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INTRODUZIONE
Questo lavoro di tesi fornisce una rassegna su alcuni processi fisici alla base
dei fenomeni magnetici che avvengono nella corona solare.
Nel primo capitolo vengono descritte le caratteristiche generali della corona
solare ed i relativi fenomeni magnetici. In particolare, viene messo in evidenza
che il campo magnetico coronale è guidato da una dinamo interna. Questa
dinamo modula il campo magnetico superficiale, l’attività solare, la luminosità
coronale, la frequenza dei flare ed il vento solare con un ciclo di undici anni,
durante il quale la polarità del campo magnetico solare globale si inverte. Un
parametro chiave che caratterizza la dinamica del plasma nella corona solare è
il parametro b , che fornisce una misura della pressione del plasma rispetto a
quella magnetica.
Il secondo capitolo descrive alcune configurazioni del campo magnetico
responsabili dei fenomeni osservati in corona.
Il campo magnetico coronale e le correnti elettriche ad esso associate vengono
descritti dalle equazioni di Maxwell. I modelli 3D dei campi magnetici
vengono quantificati in termini del campo potenziale, il quale caratterizza i
campi dipolari nelle regioni attive, ed è spesso usato per calcolare il campo
coronale globale. Il calcolo del campo magnetico coronale dai magnetogrammi
fotosferici viene sviluppato, oltre che nel caso di campi potenziali, usando dei
modelli di campo force-free lineari e non lineari. Viene messo in evidenza che
nei campi magnetici coronali si osservano molto frequentemente delle
singolarità, come ad esempio i nullpoint magnetici e le separatrix surfaces.
Infine si accenna al fatto che uno dei pochi metodi per misurare il campo
magnetico coronale è basato su osservazioni radio.
Il terzo capitolo è dedicato ad alcuni concetti di magneto-idrodinamica (MHD),
strumento chiave per capire l’idrodinamica dei plasmi completamente
magnetizzati. La MHD viene utilizzata per studiare tutti i fenomeni osservati
nella corona solare: loop, filamenti, protuberanze, flare CME, etc. Le equazioni
di base della MHD includono l’equazione di continuità della massa,
l’equazione della quantità di moto, l’equazione dell’energia e le equazioni di
Maxwell.
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L’applicazione delle equazioni della MHD ai loop coronali risulta utile per
studiare l’equilibrio della pressione in tubi di flusso nel caso statico, la forza di
Lorentz vicino ai nullpoint magnetici, la forza di Lorentz nei loop, e la
dinamica dei tubi di flusso attorcigliati.
Attraverso simulazioni numeriche MHD si può riprodurre l’emersione di tubi
di flusso magnetici dalla zona convettiva alla corona. Si mette in evidenza
come l’evoluzione delle strutture coronali possa cambiare quando il plasma
diventa localmente instabile (instabilità di interscambio, instabilità termica,
instabilità resistiva ed instabilità current pinch).
Un’altra applicazione della fisica della MHD riguarda i filamenti, che
consistono in freddi lamine di plasma cromosferico immerse nel plasma
coronale caldo. Si discute anche sulle configurazioni del loro campo
magnetico, sulla loro formazione, acquisizione di massa ed evoluzione.
Il quarto capitolo descrive il ruolo della riconnessione magnetica nello studio
dei fenomeni coronali. Essa consiste nel fatto che alcune linee del campo
magnetico si spezzano e si saldano con le linee adiacenti, con conseguente
trasformazione di energia magnetica in altre forme di energia.
Infine, nell’ultimo capitolo vengono trattati i flare, in termini delle cause
relative alla loro formazione, la loro evoluzione ed i modelli adatti a
descriverli. La dinamica di un flare e l’evoluzione termica associata consiste in
una serie di processi sequenziali: riscaldamento del plasma coronale,
riscaldamento del plasma cromosferico, evaporazione del plasma cromosferico
sottoforma di flussi ascendenti di plasma caldo, e raffreddamento di post-flare
loop.
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1. LA CORONA SOLARE
1.1 Descrizione schematica della struttura interna e
dell’atmosfera del Sole
Il Sole (stella di sequenza principale di tipo spettrale G2) è una sfera di gas
ionizzato, con un diametro di 1.4 milioni di km, costituita principalmente da
idrogeno ed elio. Una stella di 1
Q M , prima di esaurire completamente tutto il
suo combustibile, permane sulla sequenza principale per circa 10 miliardi di
anni, ed attualmente il Sole ha un’età stimata in circa 4.5 miliardi di anni.
Nel nucleo, dove la temperatura raggiunge i 15 milioni di Kelvin e la densità è
di circa
3
10 150 · 3
/ m kg , le reazioni di fusione nucleare convertono ogni
secondo 700 milioni di tonnellate di idrogeno in elio, rilasciando un’energia di
~ 386 miliardi di miliardi di megawatts. Questa energia è pari ad una massa di
5 milioni di tonnellate (le altre 695 vengono convertite in elio).
Tuttavia, l’energia prodotta in questa “centrale nucleare” risale verso la
superficie del Sole lentamente, impiegando circa 10 milioni di anni.
Il 97% dell’energia prodotta è inizialmente sotto forma raggi gamma, i quali si
propagano attraverso una regione interna chiamata ‘zona radiativa’. Il 3%
dell’energia (~0.6 Mev), invece, è trasportata dai neutrini, che in 2.5 secondi
raggiungono la superficie del Sole.
I raggi gamma vengono più volte assorbiti e successivamente riemessi, a
energie inferiori, dalla materia che incontrano lungo il loro cammino.
Nel subire questi processi, i fotoni gamma perdono energia, fino a quando
quest’ultima diviene uguale all’energia termica della materia solare, e si dice
allora che materia e radiazione sono in equilibrio. Procedendo verso regioni
esterne più fredde, la materia diventa opaca rispetto alla radiazione,
ostacolandone sempre più efficacemente il cammino. A ~ 500000 km dal
centro del Sole, diventa importante il fenomeno della convezione. Adesso
materia e radiazione interagiscono in modo tale che quest’ultima non riesce a
filtrare, perciò buona parte dell’energia che fluisce verso l’esterno è trasportata
dalla materia.
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Qui ci troviamo nella cosiddetta ‘zona convettiva’, dove i gas, riscaldati dalla
radiazione proveniente dalla regione sottostante, si espandono salendo verso la
superficie del Sole, rilasciando l’energia assorbita.
La superficie luminosa del Sole viene chiamata ‘fotosfera’ e segna il confine
tra la densa ed opaca massa gassosa, che costituisce l’ “interno” del Sole, e il
materiale più sottile e trasparente, che si trova all’esterno. All’esterno della
fotosfera troviamo la ‘cromosfera’, di colore rossastro e composta
essenzialmente da idrogeno. Sopra la cromosfera si estende la ‘regione di
transizione’, che emette prevalentemente nell’ultravioletto. Lo strato più
esterno del Sole è la ‘corona’, un involucro costituito da gas molto tenue
(densità dell’ordine di
3 14 12
/ 10 10 4 m kg
- - - · ), con una temperatura di ~
K
6 5
10 2 10 · ‚ che si estende per milioni di chilometri nello spazio.
Figura 1: Struttura interna ed atmosfera del Sole.
Nonostante sia normalmente visibile solo durante un’eclissi, la corona può
essere osservata nel visibile anche grazie all’impiego di uno strumento
chiamato coronografo, che simula un’eclissi totale.
La corona solare appare molto più brillante della fotosfera al di fuori dello
spettro visibile, cioè nella banda X, nell’EUV, e nel radio.
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Spessore
(km)
a Temperatur
(K)
Densità
(
3
/ m kg )
FOTOSFERA
2
10
4300 6000 ~ -
5 3
10 8 10 4
- - · - ·
CROMOSFERA
3
10
5
10 4300 -
12 5
10 4 10 8
- - · - ·
CORONA -
6 5
10 2 10 · -
14 12
10 10 4
- - - ·
Tabella 1: Valori dello spessore, della temperatura e della densità media dei vari livelli
dell’atmosfera solare.
1.2 Nomenclatura dei fenomeni coronali
Usualmente si suddivide la corona in tre zone: 1) regioni attive; 2) regioni
quiete; 3) buchi coronali.
Regioni attive: sono localizzate in regioni di campo magnetico più intenso
(~
3
10 G in fotosfera) rispetto alle regioni circostanti (1-2 G), e coprono solo una
piccola parte di tutta la superficie solare. Esse possono essere osservate in
concomitanza con la presenza di gruppi di macchie o attraverso
magnetogrammi, vale a dire mappe della distribuzione del campo magnetico
solare. Ciascun gruppo di macchie è costituito, nel caso più semplice, da una
regione bipolare, cioè da una parte in cui il campo magnetico è
prevalentemente positivo ed un’altra adiacente, in cui il campo magnetico è
negativo. In fotosfera, nelle zone adiacenti alle macchie solari, si osservano
delle regioni, dette facole, caratterizzate da una luminosità maggiore della
fotosfera indisturbata.
Regioni quiete: sono esterne alle regioni attive e non presentano una rilevante
attività magnetica. Fenomeni che riguardano tali regioni sono il network, i
nanoflare, gli eventi esplosivi, i punti brillanti, i soft X-ray jets ed i loop
transequatoriali. Le regioni quiete comprendono tutte le regioni di campo
magnetico chiuse, delimitando il territorio di queste dai buchi coronali, i quali
comprendono regioni di campo magnetico aperte (figura 2).