Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                 Continua… 
 
Qualità artigianale 
Responsabilità dei capisquadra 
Ispezione e collaudo 
Controllo statistico 
Sistema della qualità 
T Q M 
Prima del
1900
1900 - 1920
1920 - 1940
1940 - 1960
1960 - 1980
1980 - 2004
E
V
O
L
U
Z
I
O
N
E
 
D
E
L
L
A
 
Q
U
A
L
I
T
Á
 
Fig. 1.3.   L’evoluzione della qualità 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
1.3. Concetto di Qualità 
La parola qualità ha molti significati. Qualità è, per 
esempio, avere metodo, è ottenere risultati, ma anche 
mettersi in discussione. Il termine qualità è di difficile 
definizione: esiste la qualità del prodotto, del servizio, del 
processo, c’è la qualità della vita, del lavoro, del tempo 
libero. La qualità è uno strumento per essere competitivi. 
Qualità è avere orientamento. 
 
 
 
 
 
 
 
 
La qualità in questa eccezione può essere sia un 
cane o un cavallo che un mostro. 
Una volta un re disse ad un pittore:  
“Quali sono le cose più difficili da 
dipingere?” 
 
Il pittore rispose: “I cani e i cavalli” 
 
“Quali sono le cose più facili?” disse il re. 
 
Il pittore rispose: “I mostri” 
 
Hen Fei
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
I cani e i cavalli sono più difficili da dipingere 
perché sono animali comuni e bisogna dipingerli 
cogliendone ogni particolare. I mostri sono facili da 
dipingere perché nessuno li ha mai visti, per cui si può  
rappresentarli come si vuole, nessuno potrà obiettare che 
non corrispondono alla realtà. 
La norma Uni En Iso 8402 (1995) definisce la 
qualità come “l’insieme delle caratteristiche di un’entità 
che ne determinano la capacità di soddisfare esigenze 
espresse ed implicite”. 
Nella norma Uni En Iso 9000: 2000 tale concetto è 
espresso come “grado con cui un insieme di 
caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti”. 
La definizione si riferisce a una generica entità 
rimanendo comunque legata al concetto di soddisfazione 
delle esigenze connesse a tale entità. 
Il concetto di qualità
(17)
 può essere associato ad 
un’attività, a un processo, a un organizzazione, a una 
persona; tuttavia non è semplice identificare quali siano i 
requisiti per la qualità rilevanti, ovvero le esigenze da 
soddisfare. Un processo efficace di individuazione di tali 
requisiti è sicuramente fondamentale per la riuscita 
commerciale di un prodotto o di un servizio. 
I requisiti fondamentali cambiano nel tempo, sia per 
effetto delle evoluzioni della tecnologia che rende 
                                                 
(17)
  “Qualità è soprattutto un atteggiamento mentale, essa genera nelle 
persone alcuni valori guida che incidono sui comportamenti, tra 
questi: far bene le cose la prima volta, fiducia diffusa, forza del 
metodo, miglioramento continuo, ragionar per cause e non per 
colpe” fonte: http://www.sincert.it. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
possibili nuovi sviluppi, sia perché cambiano il contesto e 
la cultura sociale, sia perché spesso sono le stesse aziende 
a generare l’esigenza di un nuovo prodotto. 
Quindi la qualità di una generica entità
(18)
 non è una 
proprietà (o un insieme di proprietà) statica: le esigenze 
possono cambiare nel tempo e sarà quindi compito del 
gestore d’azienda rivedere periodicamente i requisiti per 
la qualità che egli stesso ha associato al proprio prodotto,  
servizio o processo. 
La qualità è un rapporto tra due grandezze
(19)
: le 
prestazioni e le aspettative. Se le prestazioni sono i 
prodotti e/o servizi offerti da un’azienda, le aspettative 
sono i bisogni dei suoi clienti/utilizzatori. 
Questo concetto di qualità può essere espresso con 
la seguente formula: 
Bisogni/eAspettativ
estazioniPr
Q    
Dove le prestazioni sono la qualità percepita 
dall’azienda, per esempio l’affidabilità di un’automobile, 
mentre per aspettative/bisogni si deve intendere la qualità 
richiesta dai clienti/utilizzatori, per esempio la sicurezza 
che un automobilista pensa di dover ottenere dall’acquisto 
di una autovettura.                                    Continua…. 
 
                                                 
(18)
 In ambito aziendale: prodotto, servizio o processo. 
(19)
 A. SARDELLI – Dalla Certificazione alla Qualità Totale, 
Editrice Bibliografica, 2001, pagg. 57-60. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
La qualità assume una posizione centrale e decisiva 
nell’ottenimento dei risultati aziendali. La qualità oltre ad 
essere uno strumento competitivo importante, costituisce 
una condizione basilare di efficienza dei processi operativi 
e si configura, in effetti, come la migliore assicurazione 
per la sopravvivenza dell’impresa. 
 
 
 
 
 
1.4. La qualità: un valore dinamico 
Elemento centrale del concetto di qualità è la 
capacità di soddisfare dei bisogni. Questi ultimi cambiano 
da soggetto a soggetto: le aspettative di una persona che 
va a mangiare in un ristorante sono diverse dalle 
aspettative della stessa persona che va a mangiare nello 
stesso ristorante ma con la fidanzata. 
La qualità è un valore dinamico. Per spiegare questo 
aspetto si veda la fig. 1.5. in cui si evidenzia, in alto a 
sinistra, la zona della “Qualità implicita
(20)
” vale a dire 
quella dimensione della qualità che riguarda l’aspettativa 
                                                 
(20)
 I bisogni soddisfatti da questa qualità vengono definiti “bisogni 
base”, ossia quello che gli utenti si aspettano di ottenere (esigenze 
note). Se il bisogno base viene soddisfatto il livello di gradimento 
non muta, tuttavia diminuisce in misura più che proporzionale nel 
momento in cui non viene soddisfatto. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
del cliente di trovare nel prodotto e/o servizio ciò che è 
implicito (assunto a priori) che egli debba trovare. 
Per esempio, mettiamo che il sig. Mario Rossi entri 
in una biblioteca. E’ implicito che egli si aspetti di trovare 
delle raccolte di libri e un ambiente abbastanza tranquillo 
per poterli leggere. Questo tipo di qualità è implicita e 
lascia più o meno indifferente il sig. Rossi che ha trovato 
ciò che supponeva di trovare. 
Se però egli formula una richiesta esplicita, per 
esempio fare delle fotocopie o portarsi a casa un libro, e 
ottiene una risposta positiva, allora la sua soddisfazione 
cresce ed egli è sempre meno indifferente, fino ad avere 
una buona impressione della biblioteca. Il sig. Rossi sta 
entrando nella zona a destra del grafico, quella della 
“Qualità esplicita”. 
Se poi il sig. Rossi riceve dal servizio di biblioteca 
qualcosa che non si aspettava di ricevere e di cui non 
sapeva nemmeno di avere bisogno (per esempio viene 
offerto il servizio internet point), allora egli sarà sempre 
più soddisfatto, fino ad essere addirittura entusiasta della 
biblioteca.  
Il sig. Rossi è entrato nella zona del grafico in basso 
a destra, quello della “Qualità latente
 (21)
”. 
 
 
 
                                                 
(21)
  I bisogni soddisfatti da questa qualità vengono definiti “bisogni 
eccitanti”; sono bisogni che gli utenti non sanno di poter ottenere  
e comportano un costo aggiuntivo per l’impresa.   
 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questo meccanismo dinamico della qualità ha però 
un aspetto perverso: l’indice di riferimento su cui è 
misurata la soddisfazione degli utenti…       Continua… 
Fig. 1.5.  
EntusiastaInsoddisfatto 
Qualità 
latente 
Qualità 
implicita 
Qualità 
esplicita 
Indifferente 
Fonte: A. Sardelli – Dalla Certificazione alla Qualità 
Totale – Editrice Bibliografica, Milano, 2001, pag. 61. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
2.2. Costi per generare qualità 
Carlo Baú e Aldo Merico (1996) definiscono i costi 
relativi alla qualità come “quei costi che scomparirebbero 
se la difettosità nel ciclo produttivo fosse nulla”
(9)
. 
Volpato definisce i costi per generare la qualità “gli 
sforzi che l'azienda compie per generare prodotti di 
qualità”
(10)
. 
Attraverso la loro rilevazione si permette di vedere, 
quantificare e diminuire quei costi, quelle inefficienze che 
con i sistemi tradizionali non si riescono ad individuare; 
sono uno strumento per avviare i programmi di 
miglioramento e per stimolare le scoperte di problemi 
nascosti
(11)
.  
I costi della qualità sono, infatti, qualsiasi spesa 
sostenuta in eccesso a quelle che si sarebbero sostenute se 
il prodotto fosse stato costruito bene la prima volta, 
ovvero i costi della qualità sono quei costi che 
scomparirebbero se tutti i difetti nell'ambito della 
produzione fossero totalmente eliminati
(12)
.  
I costi per generare qualità, detti anche costi di 
controllo, sono sostenuti per contrastare la manifestazione 
                                                 
(9)
 Per difettosità, gli autori intendono lo scostamento dei requisiti 
richiesti per l'impiego previsto. 
(10)
 G. VOLPATO, “La gestione d’Impresa”, CEDAM, Padova, 2000, 
pag. 470. 
(11)
  http://www.planconsulting.it . 
(12)
 AA. VV. AMERICAN SOCIETY FOR QUALITY CONTROL “I 
Costi della Qualità – definizione, controllo e riduzione”, ISEDI, 
Torino, 1986, pag. 6. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
degli errori e degli effetti negativi che ne derivano. Il 
management, per fronteggiare tali effetti, può agire in due 
modi diversi non alternativi, ma complementari
(13)
: 
 ξ  operare sul piano della prevenzione, in modo da 
evitare la formazione degli errori; 
 ξ  operare sul piano del controllo, allo scopo di 
limitare gli effetti economici negativi connessi 
alla presenza dei gli errori stessi. 
Nel primo caso egli tende a impedire l'evento 
dannoso e nel secondo a limitare le conseguenze. 
Per tale motivo i costi di controllo vengono 
suddivisi in due categorie: di prevenzione e di rilevazione.  
 
 
 
 
 
  Continua…. 
                                                 
(13)
  GONNELLA E., “Il Fattore Qualità”, Giuffrè, Milano, 2000, 
pag. 168. 
Costi per  
generare qualità
Costi di prevenzione Costi di rilevazione 
Figura 2.1.  I costi per generare qualità 
Fonte: G. VOLPATO, “La gestione d’Impresa”, CEDAM,
Padova, 2000, pag. 471. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
3.2. Il concetto di miglioramento continuo 
nei principi della Vision 2000 
Il soggetto decisionale mediante il miglioramento 
dei processi, prodotti e/o servizi tende a realizzare la 
strategia della qualità totale e ottenere i vantaggi ad essa 
connessi
(12)
. 
Per miglioramento della qualità
(13)
, normalmente 
si intende l’insieme delle attività programmate che, 
attraverso l'utilizzazione di tecniche e strumenti specifici, 
consente l'introduzione di cambiamenti positivi per 
migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi, riducendo 
nel contempo i costi dovuti alla non-qualità
(14)
. 
Tra gli otto principi di gestione per la qualità
(15)
, 
identificati come quadro di riferimento per il 
miglioramento delle prestazioni di una organizzazione,  
                                                 
(12)
  “Il miglioramento continuo è lo strumento fondamentale per 
rendere la qualità competitiva…” Conti T., “Come costruire la 
Qualità Totale”, Sperling & Kupfer, Milano, 1992, pag. 19. 
(13)
  Onnias A., “Il linguaggio della qualità totale”, TPOK, 
Castellamonte (Torino), 1991. 
(14)
  Nella visione di Juran il miglioramento può essere inteso come 
“…promozione organizzata di un cambiamento, che abbia a 
portare dei benefici, mediante il raggiungimento di livelli di 
prestazione mai ottenuti prima”, Juran, J.M., “Leader per la 
qualità”, IPSOA, Milano, 1991, pag.37. 
(15)
  Gli otto principi della qualità secondo la Vision 2000: 
1)Organizzazione orientata al cliente; 2)Leadership; 
3)Coinvolgimento delle persone; 4)Approccio basato sui processi; 
5)Approccio sistemico alla gestione; 6) miglioramento 
continuativo; 7)Decisioni basate sui dati di fatto; 8)Rapporti di 
reciproco beneficio con i fornitori. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
figura, in particolare, il miglioramento continuo; viene 
puntualizzato che “il miglioramento continuo delle 
prestazioni complessive dovrebbe essere un abitino 
permanente dell'organizzazione”. 
Il miglioramento continuo risulta essere la chiave 
di volta dell'intero quadro normativo risultato del progetto 
Vision 2000. 
Infatti, fin dalle prime righe della ISO 9000:2000 
viene sottolineato che “Il successo può derivare 
dall'attuazione e dall'aggiornamento di un sistema di 
gestione progettato per migliorare con continuità le 
prestazioni tenendo conto delle esigenze di tutte le parti 
interessate”. 
Per guidare e far funzionare con successo una 
organizzazione bisogna dirigerla e tenerla sotto controllo 
mediante l'attuazione e l'aggiornamento di un sistema di 
gestione progettato per migliorare con continuità le 
prestazioni venendo incontro alle esigenze di tutte le parti 
interessate
(16)
. 
Il processo di miglioramento risulta, solitamente, 
costituito dai seguenti principali elementi base: 
 ξ  formazione sui concetti fondamentali; 
 ξ  definizione di strategie e politiche per la 
qualità; 
 ξ  elaborazione di un programma annuale di 
miglioramento della qualità (segmentato in 
progetti, azioni, iniziative ed attività specifici 
e/o settoriali); 
                                                 
(16)
  Paragrafo 0.2 norma ISO 9000:2000. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
 ξ  formazione sulle metodologie; 
 ξ  creazione di gruppi di progetto per 
sviluppare il programma di miglioramento 
della qualità. 
Per focalizzare con maggiore chiarezza e precisione 
la filosofia gestionale del concetto di miglioramento è 
utile richiamare le “motivazioni alla base dei sistemi di 
gestione della qualità” illustrati al punto 2.1 della norma 
ISO 9000:2000: 
“I sistemi di gestione per la qualità possono aiutare 
le organizzazioni ad accrescere la soddisfazione di 
clienti”. I clienti richiedono prodotti con caratteristiche in 
grado di soddisfare le loro esigenze ed aspettative. 
Tali esigenze ed aspettative sono espresse in 
specifiche di prodotto che, nel loro complesso 
costituiscono i cosiddetti “requisiti del cliente”. 
 I requisiti del cliente possono essere specificati 
contrattualmente dal cliente stesso, ma possono essere 
stabiliti anche dalla stessa organizzazione. 
In entrambi i casi, è il cliente che determina 
l'accettabilità del prodotto. Dato che le sue esigenze e 
aspettative si modificano, e date anche le pressioni della 
concorrenza e del progresso tecnico, le organizzazioni 
sono spinte a migliorare continuamente i loro prodotti e i 
loro processi. 
L'approccio suggerito dai sistemi di gestione per la 
qualità incoraggia le organizzazioni ad analizzare i 
requisiti del cliente, a definire i processi che 
contribuiscono ad ottenere un prodotto accettabile e a 
tenere questi processi sotto controllo.           Continua… 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Superare le resistenze interne non è dunque cosa 
agevole. Esse talora mettono in discussione la stessa 
possibilità di intraprendere i provvedimenti di 
miglioramento. 
Le resistenze esterne invece determinano 
nell'azienda una vera e propria competizione nei confronti 
dei concorrenti. L'azienda può trovarsi per quanto attiene 
alla qualità dei processi e dei prodotti e/o servizi, in una 
posizione iniziale di superiorità o di inferiorità nei 
confronti dei nuclei rivali. 
Fonte: Leopardi E., “Capire la Qualità”, Il Sole 24 Ore,
Milano, 2000 pag. 171. 
Figura 3.8.   Vignetta 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
Quando l'attività di miglioramento prende avvio da 
una posizione iniziale di vantaggio nei confronti dei 
concorrenti, essa tende a sostenere e a consolidare il 
distacco acquisito
(51)
. 
L'attività di miglioramento in altri casi, può 
muovere da posizioni iniziali di inferiorità qualitativa. In 
simile circostanza, l'azienda punta a ridurre il distacco che 
la separa dalle unità rivali, magari a conquistare un 
vantaggio nei loro confronti. 
È importante partire da misure verificabili per poi 
avere conferme documentate dell'esito. 
Anche qui impariamo dalle buone regole della 
qualità: se l'esito non è quello atteso, avremo ugualmente 
imparato da questa esperienza
(52)
. 
Non ci sono formule magiche, soluzioni semplici o 
cure miracolose per avviare il processo e fare progressi. 
La verità è che di solito migliorare richiede più 
tempo di quanto non prevedano i fautori del cambiamento, 
e ci vuole ancora più tempo perché i clienti se ne 
accorgano. 
Un servizio di qualità è una “cura”, ma è quasi 
sempre una “cura ad azione lenta”
(53)
 
Riorientare le abitudini e i valori di un'azienda 
richiede un lavoro molto duro. Se gli alti dirigenti devono 
                                                 
(51)
  Gonnella E., “Il Fattore Qualità”, Giuffrè, Milano, 2000, pag. 79. 
(52)
  Leopardi E., “Capire la Qualità”, Il Sole 24 Ore, Milano, 2000, 
pagg. 170-174. 
(53)
 Zeithaml V.A., Parasuraman A., Berry, L.L., “Servire Qualità”, 
McGraw-Hill Libri Italia, Milano, 1991, pagg. 162-164. 
 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
assumersi l'incarico della leadership della gestione 
aziendale è meglio che si preparino ad occuparsene, non 
possono delegare la responsabilità del miglioramento della 
qualità. 
Per l'avvio del processo di miglioramento del 
prodotto e/o servizio non si può offrire consiglio migliore 
che cominciare dai dati. La potenza e l'efficacia di un 
viaggio verso la qualità si fonda essenzialmente sulla 
puntuale risposta alle domande poste nel modello per il 
miglioramento della qualità esposte in fig. 3.9. . 
Molto dipende dal fatto che coloro che devono 
prendere le decisioni sappiano cosa si attendono dal 
servizio e che cosa ne pensano i clienti e che cosa ostacola 
l'organizzazione nel soddisfare le aspettative. 
Senza risposte basate su dati empirici la probabilità 
di prendere decisioni sbagliate e sprecare risorse è molto 
grande. 
Il modo migliore di affrontare quella parte del 
processo di avvio che spaventa per la mole è dimostrarsi 
selettivi in ciò che si fa piuttosto che cercare di fare tutto 
in una sola volta
(54)
. Questo richiede informazioni: 
1. su che cosa i mercati target desiderano 
maggiormente dal servizio; 
2. su come l'azienda soddisfa questi desideri 
rispetto a concorrenza; 
3. sulle cause dei punti deboli del servizio che 
vanno corretti. 
                                                 
(54)
  Leopardi E., “Capire la Qualità”, Il Sole 24 Ore, Milano, 2000 
pag. 108. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Esistono standard specifici 
per soddisfare le aspettative 
dei clienti? 
 
Le vostre prestazioni 
rispondono agli standard 
o li superano? 
 
Le informazioni trasmesse ai 
clienti sulle vostre prestazioni 
sono precise? 
Intraprendere 
azioni correttive 
Intraprendere 
azioni correttive 
Intraprendere 
azioni correttive 
Fonte: Zeithaml V.A., Parasuraman A., Berry, L.L., “Servire
Qualità”, McGraw-Hill Libri Italia, Milano, 1991,
pag. 64. 
Figura 3.9. Modello operativo per misurare e migliorare
continuamente la qualità
SI
I vostri clienti hanno la 
percezione che le vostre 
prestazioni soddisfino o 
superino le loro aspettative?
 
Capite esattamente le 
aspettative dei clienti? 
 
Continuare a verificare le 
aspettative e le  
percezioni dei clienti 
Intraprendere 
azioni correttive 
SI 
SI
NO
NO 
NO 
NO 
NO 
SI
SI
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
Questo tipo di notizie fornisce ai dirigenti una base per 
stabilire l'ordine di priorità e la sequenza delle attività di 
miglioramento dei prodotti e/o servizi. 
Quindi, la disponibilità a lavorare duramente e la 
raccolta dei dati necessari sono due pezzi fondamentali di 
quel rompicapo che è l'avvio del processo di 
miglioramento della qualità. 
Sapere cosa fare ed essere disposti a farlo sono di 
per sé insufficienti; si devono creare anche sistemi 
organizzativi per sostituire l'azione all'inerzia
(55)
. 
Per offrire al processo di miglioramento del prodotto 
e/o servizio una possibilità di riuscita è necessario 
includerlo tra le principali responsabilità del personale, il 
che significa creare opportune mansioni organizzative, a 
livello formale e informale. 
Il modo giusto per affrontare il problema del 
miglioramento del servizio e/o prodotto consiste nel 
coinvolgere il maggior numero possibile di persone e 
nell'inserire le squadre. 
Far parte di una squadra rappresenta un 
rinnovamento, uno stimolo, rinvigorisce. L'esistenza 
stessa del team pone le premesse per le prestazioni 
individuali: “deludere il capo è male, ma spesso deludere 
la squadra è peggio”
(56)
.                               Continua… 
 
                                                 
(55)
  Crosby P. B., “La qualità non costa”, Edizioni McGraw-Hill, 
Milano, 1986, pag. 110. 
(56)
  http://utenti.lycos.it/aquality/mcont/mcon01.htm . 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
3.7.1. Il Foglio raccolta dati 
Alla base di ogni attività di miglioramento c'è la 
raccolta di dati e informazioni. I dati possono essere di 
diversa natura e servire a diversi scopi: possono servire a 
comprendere una situazione attuale o a stabilire dei punti 
critici; possono essere ricavati da un questionario o da uno 
strumento di misurazione
(67)
. 
I dati devono essere raccolti in base alle necessità e 
classificati per essere interpretati. Lo scopo della raccolta 
di dati è, infatti, quello di fornire informazioni utili per 
prendere delle decisioni e avviare delle azioni. 
Per questo motivo la raccolta dei dati in un'impresa 
di costruzione e/o realizzatrice impianti è un’attività  
molto importante, che deve essere fatta in modo cosciente. 
È indispensabile che i dati raccolti siano 
rappresentativi della situazione che si vuole comprendere. 
Solo in questo modo sarà possibile dare evidenza 
oggettiva a fatti e fenomeni altrimenti non documentabili. 
Raccolta delle informazioni si avvale di tecniche di 
campionatura in grado di fornire dati quantificabili
(68)
. Per 
questa attività è utile definire dei fogli di raccolta 
appositamente studiati in base alla tipologia dei dati da 
raccogliere. Avere dei fogli di raccolta dati predefiniti 
                                                 
(67)
  Galgano A., “La Qualità Totale”, Il Sole 24Ore, Milano, 1997, 
pag. 192. 
(68)
  De Risi P., “Dizionario della Qualità”, Il Sole 24Ore, Milano, 
2001, pagg. 228-230. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
facilita le operazioni e omogeneizza la raccolta delle 
informazioni in funzione della loro interpretazione. 
Per esempio, se dovessimo rilevare il numero di 
guasti degli apparecchi che l’impresa ha in dotazione, 
dovremmo farlo su un foglio di raccolta dati impostato per 
tipologia di apparecchiatura; se poi dovessimo rilevare il 
numero di errori durante una certa procedura, o quanto 
tempo mediamente intercorre tra la richiesta dei materiali 
ai fornitori e la sua effettiva consegna all'impresa, 
dovremmo utilizzare un foglio di raccolta dati in cui poter 
segnare il tempo di ogni distribuzione. 
Un esempio di foglio raccolta dati per la rilevazione 
dei difetti e quello in figura 3.10. 
 
 
 
PRODOTTO: DATA: 
TRATTAMENTO: SETTORE:
SPECIFICHE: REPARTO: 
N° PEZZI ISPEZ.: OPERATORE: 
N° TOT PEZZI: TURNO: 
N° LOTTO: NOTE: 
 
Tipo Numero di difetti rilevati  
Difetto A ////   ////   ////   15
Difetto B ////   ////   ////   ////   ////   ////   //// 35 
Difetto C ////   ////   ////   ////   ////   // 27 
Difetto D ////   ////  /// 14 
 Totale difetti 91 
Figura  3.10.   Esempio di foglio di raccolta dati per tipologia di
difetto 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
3.7.3. Il diagramma causa-effetto 
Il diagramma causa-effetto è una rappresentazione 
grafica, ordinata e completa, di tutte le possibili cause che 
potrebbero determinare un certo problema ad un 
fenomeno. Qualsiasi tipo di problema, come il non 
funzionamento di un motore o di un attrezzo, può essere 
affrontato con questo tipo di analisi. 
È conosciuto anche come diagramma di Ishikawa 
dal nome del suo ideatore (Kaoru Ishikawa) o diagramma 
a lisca di pesce (Figura 3.12.), in quanto il suo aspetto 
ricorda per l’appunto una lisca di pesce
(70)
. 
Nel settore industriale, per la costruzione del 
diagramma causa-effetto si usano di solito quattro cause 
principali (o più, nel caso se ne possano ragionevolmente 
individuare un numero maggiore senza cadere in eccessivi 
particolarismi), corrispondenti alle quattro categorie: 
uomo, macchina, metodo e materiale (principio delle 
“4m” derivate da: man, machine, method, material), in 
corrispondenza di ciascuna delle quali si traccia una 
lisca
(71)
 (cioè un vettore). 
Si individuano poi le cause secondarie che 
influenzano le cause principali (4m) e si disegnano come 
piccole lische, nella grande lisca a cui riferiscono. 
                                                 
(70)
  Ishikawa Kaoru, “Guida al Controllo di Qualità”, Franco Angeli, 
Milano, 1985. 
(71)
  Sardelli A. “Dalla Certificazione alla Qualità Totale”, Editrice 
Bibliografica, Milano, 2001, pagg. 126-132. 
Preview: “I Sistemi di Gestione aziendale per la Qualità UNI EN ISO 9000:2000” 
 
 
 
Si completa la rappresentazione grafica mettendo al 
posto della testa del pesce simbolico il nome dell’effetto 
oggetto di analisi. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                  Continua… 
 
 
 
EFFETTO 
UOMO METODO 
MATERIALE MACCHINA 
Causa Y 
Causa Z
Causa K
Causa X 
Figura  3.12.   Diagramma causa-effetto