4 
 
INTRODUZIONE 
 
La lingua è da sempre lo strumento che ci permette di comunicare. La Lingua 
materna consente di confrontarci con i nostri connazionali; fare richieste, 
apprendere notizie, scambiarsi punti di vista, lavorare, imparare giorno dopo giorno 
se m p re co se n u o v e e m a t u ra re . C ’ è d i b u o n o ch e l e co n o sce n ze n o n si l i m i t a n o solo al nostro paese. La questione della co n o sce n za d i u n ’ a l t ra l i n g u a n o n è u n a scoperta r e ce n t e e , t u t t a vi a , v i st o l ’ e n o rm e sv i l u p p o d e i m e z z i d i co m u n i ca z i o n i d i m a ssa e l ’ a p e rt u ra a r e a l t à t o t a l m e n t e d i v e rs e d a q u e l l e co n cu i ci t ro v i a m o a co n t a t t o o g n i g i o rn o , l ’ e si g e n za d i a p p ro p ria r si d i n u o v i l i n g u a g g i , n o n s o l o p e r scopi specifici, ma anche per estendere i propri orizzonti mentali, diventa sempre 
più urgente nella società contemporanea. Oggigiorno la conoscenza di almeno 
u n ’ a l t ra l i n g u a è d i v e n t a t a m o l t o i m p o rt a n t e p e r e n t ra re a f a r p a rt e d e l m o n d o d e l lavoro ma anche per il gusto di viaggiare e conoscere nuove realtà. In questa tesi 
m i o ccu p e rò a p p u n t o d e l l ’ a p p r e n d i m e n t o d e l l a l i n g u a st ra n i e ra e i n m o d o particolare degli errori che ne derivano. 
Nel primo capitolo presenterò innanzitutto la differenza tra acquisire una lingua e 
apprendere una lingua . M i so f f e r m e rò su l l ’ a p p re n d i m e n t o , co n t i n u a n d o co n l a descrizione dei fattori che influiscono su questo processo, quind i l ’ i n f l u e n z a d e l l a lingua materna o d i u n ’ a l t ra L 2 , la difficoltà della lingua da apprendere e i fattori 
interni dell ’ a p p re ndente: e l e m e n t i a sso l u t a m e n t e so g g e t t i v i co m e l ’ e t à , l a motivazione, ansietà e personalità. Si analizza anche il percorso che porta alla 
f o r m a z i o n e d e l l ’ i n t e rli n g u a , ci o è l o st a d i o d e l l a l i n g u a n e l l e va rie f a si d e l su o sviluppo. Illustrerò anche come, attraverso la tecnologia, cambia il modo di 
imparare una lingua, grazie  ai nuovi sistemi e alle nuove tecniche a disposizione. 
N e l se co n d o ca p i t o l o e n t re re m o n e l v i v o d e l l ’ argomento: l’errore. Prima capiremo 
che co s’ è , ch e co sa l i d i st i n g u e d a q u e l l i d e f i n i t i slips e mistakes. Li identificheremo, 
li analizzeremo secondo i vari criteri e li classificheremo. 
Concluderò il lavoro p a rla n d o d e l l a co rre z i o n e d e g l i e rro r i . U n a v o l t a c h e l ’ e rro re è stato fatto come bisogna comportarsi, se e in che modo viene corretto. Acquisisce 
i m p o rt a n z a i l ru o l o d e l l ’ i n se g n a n t e , i l q u a l e d e ve a ve re l ’ a b i l i t à d i i n t e rv e n i re a l m o m e n t o o p p o rt u n o e n e l l a g i u st a m i su ra p e r co rre g g e re u n a f o r m a e rro n e a .  E’ l ’ i n se g n a n t e a d e c i d e re co m e co rre g g e re , i n b a se a n ch e a l co n t e st o , a l l a
5 
 
personal i t à d e l l ’ a p p re n d e n t e , al tipo di produzione: se scritta o orale e in base al 
tipo di errore. Gli errori possono anche essere corretti dallo stesso apprendente, 
q u a n d o si re n d o n o co n t o d i a v e rli co m m e ssi , q u e st o è i l ca so d e l l ’ a u t o co rre z i o n e . Cercheremo infine di capire quali sono i pro e i contro della correzione per cercare 
a n ch e d i i n d i v i d u a re  i l m o d o m i g l i o re se co n d o i l q u a l e l ’ i n se g n a n t e p u ò c o n d u rr e una lezione.
6 
 
Capitolo 1 
Fattori che influenzano l’apprendimento e cause degli errori 
 
1.1 Acquisizione vs Apprendimento 
La conoscenza di una lingua è frutto di un processo di acquisizione o di 
apprendimento, processi che hanno origine sin dalle prime fasi di vita per poi 
accompagnarci lungo tutto il percorso.  Per necessità, esigenze, piacere ci si 
avvicina ad una lingua e, in base alle modalità utilizzate, si delinea la netta 
distinzione che Krashen definisce tra Acquisizione e Apprendimento.  
L ’ Acq u i s i zi o n e di una lingua avviene nella primissima infanzia, è un processo 
inconscio, spontaneo, graduale, non didattico che ha luogo in un ambiente non 
st ru t t u ra t o e n o n p re d i sp o st o a l l ’ apprendimento, quale può essere il contesto 
quotidiano di uso della lingua, quindi la famiglia. 
L ’ Ap p re n d i m e n t o, invece, è un processo consapevole e conscio che avviene in 
fase più adulta e i n se d i q u a l i l a scu o l a o l ’ u n i v e rsità . 
La distinzione non è solo una speculazione accademica ma riguarda la vera e 
propria competenza linguistica. Il discente, infatti, che apprende una lingua si trova 
di fronte una serie di regole da assimilare, esercitazioni da svolgere, tempi da 
rispettare, deve cercare di seguire il livello collettivo della classe per raggiungere  
magari dei livelli anche alti, ma non riuscirà mai ad essere al pari di un parlante 
madrelingua. Quel livello di conoscenza però è relativo perchè, se il discente ha 
solo appreso la lingua in un contesto scolastico senza mai metterla in pratica nel 
contesto quotidiano e spontaneo, perde via via il contatto con la propria materia e 
finisce per dimenticarla. Q u e st o a cca d e p e rch é l ’ a p p re ndimento non è stato 
ancorato alla struttura profonda del discente, quella affettivo-motivazionale ma è 
rimasto nella parte superficiale, cioè quella razionale, controllata. 
Colui che invece acquisisce una lingua svolge, come abbiamo detto, un processo 
spo n t a n e o , i n co n sci o . Q u e st o a v vi e n e p e rch é l ’ e ss e re u m a n o è d o t a t o d i u n a facoltà innata, detta facoltà del linguaggio, la quale permette di costruire e 
sviluppare, attraverso gli stimoli esterni, un sistema di regole. Lo dimostra il fatto 
che un bambino è in grado di produrre da un determinato momento in poi parole e
7 
 
frasi che non ha mai ascoltato dai genitori. La prova di questo processo sono gli 
errori. Quando un bambino produce una parola o frase errata e quando questo 
errore non è un errore compiuto dai genitori, ci possiamo rendere meglio conto di 
quello che è accaduto. Per esempio, un bambino dice che un giocattolo si è 
romputo. Possiamo immaginare che i genitori non usino questo termine, anche 
perché n o n è n é i t a l i a n o n é d i a l e t t a l e , n o n e si st e n e l l ’ u s o degli adulti. La 
spiegazione è che nel cervello del bambino si è creato inconsciamente un sistema 
di regole che gli permettono di creare un participio passato di un verbo di 2   
co n i u g a z i o n e “ ro m p e re ” a t t ra v e rso u n si st e m a p e r lui automatico di sostituzione 
d e l l ’ i n f i n i t o  -ere con il participio  -uto; cioè il bambino ha sentito altri verbi come 
sapere>saputo, cadere>caduto e ha inconsapevolmente costruito la regola di 
formazione del participio dei verbi di seconda coniugazione. Per puro caso il 
bambino ha prodotto un errore perché in italiano questo verbo fa eccezione, cosa 
che nessuno gli ha spiegato. I bambini, mediante lo stesso processo, sono in grado 
di acquisire anche una seconda lingua, ecco il fenomeno del bilinguismo
1
, ne sono 
un esempio i bambini con genitori di lingua diversa, i quali sono in grado di 
acquisire spontaneamente due lingue materne. 
Nella nostra vita, oltre alla lingua materna acquisita spontaneamente durante 
l’ i n f a n zi a , p o ssi a m o t ro v a rci a v i ve re i n u n co n t e st o i n cu i si p a rla u n ’ a l t ra l i n g u a , l a co si d d e t t a L 2 . L ’ i t a l i a n o ch e si t ra sf e risce i n I n g h i l t e rra p e r st u d i o o p e r l a v o ro a v rà l ’ i t a l i a n o co m e L 1 e l ’ i n g l e s e co m e L 2 ; o p p u re u n b a m b i n o ch e n e l co n t e st o 
familiare ha acquisito solo il sistema linguistico dialettale, a scuola si troverà 
e sp o st o a l l ’ i t a l i a n o , ch e per lui sarà considerata una L2. Diverso è il caso in cui un 
i t a l i a n o st u d i a i n I t a l i a u n ’ a l t ra l i n g u a , per esempio lo spagnolo; questa non è 
considerata L2 ma Lingua Straniera perché non viene studiata nel paese al quale 
appartiene la lingua e il discente non viene immerso in quel contesto linguistico. 
M e n t re l ’ a cq u i si z i o n e d e l l a L 1 a vv i e n e n e l l a n o st ra i n f a n z i a , q u a n d o l a n o st ra innata facoltà del linguaggio è più sviluppata, veniamo invece esposti alla L2 in 
u n ’ e t à p i ù a d u l t a . An ch e la L2 viene appresa spontaneamente e naturalmente ma 
con maggiore difficoltà perché la facoltà del linguaggio va riducendosi col passare 
degli anni. A tal proposito K ra sh e n f a u n ’ u l t e ri o re p re c i sa z i o n e a f f e r ma n d o che la  
Lingua Straniera viene appresa, perché necessita forzatamente di un approccio 
                                                           
1
 Questo termine definisce la capacità di una persona di comunicare in più di una lingua. In sociolinguistica 
si distingue tra "bilinguismo", che indica la situazione in cui tutti i membri della comunità possono usare 
l'una o l'altra lingua indifferentemente, e "diglossia", in quelle situazioni in cui alle due lingue si 
attribuiscono diversi livelli di prestigio, per cui si ha una lingua "alta" e una lingua "bassa".
8 
 
strutturato e consapevole mentre la L2 viene acquisita dal momento che entra nella 
v i t a d e l d i sc e n t e n o n so l o a t t ra ve rso l ’ ambiente scolastico ma anche attraverso la 
vita quotidiana. 
Si evince ch e ci ò ch e co n t a è l ’ a cq u i si z i o n e e n o n l ’ a p p re n d i m e n t o p e rch é q u e st ’ u l t i m a l a sci a i l t e m p o ch e t ro v a . Poi, siccome per Krashen i due processi 
sono nettamente distinti, senza nessuna possibilità di passaggio da conscio al 
su b co n sci o o vi ce v e rsa , so st i e n e ch e i l t e m p o d e d i ca t o i n c l a sse a l l ’ a p p re n d i m e n t o è sp re ca t o p e rc h é p o t r e b b e e ss e re u t i l i z za t o p e r l ’ a c q u i si zi o n e . Questa teoria ha 
su sci t a t o critich e , o p p o si z i o n i e d e m o t i v a z i o n i n e l l ’ a mbiente glottodidattico, che si 
v e d e co n su m a re , m i n i m i z z a re e r i d i co l i zz a re q u e l l ’ a t t i v i t à c h e p e r a n n i e ra st a t a indiscussa . D a q u i l e c o n se g u e n z e n e g a t i v e : si co m i n ci a a sv i l u p p a r e l ’ i d e a ch e u n a l i n g u a si p u ò so l o a cq u i si re , l ’ a p p re n d i m e n t o è i n u t i l e e di conseguenza diventa 
i n u t i l e a n ch e l ’ i n se g n a m e n t o , in quanto non è possibile ricreare in aula il contesto di 
n a t u ra l i t à c h e co n d u ce a l l ’ a cq u i s i z i o n e . Pe r q u a n t i i n se g n a n t i d i m a d re l i n g u a c i possano essere a disposizione, per quanto bravi e competenti essi possano 
essere, per quanto si possano usare materiali autentici, per quanti film, video e 
tecnologie si possano mettere a disposizione, il contesto resterà sempre una 
simulazione, irreale. 
D ’ a l t ro l a t o g l i i n s e g n a n t i , d e m o t i v a t i e i m p i g riti, n o n a b b a n d o n arono il metodo 
tradizionale, continuarono a descrivere la lingua anziché parlare, scrivere, 
comprendere e leggere in lingua. Si faceva quindi della Linguistica. 
I l co m p i t o d e l l a g l o t t o d i d a t t i ca è d i d i f e n d e re l ’ a u t e n t i ci t à d e l l a l i n g u a , n o n manipolarla. S t u d i a r e i m e t o d i e l e st ra t e g i e p i ù i d o n e e a f a v o rire l ’ a cq u i si zi o n e d e l l a l i n g u a . N o n c’ è b i so g n o q u i n d i d i m o d i f i ca re e s t ra v o l g e re u n a l i n g u a p e r i n se g n a rn e l e re g o l e e l a g ra m m a t i ca m a r e n d e re l ’ i n se g n a m e n t o q u a n t o p i ù n a t u ra l e p o ssi b i l e a t t ra ve rso l ’ i nterazione, i dialoghi, i giochi. Il ruolo più importante 
è q u e l l o  d e l l ’ i n se g n a n t e p e rch é è l u i ch e i m p o st a e g e st i sce l e l e z i o n i , f o rn i sce i l materiale e le tecniche.    
Lo slogan potrebbe essere : “S i alla creatività, no alla ripetitività ”. 
Abbiamo già p a rla t o d e l p e ssi m i s m o d i d a t t i co d i Kra sh e n . E’ v e ro ch e è co n t ro l ’ a p p r e n d i m e n t o  st a n d a rd , co n t ro i m e cca n i sm i m n e m o n i ci , ma è anche vero che 
h a d a t o u n i m p o rt a n t e co n t rib u t o a l l a g l o t t o d i d a t t i ca m o st ra n d o l ’ e f f i ca ci a d e i meccanismi di apprendimento e acquisizione. La glottodidattica deve avere come
9 
 
obiettivo la giusta integrazione tra ciò che sta a cuore ai docenti (essere efficaci) e 
ciò che sta a cuore ai discenti (raggiungere competenze). Perciò ha introdotto la 
f o r m u l a d e l l ’ input + 1, cioè il discente d e v e e sse re i n g r a d o d i co m p re n d e re l ’ i n p u t che gli viene proposto e deve assimilare quel grado di novità (+1) che viene 
l a n ci a t o i n si e m e a l l ’ i n p u t . I l + 1 indica un passo avanti nella fase di apprendimento. 
E’ i m p o rt a n t e ch e g l i i n se g n a n t i s a p p i a n o r i co n o scere e presentare UN solo passo 
avanti altrimenti si rischierebbe di cadere nella confusione e fallire nel compito. 
Q u e st o è l ’ e se m p i o di un apprendimento produttivo, contrariamente a quanto fanno 
molti docenti pigri che si a f f i d a n o a l l a “g u i d a p e r l ’ i n se g n a n t e ” c h e , altro non è che 
un percorso scritto per essere venduto senza introdurre alcuna novità, varietà o 
p a rt i co l a rità ch e p o t re b b e se r v i r e a m i g l i o ra re l a l e zi o n e e l ’ a p p re n d i m e n t o . Q u e st o è ciò che Krashen vorrebbe abolire nelle scuole, meccanismi ripetitivi, monotoni e 
i n u t i l i a i f i n i d e l l ’ a p p re n d i m e n t o . 
Possiamo concludere affermando che una lingua viene acquisita quando si ha una 
completa padronanza di questa, quando cioè viene innescato un meccanismo 
linguistico e mentale che ci permette di parlare in modo spontaneo senza rifarci alla 
lingua madre.  Non necessariamente questo avviene solo per la L1 o per una L2 
a cq u i si t a a l l ’ e st e ro , m a p u ò a vv e n i r e a n c h e g ra z i e a d u n ’ a t t i vi t à s v o l t a i n cl a sse , a m m e sso ch e si t ra t t i d i u n ’ a t t i v i t à cre a t i v a , inventiva, soprattutto da parte dei 
docenti, proponendo attività che mettano in contatto i discenti con il contesto e 
parlanti nativi della Lingua Target. Un esempio può essere il vecchio amico di 
penna o viaggi-studi organizzati periodicamente dalle scuole stesse. 
Vo l e n d o a g g i u n g e re u n ’ o p i n i o n e p e rso n a l e , m i p e r m e t t o d i d i re ch e u n a l i n g u a è  acquisita o  è in fase di acquisizione quando si sogna in quella determinata lingua. 
Con questo non intendo dire che finché non si sogna in quella lingua non si è 
raggiunto l ’ o b i e t t i v o , m a ch e è u n f a t t o re f o rt e me n t e i n d i c a t i vo . 
I l p ro ce sso ch e a n d i a m o a d a n a l i z za re i n q u e st i ca p i t o l i è l ’ Ap p r e n d i m e n t o .  I l ru o l o d e l d i sce n t e e d e l l ’ i n s e g n a n t e e so p r a t t u t t o g l i e rro ri ch e n e d e r i va n o n e l l e v a ri e fasi. 
C o m ’ è b e n a t t e st a t o n e l l a letteratura glottodidattica, pur condividendo e 
sovrapponendosi per molti aspetti, i termini acquisizione e apprendimento 
designano modalità diverse di far propria una lingua. Sebbene Stephen Krashen ne 
abbia  proposto una differenziazione netta, funzionale al suo modello per