4
I fondi chiusi di Private Equity: definizione e profili normativi.
Capitolo I: Il Private Equity
1. Definizione di Private Equity e la creazione di valore.
A partire dagli anni ottanta, in Italia, si è visto lo svilupparsi dei distretti industriali
caratterizzati dalla presenza di una miriade di piccole imprese a rete, che hanno dato
luogo a veri e propri sistemi produttivi locali, in grado di generare grandi economie di
scala di sistema, che, principalmente con l’aiuto dell’esportazione, hanno raggiunto
vendite di successo a livello internazionale.
Negli ultimi anni cambiamenti quali la moneta unica europea, la forte concorrenza
internazionale, la presenza di nuovi attori sul mercato come India e Cina e il ritardo
nell’introduzione nel nostro Paese di intermediari specializzati a supporto della crescita
delle Pmi, hanno fatto si che le stesse in genere si presentassero sottopatrimonializzate e
altamente indebitate, con una struttura delle fonti di finanziamento data dal ricorso al
credito bancario ordinario, che produce consistenti oneri finanziari.
È chiaro quindi, come sottolineato anche da più parti nella letteratura e nella
pubblicistica economica, che nel mondo delle imprese non vi è una sufficiente
consapevolezza dell’ importanza del capitale di rischio ai fini della sopravvivenza e
dello sviluppo aziendale. Problema che risulta amplificato nel nostro paese dalla
presenza di un folta rete di imprese di dimensione medio-piccola e piccola.
Il Private Equity, attività d’assunzione di partecipazioni durevoli e rilevanti nel capitale
d’imprese generalmente non quotate da parte di investitori specializzati, con la finalità
di accrescere il valore della partecipazione nel medio termine, per realizzare poi un
consistente capital gain al momento della dismissione della stessa; rappresenta una
formula per apportare capitale di rischio alternativa ad altre e commisurata allo stadio di
sviluppo dell’impresa, che si avvale della presenza di intermediari specializzati nel
favorire la crescita delle imprese.
In considerazione della finalità e della natura dell’operazione l’investimento necessita di
un ampio respiro, pari a 3/5 anni, e il successivo smobilizzo risente dell’andamento dei
mercati mobiliari, sia direttamente in presenza di una quotazione in borsa che
indirettamente nel caso di forme di uscita alternative.
5
Tra i potenziali soggetti interessati al ricorso a forme di private equity si possono
annoverare:
- Le imprese di dimensioni insufficienti per l’immediata quotazione in borsa, a cui
invece possono accedere dopo un percorso di sviluppo, sostenuto da un fondo di
private equity, finalizzato al consolidamento delle posizioni di mercato e dei
livelli di redditività;
- Le imprese controllate da imprenditori non interessati alla quotazione in borsa
ma disposti all'apertura del capitale a terzi;
- Le imprese che a causa di situazioni di sviluppo o di crisi necessitano di capitali;
- Le imprese che in seguito all'uscita di alcuni componenti dell'azionariato
necessitano di una ricomposizione dello stesso.
L’ apporto di mezzi nell’operazione di private equity può assumere la forma di acquisto
di quote, sottoscrizione di capitale o erogazione di prestiti destinati a divenire mezzi
propri, come ad esempio i prestiti convertibili o altri strumenti finanziari assimilabili.
L’ ingresso di un fondo di private equity nel capitale di una Pmi la obbliga ad adottare
una governance trasparente.
La configurazione giuridica degli operatori italiani è di norma quella di società di
gestione del risparmio, autorizzata alla gestione di fondi mobiliari chiusi, dedita alla
raccolta dei mezzi nel mercato finanziario, in genere presso investitori istituzionali.
Per le società di private equity le operazioni di investimento presentano un elevato
profilo di rischio dovuto a:
- Rischio di perdita totale del capitale investito in caso di insuccesso aziendale;
- Immobilizzo dei capitali impiegati per un periodo non inferiore a 3/5 anni;
- Scarsa liquidabilità delle quote dei fondi mobiliari.
6
In funzione delle caratteristiche dell'impresa target e dell'entità delle partecipazioni
assunte l'operatore di private equity tende ad avere un ruolo attivo, e non di mero
finanziatore come un normale operatore bancario, nella gestione delle imprese target.
L'intervento di private equity si caratterizza proprio per il fatto che in affiancamento alla
fornitura di capitali si realizza il trasferimento di know-how e competenze manageriali
finalizzate a valorizzare le partecipazioni in un'ottica di successivo ritorno positivo.
Volendo analizzare meglio le leve di creazione del valore, è opportuno chiarire che le
possibilità sono differenti in base alle tipologie di intervento che vedremo più avanti.
L’ origine del valore deriva comunque per tutti gli interventi, non solo dall’apporto di
nuove risorse da parte dell’operatore finanziario, ma soprattutto dalla sua capacità di
valorizzare le risorse aziendali esistenti attraverso un intervento nell’assetto industriale
e strategico della società. Dalle modalità di partecipazione di un fondo chiuso nel
capitale di un’impresa derivano alcuni vantaggi concreti per l’impresa stessa che
possono spiegare la sua crescita del valore.
È possibile, infatti, che il miglioramento della reputazione nel sistema economico e
finanziario dovuto al costante monitoraggio sull’andamento degli indicatori aziendali
influiscano positivamente sulla credibilità dell’azienda nei rapporti commerciali
permettendo una migliore gestione del capitale circolante e un’attrattività maggiore con
altri potenziali interlocutori finanziari.
Il supporto nelle competenze manageriali e nella pianificazione strategica è un valore
aggiunto costituito dalla capacità di migliorare la gestione aziendale, attraverso
conoscenze e know-how derivanti dall’esperienza maturata, nonché dal contributo
offerto per accrescere la professionalità della gestione svincolandola da eventuali
influenze provenienti dalla sfera familiare.
Con il termine networking si identificano le sinergie di cui le società partecipate
possono beneficiare grazie all’insieme di contratti e conoscenze che i gestori del fondo
ed, eventualmente i sottoscrittori del fondo possono vantare e mettere a disposizione
delle imprese arrivando a un rafforzamento di relazioni all’interno del sistema
economico e finanziario. Ne esistono di vari tipi, dalle joint venture, agli accordi basati
su alleanze, alle collaborazioni infra-aziendali; tutti contratti necessari allo sviluppo
aziendale e fondamentali per poter operare in un contesto dinamico in cui occorre
prendere sempre nuove decisioni per essere competitivi.
7
2. Processo, struttura e configurazione di un fondo di Private Equity
La struttura e le caratteristiche dei fondi chiusi di private equity vengono analizzate
facendo riferimento ai soggetti che prendono parte al funzionamento dei fondi: Soci
promotori, società di gestione, sottoscrittori, fondo e imprese partecipate. In termini di
durata i fondi hanno solitamente durata decennale divisibile in due fasi: la prima di
investimento che va da un minimo di tre a un massimo di sette anni, e la seconda, fino
alla scadenza, durante la quale vengono effettuati i disinvestimenti e si può procedere a
rimborsare le quote versate dai sottoscrittori.
I sottoscrittori delle quote del fondo sono gli investitori che conferiscono il capitale,
solitamente banche, aziende, compagnie assicurative, fondazioni e anche risparmiatori
con un’elevata propensione al rischio che non hanno necessità di liquidare il proprio
investimento se non nel medio lungo periodo. Le motivazioni che spingono questi
soggetti ad investire in fondi chiusi sono legate agli elevati ritorni prospettici in grado di
compensare l’illiquidità delle quote e il rischio maggiore connesso a questa attività
finanziaria rispetto all’investimento in titoli quotati. Come sottolineato da periodiche
analisi comparative, infatti, il private equity genera nel lungo termine rendimenti più
elevati rispetto ai titoli quotati; come premio per il maggiore livello di rischio infatti gli
investitori richiedono in media cinque punti percentuali in più.
La società di gestione del fondo chiuso, che, assume una forma giuridica differente in
relazione ai paesi di riferimento, ha solitamente azionisti propri e un patrimonio distinto
da quello del fondo ed è costituita da un numero ristretto di professionisti di profilo
senior,di solito non più di cinque, che si occupano di raccogliere le risorse presso i
sottoscrittori ed esercitare l’ attività di gestione vera e propria.
I promotori vestono un ruolo fondamentale nella fase di lancio di una nuova iniziativa,
elaborando un business plan del progetto, e nel processo di raccolta dei capitali; i
sottoscrittori infatti sembrano valutare positivamente promotori che offrono maggiori
garanzie di credibilità come grandi istituzioni finanziarie o organizzazioni economiche,
rispetto a piccole società poco conosciute.