-
lo dei mercanti-banchieri, che avevano come loro punto d‟incontro le fiere, i quali 
                                                 
3
 Cfr. De Simone E., Moneta e banche attraverso i secoli, Pubblicazioni DASES, 2002 
Figura 1: The moneychanger and his wife, 
di Quinten Metsys (c.1514) 
 
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estesero la loro attività di prestito su pegno, anche al finanziamento di princi-
pi,sovrani e papi.  
Accanto a queste figure imprenditoriali, nacquero i Monti di Pietà, promossi prin-
cipalmente dai Francescani che 
volevano combattere l‟usura pra-
ticata ai danni dei piccoli consu-
matori che non avevano 
possibilità di accedere a prestiti 
(poichè le grosse compagnie ban-
carie private e mercanti si occu-
pavano del finanziamento di 
municipalità e Stati), concedendo 
piccoli prestiti ai bisognosi senza la richiesta di nessun interesse o comunque molto 
basso per coprire le spese di gestione dell‟operazione. 
 
1.3 Le nuove forme d’impresa: la commenda e la compagnia 
 
Prima di parlare della nascita delle banche vere e proprie, analizzeremo in questo 
paragrafo le prime forme di finanziamento alle imprese che operavano su più territori 
non solo localmente. 
Oltre alle numerose innovazioni istituzionali, nel XII secolo nacquero, a seguito 
di una fervente attività economica, due nuove tipologie d‟impresa: la commenda e la 
compagnia. 
La commenda ( o collegantia o societas maris), caratteristica dei grandi centri por-
tuali come Venezia e Genova, era costituita principalmente per finanziare i commerci 
marittimi attraverso la Spagna, l‟Africa e la Provenza. Uno o più mercanti fornivano 
il capitale necessario (che avevano una responsabilità limitata del capitale) ad avviare 
una spedizione commerciale marittima autofinanziandosi e ripartendo il rischio ad 
essa collegato, ed incaricavano un altro mercante di intraprenderla. Gli utili solita-
mente venivano ripartiti con il 75% ai soci investitori  e il 25% ai soci operatori (trac-
Figura 2: Palazzo del monte di pietà, Roma 
 
 10 
tor, mercante che intraprendeva effettivamente la spedizione), favorendo cosi la mo-
bilità dei capitali e anticipando in questo modo la società in accomandita. 
La compagnia, invece, era costituita dai membri di una medesima famiglia e volta 
al finanziamento della produzione e al commercio per via terrestre. I soci avevano 
responsabilità solidale ed illimitata in caso di fallimento nei riguardi di terzi (anticipa 
la società in nome collettivo) ed erano gli unici soggetti che apportavano capitale 
all‟impresa. Successivamente, però, si diede la possibilità ai finanziatori esterni di 
partecipare alla compagnia per non esporre al rischio l‟intero patrimonio familiare e 
l‟impresa si trasformo nella cosiddetta compagnia di negozio, che ebbe anche il rico-
noscimento della propria personalità giuridica. 
Lo sviluppo economico europeo si fermò però alla metà del Trecento, quando la 
scarsità di cibo e la peste misero in crisi le compagnie di negozio più grandi (come i 
Bardi e i Peruzzi in Toscana) e le fecero fallire, a causa delle ingenti prestiti poi non 
onorati concessi alle principali case regnanti del tempo. 
A seguito di questa crisi, ci fu un‟evoluzione della commenda alla quale si rivol-
sero sempre più frequentemente gli operatori economici che consci dell‟incertezza 
economica di quel periodo, trovavano rifugiò nella responsabilità limitata del capitale 
che questo tipo d‟impresa garantiva in caso di fallimento della spedizione. 
Esempio di questa evoluzione fu il Banco dei Medici 
di Firenze. Fondato nel 1397, antesignano del modello di 
merchant banking, è ritenuta la più celebre e grande im-
presa commerciale e bancaria del Quattrocento europeo4, 
che imperniò la propria potenza finanziaria sulla fonda-
zione di filiali, agenzie e succursali nei principali centri 
commerciali europei come Ginevra, Londra, Avignone, 
Bruges, Pisa, Venezia, Milano, Roma e Napoli. Le suc-
cursali erano giuridicamente autonome, ma dipendevano 
dall‟impresa madre di Firenze che fungeva da holding ed 
                                                 
4
 Cfr. Fornasari M., Finanza d‟impresa e Sistemi Finanziari, G.Giappichelli Editore, 2008 
 
Figura 3: Giovanni di Bicci 
de‟ Medici, fondatore del Banco 
dei Medici nel 1397 
 
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erano organizzate come società in accomandita, evitando così che il fallimento di una 
di esse potesse pregiudicare l‟attività dell‟intera compagnia. Il Banco dei Medici fi-
nanziò il Papato, raccolse depositi tra i privati e grazie al suo successo aprì la strada 
alle imprese in accomandita. 
 
1.4 Nascita della società per azioni 
 
Con l‟inizio del Cinquecento si concluse un lungo periodo di depressione che du-
rava da oltre un secolo, la popolazione europea raddoppiò fra il 1500 e il 1750, pas-
sando da 69 a 140 milioni di persone, nonostante le gravi pestilenze del Seicento al 
contempo la produzione agricola aumentò per soddisfare le richieste di cibo e 
l‟economia riprese a svilupparsi.  
La crescita economica di quei secoli videro come protagonista il “borghese capi-
talista
5
”, partecipe dello spirito del Rinascimento, pervaso da una forte sete di guada-
gno e provvisto di un notevole spirito d‟iniziativa. Secondo la nuova mentalità 
capitalistica, si lavorava per godere dei beni terreni. 
Assieme a questa nuovo modo di concepire gli affari e il lavoro, nacquero le so-
cietà per azioni. Questa nuova forma d‟impresa permetteva la raccolta di denaro dan-
do in cambio delle quote ai propri finanziatori, che potevano poi trasferirle e 
negoziarle con altri soggetti. Una delle prime S.p.A. è quella della Repubblica di Ge-
nova con la Casa di San Giorgio (costituita nel 1407) divisa in quote o “luoghi” che 
circolavano come moneta. Questo banco pubblico che fungeva da precursore della 
società per azioni, gestiva la flotta genovese, le entrate della città, le colonie del Le-
vante, ma soprattutto i titoli del debito pubblico della Repubblica che gli consentiva-
no  un forte controllo su di essa. Genova, assieme a Venezia e Firenze (con il Banco 
dei Medici), con questa nuova tipologia di impresa, permise la leadership bancaria 
internazionale del territorio italiano6 fino ai primi del Seicento. 
                                                 
5
 Cfr. De Simone E., Moneta e banche attraverso i secoli, Pubblicazioni DASES, 2002 
6
 Cfr. Van der Wee H., A history of european banking, Press, 2001