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Introduzione
Il presente lavoro, svolto come tesi finale del corso di laurea triennale in Scienze
politiche, Economiche, Sociali e dell‟Amministrazione (indirizzo in Economia), si
pone l‟obiettivo di dare un impulso per l‟attuazione di un progetto ampio il quale
può dare un forte e un valido contributo alla società di Casale Monferrato e alle
vittime dell‟amianto. In particolare si propone di impostare le linee guida per
poter stimare il peso economico per la società delle malattie asbesto correlata
evidenziando quindi la quantità di risorse che esse assorbono
Nel primo capitolo del lavoro viene presentata un panoramica generale riguardo
alla fibra dell‟amianto; viene descritto infatti la formazione geologica, gli utilizzi
nella storia e l‟impiego per la produzione di svariati manufatti ma soprattutto la
quantità di produzione nel mondo.
Il capitolo successivo si focalizza sulla società di Casale Monferrato descrivendo
il rapporto dei cittadini prima e dopo la chiusura dello stabilimento. Viene
sottolineato come i cittadini, nel dopoguerra fino agli anni 70‟, consideravano un
privilegio lavorare alla Eternit e come, dopo una generale presa di coscienza della
pericolosità dell‟amianto, la stessa comunità avesse bisogno di un radicale
cambiamento. Viene presentato prima un quadro generale che tratta della
produzione in Italia, poi si analizza in dettaglio la produzione nello stabilimento di
Casale Monferrato e successivamente si approfondisce l‟ambito della normativa e
della bonifica.
Infine nell‟ultimo capitolo vengono analizzati i dati in possesso e valutati
attraverso tecniche di valutazione economica, stimando un approssimativo costo
sociale complessivo per il campione di analisi composto da i costi diretti sanitari e
valore della vita attesa. Per ognuna di queste componenti il presente lavoro
descrive le caratteristiche principali, effettuando una valutazione critica delle
stesse.
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Capitolo I: Produzione e utilizzo dell’amianto
1.1 Descrizione del minerale
L‟amianto o asbesto comprende 6 minerali naturali a struttura fibrosa. Tali
minerali appartengono alla classe chimica dei Silicati e alle serie mineralogiche
del Serpentino e degli Anfiboli; la varietà con morfologia fibrosa è quella definita
“amianto” o “asbesto” da cui deriva il termine rocido lite .
Figura 1.1.1. Classificazione dei minerali di amianto
Nella famiglia dei Serpentini, ovvero silicati di magnesio, è compreso il Crisotilo.
Questo è detto “Amianto Bianco”, quasi sempre caratterizzato da fibre lunghe, fini
o raccolte in “ciuffi”; è l‟amianto commercialmente più utilizzato al mondo ed
anche l‟unico attualmente estratto (99% della produzione attuale) e
commercializzato in molti paesi, tra cui Canada e Russia perché è il tipo più
malleabile e flessibile, per cui facile da lavorare.
La famiglia degli Anfiboli, ovvero silicati di calcio e magnesio, comprendono:
Crocidolite (dal greco “fiocco di lana”) e l‟Amosite sono gli amianti di
colore blu e di colore bruno, rispettivamente, del Sud Africa, caratterizzati
da fibre aghiformi, per lo più di diametro fine; proprio per questa
caratteristica è considerato una delle varietà di amianto più pericolose perciò
attualmente non viene più commercializzato.
AMIANTI
SERPENTINO
AMPHBOLE
(Amianto Blu)
CHRYSOTILE
(Amianto Bianco)
TREMOLITE ACTINOLITE ANTHOPHYLLITE AMOSITE
CROCIDOLITE
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Attinolite (dal greco “pietra raggiata”) e l‟Antofillite (dal greco “garofano”)
sono di colore grigio-olivastro e grigio-azzurro rispettivamente, con fibre
aghiformi/prismatiche, più grossolane che fini; queste varietà non sono state
sfruttata commercialmente.
Tremolite (dal nome della Val Tremola in Svizzera) di colore grigio chiaro, è
stato poco sfruttato commercialmente perché estratto come impurezza
insieme al Crisotilo; inoltre studi hanno dimostrato che ove presente si è
registrato un peggioramento della situazione sanitaria dei minatori.
In natura i silicati fibrosi sono numerosi: molti minerali della famiglia degli
anfiboli (costituita da circa 40 membri), si presentano in forma fibrosa e pertanto
gli amianti potrebbero essere più numerosi di quanto l‟igiene industriale ne prenda
in considerazione.
1.2 Giacimenti e Proprietà chimico-fisiche, meccaniche e tecnologiche
1
Generalmente gli amianti non sono costituenti originari di una roggia, ma si
formano successivamente in vene, come riempimento di sistemi di fratture legati
ad intensi fenomeni di deformazione e rocido lite. Infatti quasi tutti i più noti
studi rocido lite isti sulle mineralizzazioni ad asbesto riferiscono che le
condizioni necessarie per la formazione di elevate concentrazioni di questo tipo di
minerali è la presenza di zone di taglio e la concentrazione della quantità di fluidi
presenti durante il processo di serpentinizzazione delle rocce ultrabasiche.
L‟estensione delle zone interessate alla rocido lite può variare da qualche
decimetro a centinai di metri. Per questi motivi, senza uno studio mirato in
dettaglio, è difficile prevedere in una roccia fratturata la presenza di vene di
amianto, la loro abbondanza, il loro spessore e la natura del minerale fibroso
presente. È possibile che si passi da zone prive di fibre a zone invece molto ricche,
in cui la fibra costituisce la parte centrale della roccia.
La maggior parte delle mineralizzazioni di amianto presenti sul territorio
piemontese è associata alle serpentiniti rocido lite della Zona Piemontese che si
estendono quasi con continuità laterale dall‟Ossola alla Liguria
2
.
1
Arpa Piemonte, Capitolo 1“Minerali di amianto”, Amianto naturale in Piemonte. Cronistoria
delle concessioni e dei permessi di ricerca mineraria , Torino, 2008, 405pp.
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Figura 1.2.1 Schema tettonico semplificato dell’arco alpino occidentale
Meta-ofioliti
Calcescisti
I minerali fibrosi più abbondanti finora individuati nelle ofioliti piemontesi sono:
crisotilo, tremolite-actinolite, antigorite, diopside, carlosturanite e balangeroite.
Allo stato attuale, studi di dettaglio e diversi sopralluoghi effettuati nella Valle di
Susa, in Val Varaita e in Val di Lanzo hanno evidenziato la presenza
macroscopica di aggregati di minerali di amianto in vene principalmente nelle
serpentiniti o rocido lite isti.
L‟elevata rocido lit di queste mineralizzazioni e la scarsa adesione alla matrice
rocciosa sono tali per cui la “perturbazione” di tali porzioni rocciose può liberare
nell‟aria fibre respirabili e l‟acclarata cancerogenicità delle fibre di amianto
suggerisce azioni finalizzate a contrastarne la diffusione. Di primaria importanza
2
Nel territorio piemontese queste rocce sono concentrate principalmente nelle Valli di Lanzo,
nelle Valli di Susa e Chisone, nelle Valli Varaita, Maira e Po (Massiccio del Monviso) e vasti
affioramenti si ritrovano in provincia di Alessandria (Gruppo di Voltri).
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risulta, quindi, il problema delle attività antropiche nelle aree interessate dalla
presenza di rocce amiantifere e la necessità di bonifica, o meglio, di un ripristino
ambientale, delle zone che possono essere sorgenti di fibre a seguito sia di
fenomeni naturali di degradazione ed alterazione, sia di interventi umani. Inoltre
le fibre di amianto possono essere immesse nell‟aria o nell‟acqua attraverso il
normale processo di degrado idrogeologico dei depositi naturali. L‟amianto non è
solubile in acqua e, a differenza di altri composti, non va incontro a processi di
degradazione. Gli agenti atmosferici, così come i cicli di gelo e disgelo, liberano
naturalmente piccole quantità di fibre di amianto dalla superficie delle rocce in cui
il minerale è presente. Una volta disperso nell‟ambiente, tenderà a rimanervi,
pressoché inalterato per tempi molto lunghi. Fibre e particelle di piccole
dimensioni possono rimanere sospese in aria per lungo tempo ed essere trasportate
dal vento e dall‟acqua per grandi distanze prima di depositarsi. Particelle di
dimensioni maggiori tendono a depositarsi più rapidamente.
Come noto l‟amianto è stato oggetto di intensa coltivazione viste le sue eccellenti
caratteristiche, quali ad esempio:
resistenza chimico – fisica: si tratta di fibre sostanzialmente dotate di
incombustibilità, di resistenza ad alte temperature, all‟usura, all‟aggressione
delle sostanze chimiche, virtualmente indistruttibili, facilmente filabili,
dotate di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti; gode oltretutto di un alta
resistenza elettrica e un alto potere adsorbente.
ottime proprietà meccaniche: possiede ottima resistenza alla trazione, alla
compressione e alla flessione.
Inoltre è da sottolineare la facilità con cui il materiale viene lavorato in ragione
della facilità con cui viene mischiato con altri materiali ottenendo un composto
caratterizzato da un‟ottima malleabilità.
1.3 L’utilizzo nella storia
L‟utilizzo propriamente commerciale o industriale dei minerali di amianto avviene
soltanto dalla fine del XIX secolo mentre le proprietà sono note fin dai tempi
antichi, infatti la possibilità di essere filato e tessuto è nota da più di 4.500 anni.