5
 
1.Il gruppo di imprese nell�attivit� di assicurazione.  
 
Negli ultimi anni lo scenario del settore assicurativo italiano ha 
subito profondi cambiamenti. Le principali cause sono da ricercarsi nella 
politica di privatizzazione attuata dall�autorit� governativa, che ha coinvolto 
l�INA, nella creazione del mercato unico europeo, in cui vi � la pi� ampia 
libert� di movimento e d�iniziativa economica, e nell'internazionalizzazione 
dei mercati
1
, dove nuovi operatori offrono prodotti con notevoli capacit� 
concorrenziali. 
Le imprese assicurative italiane per entrare in questo nuovo grande 
mercato, dovranno adottare strategie finalizzate al rafforzamento delle 
proprie strutture sia sul mercato interno e sia su quello comunitario. I piani e 
i programmi aziendali dovranno essere rivolti ad un miglioramento della 
competitivit�, grazie al contenimento dei prezzi ottenuto mediante la 
diminuzione, in particolare, dei costi di distribuzione. Solo cos� si potr� 
contrastare la concorrenza delle imprese internazionali, dotate di strutture 
pi� flessibili ed efficienti, che inevitabilmente giungeranno in Italia. 
                                                           
1
 Da alcuni anni si assiste ad un investimento di capitali stranieri nel nostro mercato, 
attraverso aziende italiane controllate da gruppi esteri. Ricordiamo l�acquisto effettuato dal gruppo 
tedesco �ALLIANZ� nei confronti della �RAS�, uno dei maggiori gruppi italiani. Non manca, 
per�, l�ingresso dei gruppi italiani nei mercati stranieri, un esempio � la compagnia �GENERALI�, 
che controlla un elevato numero di societ� in Europa e nel mondo. Per un Approfondimento 
sull�argomento si vedano ADAMO S., Il mercato assicurativo nel processo di integrazione 
comunitaria, Adriatica editrice Salentina, Lecce, 1992, e BASILE I., Struttura del mercato e 
condotta concorrenziale delle imprese di assicurazione, in Quaderni Cirsa, n. 26, Giuffr�, Milano, 
 6
Per proporsi sul mercato, allargare il campo d�azione e razionalizzare 
gli interventi, un'idonea strategia, gi� messa in atto da molte imprese 
assicurative italiane, � la formazione di gruppi aziendali. Essi nascono 
mediante l�acquisizione diretta d'imprese complementari (soluzione rapida 
ed efficace), oppure con la costituzione di nuove societ�, cui sono affidati 
particolari rami d�azienda. Nell�ambito di queste concentrazioni possono 
convivere sia imprese a vocazione internazionale, specializzate nei grandi 
rischi del ramo danni
2
, sia quelle nazionali, caratterizzate da una produzione 
di massa standardizzata concernente RCA, incendio e furto, e anche le 
imprese a specializzazione territoriale e di prodotto.  
Attualmente le compagnie d�assicurazione per adeguarsi alle 
effettive necessit� del mercato creano apposite societ� cui affidare 
l�esercizio di specifici rami di attivit� o di servizi particolari, in modo da 
accentuare la specializzazione gi� presente in esse.  
La formazione dei gruppi, infatti, con il conseguente decentramento 
di parte dell�attivit� alle affiliate, ha permesso di attribuire a queste il 
compito di operare in determinati mercati o in particolari segmenti di 
attivit�. Si � trattato di una logica evoluzione dell�originaria struttura delle 
aziende di assicurazione che si configurano come aziende divise, in quanto 
operano sul territorio tramite agenzie. Con il passare del tempo la loro 
                                                                                                                                                               
1991.  
2
 Per i grandi rischi s'intendono quei rischi che, per dimensione o caratteristiche, si 
collocano tradizionalmente sui mercati internazionali. DI CAGNO N. �L�economia delle imprese 
 7
accresciuta consistenza patrimoniale, ma soprattutto le difficolt� sorte nel 
gestire organismi cos� ampi e articolati, hanno suggerito soluzioni 
organizzative diverse
3
.  
Il gruppo, inoltre, � la forma organizzativa pi� idonea, per risolvere 
le problematiche dimensionali proprie di un�azienda d'assicurazioni. Le 
imprese di questo settore, per ottenere un equilibrio economico - 
finanziario, un�uniformit� nella gestione dei sinistri e fornire maggiori 
garanzie agli assicurati
4
, devono svolgere un�attivit� che rispondi alla legge 
dei grandi numeri, realizzando rilevanti volumi di produzione. Di 
conseguenza l�azienda tende ad avere grandi dimensioni per rendere pi� 
efficiente la sua gestione. Per evitare i problemi connessi all'ampia 
dimensione l�impresa inevitabilmente arriva a creare un gruppo, in altre 
parole una struttura molto flessibile, idonea a rispondere ai subitanei 
mutamenti del mercato, e che permette un miglior controllo sull'attivit� 
sparse sul territorio.  
 Le imprese creano un organismo economico composto da soggetti 
                                                                                                                                                               
assicurative�. EGEA, 1994, p. 189. 
3
 Le assicurative hanno avuto una fase iniziale di sviluppo che si espressa con una sempre 
pi� frequente costituzione di agenzie. Queste agenzie, denominate di �gestione diretta� o �in 
economia�, operano direttamente alle dipendenze della compagnia, incluso il personale, e che si 
differenziano dalle agenzie autonome dall�impresa assicuratrice che rientrano nel suo ordinamento 
esterno. Successivamente ci si � rivolti ad altre forme organizzative che vanno ad affiancarsi a 
quelle tradizionali, come la costituzione del gruppo. Sui problemi legati all�organizzazione e sulle 
strutture organizzative si rinvia a: PACI S., Evoluzione della concorrenza e dei modelli gestionali 
delle imprese di assicurazione, in Diritto ed economia delle assicurazioni, n. 1, 1992, pagg. 17 e 
ss., PETRONI G., Orientamento strategico, strutture organizzative e sviluppo delle risorse umane 
nelle imprese di assicurazione, In AA. VV., la gestione strategica dell�impresa di assicurazione, 
Giuffr�, Milano, 1987,pagg. 85 e ss.  
4
 Sull�argomento si veda TERZANI S., Alcune considerazioni sui gruppi assicurativi, in 
 8
giuridicamente indipendenti, giacch� hanno una propria forma societaria, 
ma collegati da rapporti di dipendenza sia decisionale sia economica, 
originati dalla presenza di un soggetto controllante, i quali consentono 
un�unitaria condotta economica. Quindi, pur essendo un unico soggetto 
economico, non si pu� parlare d'impresa a sezioni divise oppure a sezioni 
multidivisionali per la presenza di una chiara individualit� giuridica delle 
imprese componenti il gruppo. 
 
 
2.  Il bilancio consolidato: definizione e riferimenti normativi. 
 
Il documento contabile che fotografa la situazione patrimoniale, 
finanziaria ed economica del gruppo aziendale � il Bilancio consolidato. 
Infatti, l�esistenza di quest'organismo rende limitata la capacit� informativa 
sia del bilancio della societ� controllante, sia di quella delle controllate.  
 Il Bilancio consolidato di un gruppo assicurativo risente, 
inevitabilmente, nella forma e nei contenuti delle peculiarit� proprie del 
particolare settore in cui esso opera. Di conseguenza le autorit� che si 
occupano di disciplinare questa materia, devono tenere conto che queste 
aggregazioni presentano caratteristiche alquanto singolari, a causa della 
peculiarit� dell�attivit� e dei processi produttivi del ramo vita e danni che 
                                                                                                                                                               
Finanza, credito e assicurazione, in Scritti in onore di Carlo Masini, 4 Tomo, EGEA Milano, 
 9
attuano
5
, del particolare rischio che assumono e del fenomeno d�inversione 
temporale tra il sostenimento dei costi e la realizzazione dei ricavi proprio 
dell�attivit� assicurativa. 
Di conseguenza � necessaria una disciplina giuridica del bilancio 
consolidato assicurativo che rispetti sia i principi economico - tecnici, che 
guidano la stesura del documento, sia le esigenze giuridiche volte a 
preservare la funzione informativa del conto consolidato.  
L�obbligo e le disposizioni relative alla redazione del bilancio 
consolidato, in Italia, sono contenute nel decreto legislativo n. 173 del 26 
maggio 1997
6
, che da attuazione alla direttiva 91/674 CEE sui conti annuali 
e consolidati delle imprese di assicurazione
7
. La sua emanazione conferm� 
                                                                                                                                                               
1993, p.859.  
5
 Il processo assicurativo vero e proprio consiste nella traslazione (parziale o totale) di 
distribuzioni di danni (rischi) da unit� economiche (gli assicurati) all�impresa di assicurazioni. 
Come conseguenza del trasferimento del rischio si avr�, al verificarsi dell�evento dannoso definito 
nel contratto, il pagamento di un corrispettivo in denaro dall�assicuratore all�assicurato. I processi 
assicurativi si differenziano in processi d'assunzione delle polizze e processi di liquidazione 
sinistri. Di essi ne parla ampiamente SELLERI L., Economia e management delle imprese 
d'assicurazione, ETALIBRI, pag.146 ss.  
6
Il D. Lgs. � stato prodotto in virt� della legge delega approvata il 24 febbraio del 1994 
denominata � Comunitaria �93 �, ed � stato pubblicato sul supplemento ordinario alla �Gazzetta 
Ufficiale� n. 143 del 21 giugno 1997. 
7
La Direttiva � stata pubblicata nella G. U. C. E n. L374/7 del 31/12/91. Precedentemente 
alla norma sulle assicurazioni sono state emesse la IV Direttiva (25/7/78) sul bilancio d�esercizio e 
la VII (13/6/83) sul bilancio consolidato, ed, infatti, essa non prevede norme indipendenti alle 
precedenti. La 674 integra la normativa generale, tenendo conto delle particolarit� dello e specifico 
settore assicurativo (Si veda il documento �Significato e caratteristiche concettuali della normativa 
CEE del 19. 12. 1991 sulla chiusura annuale e quella consolidata delle assicurazioni� organizzato 
dal CESAR). 
La normativa comunitaria sul bilancio delle assicurazioni occupa una posizione chiave 
all'interno del controllo finanziario, programmato nell'ambito del Mercato Comune per le imprese 
del settore assicurativo. La 3� normativa di "coordinamento danni" rimanda, per esempio, alle 
suddette disposizioni l�accertamento degli accantonamenti tecnico�assicurativi. Ancora, le norme 
sulla valutazione e sul pareggio ricoprono un ruolo fondamentale per la determinazione di due 
parametri di sicurezza: il patrimonio vincolato e il margine di solvibilit�. 
La Direttiva 91/674 presenta anche un�importante innovazione riguardo agli schemi di Stato 
Patrimoniale e Conto Economico, essi, infatti, si discostano molto da quelli che tuttora redigono le 
 10
ulteriormente la necessit� di una disciplina specifica per le aziende che 
operavano in questo particolare settore, che prendesse in considerazione le 
peculiarit� delle compagnie assicurative. 
Il provvedimento legislativo da indicazioni chiare e precise sulla 
redazione del Bilancio consolidato (dall�art. 58 all�art. 76), trattando in 
particolare dalla definizione dei soggetti obbligati alla redazione, dell�area 
di consolidamento, dei principi di consolidamento e dei criteri di 
valutazione, e, soprattutto, propone nuovi schemi di bilancio.  
La normativa riguarda il bilancio consolidato relativo all�esercizio 
1998, i cui schemi attualmente sono previsti dalla circolare ISVAP del 24 
febbraio 1992 n. 171 in applicazione della legge n.20 del 9 gennaio 1991. 
La legge impone la redazione di tale documento alle imprese e agli enti 
assicurativi aventi sede nel territorio italiano, e attribuisce all�Istituto per la 
vigilanza sulle assicurazioni private e d�interesse collettivo (ISVAP) il 
compito di determinare i criteri, le modalit� e i vincoli da seguire nella 
procedura di consolidamento. 
Dato che, la n.171 s�ispira nel suo contenuto al decreto legislativo 9 
aprile 1991 n.127, ma anticipa in parte, anche, le norme presenti nella 
                                                                                                                                                               
imprese assicurative, su disposizione della circolare ISVAP 171. 
La conversione della Direttiva in diritto nazionale doveva avvenire a norma dell�art.70 
Par.1 prima del 1� gennaio 1994, mentre l�utilizzazione poteva essere richiesta per l�esercizio 
1995, ci� per dare la possibilit� alle compagnie di intraprendere gli adeguamenti della loro 
contabilit� necessari al soddisfacimento delle disposizioni sulla redazione dei conti.  
Sull�argomento si rimanda all�approfondito esame svolto da CIOCCA P., �La direttiva 
conti annuali e consolidati delle imprese di assicurazione: prospettive di recepimento e profili di 
vigilanza�, in Diritto ed economia dell�assicurazione, 1994, p.673 e segg.  
 
 11
Direttiva n.674 del 19 dicembre del 1991, sono poche le differenze tra il 
nuovo decreto e la circolare dell�Istituto di vigilanza e riguardano 
essenzialmente la definizione di area di consolidamento e gli schemi di 
bilancio.  
 
 
3.  Finalit� del bilancio consolidato del gruppo assicurativo. 
 
Il Bilancio consolidato � uno dei pi� validi strumenti informativi, 
utilizzato nell�ambito sia del controllo interno sia di quello esterno dai 
grandi gruppi assicurativi. 
Il conto consolidato � il mezzo con cui l�alta direzione conosce la 
consistenza patrimoniale e l�andamento economico dell�intero gruppo. 
Attraverso questo documento contabile, si compie anche un controllo di 
gestione
8
, soprattutto nei gruppi assicurativi caratterizzati da un'elevata 
integrazione e da una stretta interdipendenza economica. Il management, 
grazie a esso acquista una visione complessiva di tutte le attivit� svolte in 
tutti i paesi, e determina gli obiettivi che permetteranno di massimizzare i 
risultati complessivi. Esso � in grado di offrire agli amministratori 
informazioni consuntive periodiche da confrontare con i piani e con i 
programmi che le compagnie assicurative hanno realizzato, in base alle 
                                                           
8
 Bianchi L. A., � Informazione societaria e bilancio consolidato di gruppo� EGEA, 
 12
quali attivare il processo diretto a modificare le previsioni
9
. 
La finalit� prevalente �, in ogni modo, quella di fornire una peculiare 
informativa contabile sulla consistenza patrimoniale e sulla situazione 
economica finanziaria di tutto il gruppo aziendale, ad una pluralit� di 
destinatari esterni al gruppo: soci di minoranza, enti creditizi e finanziari, 
creditori, pubblico in genere e organi di controllo pubblico. Essi hanno 
interesse a raccogliere informazioni sull�unica realt� economica, da 
utilizzare per ampliare la conoscenza della strategia e della direzione 
dell�unico soggetto economico.  
 Gli analisti finanziari utilizzano il capitale netto e il reddito 
d�esercizio ricavabile dal bilancio consolidato e altri dati per determinare 
l�effettiva redditivit� della capogruppo e operare un�analisi finanziaria, 
basata sulla combinazione rischio reddito, per valutare la dinamica 
finanziaria del gruppo mostrando i rischi finanziari.  
Tale finalit� si realizza anche grazie all�art.29, comma 2 del decreto 
legislativo n. 127 del 1991, che estende al gruppo le stesse regole previste 
dall�art.2423 del Codice Civile: � Il bilancio consolidato deve essere redatto 
con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione 
patrimoniale e finanziaria e il risultato del complesso delle imprese 
                                                                                                                                                               
Milano, 1990, pag.11 e SS.  
9
 La dottrina italiana ha pi� di una volta sottolineato l�importanza del bilancio consolidato 
nel controllo di gestione. Si veda BRUNETTI G., Il ruolo del bilancio consolidato nel governo dei 
gruppi d'imprese, in Il bilancio consolidato. VII direttiva comunitaria e principi contabili, Padova, 
1985, pag. 45 ss.  
 13
costituito dalla controllante e dalle controllate �. 
Il bilancio consolidato nel settore assicurativo assume anche il ruolo 
di strumento di controllo pubblico. L�attivit� dei gruppi assicurativi, e in 
particolare di quelli multinazionali, coinvolge gli interessi degli assicurati e, 
ancora pi� in generale, influenza sensibilmente l�economia nazionale. Ecco 
perch� vi sono organismi pubblici, come l�ISVAP, che con la loro politica 
economica cercano d�indirizzare la gestione, di vigilare sulla gestione e di 
controllare i movimenti, soprattutto, di quelli che raggiungono 
un�importanza e una dimensione elevata
10
. 
Il fenomeno dei gruppi di imprese nel settore, infatti, provoca 
particolari ed evidenti effetti distorsivi nei processi valutativi di controllo, e 
in particolare sulla determinazione del margine di solvibilit�
11
. Un 
assicuratore, mediante la creazione di strutture di gruppo, pu� incrementare 
i propri affari assicurativi a parit� di capitale proprio complessivamente 
                                                           
10
 In sostanza, nei controlli svolti dall�ISVAP, ente di diritto pubblico dotato di personalit� 
giuridica con un elevato grado d'autonomia strutturale e finanziaria, due sembrano essere le 
principali preoccupazioni di questo organo. La prima � quella di evitare che le risorse della 
gestione assicurativa, disponibili in rilevanti entit� data l�inversione del ciclo produttivo, vengano 
impegnate nell�ambito del gruppo per finalit� diverse da quelle assicurative. Ci� proprio perch� 
non � richiesta nel settore assicurativo una separazione tra tale attivit� e quella industriale. 
La seconda � quella di evitare che i rapporti di gruppo portino a stipulare accordi che 
prevedano di utilizzare risorse di una societ� che esercita il ramo vita a vantaggio di una che si 
occupa del ramo danni, alterando la ripartizione delle spese e delle entrate. Si vedano pi� 
diffusamente FOGLIA L., I controlli sulle imprese di assicurazione, in Minervini G., Le attivit� 
finanziarie. I controlli, Il Mulino, Bologna, 1990. IANNUZZI A., I poteri dell�ISVAP, in Rivista 
delle Assicurazioni, 1991 n.1  
11
 L�istituto del margine di costituisce uno dei principali strumenti di vigilanza nell�ambito 
delle misure normative volte a tutelare, garantendo la sopravvivenza delle imprese di 
assicurazione, gli interessi degli assicurati e dei danneggiati, obiettivo prioritario del controllo 
pubblico in questo settore. Sull�importanza del ruolo svolto dal margine di solvibilit� si veda 
VOLPE PUTZOLU G., Le assicurazioni, in Trattato di Diritto Privato a cura di Rescigno, Vol. 
XIII, UTET Torino, 1985, pag. 28 e MARINIELLO FIUME L., La solvibilit� nelle imprese di 
assicurazione, Padova, 1990, pag. 106 e ss.  
 14
impiegato, eludendo i limiti patrimoniali minimi posti a garanzia degli 
assicurati. In tali situazioni, la solidit� dell�assicuratore, quale unitario 
soggetto economico cui in fine sono imputabili gli impegni assicurativi 
sottoscritti dalle unit� del gruppo, pu� essere pericolosamente in crisi, pur in 
presenza di situazioni di solvibilit� soddisfacenti a livello di singole imprese 
assicurative.  
Una delle soluzioni tecniche possibili per correggere il procedimento 
di valutazione dell�adeguatezza patrimoniale individuale dell�impresa 
assicurativa, in modo da tenere conto dei suoi legami con altre societ�, � 
proprio il bilancio consolidato. Questo strumento contabile permette di 
rettificare il patrimonio netto di una societ� assicurativa, considerando tutte 
le possibili relazioni con altre imprese assicurative partecipate (ad esempio 
rapporti di riassicurazione attiva e passiva), e, soprattutto di evitare il 
doppio o plurimo uso dello stesso capitale proprio per soddisfare gli 
obblighi normativi di solvibilit� di pi� imprese assicurative. Ci� grazie alla 
tecnica di consolidamento che consente di pervenire a valori che riflettono 
la reale situazione dell�impresa e delle societ� partecipate, 
complessivamente considerate. 
Proprio per questi motivi, l�autorit� legislativa e l�ISVAP 
considerano il bilancio consolidato uno dei pi� validi strumenti per la 
vigilanza e il controllo dell�attivit� assicurativa, e hanno impostato un 
impianto normativo e contabile al cui centro c�� il bilancio consolidato, e 
 15
che vede la valorizzazione e l�estensione delle funzioni di vigilanza
12
. Il 
documento contribuisce a comunicare un�informazione trasparente delle 
vicende del gruppo assicurativo, e a rendere pi� agevole il controllo della 
gestione tecnica, finanziaria e patrimoniale. Il controllo sui bilanci � uno dei 
mezzi principali per assolvere alle principali funzioni di vigilanza 
finanziaria, per verificare la situazione patrimoniale e reddituale, e se vi 
sono riserve tecniche sufficienti e attivit� congrue ai fini dell'integrale 
copertura degli impegni tecnici di fine esercizio, per determinare il margine 
di solvibilit�. La quantificazione di quest�ultimo attraverso la 
determinazione del suo patrimonio netto consolidato, fornisce una risposta 
adeguata agli effetti distorsivi sia dei trasferimenti intragruppo non conclusi 
a condizioni di mercato, sia dei fenomeni emergenti nel caso di 
trasferimenti incrociati o articolati di capitali di rischio all�interno del 
gruppo. 
L�ISVAP e il legislatore italiano hanno voluto dare delle disposizioni 
linea con un�impostazione estensiva della vigilanza nell�ambito del settore 
assicurativo, che dalla singola impresa passa ad osservare il gruppo di 
imprese assicurative riconducibili all�impresa stessa, cosi come avviene gi� 
                                                           
12
 � L�estensione delle funzioni di vigilanza sono avvenute da un lato attraverso la 
previsione di un complesso di disposizioni legislative aventi maggiore trasparenza rappresentativa 
dei fatti di gestione e chiara valenza prudenziale, dall�altro mediante la previsione di un ventaglio 
di poteri affidati all�Istituto di Vigilanza, da esercitare con l�emanazione di specifici 
provvedimenti, che consentir� il costante allineamento ed adattamento di talune delle soluzioni 
contenute nelle disposizioni di legge all�evoluzione delle tematiche tecniche e contabili di bilancio 
e, in ogni modo, al mutare della realt� economica di riferimento�. Dott. FOGLIA L., Vice Direttore 
Generale dell�ISVAP al convegno dell�ASA sul �ruolo dell�Autorit� di Vigilanza nella formazione 
 16
per i gruppi creditizi
13
. In quest�ottica, il gruppo assume un�autonoma 
rilevanza di fronte alla vigilanza, con conseguenti implicazioni in termini di 
responsabilit� globale del soggetto economico posto al vertice del gruppo, 
in relazione agli impegni assicurativi e alla gestione di tutte le imprese che 
ne fanno parte.  
Per la verifica e il controllo del bilancio consolidato, l'ISVAP 
dispone del potere di compiere ispezioni o di richiedere dati, notizie ed 
informazioni alle societ� ed agli enti controllati da imprese o enti 
assicurativi, avvalendosi della collaborazione delle altre autorit� che 
esercitano la vigilanza sui soggetti controllati (Consob, Banca d�Italia).
14
  
Si tratta di un�estensione del potere informativo dell�ISVAP sui 
soggetti controllati dalle imprese soggette alla sua vigilanza e, infatti, l�art.5 
lett. b della legge 576 del 1982 limitava la raccolta d�informazioni solo alle 
imprese sottoposte al suo controllo
15
. 
Il bilancio consolidato se � divenuto, cos�, un valido strumento per 
l�autorit� di vigilanza, ha una scarsa comprensibilit� per gli altri utenti, in 
                                                                                                                                                               
delle nuove regole e nel controllo dei bilanci delle imprese d�assicurazione" del 5 marzo 1997.  
13
 Infatti quest�ultima � proprio l�impostazione adottata nel settore creditizio all�atto 
dell�introduzione della disciplina di vigilanza su base consolidata, in linea a quanto contenuto nella 
relativa direttiva 92/30/Cee (D. lgs. n.356 del 1990) In via generale, si pu� affermare che la 
vigilanza sul gruppo bancario in qualche modo si sovrappone alla vigilanza individuale, 
assumendo un ruolo prioritario nel sistema dei controlli. In quest�ambito sono formalmente definiti 
i soggetti che, per il tipo di rapporto di controllo che li connette e per il genere d'attivit� esercitata, 
compongono il gruppo creditizio nonch� la figura del soggetto capogruppo cui gli stessi fanno 
capo, attribuendo a quest�ultimo, obblighi informativi e responsabilit� gestionali in relazione al 
gruppo complessivamente considerato ed a tutti i suoi componenti presi singolarmente.  
14
 Art. 8 della legge n. 20 del 9/1/1991 
15
 PALMISANO, L�ISVAP e il controllo nel settore assicurativo. Giuffr� Milano, 1994, 
pag. 159. 
 17
quanto le informazioni sono focalizzate essenzialmente sulle esigenze 
dell�organo di controllo. Si ottiene un bilancio non idoneo a dare concrete 
risposte all�esigenza degli altri utenti del gruppo assicurativo, in presenza di 
norme contabili che si preoccupano unicamente di migliorare lo strumento 
del controllo pubblico. In parte con il nuovo decreto legislativo (D. lgs. 
N.173 del 1997) si vuole rendere il bilancio consolidato intelligibile, non 
pi� piegato alle esigenze dell�ISVAP e pi� rispondente alla realt� 
economica del gruppo assicurativo. Un documento leggibile anche da lettori 
non esperti del settore, tenendo conto che un�informativa chiara e di qualit� 
migliora l�immagine sul mercato del gruppo assicurativo e delle sue 
componenti.  
Il documento contabile predisposto dalla nuova normativa, infatti, a 
differenza di quello predisposto dalla legislazione speciale, presenta un 
livello informativo quantitativamente inferiore ma meglio strutturato. Non 
sono stati previsti i numerosi allegati e modelli che la normativa speciale 
richiedeva e sono state modificate le strutture degli schemi di bilancio, allo 
scopo di realizzare un documento facilmente leggibile da parte di un 
pubblico ampio, e non solo uno strumento di vigilanza. 
Chiaramente, dato lo stretto rapporto tra l�informazione contabile di 
bilancio consolidato e le modalit� di verifica adottate dall�istituto di vigilanza 
assicurativa, la riduzione del livello di analiticit� non pu� avvenire nei 
confronti dell�informazione contabile destinata all�attivit� dell�organo di 
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vigilanza. E� necessario percorrere la strada, allora, della strutturazione di un 
flusso informativo specificamente destinato all�Organo di vigilanza, sul 
modello di quanto avviene in altri settori finanziari soggetti alla vigilanza 
pubblica
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, che comunque presenti le stesse garanzie di attendibilit� del 
bilancio ufficiale.  
 
                                                           
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 Per un approfondimento dell�argomento si veda PADOA SCHIOPPA T., Le segnalazioni 
statistiche rivolte alla Banca d�Italia come fondamento della gestione delle aziende di credito, 
Roma, 12 febbraio 1993