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2. INTRODUZIONE 
 
 
2.1. PRINCIPALI ASPETTI RELATIVI ALLA SOCIALITA’ 
        NEI CANIDI 
 
I canidi (Canis familiaris) sono diffusi  in  tutto il mondo, ad eccezione 
dell’Antartide, e occupano una grande variet  di habitat: dal deserto, che Ł la dimora 
del Fennec, alle grandi distese nordiche, che ospitano la Volpe artica (Thorne, 1992). 
Dal punto di vista tassonomico, il cane domestico appartiene al genere Canis, che 
annovera inoltre il Coyote (Canis latrans), quattro specie di sciacalli (C. adjustus, C. 
aureus, C. mesomelas e C. simensis) e due specie di lupo, il lupo grigio comune o 
lupo delle foreste (C. lupus) e il lupo rosso (C. rufus), presente soltanto nel Texas e 
nella Louisiana. 
Altri generi all’interno della famiglia Canidae, con i quali tuttavia il cane domestico Ł 
meno strettamente imparentato, sono le volpi, il cane dei boschi, il licaone, il cuon 
alpino e il cane procione (Thorne, 1992). 
Dal punto di vista predatorio, il lupo, il licaone e il cuon alpino cacciano in branco e 
sono in grado di catturare prede molto piø grandi di loro.  
Gli altri  membri della famiglia possono talora cacciare in coppie, oppure, come il 
coyote e alcune specie di sciacallo, in gruppi famigliari, ma la maggior parte sono 
cacciatori solitari (Thorne, 1992). 
Il tipo di struttura sociale che caratterizza le varie specie di Carnivora Ł direttamente 
correlato alla taglia delle prede: i   carnivori    solitari    si  nutrono prevalentemente 
delle piccole prede che ciascun  individuo Ł in grado di  uccidere da solo. 
Il comportamento  sociale  di  questi  cacciatori  solitari   Ł  il  meno   sviluppato  e               
corrisponde  al  "Tipo I"  della classificazione comportamentale dei cani  elaborata               
da Fox (1975). 
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Il lupo, essendo un cacciatore sociale che si avvale della collaborazione del branco 
per catturare prede molto piø grandi di lui, si trova invece all’estremo opposto della 
scala, corrispondente al "Tipo III"  (Thorne, 1992). 
  
2.1.1. DOMESTICAZIONE DEL CANE 
L’associazione tra uomo e lupo Ł molto antica e deve aver avuto inizio almeno 
40.000 anni fa, con l’affermazione di Homo sapiens. 
Secondo alcuni autorevoli specialisti, le prime tracce di cani domestici possono 
essere fatte risalire a 12.000, massimo 15.000 anni fa;  certo Ł tuttavia che alla fine 
dell’ultima glaciazione, 10.000 anni or sono, il connubio tra uomo e cane era gi  
pienamente e irrevocabilmente stabilito (Thorne, 1992). 
Ovviamente non Ł possibile sapere quando per la prima volta l’uomo ammans  un 
cucciolo di lupo, ma Ł chiaro che il processo che ha portato dall’ammansimento alla 
piena domesticazione deve essere stato graduale. 
La piø antica traccia di cane domestico proviene dal nord di  Israele, dove gli 
archeologi scoprirono una tomba contenente lo scheletro di un uomo con a fianco lo 
scheletro completo di un giovane cane. 
I resti si trovavano in un villaggio nel quale abitava una popolazione di cacciatori - 
raccoglitori, che visse tra il 10.000 e il 12.000 a.C. (Davis et al., 1978). 
L’effettivo ruolo dei primi cani nelle societ  umane pu  soltanto essere ricostruito 
ipoteticamente. 
E’ molto probabile che essi abbiano avuto diverse destinazioni pratiche in diverse 
parti del mondo, a seconda dello stile di vita delle popolazioni. 
I cani potrebbero essere stati apprezzati come spazzini per tenere puliti i villaggi, 
come collaboratori nella caccia, come fonti di calore durante la notte e come 
guardiani. 
Dal settimo al quarto millennio a.C., con la diffusione dell’agricoltura e 
dell’allevamento del bestiame, l’utilit  del  cane si estese ulteriormente. 
 8 
Il cane dovette rivelarsi indispensabile  ai primi agricoltori perchŁ, non solo poteva 
essere addestrato per condurre il bestiame, ma era anche in grado di difenderlo dai 
predatori e poteva tenere lontani gli ungulati erbivori dalle coltivazioni pregiate 
(Thorne, 1992). 
 
2.1.2. CLASSIFICAZIONE DELLE RAZZE 
Secondo Thorne (1992) le razze di cani possono essere cos  suddivise: 
 
SPITZ: Sono razze di costituzione robusta e spesso di carattere ostinato e 
indipendente; la loro adattabilit  li rende tuttavia cani da lavoro versatili. 
Le moderne razze Spitz comprendono  numerose variet  di cani da slitta, i 
Samoiedo, i Chow-Chow e gli Elkhound. 
 
MASTINI: Peculiarit  di questi cani sono il coraggio e l’indifferenza al dolore e 
proprio per queste loro doti venivano molto usati come cani da lotta e da 
combattimento contro i tori. 
Tra le moderne razze di mastini sono compresi gli Alani, i Boxer, i Cani di 
Terranova e i Cani del San Bernardo. 
  
LEVRIERI: sono cani definiti  "cacciatori a vista"  per la loro capacit  di catturare 
la selvaggina nei grandi spazi aperti. 
Tra i tipi razziali in grado di cacciare in questo modo ci sono i cani in assoluto piø 
veloci. 
Esempi di razze moderne di questo tipo sono il Saluki, il Levriero Afgano, il Borzoi, 
e il Greyhound (quest’ultimo Ł in assoluto il cane piø veloce in piano, riuscendo a 
raggiungere i 57 Km/h). 
 
CANI  DA PISTA:   sono   cani  che,  a differenza dei levrieri che quando perdono il  
 9 
contatto visivo con la preda, perdono anche l’interesse di cacciarla, tendono invece 
ad essere molto piø ostinati durante la caccia e non Ł necessario che siano molto 
veloci, visto che il loro obiettivo Ł di inseguire e stancare la preda: resistenza e buon 
naso, sono per  questi cani, molto piø importanti della velocit . 
Del gruppo dei cani da pista fanno parte  il Foxhound, il Bassethound, il Beagle e 
l’Otterhound. 
 
TERRIER: lo scopo originario dei terrier era quello di cacciare sottoterra, ovvero 
erano cani di taglia cos   piccola da potersi infilare nelle tane dei tassi e delle volpi, 
di affrontare le prede e, o spingerle in superficie,  o bloccarle con abbai minacciosi, 
che segnalavano il luogo dove si poteva scavare per catturarle. 
Tipico esempio di questi cani Ł il Bassotto Tedesco, cane dotato di un corpo 
allungato e muscoloso e zampe larghe adatte allo scavo. 
I Terrier oggi utilizzati, sono invece destinati alla caccia in superficie e tra questi 
ricordiamo: il Fox Terrier, l’ Aierdale Terrier e il Bedlington Terrier. 
 
 
POINTER: sono razze specializzate nel rintracciare le prede e indicarne la posizione,  
bloccandosi a puntarle sul posto,  cioŁ  a fissare intensamente nella loro direzione. 
Tra queste razze ricordiamo il Pointer Tedesco e il Pointer Inglese. 
 
SETTER: sono razze che hanno la stessa funzione svolta dai Pointer, ma indicano la 
posizione della preda accucciandosi e rimanendo immobili una volta indivuata la 
traccia odorosa. 
Tra queste razze ricordiamo il Setter Inglese e il Setter Irlandese.                            
 
SPANIEL: sono razze specializzate nel fare alzare in volo le  prede  dai  nascondigli; 
un tipico esempio Ł rappresentato dallo Springer Spaniel. 
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RETRIEVER: sono razze specializzate nel localizzare e riportare le prede abbattute. 
Tra queste ricordiamo il Golden e il Labrador Retriever. 
 
CANI  DA  GREGGE: il loro compito principale Ł di raggruppare, guidare e 
proteggere le greggi di ovini, le mandrie di bovini e renne. 
Vi sono numerose razze comprese in questa categoria;  ricordiamo per esempio il 
Briard Francese, il Puli Ungherese, il Pastore Belga, il Bobtail e il Border Collie. 
Quest’ultimo Ł uno dei piø  perfezionati cani da lavoro con le pecore, essendo dotato 
di un naturale istinto a tenere unito il gregge e una forte intenist  di sguardo ( si 
tratta della capacit  di bloccare i movimenti di un gruppo di pecore con il solo atto di 
fissarle direttamente negli occhi). 
 
CANI  DA  BESTIAME: conosciuti con il termine di "Heelers", sono cani dalle 
zampe corte,   rumorosissimi e attivi, il cui compito principale Ł quello di far 
muovere bovini, mordicchiandoli ai calcagni. 
Tipico esempio sono i Corgi, piccoli cani agili al punto da evitare gli zoccoli degli 
animali di cui dirigevano gli spostamenti. 
 
CANI  DA COMPAGNIA: anche se non hanno un impiego strettamente produttivo, 
queste razze di cani soddisfano il bisogno umano di compagnia. 
Tra le razze moderne citiamo il Papillon e il Bichon FrisŁ. 
 
CANI  DI   UTILITA’: Ł una figura che si Ł sviluppata molto soprattutto negli ultimi 
anni, questi cani vengono per esempio utilizzati nell’ambito del soccorso alpino  per 
rintracciare persone disperse (San Bernardo), mentre in ambito militare e di polizia 
giudiziaria e doganale,  i cani  vengono impiegati per individuare esplosivi e 
stupefacenti (Pastore Tedesco), oppure ancora per i salvataggi in mare vengono 
 11 
utilizzati i Terranova, cani che hanno una elevata acquaticit  e proprio per questo 
sono un valido aiuto per l’uomo. 
Infine concludiamo questa sezione dedicata ai cani di utilit , accennando ai cani 
guida per ciechi, che devono essere considerati il risultato piø prezioso del lavoro di 
selezione e di addestramento intensivo. 
Molto usate per questo scopo sono razze come il Pastore Tedesco e il Labrador 
Retriever.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
2.2  IL COMPORTAMENTO SOCIALE DEL CANE 
 12 
 
2.2.1  IL SISTEMA SOCIALE DEL CANE 
Fox (1978) ha distinto le diverse organizzazioni sociali osservate nei Canidae in  tre 
tipi: 
 
TIPO I: comprende i canidi che formano soltanto un temporaneo legame di coppia 
tra maschio e femmina durante la stagione riproduttiva. 
Il maschio di solito resta con la femmina e l’assiste nell’allevamento dei cuccioli 
portando del cibo e difendendo la tana fino a che i  cuccioli non hanno raggiunto 
l’et  di 4 - 5 mesi. 
Non si forma una gerarchia tra i cuccioli, e i membri della cucciolata si disperdono 
per vivere da cacciatori solitari. 
 
TIPO  II : appartengono i canidi nei quali il legame tra maschio e femmina Ł piø 
duraturo e i giovani restano con i genitori fino alla successiva stagione riproduttiva. 
Se c’Ł abbondanza di cibo, i figli piø grandi possono fermarsi ad assistere 
all’allevamento dei fratelli della figliata seguente. 
Piø comunemente i giovani si disperdono e stabiliscono dei loro territori. 
 
TIPO  III: a questa categoria appartiene il lupo. Questa specie ha un’organizzazione 
sociale piø rigida e piø solida;  i suoi membri di solito vivono in branco. 
Il branco consiste di individui imparentati di varia et , con una chiara gerarchia di 
dominanza tra i maschi e le femmine. 
Solitamente il maschio e la femmina dominanti si riproducono, mentre gli altri 
membri del gruppo li assistono nella cura della prole. 
(Nott, 1992) 
 
2.2.2. ETOGRAMMA E SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE 
 13 
            DOMESTICO 
ETOGRAMMA E SUA DETERMINAZIONE 
Per etogramma si intende il "repertorio comportamentale specifico", determinato sia 
dall’evoluzione filogenetica della specie che dallo sviluppo ontogenetico del singolo 
individuo. 
L’etogramma, come sostiene Eibleibensfeldt (1994) "comprende la gamma completa 
delle reazioni normali". 
I componenti dell’etogramma sono costituiti da tutti i comportamenti tipici della 
specie sviluppatisi in funzione della loro adeguatezza e corrispondenza alle necessit  
di adattamento in relazione all’habitat e alle sue modificazioni (Kilgour, 1985). 
Tutti i comportamenti di base trovano origine in un substrato definibile come 
"innato", cioŁ determinato geneticamente; essi possono essere tuttavia anche soggetti 
a sviluppo e perfezionamento in seguito ad esperienza, o meglio ad apprendimento. 
I vari comportamenti sono inoltre determinati dalla predisposizione all’azione che Ł 
presente nell’organismo il quale, tramite meccanismi di percezione e reazione, in 
funzione del suo stato fisiologico e motivazionale, risponde a diversi stimoli che 
percepisce, provenienti sia dall’ambiente esterno che dal proprio interno (Verga, 
1991). 
 
L’etogramma pu  essere suddiviso in una serie di classi comportamentali: 
* Ritmi biologici: ciclicit  di attivit  e riposo 
* Sociale: sistemi di comunicazione, strategie di gruppo, territorialit  
* Sessuale e riproduttivo: cicli, rituali di corteggiamento, strategie di accoppiamento 
* Materno: cure parentali e interazioni con la prole 
* Neonatale: sviluppo del comportamento, esplorazione, apprendimento 
* Alimentare e ingestivo: tempi di alimentazione e scelta dell’alimento 
(Verga, 1991). 
 14 
Tali classi sono a loro volta suddivisibili in una serie di "moduli comportamentali" 
che Scott e Fuller (1965) hanno catalogato come segue: 
- Comportamento investigativo 
- Comportamento agonistico 
- Comportamento eliminatorio 
- Comportamento ingestivo  
- Comportamento sessuale 
- Ricerca di comfort ambientale 
Anche il cane domestico, ha nel proprio repertorio comportamentale, una vasta serie 
di comportamenti e di segnali tipici e comprensibili dai suoi conspecifici; tali 
caratteristiche, che si sviluppano secondo tappe ben precise durante le varie fasi di 
vita sono da porre in relazione con la progressione dello sviluppo neuro sensorio 
(Houpt, 2000). 
 
I TEMPI DELLO SVILUPPO COMPORTAMENTALE 
I cuccioli appena nati sono completamente dipendenti dalla madre, e proprio per 
questa caratteristica il cane viene considerato una specie "non precoce" (Kilgour, 
1985;  Dehasse, 1994), ma appena si sviluppano fisicamente diventano sempre piø 
indipendenti e piø attenti a ci  che accade intorno a loro. 
Il  periodo sensibile Ł rappresentato da una porzione di tempo, nella vita 
dell’animale, in cui una piccola quantit  di esperienza (o la totale mancanza di 
esperienza) ha un grande effetto sul comportamento successivo. 
 
I periodi sensibili nel cane sono definiti come: 
1) Periodo Prenatale 
2) Periodo Neonatale  (1-2 settimane) 
3) Periodo di Transizione ( terza settimana) 
4) Periodo di Socializzazione  (4-10 settimane) 
 15 
5) Periodo Giovanile (da 10 settimane alla maturit  sessuale) 
(Freedman et al., 1961; Scott, 1962; Scott & Marston, 1950, Pageat, 1999) 
 
PERIODO PRENATALE 
L’idea secondo la quale gli embrioni potrebbero reagire ad alcune stimolazioni 
sensoriali e sviluppare cos  alcune caratteristiche reattive, in particolare quelle 
emozionali, si Ł a poco a poco sviluppata (Pageat, 1999). 
E’ importante ricordare l’esistenza di interazioni, che intervengono allo stadio 
embrionale, tra la madre e i feti, come anche la ripercussione dello stato di stress che 
la madre pu  sviluppare. 
Sembra indispensabile conoscere questi elementi, sia perchŁ possono modificare 
profondamente alcuni principi di selezione nell’allevamento, sia perchŁ sembra che 
la loro gestione costituisca gi  un punto essenziale nella profilassi di alcuni disturbi 
dello sviluppo (Pageat, 1999). 
Studi condotti su cagne  gravide hanno dimostrato che una palpazione piuttosto 
sostenuta   delle corna uterine provoca una sensibile agitazione dei feti nei 30 
secondi successivi alla manipolazione. 
Continuando per cinque giorni ad eseguire palpazioni, la risposta dei feti Ł stata 
quella di diminuire lo stato di agitazione in funzione di un meccanismo di 
abituazione; quindi la risposta si attenua sotto l’influenza delle ripetizioni. 
E’ logico pensare che questa capacit  di abitudine giochi un ruolo nello stabilire le 
future soglie alla sensibilit  tattile (Pageat, 1999). 
  
PERIODO NEONATALE 
Il periodo neonatale  comprende la prima e la seconda settimana di vita, durante le 
quali la sopravvivenza dei cuccioli dipende completamente dalla madre. 
Durante la fase neonatale il cucciolo Ł ancora immaturo dal punto di vista 
neurosensorio (Markwell e Thorne, 1987). 
 16 
L’attivit  fondamentale dei cuccioli Ł rappresentata dal sonno. Alcune ricerche 
(Grant, 1987) hanno evidenziato che  la percentuale del tempo di sonno nel cucciolo 
neonato Ł del 96% e che un’alta percentuale del sonno Ł costituita dal sonno REM, o 
sonno paradosso, che occupa circa l’85%  del sonno totale a 7 giorni di vita  (Houpt 
& Wolski, 1982). 
Durante il sonno paradosso, i cuccioli presentano continui movimenti della faccia, 
delle orecchie, delle palpebre, delle labbra, ma anche degli arti (fremiti), del tronco 
(aumentati dalla polipnea) e dei muscoli pellicciai. 
Essi sono ammucchiati gli uni sugli altri  ed Ł probabile che le stimolazioni tattili che 
causano questi contatti giochino un ruolo nella maturazione sensoriale. 
Le cucciolate formate da un solo individuo si dimostrano molto piø sensibili 
all’assenza di cure materne, di quelle costituite da piø cuccioli (Pageat, 1999). 
Il tempo di veglia Ł quasi totalmente occupato dalle poppate, che si presentano con 
cicli nictemerali abbastanza regolari ogni 3-4 ore. 
Esse sono sincronizzate per tutta la cucciolata, che presenta dapprima una fase di 
agitazione con movimenti striscianti, in direzione casuale, ed emissione di grida. 
Quando l’estremit  del muso tocca la madre o un altro cucciolo, il movimento si 
arresta e riprende poi in direzione dell’oggetto incontrato, permettendo cos  al 
cucciolo di trovare la mammella (riflesso di ricerca del capezzolo). 
Una volta che ha raggiunto la mammella, il cucciolo la massaggia mediante le zampe 
anteriori con un movimento alternato, determinando l’eiezione del latte. 
Il contatto tra capezzolo e labbra  provoca la suzione, che corrisponde a uno dei 
riflessi primari meglio conosciuti come riflesso labiale (Pageat, 1999). 
Le competenze motorie del cucciolo sono ancora molto limitate, non potendosi 
rizzare sui propri arti ed utilizzando lo strisciare come unico mezzo di locomozione. 
Gli arti anteriori acquisiscono per primi un tono sufficiente verso il 10  giorno, 
mentre quelli posteriori diventano capaci di reggere il peso del corpo solo a partire 
dalla fine della seconda settimana (Pageat, 1999). 
 17 
Durante questa fase si notano diversi riflessi, che scompariranno gradualmente con 
lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale. 
Per i primi 3 giorni, i cuccioli evidenziano una dominanza flessoria, cioŁ flettono gli 
arti quando vengono sollevati per la collottola;  da 3 giorni fino alle 4 settimane di 
vita, vi Ł una dominanza estensoria, cioŁ il cucciolo estende gli arti quando viene 
sollevato;   gradualmente apparir  la normotonia (Houpt, 2000). 
 
 
 
 
 
 
    
 
 
 
Figura 2.1   I primi riflessi tonali: (a) la dominanza flessoria che si pu  osservare nei cuccioli neonati; (b) la 
dominanza estensoria che sostituisce quella flessoria dopo 4   5 giorni di vita (Thorne, 1992; modificato) 
 
La cagna, durante le prime due settimane, passa quasi tutto il suo tempo con i 
cuccioli, che le si ammassano contro; sembra che questo contatto abbia un effetto di 
soddisfazione reciproca. 
La cagna diventa attiva soprattutto verso la fine della poppata, quando rigira i suoi 
cuccioli e li pulisce, stimolando al contempo la regione perineale dei piccoli, 
causando l’emissione di feci e urine che lei stessa ingerisce. 
Questo riflesso primario, indispensabile in assenza di autonomia neurovegetativa, Ł 
il riflesso perineale. 
Tale pulizia Ł seguita dal raggruppamento dei cuccioli, che di nuovo si 
riaddormentano sotto la madre (Pageat, 1999) 
 
 18 
PERIODO DI TRANSIZIONE 
Il periodo di transizione, come indica il nome, Ł un periodo di sviluppo rapido sia 
fisico che nervoso, in particolare per quanto riguarda gli organi di senso (Fox, 1971; 
Nott, 1992), durante il quale il cucciolo passa dalla completa dipendenza dalla madre 
a un certo grado di indipendenza. 
Durante  questo  periodo,  in  seguito  allo sviluppo degli organi sensoriali, i cuccioli 
incominciano a percepire moltissimi stimoli. 
Gli occhi si aprono tra il decimo e il sedicesimo giorno, sebbene l’acuit  visiva sia 
scarsa ed i piccoli non seguano stimoli visivi appena gli occhi si aprono (Houpt, 
2000). 
Il riflesso pupillare Ł ancora lento, ma diventa perfettamente funzionante nel giro di 
qualche giorno (Pageat, 1999). 
A poco a poco, la vista modifica il modo di orientarsi del cucciolo, il senso tattile 
perde la sua predominanza, con la scomparsa di numerosi riflessi primari, come il 
riflesso di ricerca del capezzolo o il riflesso labiale. 
Il ritmo di vita dei cuccioli Ł ora molto diverso, in particolare per quanto riguarda 
l’alternanza veglia - sonno. 
Quest’ultimo Ł ancora molto importante, ma non occupa piø del 65-70% del tempo. 
Anche la sua organizzazione Ł cambiata, dal momento che il sonno profondo non 
rappresenta piø del 50% del sonno totale. 
Durante i periodi di veglia, il cucciolo non si limita piø  alla poppata, ma comincia a 
mostrare un comportamento esplorativo: ci  in seguito ad informazioni visive, al 
fiuto e al leccamento (Pageat, 1999) 
Con il miglioramento  della capacit  visiva, i cuccioli non dondolano piø la testa 
quando si muovono; le orecchie si aprono e incominciano a rispondere a stimoli 
uditivi a 14-18 giorni, mentre a 16 giorni circa riescono a localizzare un suono 
(Ashmead et al., 1986). In questo periodo il cucciolo comincia anche a produrre 
vocalizzazioni varie, emette infatti i suoi primi grugniti e abbai. 
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Il periodo di transizione non si limita alla sola acquisizione degli ultimi elementi 
sensoriali, ma rappresenta anche il momento in cui il cucciolo si attacca alla madre e 
comincia a subire il processo di Imprinting. 
Il fenomeno di imprinting Ł stato descritto per la prima volta negli anatidi (Lorenz, 
1935). 
Si  tratta  di  un  processo  di  apprendimento  del  tutto  distinto   dall’apprendimento 
associativo convenzionale.  
E’ necessario che l’animale si trovi in un "periodo sensibile", che corrisponde in 
effetti a un momento particolare dello sviluppo del S.N.C., al di fuori del quale 
l’animale non pu  essere sensibilizzato. 
La durata di questo periodo Ł variabile in funzione della specie. 
Le conseguenze dell’imprinting sono essenziali, in quanto questo tipo di 
apprendimento, cos  particolare, Ł all’origine dell’identificazione del simile, cioŁ del 
partner sociale e sessuale (Pageat, 1999). 
Nelle sue famose esperienze,  Lorenz (1935), aveva dimostrato che le oche, che 
aveva imprintato, cercavano di accoppiarsi e di interagire con lui quando 
raggiungevano la maturit  sessuale. 
Nella specie canina, l’imprinting sembra cominciare durante il periodo di  transizione 
e si conclude intorno ai quattro mesi (Pageat, 1999). 
Le nuove strutture sensoriali del cucciolo gli permettono di raccogliere nuove 
informazioni sulla madre, egli memorizza progressivamente la forma del corpo, gli 
odori e poi le caratteristiche sonore, che gli permettono di costruirsene un’immagine 
specifica. 
Da quel momento, solo quella cagna sar  l’oggetto rassicurante, che potr  calmare i 
suoi cuccioli, punto di riferimento sicuro attorno al quale si potr  sviluppare il 
comportamento esplorativo (Houpt, 2000). 
In questo periodo la minzione e la defecazione avvengono spontaneamente, anche se 
la madre comunque continua ad ingerire gli escrementi per diverse settimane.