Introduzione
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favorevoli, allo storico inno di: “Finalmente ci siamo liberati dal giogo
bornese!”, i frazionisti finalmente ottennero ciò che da secoli desideravano:
l’autonomia e l’indipendenza territoriale, le quali vennero presto ufficializzate
anche dal Governo con il famoso decreto presidenziale di cui si parlava sopra.
Con questo lavoro, di carattere non prettamente economico, ma anche storico e
culturale in quanto vengono analizzati tutti gli aspetti fondamentali della vicenda
(vale a dire quindi anche quelli geografico, umano, sociale ed istituzionale) si
vuole spiegare come si arrivò a compiere finalmente il passo decisivo, tenendo
conto di tutte quelle circostanze e quegli agenti che intervennero nello
svolgimento della questione. Poiché per raggiungere l’obbiettivo furono
necessari molti anni, nel corso dei quali numerosi personaggi compirono
numerose operazioni e sostennero innumerevoli sforzi, non ci si limiterà solo ad
analizzare come avvennero l’aggregazione, il riconoscimento e la dichiarazione
dell’autonomia raggiunta e perché fu necessari tanto tempo, ma si partirà invece
proprio dal mero inizio della vicenda, indagando dapprima i fatti relativi alle
origini del distacco ed alla situazione globale entro la quale la realtà locale si
trovava immersa, procedendo quindi in direzione degli eventi più recenti: quelli
cioè che si verificarono nel secondo dopoguerra, praticamente negli anni che
precedettero la vigilia di quello che poi fu il riconoscimento del Comune stesso.
Pertanto questo lavoro si presenta diviso in tre capitoli, ognuno dei quali
affronta aspetti e periodi storici diversi: ciò che è fondamentale è la loro
successione, nonché il fatto che ognuno faccia da introduzione logica a quello
seguente. In realtà si potrebbe dire che i primi due, praticamente, fanno da
anticamera al terzo, il quale rappresenta il corpus vero e proprio dell’opera e
racchiude le informazioni che riguardano direttamente la questione, indagando
fin nei più minuti dettagli. È infatti indispensabile chiarire sin da subito che
l’argomento principale è qui rappresentato, ovviamente, dalla nascita concreta
del nuovo Comune di Piancogno come Ente pubblico riconosciuto.
Naturalmente però, non è possibile parlare di un avvenimento di tale importanza
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senza prima aver descritto l’ambito generale. Inoltre, dato il tipo di lavoro che si
intende svolgere, la vicenda del riconoscimento in sé si concentrerà
maggiormente nella parte finale ma, poiché essa affonda le sue radici molto
addietro negli anni, ed al fine di poter meglio comprendere quelle cause che
hanno contribuito allo svolgimento dei fatti, essa viene presentata anche nei
capitoli precedenti, inserita all’interno del quadro storico che si completa con gli
ambienti e delle situazioni entro cui proprio questi stessi fatti hanno avuto luogo.
Il primo capitolo, quindi, parlerà della situazione generale in Lombardia tra il
primo ed il secondo dopoguerra, con accenni all’inizio del secolo ed agli anni
della più recente rinascita. Avanzando nella ricerca, verrà eseguito un’ulteriore
approfondimento, il quale permetterà così di passare alla realtà regionale
lombarda, a quella provinciale bresciana e quindi a quella locale camuna.
Diversamente, nel secondo capitolo verranno invece trattati (sempre però con
funzione di preambolo alla questione in oggetto) due particolari aspetti che
ebbero una grandissima valenza durante il difficile periodo della ricostruzione
che si ebbe nei primi anni del secondo dopoguerra: si parlerà infatti a riguardo
delle questioni sociale e dello sviluppo infrastrutturale. Lo studio di questi due
punti, peculiari per la comprensione della crescita e dell’evoluzione di una
cultura e di un popolo, non verrà eseguito solo a livello della piccola comunità
del paese, ma anche invece nei confronti della provincia, della regione e della
nazione, con cui esso continuamente dovette misurarsi nella sua gestione.
Questa analisi di confronto porta infine all’analisi dettagliate delle piccole realtà
paesane delle parti interessate alla vicenda, analisi che verrà dettagliatamente
presentata nel terzo capitolo, il quale si occupa della “nascita” vera e propria.
Come conclusione dell’opera vengono inoltre riportate copie di alcuni
documenti originali, ad esempio certificati, annunci, bandi, fotografie, cartine
topografiche, tabulati e bilanci che sono state utilizzate durante l’indagine e che
possono essere consultate per approfondimento e qualora si volesse verificare la
validità, la veridicità e l’autenticità dei dati e dei documenti cui si fa riferimento.
Introduzione
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Grazie alla successiva scrematura degli argomenti, è dunque possibile
comprendere non solo i reali motivi che hanno portato al compimento di tali
eventi, ma anche le modalità con le quali essi furono svolti, valutando infine gli
effetti che questi stessi eventi hanno avuto sulla comunità, sia nell’immediatezza
che negli anni a venire. Per lo svolgimento della prima sezione si è ricorso
maggiormente all’utilizzo ed alla consultazione di libri, volumi ed altre
pubblicazioni di carattere storico ed economico, avvalorandosi anche dell’uso
dei moderni strumenti di ricerca messi a disposizione da Internet. Nella seconda
e nella terza ed ultima parte, invece, la documentazione utilizzata si riferisce
quasi interamente ad un’analisi finalizzata, compiuta sugli atti originali custoditi
negli archivi comunali i quali registrarono le vicende in diretta, nell’epoca
contemporanea al svolgimento. Tuttavia, e qui è bene precisare, si vuole dare la
precedenza a Borno e a due delle sue frazioni: Pian di Borno e Cogno di Borno,
ponendole (soprattutto la prima) in maggiore risalto delle altre, in quanto esse
furono queste le più interessate nonché le più esposte e coinvolte. Ciò
nonostante, tutte le parti, quindi anche Ossimo, Cogno di Ossimo e l’Annunciata
di Borno vengono comunque analizzate, descritte e trattate allo stesso modo.
Proprio a questo proposito si vuole fare riferimento al fatto per cui tutto il
materiale utilizzato, praticamente, provenga dall’archivio Comunale di Borno,
mentre nulla giunge dal Comune di Ossimo, se non copie di documenti,
concesse per volontà dei responsabili di quest’ultimo, alle loro controparti di
Borno negli anni stessi in cui si svolse la vicenda. La giustificazione di tale
scelta è quella di aver voluto dare una visione più chiara e nitida delle variazioni
di rapporti instauratesi tra un Comune in particolare (quindi Borno) e le sue
proprie frazioni. La parte interpretata dal Comune di Ossimo nei confronti nei
riguardi delle altre parti interessate nella vicenda, viene quindi volutamente
analizzata diversamente: esso appare volutamente in qualità di agente esterno,
ma non è descritto in modo marginale, anzi è portato sullo stesso piano delle
altre parti, considerandolo però dal loro punto di vista.
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2. LE FONTI
Il Comune di Piancogno è stato riconosciuto ufficialmente il 3 Dicembre
1962. Tuttavia, i suoi funzionari iniziarono a tenere un vero e proprio archivio
municipale solo a partire dal gennaio del 1964, quindi tutta la documentazione
antecedente, inclusa quella relativa alla separazione delle frazioni dai Comuni
originari, è custodita presso i di essi archivi, ovvero quelli di Borno e Ossimo.
Tuttavia, i documenti originali utilizzati per il completamento di questa analisi
provengono esclusivamente dall’archivio municipale e dall’archivio dell’Ufficio
Tecnico del Comune di Borno. Nulla proviene da Ossimo, ma si può presumere
che la maggior parte dei documenti, per non dire tutti, siano stati copiati e messi
a disposizione dell’una e dell’altra parte già a quei tempi, affinché entrambi i
Comuni originari potessero disporre di una completa documentazione in
proposito: un rapporto corretto e completo della vicenda. Ciò significa che, se è
presente a Borno una sezione di archivio dedicata alla questione, deve essercene
una simile anche ad Ossimo. Riguardo alla stesura di questa analisi, infine, si è
cercato di riportare i fatti della vicenda seguendo un non troppo rigido ordine
cronologico, senza cioè avvalersi dell’ordine apparentemente ordinato ma in
realtà casuale in cui i documenti originali sono stati riposti nel faldone e nelle
rispettive cartelle, confidando più nella diligenza e nel rigore di chi li ha
compilati all’epoca della loro redazione che non nell’onestà e nell’attenzione di
chi li ha consultati prima di me, sperando che non ne sia stato sottratto alcuno.
Altro materiale è stato reperito in vari altri luoghi, tra cui il Comune di
Piancogno, la Biblioteca Civica di Piancogno, la Biblioteca Civica di Darfo
Boario Terme, la Biblioteca Civica di Costa Volpino, la Biblioteca Civica di
Cividate Camuno, la Biblioteca Civica di Esine, la Biblioteca Queriniana di
Brescia, la Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia ed
infine la biblioteca privata del collegio universitario E. Rinaldini, G. Bevilacqua
di Brescia, facente parte della Fondazione Giuseppe Tovini.