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The initial idea behind this work was to 
create and make public a fi rst “census” 
of Milanese architectures certifi ed on 
the basis of the diff erent protocols 
LEED’ (Leadership in Energy and 
Environmental Design) proposed by 
the Green Building Council. A reasoned 
mapping that could provide an 
overview, at the provincial level, of an 
evolutionary process that began in the 
United States in 1998 and relaunched 
in our country ten years later, in 2008, 
the date of foundation of GBC Italy.
The “national characterization” of 
this process is not accidental: when 
we talk about LEED, the most known 
and widespread environmental 
certifi cation protocol in the world, 
thought goes to the United States 
because everything was born there 
and lacks the perception of how 
this new approach to sustainable or 
green design of buildings, because 
basically it is precisely this that it is, 
has contaminated the architecture, 
expansion and growth in Milan and 
Italy.
A contamination that can be positive, 
if the reference to a certifi cation 
protocol becomes the stimulus to 
design in a more careful way to 
environmental aspects, and this 
is what we will analyze with data 
analysis and possible future forecasts. 
The gathering of information was not 
easy. Although many of the works built 
in Milan are known and characterize 
the city, the publications that hosted 
them have often underestimated the 
energy and environmental aspects or 
more generally all those aspects that 
are punctually considered in the LEED 
protocols.
The added value of this work was 
to analyze the evolution, growth 
and expansion of buildings over the 
years coming to the present day. 
By developing a study on the direct 
and indirect benefi ts given to the 
planet, helping to achieve the various 
goals of the 2030 agenda. The issue 
of sustainability in general and the 
sustainability of a building in particular 
has been and is today more than ever 
the subject of dialectical speculation. 
Never a word has been used and 
abused as “sustainability” .
abstract
L’idea iniziale che stava alla base di questo lavoro 
era quella di realizzare e rendere pubblico un primo 
“censimento” delle architetture Milanesi certifi cate 
sulla base dei diversi protocolli LEED ® (Leadership 
in Energy and Environmental Design) proposti dal 
Green Building Council. Una mappatura ragionata 
che potesse fornire una visione d’insieme, a livello 
provinciale, di un processo evolutivo iniziato negli 
Stati Uniti nel 1998 e rilanciato nel nostro paese dieci 
anni più tardi, nel 2008, data di fondazione di GBC 
Italia.
La “caratterizzazione nazionale” di questo 
processo non è casuale: quando si parla di LEED, il 
protocollo di certifi cazione ambientale più diff uso 
al mondo, il pensiero va agli Stati Uniti poiché tutto 
è nato lì e manca la percezione di quanto questo 
nuovo approccio alla progettazione sostenibile 
degli edifi ci sia importante. Ciò ha interamente 
contaminato l’architettura, l’espansione e la crescita 
Milanese e Italiana.
Una contaminazione che può essere positiva, 
se il riferimento a un protocollo di certifi cazione 
diventa lo stimolo per progettare in modo più 
attento nei confronti degli aspetti ambientali, ed è 
proprio questo che analizzeremo mediante analisi 
su dati e possibili previsioni future. La raccolta 
dalle informazioni non è stata semplice. Sebbene 
molte delle opere costruite a Milano siano note 
e caratterizzano non poco la città, in quanto le 
pubblicazioni che le hanno raccolte spesso hanno 
sottovalutato gli aspetti energetici-ambientali o più 
in generale tutti quegli aspetti che puntualmente 
vengono considerati nei protocolli LEED.
Il valore aggiunto di questo lavoro è quello di 
analizzare l’evoluzione, la crescita e l’espansione 
degli edifi ci durante gli anni arrivando ai giorni 
nostri. Sviluppando uno studio sui benefi ci diretti 
e indiretti dati al pianeta andando ad aiutare nel 
compimento dei vari goals dell’agenda 2030. Il tema 
della sostenibilità in generale e della sostenibilità di 
un edifi cio in particolare è stato ed è oggi più che 
mai oggetto di speculazioni dialettiche. Mai una 
parola è stata usata e abusata come “sostenibilità”.
Un elemento che valorizza il processo 
di certificazione di un edificio è che la 
sostenibilità dell’opera architettonica 
non viene valutata come fine a se stessa. 
(Giuliano Dall’ Ò)
“
19 19
capitolo
01
20
introduzione
Negli ultimi anni ci troviamo di fronte a un cambiamento qualitativo della nuova 
edilizia e della riqualificazione del parco costruito, basato sulla rigenerazione 
delle città. Quale ruolo potrà svolgere lo strumento della certificazione 
energetico-ambientale in questa fase di profonda trasformazione?
Innanzitutto, si  impone il passaggio a un’economia sempre più circolare: dalla 
progettazione alla selezione dei materiali, dalla riduzione dei consumi energetici-
idrici al blocco dell’espansione sui suoli agricoli, per finire con l’introduzione di 
soluzioni condivise nella mobilità e nell’utilizzo degli spazi costruiti.
La necessità di ridurre le emissioni climalteranti è destinata a influenzare 
notevolmente l’evoluzione del settore. Il World Green Building Council, ad 
esempio, ha lanciato il programma Advancing Net Zero puntando ad avere 
tutti gli edifici Net Zero Energy a metà secolo. Sulla stessa lunghezza d’onda 
si è posto anche l’Institutional Investors Group on Climate Change che chiede 
alla Commissione europea di prevedere il “quasi azzeramento dei consumi 
energetici” dell’edilizia esistente entro il 2050. Un target vincolante di questo 
tipo rappresenta un potente stimolo per indirizzare le risorse finanziarie 
necessarie al raggiungimento degli obiettivi contenuti nell’Accordo sul clima
21 21
di Parigi. In questi ultimi anni cresce l’attenzione all’uso efficiente di risorse 
naturali, pertanto non stupisce che l’Europa abbia fissato obiettivi impegnativi. 
Dall’inizio del prossimo decennio non solo tutti i nuovi edifici dovranno essere a 
consumo energetico “quasi zero”, ma andranno definite politiche per stimolare 
la riqualificazione degli edifici esistenti,  con riduzioni dei consumi fossili del 60-
80%.
Gli sforzi dovranno essere dunque concentrati sulla rigenerazione delle città e 
sulla ridefinizione di uno sviluppo urbanistico senza crescita. Questo processo 
dovrà essere implementato soparttutto dal nostro paese, vista la prospettiva di 
un calo demografico. 
La certificazione energetico-ambientale rappresenta un potente strumento in 
grado di orientare, qualificare e validare le trasformazioni dell’edilizia. Negli Stati 
Uniti, dove è nato il rating system LEED® , sono stati ottenuti risultati interessanti: 
consumi energetici-idrici ridotti del 18%, emissioni di CO2 tagliate del 34% e 
80 milioni di tonnellate di rifiuti non mandati in discarica a fine vita. In America 
54.000 progetti hanno ottenuto la certificazione LEED, per una superficie di 277 
milioni di metri quadrati  circa.
22
agenda 2030
La pubblicazione degli Obiettivi di 
sviluppo sostenibile delle Nazioni 
unite, il 1° gennaio 2016, ha segnato 
una pietra miliare negli sforzi collettivi 
per “promuovere la prosperità 
proteggendo il pianeta”. Questi 
obiettivi pongono una sfi da per 
l’umanità per disaccoppiare la crescita 
economica dai cambiamenti climatici, 
dalla povertà e dalla disuguaglianza, 
sulla base del principio di uguaglianza 
per cui nessuno va lasciato indietro. 
La diffi  coltà di questo piano non è 
solo legata alla complessità e alle 
dimensioni globali degli obiettivi, ma anche al fatto che questa trasformazione 
richiede molte azioni collettive e il protagonista è il singolo cittadino che va 
opportunamente stimolato e coinvolto. Riuscire a coinvolgere tutti, per il trionfo 
del progetto, deve essere l’impegno di coloro che possono infl uenzare scelte e 
comportamenti utili per raggiungere l’obiettivo di sostenibilità prefi ssato.
Fra questi soggetti vi sono i Green Building Council, organizzazioni non profi t 
che, in tutto il mondo, svolgono il ruolo di supportare il cambiamento culturale 
del settore dell’edilizia mediante azioni e strumenti quali i protocolli energetico-
ambientali e le relative certifi cazioni, che consentono di misurare l’impatto 
ambientale, economico e sociale degli edifi ci e delle città che costruiamo e 
trasformiamo.
I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, che conosciamo con l’acronimo di SDGS 
(Sustainable Development Goals), pubblicati con l’Agenda 2030, sono lo 
strumento di misura e monitoraggio del livello di sostenibilità che le Nazioni 
unite hanno adottato a livello globale. Questi obiettivi rappresentano oggi lo 
stimolo per il miglioramento delle varie organizzazioni, e la guida per l’intera 
comunità mondiale nel comprendere i progressi fatti anno dopo anno nella 
cura del nostro pianeta.
L ’accostamento fra gli obiettivi dell’Agenda 2030 e gli edifi ci porta istintivamente 
a fare riferimento al SDG 11 “Città e comunità sostenibili”. Gli edifi ci devono
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concorrere non solo al perseguimento del SDG 11 ma in modo più esteso al 
raggiungimento dei vari SDGs. Molti guardano agli edifici cogliendone solo la 
struttura inanimata e gli aspetti tecnologici, mentre il loro utilizzo e il processo con 
cui vengono costruiti rappresentano un’opportunità, non solo per risparmiare 
energia, acqua ed emissioni di carbonio, ma per educare, creare posti di lavoro, 
rafforzare le comunità, migliorare la salute e il benessere. Gli edifici sono gli spazi 
dove risiediamo, viviamo e lavoriamo, pertanto la qualità e le caratteristiche di 
un edificio hanno una grande influenza sul nostro benessere. Allo stesso tempo, 
gli edifici interagiscono con l’ambiente circostante, a livello locale e globale, 
in quanto, per costruire e gestire gli edifici, serve una gran quantità di risorse 
naturali. 
La maggior parte degli edifici esistenti presenta consumi energetici 
ed emissioni di CO2 troppo elevati e molto spesso gli edifici esistenti 
vengono semplicemente demoliti e la grande quantità di materiali che 
li componeva rimane inutilizzata, a scapito di un continuo consumo di 
materie naturali nuove. L’alternativa è adottare una prospettiva sostenibile, 
cioè progettare e realizzare il nostro ambiente costruito in modo che 
soddisfi appieno le nostre esigenze senza danneggiare gli altri o l’ambiente. 
Costruire nello spirito di sviluppo sostenibile significa riconoscere che gli edifici 
possono dare valore alle 
persone e all’ambiente allo 
stesso tempo. 
Sebbene si tratti di 
costruzioni vecchie, è 
necessario un grande sforzo 
affinché la sostenibilità nel 
settore delle costruzioni 
rappresenti la nuova 
normalità operativa. 
L’approccio sostenibile 
deve diventare il new 
normal, come recita 
lo slogan che GBC 
Italia ha adottato nel 
2019, in occasione della 
presentazione della prima 
mappa di Milano Green city.