10 
I giovani sono fra i principali artefici dell espansione della 
cultura outdoor: essi solitamente si distinguono per essere i 
primi a recepire il cambiamento dei comportamenti sociali. 
Pertanto, indagare sugli stili del consumo giovanile pu  
risultare molto utile al fine di anticipare le tendenze che negli 
anni a venire interesseranno anche gli altri segmenti della 
popolazione.   
Il primo capitolo di questo lavoro, facendo riferimento alle 
fonti statistiche esistenti che rappresentano il quadro nazionale, 
cercher  di tracciare i percorsi di consumo cultura le delle 
giovani generazioni: dalla fruizione cinematografica, a quella 
riguardante il patrimonio artistico-culturale, passando per la 
musica, il teatro, lo sport. In questo contesto saranno esplicitate 
le prime ipotesi sulle strategie da intraprendere al fine di 
stimolare l attenzione dei giovani sulle diverse forme della 
cultura dal vivo.     
Nel secondo capitolo saranno illustrati i cambiamenti in atto 
nella societ  attuale che interessano le scelte di consumo 
mediale degli italiani e in particolare dei giovani. Il target di 
riferimento della ricerca si configura come protagonista di un 
sensibile distacco dall offerta dei media generalisti. I giovani, 
infatti, sono i detentori del sapere tecnologico e i primi 
sperimentatori dell infinito corollario di possibilit  offerte dai 
new media.   
Il terzo capitolo sar  dedicato alla ricerca  Giova ni outdoor , di 
cui svilupper  il focus motivazionale1: saranno esposti i 
risultati relativi ai principali deterrenti che ostacolano la 
partecipazione degli intervistati ad eventi o spettacoli culturali 
dal vivo.  
                                                 
1
 La parte riguardante l accesso alla cultura outdoor e i canali informativi 
prediletti dai giovani Ł sviluppata nella tesi di laurea di Linda Massari, 
coautrice della ricerca con chi scrive. 
 11 
La ricerca alla base di questa tesi Ł un indagine esplorativa 
realizzata attraverso la somministrazione di un questionario a 
102 giovani di et  compresa tra i 18 e i 34 anni, a bitanti nel 
Lazio. Le aree di riferimento dello strumento di analisi sono: 
cinema, teatro, musica, patrimonio artistico-culturale, 
manifestazioni sportive ed eventi organizzati da associazioni. 
In un quadro caratterizzato da rinnovata vivacit  e , in 
particolare, dalla moltiplicazione di fonti e iniziative statistiche 
in tema di comunicazione e cultura, soprattutto un punto appare 
chiaro: di studi finalizzati a conoscere i modelli motivazionali 
che muovono le nuove generazioni al consumo non Ł possibile 
fare a meno in un ottica di promozione e comunicazione della 
cultura.
 12 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 13 
1. Giovani outdoor: i percorsi di consumo culturale 
dei ragazzi 
 
 
 
 
 
 
1. Le forme di spettacolo outdoor 
 
 
1.1 Cinema, ritorno alla dimensione di massa 
 
Al primo posto, tra i consumi culturali outdoor, relativamente 
al dato di fruizione, troviamo il mezzo cinematografico. 
Nell ultimo decennio il medium sembra essere riuscito 
nell impresa di trovare la luce fuori dal tunnel di una lunga e 
pesantissima crisi, sopraggiunta verso la fine degli anni 
Settanta. Crisi, divampata in seguito allo scontro con una 
televisione in forte ascesa e poi culminata in un periodo nero, a 
cui, dei quasi 8500 cinema italiani ne sono sopravvissuti 
soltanto poco piø della met . 
 
Un processo di smobilitazione e conseguente migrazione verso diversi 
formati comunicativi che ha investito sia la domanda che l offerta di cinema 
e si Ł tradotto simbolicamente nelle immagini tristi e malinconiche di tante 
sale cinematografiche costrette a cedere il passo a sempre piø scintillanti 
ipermercati o magazzini che hanno spazzato via in un colpo solo la memoria 
storica di un intero paese1      
   
                                                 
1
 M. Morcellini, (a cura di), Il Mediaevo italiano. Industria culturale, tv, 
tecnologie tra XX e XXI secolo, Carocci, Roma, (1998) 2005, p. 59. 
 14 
L exploit  della tv e degli altri dispositivi che permettono il 
consumo dei film tra le mura domestiche hanno inferto un 
colpo durissimo al genere che per lunghi anni ha smarrito 
quella peculiarit , definita da Morcellini, di vero  e proprio rito 
collettivo e socializzante. Il cinema, dunque, ha finito per 
imboccare una ripida discesa, stentando a riconquistare una 
propria collocazione, alternativa al piccolo schermo, nel media-
mix degli italiani. 
L impennata degli indici sulla visione cinematografica di 
questo ultimo periodo, inimmaginabile soltanto una decina di 
anni fa, testimonia come il medium sia stato capace, 
rinnovandosi, di venire fuori dal profondo della crisi. La 
ritrovata capacit  attrattiva nei confronti del pub blico Ł 
conseguenza di una politica che ha portato ad ingaggiare la 
sfida con la televisione, non tanto sul terreno dei contenuti del 
prodotto mediale, bens  su ci  che rende diverso il  cinema dai 
mezzi audiovisivi domestici e cioŁ la modalit  stessa di 
fruizione. La chiave del rinnovato successo sta proprio nella 
rivalutazione della sala, che ha permesso al cinema di 
recuperare la valenza di luogo d incontro. Tutto ci  Ł stato 
possibile grazie ad una concomitanza di fattori, uno dei quali Ł 
l aver reso i nuovi ambienti piø accoglienti e confortevoli. In 
questo processo l avvento della multisala ha giocato un ruolo 
di primo piano: basti pensare, oltre alla modernit  e al comfort 
del luogo adibito alla visione, anche alla molteplicit  di servizi 
che vengono offerti al pubblico. Da non trascurare poi le novit  
introdotte dal punto di vista tecnologico, che hanno contribuito 
a rendere migliori i film perfezionando la qualit  delle 
immagini e dell audio.  
Con  riferimento ai rilevamenti dell Istituto Nazionale di 
Statistica, nel corso del 2007, Ł pressappoco la met  degli 
italiani ad aver assistito quantomeno ad uno spettacolo in sala 
(Tab. 1). Tale dato testimonia inequivocabilmente la crescita 
 15 
progressiva della platea cinematografica, basti pensare che nel 
1993 la stessa statistica registrava un indice di fruizione piø 
basso di ben 10 punti percentuali.  
Il picco massimo si Ł, in ogni caso, registrato nel 2005, quando 
Ł stata oltrepassata la frontiera del 50%.  
 
 
Tab. 1   Pubblico cinematografico per fasce d et : anno 
2007 (v.%) * 
Fasce d et   
6-10 
11-14 
15-17 
18-19 
20-24 
25-34 
35-44 
45-54 
55-59 
60-64 
65-74 
75 e piø 
Totale 
65,6 
78,5 
83,2 
87,3 
83,3 
68,7 
57,0 
48,1 
35,5 
26,0 
16,4 
6,2 
48,8 
(a) per 100 ascoltatori 
Fonte: Istat, Annuario statistico italiano 2007, 2007. 
*persone di 6 anni e piø 
 
 
Sul numero degli spettatori ha una particolare incidenza la 
componente maschile, con un accentuata predominanza della 
fascia dei 15-24enni. Un segmento, quest ultimo, presso cui lo 
status di  spettatore cinematografico  tende a supe rare un 
 16 
valore medio dell 80%, fino a definire quasi universalmente la 
platea dei giovani come pubblico cinematografico2.  
La fruizione raggiunge la sua punta massima presso i 18-
19enni con ben l 87,3% (dati evidenziati in Tab. 1). 
Oltrepassati i 25 anni, poi, l interesse inizia a calare 
inesorabilmente, fino ad arrivare a livelli assai bassi nelle fasce 
piø anziane.  
Il cinema, dunque, pare riacquistare la smarrita dimensione di 
massa, presso i cluster giovani della popolazione. Sono i 
ragazzi i divoratori assidui di film, per loro la crescita 
esponenziale dei consumi audiovisivi domestici non ha 
rappresentato un deterrente efficace all uscire di casa, magari 
in gruppo con gli amici. ¨ fuor di dubbio, infatti,  che tra le 
principali motivazioni in campo nello spingere i giovani a 
riempire le sale, una di notevole rilievo sia rappresentata dal 
fatto che stiamo parlando di un consumo particolarmente adatto 
a richiamare la socialit  e a favorire le dinamiche  di gruppo.  
L industria cinematografica in questi anni non Ł stata a 
guardare ed ha saputo rilanciarsi, proprio intercettando i gusti 
dei target giovanili: non Ł affatto un caso che a sbancare il 
botteghino siano regolarmente i film cult per questi ultimi, 
come dimostra la top ten Siae con riferimento al primo 
semestre 20073 (Tab. 2). 
Sul consumo di cinema influisce ovviamente anche il grado 
d istruzione, che Ł direttamente proporzionale al livello di 
fruizione. Secondo Livolsi, nel contesto attuale, il pubblico Ł 
informato, di buona cultura e di livello socioeconomico medio 
alto e non consuma piø cinema per pigra abitudine, ma con 
                                                 
2
 V. Martino, Non solo media. Scenari, fonti e percorsi di ricerca sul tempo 
libero, FrancoAngeli, Milano, 2005.  
3
 Siae, L attivit  di spettacolo in Italia   Primo semestre  2007, 2007. 
 17 
intenzionalit  cosciente e deliberata e con aspetta tive precise 
sul film che sceglie4. 
 
 
Tab. 2   Top ten dei film piø visti al cinema: anno  2007  
Posizione Titolo 
1  
2  
3  
4  
5  
6  
7  
8  
9  
10  
Manuale d amore 2 (capitoli successivi) 
Spider Man 3 
La ricerca della felicit  
Pirati dei caraibi: ai confini del mondo 
Ho voglia di te 
Notte prima degli esami - oggi 
Una notte al museo 
300 - Trecento 
Il 7 e l 8 
Casino Royale 
Fonte: Siae, L attivit  di spettacolo. 1  semestre 2007, 2007. 
 
 
Altro ingrediente fondamentale, che ha influito sulla ritrovata 
capacit  di calamitare pubblici Ł senz altro costituito dalla 
strategia, volta all abbassamento del prezzo del biglietto, messa 
in atto dall industria cinematografica. A questo proposito, 
accanto alla politica di discriminazione oraria dei prezzi, che 
prevede riduzioni nelle fasce orarie pomeridiane, si Ł diffusa 
negli ultimi anni una politica di discriminazione dei prezzi piø 
ampia e diversificata, che riguarda l offerta di abbonamenti e la 
concessione di sconti e riduzioni in certi periodi dell anno, al 
fine di incentivare la destagionalizzazione della frequenza 
cinematografica, ad esempio: in estate; in occasione di 
avvenimenti particolari come festival, rassegne a tema dedicate 
                                                 
4
 M. Livolsi, (a cura di), Il pubblico dei media. La ricerca nell industria 
culturale, Carocci, Roma, 2003. 
 18 
a registi o attori; per talune fasce di et  (bambin i, studenti ed 
anziani) e, infine, per specifiche categorie professionali5. 
Tornando ai giovani, a favorirne il consumo Ł anche la nuova 
politica comunicativa del cinema che, in questi anni, non ha 
esitato ad utilizzare massicciamente i new media. Nei confronti 
di cui, i ragazzi, sempre pronti alla personalizzazione e alla 
sperimentazione, nutrono un atteggiamento di grande apertura.  
Il sito, ad esempio, oltre a fornire tutte le informazioni sulla 
visione dello spettacolo e sui biglietti rende disponibile 
un informazione approfondita secondo l interesse di  ciascuno.  
Tra le iniziative, volte a catturare l interesse degli spettatori 
non va trascurata nemmeno la cura per le altre modalit  
informative e di approfondimento come: le schede di 
presentazione dei film; le pubblicazioni periodiche dedicate al 
cinema; gli incontri con gli attori e le rassegne.   
In ultima analisi, l industria cinematografica dovrebbe 
impegnarsi nello sfruttare appieno anche tutte le potenzialit  
offerte dal merchandising. In questo senso, non sarebbe male 
dare allo spettatore la possibilit  di acquistare: libri, riviste, 
dvd, cd delle colonne sonore, locandine, manifesti, cartoline, 
magliette ed altri vari gadget relativi al film in programma. 
  
 
1.2 Teatro, la scarsa capacit  di attrazione  
 
Il teatro, con una fruizione media che riguarda poco piø di un 
quinto della popolazione, si conferma, nel 2007, abbastanza in 
basso nella piramide dei consumi culturali outdoor.  
Negli ultimi anni l Istat ha tuttavia registrato un trend positivo: 
il dato di fruizione, infatti, ha superato quello dei concerti, sia 
di musica classica che di altro genere. Un avanzamento, 
dunque, c Ł stato, incoraggiante, ma non cos  consistente da 
                                                 
5
 < http://www.mediasalles.it>. 
 19 
lasciar intravedere la fine di una crisi di vecchia data. 
Significativo, invece, il fatto che gli spettacoli teatrali 
rappresentano l unica forma d intrattenimento dal v ivo per cui 
l interesse delle donne risulta essere superiore a quello degli 
uomini.6 
Il teatro si conferma, quindi, un consumo non per tutti, le cui 
difficolt  di presa sul pubblico, come sostiene Mor cellini, 
vengono da lontano:  
 
il periodo critico per questa forma di spettacolo si pu  rintracciare negli 
anni sessanta e settanta, due decenni chiave per la storia italiana, essendo il 
primo testimone del miracolo economico, il secondo teatro delle 
contestazioni e dei rivolgimenti sociali. Per cui, se nel primo caso era 
auspicabile un incremento dei consumi culturali, a fronte delle maggiori 
disponibilit  di reddito discrezionale degli italia ni, nel secondo periodo le 
violente proteste studentesche contro la cultura d Ølite potrebbero aver 
contribuito all allontanamento di ulteriori fette di pubblico7   
 
In questo periodo anche la concorrenza sleale della televisione, 
che per anni ha fatto delle rappresentazioni teatrali un punto di 
forza della propria offerta, ha contribuito a mandare in crisi il 
genere nella sua dimensione dal vivo.  
Dai dati Istat sulla fruizione per fasce d et  (Tab . 3) appare 
evidente come i maggiori consumatori di teatro siano oggi i 
giovanissimi, in particolare i bambini tra i 6 e i 10 anni ed i 
teen ager. ¨  chiaro, dunque, come ci  si verifichi per effetto 
delle politiche di promozione della cultura teatrale realizzate in 
ambiente scolastico. Al termine della scuola dell obbligo, per , 
comincia inesorabilmente un processo di disaffezione del 
pubblico giovanile.  
Tra i giovani adulti, infatti, il dato piø elevato in termini di 
partecipazione agli spettacoli, si registra nella fascia dei 18-
                                                 
6
 Istat, Annuario statistico italiano, 2007, 2007. 
7
 M. Morcellini, op. cit., p. 62. 
 20 
19enni, dopodichØ, oltrepassata la soglia dei 20 anni, inizia a 
decadere sensibilmente (dati evidenziati in Tab. 3). 
 
 
Tab. 3   Teatro per fasce d et : anno 2007  (v.%) * 
Fasce d et   
6-10 
11-14 
15-17 
18-19 
20-24 
25-34 
35-44 
45-54 
55-59 
60-64 
65-74 
75 e piø 
Totale 
30,4 
33,7 
28,8 
25,7 
21,1 
22,0 
22,4 
22,7 
22,6 
19,4 
14,7 
6,9 
21,0 
(a) per 100 ascoltatori 
Fonte: Istat, Annuario statistico italiano 2007, 2007. 
*persone di 6 anni e piø 
 
 
La forza attrattiva di questa forma d intrattenimento dal vivo Ł 
ridotta ai minimi termini verso i giovani adulti, proprio quel 
cluster che appare, come ampiamente descritto in 
quest indagine, il piø selettivo e ben disposto verso una dieta, 
sia essa culturale o mediale, diversificata e di buona qualit .   
Mettendo, infatti, in relazione il dato di fruizione dei 20-24enni 
(21,1%) con quello delle fasce di popolazione molto piø 
mature, fino ai 60-64enni, Ł palese come l escursione 
percentuale sia pressochØ insignificante.