6 
INTRODUZIONE 
 
  
   Negli ultimi anni, il giornalismo nazionale e internazionale ha subito una forte 
trasformazione. E‟ cambiata la società, sono cambiati gli interessi, sono 
aumentati i media, le nuove tecnologie e la loro influenza nella vita di tutti i 
giorni. Così, l‟informazione ha sentito il bisogno di trovare una nuova definizione 
di se stessa e di entrare a far parte di questa società mutevole. Lo ha fatto 
modificando anch‟essa i suoi obiettivi ma, soprattutto, evolvendo i suoi codici di 
comunicazione. Quando la preghiera mattutina dell‟uomo diventa una pagina web, 
un programma televisivo o radiofonico, il giornalista deve, necessariamente, 
cercare un modo nuovo, non tanto per dire cose nuove, come asseriva Virginia 
Woolf agli albori del XX secolo, ma per dire le stesse cose.  
   Questo fenomeno di mutazione è conosciuto, a livello internazionale, come 
New journalism. Seguendo l‟esempio di Tom Wolfe, pioniere del nuovo modo di 
pensare e fare giornalismo, il New Journalism si è sviluppato in molti altri paesi, 
arricchendosi, tuttavia, delle caratteristiche delle varie realtà storico-sociali. 
   In questa sede, si tratterà dell‟evoluzione del giornalismo e della cronaca 
messicana del XX secolo, attraverso l‟analisi approfondita di tre opere 
fondamentali di Carlos Monsiváis
1
: Escenas de pudor y liviandad, Entrada libre: 
crónicas de la sociedad que se organiza e El Estado laico y sus Malquerientes.    
Monsiváis è uno dei più autorevoli e riconosciuti intellettuali di Città del Messico. 
La sua ampissima cultura, la sua curiosità universale, la sua scrittura mordace e la 
                                                 
1
 Carlos Monsiváis è nato a Città del Messico il 4 Maggio 1938. Già da giovane ha collaborato nei 
più importanti supplementi culturali e nelle riviste del Paese. Ha studiato Economia, Filosofia e 
Lettere nell‟Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Da tutta la vita coltiva con 
grande maestria vari generi come il giornalismo, la cronaca, la narrativa e il saggio. E‟ uno degli 
scrittori più riconosciuti del Messico. I suoi libri hanno toccato i temi più disparati. Tra i 
molteplici riconoscimenti che ha ricevuto ricordiamo il Premio Nacional de Periodismo (1977) 
per la cronaca, il Premio Mazatlán de Literatura (1988) per Escenas de pudor y liviandad, il 
Premio Xavier Villaurutia (1995) per Los rituales del caos, il Premio Anagrama de Ensayo (2000) 
per Aires de familia: Cultura y sociedad en América Latina e il Premio FIL de Literatura de 
Guadalajara (2006) per l‟opera di una vita.
7 
sua capacità di sintesi gli hanno permesso di penetrare gli aspetti fondamentali 
della vita culturale e politica messicana del passato e del presente. 
Le sue opere costituiscono un vero e proprio bagaglio culturale per il Messico 
contemporaneo. Inoltre, il suo stile nuovo e peculiare fa sì che si tratti di un 
genere innovativo, tanto da essere stato considerato più volte “il genere 
Monsiváis”. Un genere che si muove a cavallo tra cronaca, saggio e letteratura. 
Da un punto di vista strutturale, il presente lavoro si divide essenzialmente in 
due parti. La prima parte comprende i capitoli 1 e 2. Il capitolo 1 è un 
avvicinamento teorico allo studio delle caratteristiche del giornalismo 
contemporaneo, nonché del New journalism americano, inserendolo nel contesto 
in cui è nato e mostrandone le peculiarità stilistiche.  
Il capitolo 2, invece, tratta dello sviluppo del nuovo genere giornalistico nel 
Messico del XX secolo. Il New journalism messicano si arricchisce del proprio 
bagaglio culturale e della sua tradizione letteraria, tanto che, come vedremo, 
risulta più corretto parlare di nuova cronaca. Dopo un excursus sullo sviluppo del 
genere giornalistico e cronachistico dalle origini ai nostri giorni, si procede ad 
uno studio approfondito delle scelte stilistiche di Carlos Monsiváis. 
La seconda parte comprende i capitoli 3, 4 e 5. È una trattazione di carattere 
tematico ed esamina le tre opere di Monsiváis a cui abbiamo accennato 
precedentemente: Escenas de pudor y liviandad nel capitolo 3, Entrada libre: 
crónicas de la sociedad que se organiza, nel capitolo 4 e El Estado laico y sus 
Malquerientes nel capitolo 5. 
Saranno analizzati, di volta in volta, i temi fondamentali delle sue opere: la vita 
nella capitale, l‟influenza dei modelli cinematografici e televisivi sulla società, la 
nascita del concetto di popular, la condizione della donna e del pensiero maschile 
nel Messico contemporaneo, la società di massa, il cammino lento, insidioso, 
pieno di ostacoli dello Stato laico, fino alla presa di coscienza sociale da parte dei 
cittadini di essere parte di una nazione. Di poter essere uniti, forti e capaci di 
organizzarsi da soli in mezzo alle difficoltà causate dalle catastrofi che hanno 
colpito Città del Messico.
8 
Tutto ciò, sullo sfondo di un nuovo modo di concepire la cronaca e il 
giornalismo, del bisogno di evolvere i canoni di comunicazione esattamente come 
si evolve la società. Cambiare i canoni di scrittura non per mero interesse 
personale, ma semplicemente per il bisogno intrinseco di ogni artista di trovare 
nuove forme d‟espressione in una società altrettanto nuova, di cui anch‟egli fa 
parte.
9
10 
1.   IL GIORNALISMO DEL XX SECOLO 
 
 
   Il giornalismo è, per definizione, un‟attività di valutazione, pubblicazione e 
diffusione dei fatti di pubblico interesse, realizzata attraverso vari mezzi di 
comunicazione (i media, plurale del latino medium, "mezzo"). In origine, il 
giornalismo comprende soltanto i quotidiani, i settimanali, i periodici e in genere i 
media della carta stampata.  
   Nel corso del XX secolo lo sviluppo della tecnologia ha fatto nascere altre 
forme di giornalismo attuate per mezzo del cinema, della radio, della televisione e 
di Internet. Dai giorni in cui Hegel considerava il giornale come preghiera 
dell‟uomo moderno molto è cambiato; soprattutto, il quadro del sistema dei media, 
che sono aumentati e diventati più competitivi. I giornali hanno subìto una forte 
trasformazione, seguendo anche l‟evolversi degli usi e dei costumi della società. I 
nostri giorni, come la nostra informazione e tutto il nostro sapere, sono un „flusso‟ 
continuo. Non c‟è più distinzione netta tra un giorno e l‟altro. Le notizie che 
dovremmo leggere sul giornale del giorno dopo, le apprendiamo dalla TV che 
“probabilmente ci ha dato la buonanotte”
1
 . Per questo motivo, il giornale 
moderno sta cercando una nuova  definizione di se stesso, di ciò che può essere 
considerato notizia e del nuovo ruolo che il giornalista riveste. 
 
 
1.1   La trasformazione del linguaggio 
 
 
   Con lo sviluppo dei nuovi media, il giornalismo attuale ha modificato i suoi 
codici di comunicazione. Umberto Eco sostiene che con l‟imporsi della 
televisione, quale forma primaria di diffusione delle notizie si è notevolmente 
                                                 
1
 Anna Maria Lorusso, Patrizia Violi, Semiotica del testo giornalistico, Laterza edizioni, 2004, 
introduzione, pag. V.
11 
ridimensionato il ruolo dei giornali. A questi ultimi restano solo due alternative: 
quella dell‟approfondimento critico, non necessariamente legato alla notizia del 
giorno, oppure quella dell‟assunzione della logica della televisione, legata al 
varietà, alla discussione dei fatti di costume e alla dimensione privata della 
politica.
2
 
  Nell‟intento di avvicinarsi sempre di più ai propri lettori, il giornalista ha 
cominciato ad adottare il linguaggio più comune della televisione, dei talk-show e 
di tutto quello che oggi interessa alla maggior parte della società.
3
 I nostri 
quotidiani adottano, sempre più spesso, la tecnica della personalizzazione degli 
eventi. Si analizza “l‟individuo” più che “il fatto”, ponendo la notizia al livello 
romanzesco del “racconto”.
4
 Non potendo più dare notizie fresche, i giornali 
focalizzano l‟attenzione sull‟aspetto critico del punto di vista personale, 
influenzando emotivamente il lettore. Il linguaggio, pertanto, si modifica di 
conseguenza: la complessità e l‟assoluta impersonalità, lasciano spazio ad un 
linguaggio più semplificato e accessibile, ricorrendo anche al gergo dello 
spettacolo o dello sport per descrivere la politica. Così, la novità sta nel fatto che 
il giornale non „fa la notizia‟ ma la „costruisce‟. 
 
 
1.1.1   L’avvento di Internet 
 
 
   Nello sviluppo dei nuovi linguaggi comunicativi, un ruolo fondamentale lo ha 
assunto il giornalismo digitale sviluppatosi negli ultimi anni del XX secolo. 
   Si tratta di un linguaggio multimediale che integra il testo con le immagini, i 
suoni e i video. Attraverso il supporto dei link, l‟informazione non è più 
sviluppata in modo lineare, ma attraverso pagine simultanee. In questo modo, il 
lettore diventa, a tutti gli effetti, un utente che sceglie il percorso propostogli 
                                                 
2
 Umberto Eco, "Sulla stampa", in Cinque scritti morali, Milano, Bompiani, 1997. 
3
 Anna Maria Lorusso e Patrizia Violi, op. cit.  
4
 Ibid.
12 
oppure quello che ritiene più opportuno. Nello stesso tempo, può partecipare 
attivamente alla discussione, grazie alla presenza di blog e forum in cui lascia i 
suoi commenti. 
Inoltre, la rete, in generale, ha la possibilità di essere visitata da un numero 
cospicuo di utenti in tutto il mondo, ampliando le possibilità di uno sviluppo 
interculturale del sistema e il relativo potenziale di differenziazione linguistica. 
Nonostante il cyber giornalismo
5
 abbia assunto un ruolo fondamentale nella 
dinamica dell‟informazione, bisogna rilevarne alcuni limiti. 
In primo luogo, sebbene la possibilità di intervento diretto del lettore sia di 
notevole aiuto al processo di democratizzazione della cultura, ancora oggi, 
l‟accesso a Internet resta prerogativa di quanti hanno i supporti adatti. Si crea, in 
questo modo, una breccia sociale notevole che esclude una parte della società, a 
volte, nemmeno troppo esigua. 
In secondo luogo, uno dei più grandi limiti del cyber giornalismo, è quello di 
ridurre al massimo la discorsività della notizia. Sempre di più, ci si spinge verso la 
descrizione dei fatti mediante la risposta alle famose cinque W (Who, What, 
When, Where, Why), non permettendo una salda interiorizzazione degli eventi 
narrati, anche a causa dell‟assenza di apparato critico. In questo, la potenza e 
l‟importanza del giornalismo a stampa non può ancora essere sostituita. 
 
 
                                                 
5
 Silvia Martínez Carranza de Delucchi, Eduardo Delucchi, ¿Cómo se vinculan el periodismo y la 
literatura?, Buenos Aires, Editorial Biblos, 2008.
13 
1.2   Il ruolo del giornalista 
 
 
 El renacimiento del cuarto poder de la 
imaginación.  
Carlos Monsiváis 
 
 
   Se una delle prime caratteristiche di questo nuovo modo di fare giornalismo è 
costruire la notizia, diventa fondamentale discutere sulla questione dello stile. 
   Come dice Monsiváis è, precisamente, la volontà stilistica di questi giornalisti 
che permette di reagire contro la passività della notizia tradizionale
6
. In questo 
modo, la scrittura di ogni autore, poiché di autori si tratta, assume delle peculiarità 
proprie e, a tratti, riconoscibili dal lettore. 
   Monsiváis parla, infatti, di un “periodismo de autor” legato alla morte 
dell‟oggettività, “puesto que la objetividad es imposible”
7
. Ad un certo punto 
nell‟evoluzione della società, il giornalista sente il bisogno di entrare nella storia e 
di prendere posizione in base agli aventi. Il suo obiettivo non è più quello di 
rendere un mero sommario dell‟azione, ma quello di porre il lettore dentro la 
scena reale, in modo che si identifichi con essa. Ancora una volta, ci troviamo di 
fronte al problema del patto narrativo tra autore e lettore, sia esso ideale o reale.
 8
 
Più precisamente, ci addentriamo nei meandri del concetto di verosimiglianza. 
 
 
                                                 
6
 Carlos Monsiváis, “Aproximaciones y reintegros: el Nuevo Periodismo”, La Cultura de México, 
1972, 5 apr, p. X. 
7
 Carlos Monsiváis, “Alabemos ahora al periodismo nuevo”, La Cultura de México, 1972, 12 apr, 
p. VII. 
8
 Per maggiori informazione sulla distinzione tra emittente e destinatario, autore e lettore reale e 
autore e lettore ideale si veda Gerard Genette, Figure III: discorso del racconto, Torino, Einaudi, 
1976.
14 
1.2.1   La  verosimiglianza e il contratto di veridizione 
 
  
   Se il giornale costruisce la notizia, allora come sarà possibile credere  
all‟informazione? E‟ chiaro che il fatto che una notizia sia costruita non vuol dire 
che non corrisponda alla realtà. Di fatto, ciò di cui il giornalista si preoccupa non 
è della notizia in sé ma di come essa viene percepita. 
“La verità giornalistica è una verità relativa o, meglio, discorsiva, che non si 
misura tanto nel confronto coi fatti ma nel confronto con la sua stessa coerenza 
discorsiva, la sua tenuta logica.”
9
. Anche secondo Barthes
10
, il reale si mantiene 
esterno al testo e diventa inaccessibile dal punto di vista strettamente 
fenomenologico. La realtà che ci viene presentata è, piuttosto, un effetto di realtà, 
che il giornale deve alimentare per mantenere salda la fiducia dei suoi lettori.  
   Definiamo come verosimile una costruzione (fatta di parole, o di immagini e 
parole) che somiglia a ciò che, comunemente, consideriamo reale. Esso mette a 
confronto un accadimento narrato con il suo referente che può essere reale o 
assunto come tale.
11
 
   È un fatto che possano esistere storie verosimili o non verosimili e che tale 
scelta si possa applicare tanto a un testo letterario, quanto a un testo giornalistico. 
Possiamo dire, cioè, che un accadimento ci sembra possibile o impossibile, a 
prescindere dal fatto che sia vero o no. 
   Il punto del discorso, che ci permetterà di comprendere meglio le scelte del New 
Journalism, è che la concezione di verosimiglianza non è che una costruzione 
culturale.
12
 Difatti, in una società, la realtà e il verosimile si costruiscono di 
comune accordo, potendo cambiare da un‟epoca all‟altra o anche da un settore 
all‟altro. Se l‟emittente può decidere se dire la verità, mentire o occultare, 
dall‟altro lato il destinatario può decidere se accettare la parola data come vera, 
oppure sospettare che manchi qualcosa.  
                                                 
9
Anna Maria Lorusso e Patrizia Violi, op. cit. p. XIII. 
10
 Roland Barthes, “L‟effetto di reale”, in Il brusio della lingua, Torino, Einaudi, 1966. 
11
 Silvia Martínez Carranza de Delucchi-Eduardo Delucchi, op. cit. 
12
 Ibid.
15 
   A questo punto, risulta chiaro che considerare vero o falso un discorso non è un 
fatto stabilito, ma deriva da un patto implicito tra l‟emittente e il destinatario,  
chiamato appunto contratto di veridizione.
13
 
   Da sempre, il problema della verità ha interessato i filosofi del linguaggio. Le 
conclusioni attuali portano a considerare la verità, piuttosto, come un effetto di 
senso. Di conseguenza, ciò che interessa non è più rendere la realtà, ma creare 
discorsi che sembrino veri, ossia che producano un effetto di senso coerente e 
convincente. Non è un mistero, infatti, che ai giorni nostri, il discorso della verità 
non funzioni più, poiché a tutti i livelli discorsivi, nonostante la parola data o il 
giuramento, esiste il sospetto dell‟inganno o della menzogna.
14
  
   Molto spesso, siamo portati a considerare il compito del giornalista in base a 
luoghi comuni: “Lo stereotipo del giornalista paladino della verità”, dice Alberto 
Papuzzi, poiché di questo si tratta. Trovare e dire una verità che sia assoluta 
costituisce un‟utopia. Anche la notizia è frutto di un essere pensante, con proprie 
idee. Non ci sono fatti, affermava anche Nietzsche, ma solo interpretazioni. 
 
L‟immagine classica del compito del giornalista,  ancora oggi 
largamente diffusa, è quella romantica del paladino della verità 
 […] In realtà sappiamo che quello di verità giornalistica è un 
concetto astratto e relativo: non esiste verità, esistono le notizie. 
 […] Inoltre, sappiamo che i giornalisti svolgono il loro mestiere 
all‟intero di circuiti di potere, politico o economico, sociale o 
culturale, in virtù dei quali il giornalismo, anche quando è 
portavoce di un dissenso, è esercizio del potere.
15
 
 
   Ma qui, a questo punto, entra in gioco l‟etica del giornalista, ossia il modo in cui 
egli decide di raccontare i fatti. Si tratta certamente di una scelta cruciale, che 
determina il grado di oggettività o soggettività della notizia riportata. E‟ evidente 
                                                 
13
 Algirdas Julien Greimas, Del senso 2: narrativa, modalità, passioni, Milano, Bompiani, 1985. 
14
 Silvia Martínez Carranza de Delucchi-Eduardo Delucchi, op. cit. 
15
 Alberto Papuzzi, Professione giornalista, Roma, Donzelli, 2003.
16 
che questo tema sia di assoluta rilevanza nello studio dell‟attività giornalistica.  
Tuttavia, in questo testo ci si concentra esclusivamente sulla particolarità di un 
genere giornalistico, sulla maniera in cui esso viene interpretato e sul suo 
funzionamento. Per tale ragione, preferiamo lasciare da parte la trattazione di una 
tematica tanto importante come quella dell‟etica professionale. La trattazione di 
un argomento tanto importante meriterebbe, difatti, un capitolo a parte. Ci 
limitiamo a dire che ogni atteggiamento giornalistico, nei confronti della realtà e 
dei soggetti a cui si riferisce, è sempre frutto di scelte che, per quanto discutibili 
possano rivelarsi, devono essere fatte.  
 
    
1.3   Al confine tra giornalismo e letteratura 
 
 
   Cos‟è che ha reso per lungo tempo, e solo apparentemente, il giornalismo e la 
letteratura due estranei? Ovviamente, la loro ragion d‟essere, per definizione. Il 
giornalismo concerne nel rendere l‟attualità giorno per giorno. La letteratura è 
legata all‟estetica, allo stile, alla creazione della bellezza attraverso il linguaggio. 
Da un punto di vista sincronico, la notizia è destinata a svanire il giorno dopo, 
mentre un libro può essere per sempre.
 16
 È il “conflicto entre el actual y lo 
intemporal, entre lo hecho para olvidarse al día siguiente, y lo destinado 
(idealmente) a permanecer”, scrive Monsiváis.
 17
 
   Detto questo, non si vuole certo togliere rigore all‟arte della definizione. Solo, si 
vuole riflettere sul fatto che una netta distinzione di genere, aveva senso fino alla 
metà del XIX secolo, quando il giornalismo rappresenta l‟emblema della 
democratizzazione della cultura e ha bisogno di essere oggettivo e neutrale. Nel 
XX secolo, invece, quando già tale democratizzazione è stata raggiunta e ciò di 
cui si ha bisogno è cercare nuove espressioni, il giornalismo e la letteratura si 
                                                 
16
 Silvia Martínez Carranza de Delucchi-Eduardo Delucchi, op. cit. 
17
 Carlos Monsiváis, “Periodismo y literatura como hermano y hermana”, La Cultura de México, 
d.d  p. XII.