2 
 
Nel  primo  capitolo  di  questa  trattazione,  ho  voluto descrivere  le  tappe  del  
lungo cammino dei  concetti  di  ‘’stampa  e  stampati’’ ed  i  due  elementi  
fondamentali  sui  quali  essi  poggiano:  il  mezzo  di  fabbricazione  e  la  sua 
destinazione  intesa  come  pubblicazione  che  si  sostanzia  attraverso  la 
distribuzione  e  l’ affissione  pubblica  d’opera. 
Il  fulcro  dell’ intero  elaborato  è  sicuramente  il  secondo  capitolo,  nel  quale  
descrivo  in maniera  minuziosa  ed  articolata  il  ruolo  che  ha  assunto,  nell’ 
evoluzione  della struttura  dei  periodici,  la  figura  del  direttore  di  giornale. 
Egli  prima  della  riforma  attuata  nel  1958   rispondeva  del  reato  commesso  
attraverso  una  pubblicazione  di  materiale  illecito  solo  in  ragione  della  
qualità  e  della  posizione  assunta,  salva  la  responsabilità  dell’ autore  della  
pubblicazione. 
Da  questa  forma  di  responsabilità  oggettiva, si  e’  passati  solo  con  le  
modifiche  apportate  dopo  la  riforma  ad  una  ‘’responsabilità  per  fatto  
proprio  omissiva’’. 
Continuo  poi  nell’ elaborazione  della  tesi,  parlando  nel  terzo  capitolo  dei  
‘’reati  commessi  attraverso  la  stampa’’ dalla  più  comune  diffamazione  alla  
rivelazione  dei  segreti,  dai  reati  di  vilipendio  ai  più  rari  casi  di  
favoreggiamento. 
Concludo  infine  la  trattazione  con  il  quarto  capitolo,  nel  quale   descrivo  i  
‘’reati  a  mezzo  di  stampa  commessi  in  ambito  telematico’’ nati  solo  di  
recente  con  l’ invenzione  di  internet  e  del  mondo  multimediale.     
 3 
 
 
 
 
 
 
Capitolo I  
ORIGINE STORICA 
 
 
1.  LA DEFINIZIONE DI “STAMPATO” E DI 
“PUBBLICAZIONE”. LA STAMPA PERIODICA 
 
 
La nascita della stampa rappresenta un momento di importante sviluppo 
sociale,  una fase cruciale per la nascita della moderna informazione, che dalla 
distribuzione cartacea è giunta alla fruizione virtuale, attraverso l’illimitato 
World Wide WEB. 
Prima di inoltrarci nella spinosa questione della definizione giuridica di 
“stampa”, é doveroso precisare che la relativa  normativa nazionale fa 
riferimento ad una nozione lata di “stampato”. 
 4 
 
L’art. 1 della Legge 8 febbraio 1948, n. 47
1
 definisce “stampe o stampati, ai fini di 
questa legge, tutte le riproduzioni tipografiche o comunque ottenute con mezzi meccanici o 
fisico-chimici, in qualsiasi modo destinate alla pubblicazione”. 
Tale definizione poggia su due elementi: il mezzo di fabbricazione e la 
destinazione. 
La norma ha cristallizzato i contenuti della precedente regolamentazione, ed 
altresì apportato, all’interno della disciplina, due ulteriori innovazioni. 
In primo luogo, mentre le precedenti norme
2
 qualificavano come “stampati” le 
sole riproduzioni ottenute con mezzi meccanici e chimici in grado di garantire 
                                                 
1
 Legge 8 febbraio 1948, n. 47 - Disposizioni sulla stampa (G.U. 20 febbraio 1948, n. 43, 
Serie generale). 
 
2
 L´Art. 1 dell`Editto Albertino sulla Stampa (Regio Decreto 695 del 1848), che 
parlava di “stampa e di qualsivoglia artificio meccanico atto a riprodurre segni figurativi”; l’art. 
442 del Codice Penale Zanardelli (); l’art. 662 del Codice Penale Rocco, abrogato 
dall'art. 13, D.Lgs. 11 luglio 1994, n. 480 (“Chiunque, senza la licenza dell'Autorità, o 
senza osservare le prescrizioni della legge, esercita l'arte tipografica, litografica, fotografica, o 
un'altra qualunque arte di stampa o di riproduzione meccanica o chimica in molteplici esemplari, 
è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da lire sessantamila a un milione”); l’art. 
111 del Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 - Testo unico delle Leggi di Pubblica 
Sicurezza (“Salve le condizioni particolari stabilite dalla legge nei singoli casi, le autorizzazioni 
di polizia debbono essere negate: 
 1) a chi ha riportato una condanna a pena restrittiva della libertà personale superiore a 
tre anni per delitto non colposo e non ha ottenuto la riabilitazione; 
 2) a chi è sottoposto all'ammonizione o a misura di sicurezza personale o è stato 
dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza. 
 Le autorizzazioni di polizia possono essere negate a chi ha riportato condanna per 
delitti contro la personalità dello Stato o contro l'ordine pubblico, ovvero per delitti contro le 
persone commessi con violenza, o per furto, rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di 
rapina o di estorsione, o per violenza o resistenza all'autorità, e a chi non può provare la sua 
buona condotta. 
 Le autorizzazioni devono essere revocate quando nella persona autorizzata vengono a 
mancare, in tutto o in parte, le condizioni alle quali sono subordinate, e possono essere revocate 
 5 
 
una “molteplicità di esemplari”,
3
 la norma in esame ha abbandonato il riferimento 
quantitativo, per aderire a quello qualitativo rappresentato dal “mezzo meccanico 
o fisico-chimico”, ed ha introdotto il riferimento espresso alla pubblicazione (“in 
qualunque modo destinato alla pubblicazione”). 
Occorre considerare, a tale proposito, le due forme in cui la pubblicazione può 
sostanziarsi: la distribuzione (accanto alla vendita, alla spedizione, ecc.) e 
l’affissione pubblica dell’opera. 
Quest’ultima - che prescinde dall’esistenza di un consistente numero di copie 
– può essere considerata effettivamente pubblica solo ove avvenga in un luogo 
pubblico, ovvero aperto al pubblico, ovvero in un contesto tale da fare 
presumere, per il numero delle persone ammesse, per la notorietà 
dell’avvenimento e per una serie di analoghe circostanze, la natura non privata 
dell’esposizione.  
In conclusione, al di là dei differenti significati che si possono incontrare 
analizzando le diverse fonti normative si ribadisce che l’articolo 1 della Legge 
del 1948,
4
 considera stampe o stampati, tutte le riproduzioni tipografiche o 
                                                                                                                           
quando sopraggiungono o vengono a risultare circostanze che avrebbero imposto o consentito il 
diniego della autorizzazione.”  
 
3
 Grosso C.F., Responsabilità penale per i reati commessi col mezzo della stampa, Giuffré, 
Milano, 1969, pag. 8. 
4
 Ai sensi della stessa Legge 47/1948, ad esempio, per „stampa“ si intende, all’art. 
9, sia il fenomeno della riproduzione, sia quello della diffusione dello stampato; 
all’art. 2, il solo fenomeno della diffusione; mentre ai sensi dell’art. 5 della 1 
pubblicati senza l’osservanza delle prescrizioni di legge sulla stampa periodica e 
non periodica“, la stampa si identifica con il solo fenomeno della riproduzione, 
con esclusione della diffusione. 
 6 
 
comunque ottenute con mezzi meccanici o fisico-chimici in qualsiasi modo 
destinate alla pubblicazione.
5
  
La pubblicazione non attiene, pertanto, necessariamente, alla circolazione 
dell’idea contenuta nello stampato, ma al semplice atto dell’ “offerta dell’idea 
stessa al pubblico”.
6
 
Infine, nonostante la lettera stessa della norma limiti la propria sfera di 
incidenza alle disposizioni contenute nella sola Legge 47/1948, appare pacifico 
in dottrina che tale definizione abbia rilievo anche agli effetti dell’art. 57 e ss. 
del Codice Penale.
7
 
Tale conclusione può essere desunta, in particolare, dalla circostanza che 
anche la Legge sulla Stampa contiene alcune disposizioni in tema di reati 
commessi col mezzo della stampa: art. 9 (pubblicazione delle condanne per 
reato commesso mediante un periodico), art. 11 (responsabilità civile), art. 13 
(pene per la diffamazione a mezzo stampa) e art. 21 (competenza e forme del 
giudizio per i reati commessi col mezzo della stampa), nei confronti delle quale 
rileva il concetto di stampato di cui all’art.1. 
Al concetto giuridico di stampa va aggiunto, ai fini di determinare la portata 
dell’art. 57 n. 1 c.p., quello di “stampa periodica”, che si identifica in base al 
                                                 
5
 In senso conforme: Cass. 15.11.1951; Id., 14.3.1952; Id., 3.6.1957Cass. 
28.2.1958, in Giust. Pen., 1958, II, c. 462, m. 450; Cass. 15.1.1962, in Cass. Pen. 
Mass. ann., 1962, pag. 304, m. 518; Capalozza E., Alcune considerazioni d’insieme e di 
dettaglio sui reati di pre-stampa, di post-stampa e commessi a mezzo della stampa, in Studi 
Urbinati, 1964-1965, pag. 113. 
6
 Nuvolone P., Reati di Stampa, Milano, 1951, pag. 161. 
7
 Cantarano C., Regime giuridico della Stampa, Casa Stamp. Naz., Roma, 1960, pag. 
106 
 7 
 
doppio criterio
8
 del tempo della pubblicazione e del contenuto della 
medesima.  
Quanto al primo parametro, il concetto di “periodico” attiene, in primo luogo, 
al dato formale della ripetizione delle pubblicazioni in periodi determinati. 
dell’aspetto contenutistico dell’opera. 
Affinché la pubblicazione possa ripetersi con Tuttavia, l’elemento temporale 
acquista rilevanza solo in funzione continuità, ciascuna di esse deve contenere 
argomenti diversi e, per ciò, variare contenuto a seconda del mutamento delle 
vicende circa le quali di volta in volta si informa il pubblico. 
Riepilogando, si può affermare che la periodicità, caratterizzante il tipo di 
stampa oggetto di analisi, consiste nella possibilità che le pubblicazioni siano 
soggette ad un durevole rinnovamento, in virtù della varietà del contenuto e 
della sua connessione con le vicende di volta in volta trattate – politiche, 
tecniche, artistiche, mondane, a seconda della natura del periodico.  
Giova puntualizzare che l’idoneità e il potenziale contributo alla formazione 
dell’opinione pubblica non costituiscono elementi essenziali al concetto di 
stampa periodica, pur caratterizzandone, dal punto di vista teorico, il tipo 
“ideale”. 
9
  
 
                                                 
8
 Jannitti Piromallo A., La legge sulla stampa: spunti esegetici critici 
programmatici, Studium, 1949, pag. 12; Jovane E., Diritto giornalistico, Milano Bocca 
editori, 1939, pag. 56. 
9
 De Angelis L., La responsabilità penale del direttore dei periodici, Tipografia del 
Senato, Roma, 1956, pag. 27.