E-learning e la sua storia 
 
 
 
Introduzione 
 
  
 
Per iniziare la trattazione ed introdurre il tema oggetto di tesi, 
si  riporta la definizione data da Guglietta F. il 23.09.2003: “e-
learning è l’effettivo processo di apprendimento creato dalla 
combinazione degli strumenti utilizzati e dei contenuti pubblicati 
digitalmente con supporti e servizi legati all’apprendimento 
stesso”. 
 
Quanto sopra riportato evidenzia sin da subito ciò che è 
rilevante per la progettazione di un servizio di e-learning. Come 
certamente si noterà, al fine di riuscire in un progetto così peculiare, 
è importante garantire un processo di apprendimento ottenuto dalla 
combinazione di servizi erogabili mediante le piattaforme. 
 
Questi si dividono principalmente in due classi: sincroni ed 
asincroni. Quelli sincroni implicano che entrambi i soggetti (docente 
e discente) debbono essere connessi alla rete, mentre gli altri non 
richiedono questa condizione.  
 
I servizi più importanti che appartengono alla prima classe de- 
scritta qui sopra e che si andranno ad analizzare più dettagliatamente 
sono: l’aula virtuale; la videoconferenza; l’istant messaging e 
l’utilizzazione delle chat. 
 
L’aula virtuale permette agli utenti di poter seguire lezioni e/o 
interventi di un docente in tempo reale collegandosi ad un orario 
prefissato. Costoro possono ascoltare l’audio, condividere la 
scrivania del docente (immagini, testi, appunti) ed inoltre, possono 
interagire   con il relatore formulandogli domande dopo aver chiesto 
preventivamente l’accesso. 
 
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Le videoconferenze consistono nel seguire un evento 
importante in diretta, condividendo la scrivania del relatore e 
seguendo l’audio e il video in tempo reale. Nel primo caso 
l’interattività è garantita a pochi per favorire la qualità del servizio, 
mentre nel secondo, l’interazione possibile è minore al fine di 
consentire ad un numero pressoché illimitato di utenti di usufruire di 
tale possibilità (i due servizi sono illustrati da Fusero P.). 
 
L’istant messaging sono software che consentono a due o più 
utenti di dialogare tra loro permettendo a questi di vedere se sono on 
line, consentendo pertanto di organizzare un appuntamento 
elettronico. Una volta stabilito il primo contatto, costoro, potranno 
ottenere una comunicazione privata che può essere solo testuale, 
vocale o in videoconferenza (esempio: msn). 
 
La chat è uno spazio di discussione nel quale è possibile co- 
municare mediante degli strumenti di e-mail istantanee. E’ possibile 
accedere ad esse mediante il browser oppure tramite software 
specifici. Quanto illustrato dà la possibilità di affrontare argomenti in 
apposite stanze pubbliche con persone collegate ad Internet nello 
stesso momento. Ogni risposta è pubblica ma ciò non toglie che due 
utenti possono trasferirsi in sottostanze private. 
 
Per quanto riguarda gli eventi asincroni, oltre a bacheche, se- 
greterie e lezioni on line (materiali didattici inseriti nel Web) è 
particolarmente rilevante l’adozione dei forum. 
 
I forum ed i newsgroup sono strumenti asincroni che 
permettono a coloro che vi partecipano di scambiarsi opinioni ed 
affrontare o proporre argomenti. La differenza tra i due strumenti è 
la seguente: il forum è un mezzo di comunicazione mediante il quale 
un utente può scrivere un messaggio che verrà pubblicato in uno 
spazio pubblico insieme a quelli di altri utenti; mentre, il newsgroup 
è uno spazio virtuale creato su una rete di server interconnessi per 
discutere di argomenti specifici. 
 
Oltre a quanto appena indicato, le piattaforme attuali 
consentono di effettuare simulazioni, esercitazioni, test per valutare 
le proprie competenze di partenza, stabilendo quindi un percorso 
formativo personalizzato ed altri servizi fra i quali emerge la figura 
del tutor on line. 
 
A questo punto è evidente come l’accento della discussione si 
ponga sui servizi e non sulle tecnologie. Queste ultime, devono agire 
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semplicemente da supporto ma ciò non né diminuisce la loro im- 
portanza. Per tale motivo, si procederà ad esporre tra gli ambiti 
applicativi quelli che sono i due settori nei quali si prevede il più 
ampio sviluppo dell’e-learning. 
 
Il primo è costituito dalla formazione a distanza. Per ora, ci si 
limita a ricordare che per arrivare a parlare dell’attuale stadio di FaD 
si è passati per tre generazioni, di cui due di e-learning.  
 
Oggi, si è compreso l’importanza del discente e la costruzione 
della conoscenza tramite la collaborazione di più soggetti, la teoria 
costruttivistica rispetto a quella comportamentistica e per induzione, 
si potrebbe affermare che è cambiato il modello di insegnamento. 
   
Quanto, questo è dovuto all’uso del-
le nuove risorse che si dispongono?   
 
Difficile dirlo, ma sicuramente han- 
no contribuito e certamente si è finalmente 
giunti a capire che il docente dev’essere 
una guida per il discente e non più solo un 
istruttore. Per approfondire questo tema e 
quelli legati all’evoluzione delle piatta- 
forme, si rimanda al secondo paragrafo di 
questo capitolo. 
 
Il secondo ambito applicativo è quello dell’e-learning 
considerato come un processo o un prodotto. Questa visione dell’e-
learning interessa sia le imprese di grandi dimensioni che le 
cosiddette PMI.  
 
Detto ciò, è logico chiedersi in che modo le due categorie di 
imprese possano sfruttare al meglio le potenzialità insite in un settore 
in forte espansione come l’e-learning. Sicuramente, è bene ripetere 
che detto settore rappresenta una fonte di vantaggio competitivo per 
tutti i tipi di azienda, qualora è utilizzato nella modalità più adatta al 
contesto organizzativo in cui l’impresa è inserita. 
Si riconosce che adottando questa metodologia è possibile: 
  
 ξ  effettuare formazione a distanza ed avere contenuti sempre 
aggiornati;  
 ξ  adattare l’apprendimento al singolo individuo;  
 ξ  sfruttare la flessibilità e completezza degli strumenti; 
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 ξ  industrializzare sia la fase di progettazione che di imple- 
mentazione del servizio.  
 
Quanto sopra esposto implica la possibilità di ridurre i costi di 
formazione e di aumentare l’efficacia dei processi di apprendimento 
(Balzani S., 2002). 
 
Coloro che credono che l’introduzione di questa nuova poten- 
zialità tecnologica sia la panacea per tutti i mali, legati agli aspet-          
ti pedagogici ed organizzativi, devono riflettere bene su ciò che 
sostengono. 
 
La prima cosa da evidenziare è che non sempre è possibile 
sobbarcarsi il costo del primo investimento per poter intraprendere 
questa nuova strada. Altro elemento da tenere nelle dovute 
considerazioni è il fatto che, all’interno di una qualsiasi struttura, 
convivono persone diverse tra loro che potrebbero opporre resistenza   
al cambiamento. 
 
Definito il quadro all’interno del quale ci si dovrà muovere, si 
passa ora a delineare i due approcci con i quali si può affrontare il 
cambiamento organizzativo e gli errori da non commettere a seconda 
della scelta fatta. Sembra logico affermare che nessun metodo è più 
appropriato dell’altro, senza che l’adozione di uno escluda 
totalmente l’impiego dell’altra opzione. Certamente, ognuno di 
questi metodi, veste meglio un tipo di impresa rispetto all’altro. 
 
Un criterio è quello di considerare l’e-learning come un pro- 
dotto. Questa concezione comporta il desiderio implicito, da parte di 
chi la possiede, di poter utilizzare dei prodotti fruibili on line 
adottando software semplici che consentano, al tempo stesso, il 
controllo degli accessi e la memorizzazione dei risultati ottenuti. 
Per riuscire a raggiungere i risultati prefissati è fondamentale 
conoscere i bisogni da soddisfare, quali:  
 
 ξ  la necessità di aggiornamenti su procedure interne o su 
prodotti e servizi per il cliente;  
 
 ξ  la possibilità di rendere omogenee le conoscenze dei com- 
ponenti di un’aula tradizionale; 
  
 ξ  la capacità di diffondere la conoscenza in modo capillare 
all’interno dell’azienda;  
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  ξ  l’ottimizzazione dei processi di apprendimento; 
  
 ξ  l’esigenza di dare continuità all’offerta formativa e di raf- 
forzare quanto appreso nelle lezioni tenute in un contesto 
tradizionale. 
 
Dopo che l’impresa ha attentamente valutato le caratteristiche 
sopra descritte, potrà scegliere corsi che rispondono meglio alle pro- 
prie esigenze.  
 
L’unico errore che non bisogna assolutamente commettere è 
quello di acquistare prodotti che non garantiscono l’efficacia 
didattica; perché, ciò significa vedere disattese le proprie aspettative 
a causa degli abbandoni da parte di coloro che usufruiscono del 
servizio.  
 
Oltre a quanto sopra menzionato, è da ravvisare che la com- 
binazione dei servizi che costituisce l’e-learning si eroga con una 
piattaforma che deve adeguarsi ai principali standard del settore 
(Aviation Industry CBT Commitee, Sharable Content Object 
Reference Model ecc.).  
 
Altro modello mentale che un’azienda deve utilizzare per 
meglio affrontare il problema del change management è quello di 
considerare l’e-learning come un processo.  
 
Poiché, tutto ciò comporta riorganizzare i processi aziendali, è 
necessario identificare i più importanti fattori di successo dei progetti 
di  
tale portata: 
 
 ξ  promuovere da parte del vertice aziendale il rinnovamento 
organizzativo; 
 
 ξ  avere come tempi di riferimento il medio e lungo termine; 
  
 ξ  prevedere un adeguato budget che possa bilanciare gli 
investimenti necessari per l’avvio dell’attività; 
 
 ξ  adottare un approccio di sistema che valuti tutti i punti di 
forza e di debolezza dell’approccio tradizionale; 
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  ξ  valorizzare le risorse umane, con incentivi o premi, per ri- 
compensare il tempo dedicato alla propria formazione; 
  
 ξ  sfruttare tutte le potenzialità che il nuovo sistema offre 
evitando di sovrapporre funzionalità che già si possiedono; 
 
 ξ  effettuare uno studio di fattibilità tecnologica; 
 
 ξ  definire ruoli e responsabilità di ogni persona e 
promuovere l’intero progetto con opportuni piani di 
comunicazione. 
 
Come si evince, gli aspetti organizzativi più importanti sono 
legati alle predisposizioni delle persone al nuovo, senza che queste si 
oppongano al cambiamento. Nel fare quanto detto è importante non 
trascurare il cliente, essendo questi l’unica e vera fonte del vantaggio 
competitivo. Ciò è provato dal fatto che l’obiettivo primario è quello 
di proporre una valida offerta formativa, ricordandosi che si sta 
parlando di un servizio (Garbolino F. e Maffei A., 2002).
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Da quanto sopra descritto, appare evidente che l’e-learning 
come prodotto è più idoneo per l’ambiente competitivo di una 
piccola o media impresa, rispetto all’e-learning come processo che si 
adatta meglio alle esigenze della grande impresa. 
 
Per concludere la trattazione di questo tema, si esamina la 
scelta tra produrre all’interno dell’azienda (make) o comprare 
all’esterno (buy) l’offerta formativa da proporre agli utenti finali. 
Nel primo caso l’impresa realizzerà all’interno di essa i corsi, 
mentre, nel secondo li acquisterà o noleggerà sulla base di ciò che 
trova sul mercato. 
 
E’ consigliabile adottare la prima soluzione quando: 
  
 ξ  il know-how è esclusivamente aziendale o le procedure 
sono ben definite (solitamente l’esperto si trova all’interno 
dell’impresa stessa); 
 ξ  è possibile riutilizzare i moduli all’interno dei percorsi 
formativi; 
                                                 
1
 Dalle due autrici è stata tratta  l’analisi sull’e-learning,  sia come prodotto che come processo. 
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 ξ  il grado di diffusione dei contenuti è elevato (più sono 
diffusi e meglio si importano in una versione on line); 
 ξ  sono disponibili i tempi per lo sviluppo del prodotto; 
 ξ  il ciclo di vita troppo breve (rapida obsolescenza) dei corsi 
on line non rende vana la loro produzione all’interno della 
azienda, considerata la progettazione flessibile e la 
predisposizione all’aggiornamento degli stessi. 
 
E’ invece preferibile rivolgersi al mercato quando esiste una 
ampia reperibilità dei prodotti all’interno dei cataloghi di un content 
provider. Nel selezionare detti corsi, è fondamentale, prima di 
acquistarli o noleggiarli effettuare un’analisi legata alla disponibilità  
del prodotto nel linguaggio parlato dai destinatari per facilitare  
l’apprendimento. Successivamente, verificare la compatibilità tecno- 
logica osservando il grado di interattività che è fonte di successo di 
questo nuovo modello di insegnamento (Garbolino F., 2002). 
 
Da quanto appena detto e confermato in (Lucani S.), è 
possibile trarre le seguenti conclusioni:  
 
 ξ  se si acquista un prodotto si avranno sicuramente minori 
costi e minori rischi sul risultato finale, ma, non sarà 
possibile personalizzarlo o realizzarlo su contenuti di 
nicchia; 
 
 ξ  quando si realizza l’offerta formativa all’interno 
dell’impresa il costo è medio ma si avranno rischi di 
insuccesso se non ci si avvale di personale esperto (è 
altresì vero che, se il prodotto è sfruttato per la 
reingegnerizzazione dei processi può dare ottimi risultati); 
 
 ξ  qualora si adotti l’opzione make dando in outsourcing la 
produzione, il risultato ottenuto sarà sicuramente di alto 
profilo e personalizzabile per il committente, anche se il 
costo da sostenere è decisamente alto. 
 
Terminata l’analisi legata agli aspetti organizzativi e aziendali, 
si procede con l’esposizione dei temi legati alla storia dell’e-learning 
e all’evoluzione delle piattaforme. 
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 Storia dell’e-learning 
 
 
Sviluppi metodologici della didattica 
 
 
 
 
L’argomento affronta il problema dei cambiamenti che in 
futuro si verificheranno nella scienza dell’insegnamento, conseguenti 
alla evoluzione tecnologica. 
 
Prima di addentrarsi in questa esposizione, si rende necessario 
individuare quali siano le principali differenze tra l’e-learning cosid- 
detto di prima generazione e quello attuale, illustrando le 
motivazioni che hanno determinato la situazione odierna. 
Al fine di ottenere il primo risultato indicato sopra, si 
classificano le divergenze tra i due periodi storici in base:   
 
 ξ  al contesto,  al mercato ed alle piattaforme tecnologiche;  
 ξ  ai destinatari ed all’offerta formativa;  
 ξ  alle tipologie di prodotti, alle logiche di progettazione, ai 
processi di apprendimento, alle modalità di 
implementazione. 
 
E’ bene sottolineare che con e-learning di prima generazione 
ci si riferisce al periodo storico in cui si diffusero i CBT (Computer 
Baised Training) che implicavano l’adozione di CD-ROM ed altri 
simili supporti informatici per le prime modalità di formazione a 
distanza. 
 
La sostanziale differenza tra queste due fasi sta nel fatto che, 
nel primo caso, queste soluzioni erano proposte da pochi ed in 
maniera occasionale e non erano integrate e viste come sistema. 
Attualmente, queste opportunità sono sempre più integrate con i 
processi di lavoro e con la conoscenza aziendale, considerandole 
vitali per le aziende stesse e per gli individui (la formazione continua 
diventa una parola chiave). 
 
Quanto detto si verifica anche per il mercato, oggi più maturo, 
all’interno del quale la componente di servizio acquisisce maggior 
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