6sotto dei livelli medi dell’Ue pari all’ 8,7%. Parallelamente, si è registrata una 
consistente riduzione del tasso di disoccupazione di lunga durata : dal 6,3% al 4%, 
che è ora poco superiore al livello dell’Ue15 rimasto stabile al 3,4%. In entrambi i 
casi, tuttavia, va segnalato l’effetto della persistente minore partecipazione al 
mercato del lavoro e, di recente, anche di fenomeni di uscita dall’offerta di quote 
significative delle componenti più deboli : le prospettive dei giovani per un rapido 
accesso al mercato del lavoro, pure se migliorate negli ultimi anni grazie alle 
maggiori flessibilità disponibili appaiono ancora contraddistinte da difficili 
processi di transizione dalla scuola al lavoro, dal lavoro alla formazione e dalla 
formazione al lavoro; le donne continuano a soffrire una difficile condizione di 
accesso e di permanenza sul mercato del lavoro; mentre i lavoratori anziani, 
penalizzati dagli scarsi incentivi alla prosecuzione dell’attività lavorativa e che 
non appaiono beneficiare delle tipologie contrattuali flessibili adottate, continuano 
a ridurre la loro quota ufficiale nella popolazione lavorativa. Ciò testimonia 
l’inefficacia delle azioni preventive e il rischio di esclusione sociale da parte di 
coloro che perdono il posto di lavoro. Per questo motivo la combinazione tra 
azioni di contesto atte ad innescare processi di allargamento della base produttiva 
e di innalzamento della produttività, introduzione di flessibilità nel mercato del 
lavoro, fuoriuscita dal sommerso, appare come una strategia interconnessa, capace 
di innescare sviluppo economico e crescita dell’occupazione regolare. Esistono, 
dunque, queste grandi opportunità che devono essere sfruttate e situazioni che 
possono essere migliorate, attuando politiche del lavoro e politiche 
macroeconomiche che spingano dal lato dell’offerta come dal lato della domanda, 
anche in un contesto macroeconomico congiunturalmente difficile. Se creare più 
7posti ed occasioni di lavoro rappresenta l’ambizioso traguardo dei prossimi anni, 
occorre, tuttavia, anche migliorare la qualità del lavoro. In Italia, la qualità “ non 
buona” del lavoro è insita nei differenziali occupazionali ma, soprattutto, 
nell’ampia fascia di lavoro sommerso, irregolare e clandestino che contribuisce a 
creare condizioni di esclusione sociale e di sottoutilizzo di capitale umano. Un 
mercato del lavoro flessibile deve migliorare la qualità, oltre che la quantità dei 
posti di lavoro, rendere più fluido l’incontro tra obiettivi e desideri delle imprese e 
dei lavoratori e consentire ai singoli individui di cogliere le opportunità lavorative 
più proficue, evitando che essi rimangono intrappolati in situazioni a rischio di 
forte esclusione sociale. “L’articolo 1 della Costituzione italiana dichiara: “ 
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro ”. La costituzione 
italiana è l’unica, nel panorama non solo europeo, a contenere una formulazione 
così netta ed esplicita riferita al lavoro e a collocarla nel primo articolo, nel 
proprio incipit. E con esso si saldano l’art. 3 ( “ Tutti i cittadini hanno pari dignità 
sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di 
lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali ” ) e 
l’art. 4 ( “ La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e 
promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto ” ) sul diritto al 
lavoro e la promozione delle condizioni che lo rendono effettivo. Quello che si 
realizza in questi tre articoli e in generale in tutti i primi dodici base del nostro 
ordinamento e del sistema democratico, è sicuramente il punto più avanzato del 
pensiero costituzionale occidentale dal punto di vista della dignità del lavoro e da 
quello dei diritti sociali.  I diritti sociali e del lavoro umano hanno , quindi , radici 
forti e profonde nei principi fondamentali e vengono collocati in correlazione forte 
8e dinamica coi diritti civili e coi diritti politici” 
3
. Dunque ben venga la possibilità 
di lavorare anche in modo diverso....purchè di lavoro si tratti! Il presente lavoro 
intende richiamare l’attenzione dei più su uno dei problemi che rappresentano le 
“piaghe” del nostro paese: i giovani in balia di un mercato del lavoro flessibile e 
instabile, sperando con questo lavoro di offrire un modesto contributo per 
argomentare il dibattito sempre aperto sui lavoratori precari di questo tempo, i 
quali, allo stesso modo degli altri, hanno diritto ad un futuro meno incerto e più 
ricco di opportunità. Il primo capitolo analizza il contributo della “ SEO ” al 
mercato del lavoro italiano e la precaria condizione occupazionale dei giovani 
europei; il secondo capitolo attraversa il percorso normativo della flessibilità del 
mercato del lavoro italiano; il terzo capitolo, allo stesso modo del primo, analizza 
la precaria condizione occupazionale dei giovani presenti sul territorio italiano; il 
quarto capitolo analizza il mercato del lavoro nel Distretto Industriale di Nocera 
Inferiore-Gragnano.
1. Tratto da www.italiadonna.it, il lavoro atipico, considerazioni finali. 
2. Dati qui di seguito riportati sono tratti dall’Istat : “ Rapporto annuale 2005 ”.
3. Paolo Nerozzi, Una Repubblica fondata sul lavoro, cgil 100 anno al lavoro,alternative libri. 
9CAPITOLO I 
                                                                 “ L’Europa è un sogno ed un progetto. E’ il sogno di un 
                                                                      mondo più libero, più giusto e più unito. E’ il progetto 
                                                                      che vogliamo, giorno dopo giorno, concretamente  
                 realizzare. Consapevoli della nostra storia, guardiamo      
 al mondo con spirito aperto, con l’ambizione di essere 
                                                                      nuovamente protagonisti. Per l’Europa, questo è il  
                                                                      il tempo delle scelte ”. ( Romano Prodi ).   
Uno sguardo europeo alle politiche del lavoro 
1.Introduzione 
 L’attenzione verso le problematiche sociali e del lavoro è presente, all’interno 
dell’Unione europea, fin dalla sua nascita. Nel corso degli anni settanta e ottanta 
gli interventi sono stati indirizzati, da una parte, al miglioramento ed 
all’armonizzazione degli standard per la salute e la sicurezza sul lavoro e, 
dall’altra, alla promozione del dialogo tra datori di lavoro e lavoratori a livello 
europeo
4
. Il cosiddetto Metodo Aperto di Coordinamento e la Strategia Europea 
per l’Occupazione ( SEO ), adottata nel 1997, sono le principali risposte offerte a
—————
4. Si pensi alla direttiva del 9 dicembre 1977 sulla “ Parità di trattamento fra uomini e donne ” in 
materia di lavoro, che vieta qualsiasi discriminazione per quanto riguarda l’accesso al lavoro, 
l’attribuzione delle qualifiche, delle mansioni e la progressione di carriera in tutti i settori e rami 
di attività. Si pensi alla sottoscrizione dell’ “ Atto unico europeo ” ( Aue ) che attiene alla salute e 
alla sicurezza sul luogo di lavoro e che potenzia la coesione economica e sociale all’interno della 
Comunità. Infine si pensi all’adozione nel dicembre del 1989 della “ Carta dei diritti sociali e 
fondamentali dei lavoratori ”, che stabilisce una serie di diritti sociali che devono essere garantiti 
sul mercato del lavoro europeo definiti all’interno di 12 aspetti fondamentali : libera circilazione; 
occupazione e retribuzione; miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; protezione 
sociale; libertà di associazione e negoziato collettivo; formazione professionale; parità di 
trattamento tra uomini e donne; informazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori; 
tutela della salute e sicurezza nell’ambiente di lavoro; protezione dei bambini e degli adolescenti; 
anziani; disabili;
10
livello comunitario al costante incremento della disoccupazione e al bisogno di 
elaborare una strategia capace di aumentare l’occupazione. Con la SEO, gli Stati 
membri hanno accettato un insieme di linee guida 
5
 per l’occupazione raggruppa 
te in quattro pilastri – occupabilità, imprenditorialità, adattabilità, e pari 
opportunità – e si sono impegnati a trasferirle ogni anno  in Piani d’azione 
nazionali per l’occupazione contenenti le principali politiche per l’occupazione, i 
progressi fatti, le risorse destinate e i futuri impegni assunti. All’indomani del 
varo della SEO l’economia italiana stava attraversando un periodo critico : 
proveniva da una lunga fase di crescita modesta e di trasformazione strutturale, 
acuita dalle più recenti esigenze di convergenza verso i criteri imposti dal patto di 
stabilità per l’ingresso nella moneta unica. Di particolare rilevanza erano le 
difficoltà sperimentate dal mercato del lavoro : la disoccupazione ( soprattutto 
giovanile e femminile concentrata nel Meridione ) aveva raggiunto livelli 
preoccupanti
6
 ; i bassi tassi di partecipazione facevano dell’Italia uno dei paesi 
europei con il mercato del lavoro più chiuso e segmentato 
7
; esistevano forti 
resistenze alla riforma e all’adeguamento alle mutate esigenze dell’economia 
dell’intero appararto istituzionale e regolatorio, dalla legislazione sul mercato del 
lavoro al modello di welfare, dal sistema dell’istruzione a quello fiscale e 
contributivo. L’adesione italiana alla SEO ha avuto luogo nel momento in cui  
—————
5. Vedi tabella 1
6. La disoccupazione aveva raggiunto il livello del 12,2%, in particolare era pari al 6% al Nord, 
era pari al 10% al Centro, era pari al 22,6% al Sud. 
7. La disoccupazione in Europa era pari al 10,7%, la situazione specifica era questa : Belgio ( 
9,5% ); Danimarca ( 6,8% ); Germania ( 8,2% ); Grecia ( 9,7% ); Spagna ( 22,2% ); Francia ( 
12,4% ); Irlanda ( 11,7% ); Lussemburgo ( 3,3% ); Paesi Bassi ( 6,4% ); Austria ( 5,3% ); 
Portogallo ( 7,3% ); Finlandia ( 15,6% ); Svezia ( 9,5% ); Russia ( 8,2% ). 
11
l’Italia affrontava un lungo e difficoltoso processo di trasformazione della 
struttura e delle istituzioni del sistema economico nel suo complesso. 
2.La SEO : struttura ed evoluzione istituzionale 
Nel trattato costitutivo della Commissione Europea – Roma 1958 – vi erano solo 
scarsi e generici accenni alle materie occupazionali. Negli anni 1968-70 ha avuto 
luogo un primo tentativo di definire un ruolo più attivo per le politiche comuni in 
favore dell’occupazione : si è cercato di favorire e regolare la circolazione dei 
lavoratori tra gli Stati membri e si fonda il SEDOC ( Sistema europeo di 
regolazione internazionale delle vacancies ) con lo scopo, appunto, di regolare gli 
squilibri occupazionali tra gli Stati. E’ però solo a partire da Consiglio europeo di 
Amsterdam nel 1994 che, con l’acuirsi dei problemi occupazionali, prende corpo 
il processo che si concluderà nel Consiglio di Lussemburgo nel 1997 con il varo 
ufficiale della SEO. Gli elementi strutturali di fondo della SEO sono 
essenzialmente due : uno relativo al metodo, il Metodo Aperto di Coordinamento 
( MAC ), e uno relativo al merito : un’articolazione della strategia in base a 
quattro “ pilastri ” fondamentali, ulteriormente ripartiti in 14 linee guida 
8
. Il 
MAC consiste nei seguenti elementi fondamentali : 1) vengono definite delle 
linee guida non vincolanti legalmente, compatibili con il rapporto 
sull’occupazione presentato annualmente dal Consiglio e dalla Commissione, che  
—————
8. Ibidem 2
12
stabiliscono obiettivi di medio-lungo periodo; 2) vengono selezionati indicatori 
appropriati, parametri per valutazioni comparative e per l’individuazione delle 
buone pratiche; 3) le linee guida vengono traslate nelle politiche nazionali; 4)
vengono svolti periodici monitoraggi e valutazioni; 5) le buone pratiche vengono 
disseminate tramite processi di apprendimento. Le linee guida stabilite dagli 
organi comunitari non hanno dunque carattere di obbligatorietà : la sussidiarietà e 
la responsabilità condivisa sono gli elementi su cui si basa il sistema di 
coordinamento tra i membri e di muta sorveglianza.  Concretamente, il Mac si 
articola in quattro fasi principali: 
a) All’inizio di ogni anno, il Consiglio approva le linee guida per 
l’occupazione e stabilisce gli obiettivi da perseguire con le politiche 
nazionali.
b) In primavera, ciascun paese presenta un Piano d’azione nazionale 
per l’occupazione ( PAN ) basato sulle linee guida e le 
raccomandazioni ricevute l’anno precedente. 
c) In dicembre, dopo una valutazione dei PAN e dei contratti con gli 
Stati membri, Consiglio e Commissione presentano un rapporto 
congiunto sull’occupazione ( Joint Employment Report ), in cui 
sono contenute le linee guida per l’anno successivo. 
d) Il Consiglio approva le linee guida e dà raccomandazioni specifiche 
( non vincolanti ) agli Stati membri. Il secondo elemento 
fondamentale della SEO concerne il merito: i quattri pilastri quali 
direttrici fondamentali dell’azione comunitaria. La tabella 1 
sintetizza i pilastri e le linee guida stabilite per il 1998.