Introduzione: 
La cellula generatrice della recherche durassiana
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Ho deciso di scrivere una tesi sull’opera della scrittrice francese Marguerite 
Duras, da quando,  nel lontano 2003, mi imbattei nelle pagine del suo romanzo 
più noto,  l’Amant 
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. Da allora la sua scrittura travagliata entrò a far parte della 
mia esistenza e mi spinse ad approfondire la sua opera, inoltre portata di nuovo 
alla luce dalla Prof.ssa Sperti durante un corso monografico che sviluppava uno 
dei principali dilemmi della scrittura durassiana: se effettivamente si trattasse di 
un’auto-fiction  o di un’autobiografia. Non intendo affrontare in questo lavoro 
l’aspetto dell’auto-fiction; vorrei invece indagare sul  movimento da cui parte la 
scrittura durassiana, e sulla funzione narrativo-biografica dei suoi personaggi, 
anche perché l’autrice stessa ha preferito non distinguere un confine netto tra gli 
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 M. Duras , rue Saint Benoît, nel 1955
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 M. Duras, l’Amant, Paris, Minuit, 1984
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avvenimenti reali della sua vita e gli aspetti fittizi, quando dichiarò durante 
un’intervista di Suzanne Koapit: 
  
«Io esisto solo quando scrivo, è come se ci fosse qualcosa che si attua. Io 
lascio agire dentro di me, qualcosa che, senza dubbio, procede dalla 
femminilità… è come se ritornassi in un terreno selvaggio 
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».
 
Se ci si immerge nella lettura delle opere durassiane, uno degli elementi più 
importanti che lega molti testi è l’insoddisfazione perenne dei suoi personaggi, 
espressa da una scrittura volutamente frammentata, da uno stile che richiama la 
sceneggiatura soprattutto in opere come l’Amant e l’Amant de la Chine du Nord e 
che sembra rispondere alla sola legge di espressione dell’emozione e del 
desiderio.
La nascita in Cocincina, territorio francese nel 1914, così come l’infanzia-
adolescenza trascorsa in Indocina, produrranno uno dei temi, e delle 
ambientazioni più ricorrenti del ciclo detto indocinese ed indiano. Li nomino 
insieme perché spesso la stessa opera può richiamare l’Indocina e l’India (Un 
Barrage contre le  Pacifique 1950, Le ravissement de Lol. V . Stein 1964, Le Vice- 
consul 1965, l’Amour 1971, India song 1973, Nathalie Granger suivi de La 
femme du Gange 1973, Son nom de Venise dans calcutta désert 1976, Eden 
cinéma 1977, L’ Amant  1984 e l’Amant de la Chine du Nord 1992).
M. Duras ha costituito un personaggio spesso controverso e discusso: nel 1945 
militò nel P.C.F, ma subito nel 1946 decise di allontanarsi, mentre negli anni a 
venire, l’esperienza traumatica del marito Robert Antelme prigioniero nel campo 
di concentramento di Dachau, ma fortunatamente riconosciuto dal futuro 
Presidente Mitterand nel 1945, produsse l’opera La Douleur, pubblicato postumo 
nel 1985 e La vie tranquille, edita da Gallimard invece con ambientazione belga.
Nel 1946 la scrittrice si separa da Robert Antelme e conosce Dionys Mascolo, ma 
l’ amicizia le tre personalità sarà una costante nella vita intellettuale e politica. 
Negli anni ‘50,  il suo primo romanzo che apre la tematica dell’infanzia 
indocinese è Un Barrage contre le Pacifique, seguito dai Cahiers de guerre, 
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 Intervista di M. Duras con Suzanne Koapit, in Réalité, marzo 1963
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mentre  il soggiorno in Italia, le permette di conoscere Elio e Ginetta Vittorini e di 
visitare Livorno e La Spezia,  trasmettendole l’ispirazione per  scrivere Le marin 
de Gibiltrar (1952) e Les petits chevaux de Traquinia (1953). Negli anni 
successivi M. Duras prende posizione apertamente contro la guerra in Algeria e si 
schiera ideologicamente a fianco del Fronte nazionale di liberazione algerino, in 
in opposizione alla politica colonialista del presidente  de Gaulle, infatti nel 1960, 
firma il manifesto dei 121 contro la guerra in Algeria. Nel 1956, Marguerite D. si 
separa da Dionys Mascolo ed inaugura una stagione teatrale e cinematografica, 
grazie alla collaborazione come sceneggiatrice a fianco del regista Alain Renais 
del film Hiroshima Mon amour 1959, un capolavoro che si apre con una  scena 
iniziale di due amanti che si amano sotto le macerie di Hiroshima, dopo il 
bombardamento da parte degli U.S.A e che sviluppa il tema dell’eros e del 
tanathos, in quanto la forza dell’amore coesiste con  la distruzione provocata dal 
fungo atomico e le disastrose conseguenze subite dalle vittime sopravvissute 
(perdita di capelli delle donne giapponesi, bambini il cui volto è lacerato, 
macerie). L’uscita di due romanzi di grande successo Le ravissement de Lol. V . 
Stein 1964 e Le vice- consul 1965 ne coronano  la  celebrità e seguono 
l’ambientazione del Barrage.
L’attività cinematografica continuerà negli anni ‘70 con l’uscita di India Song e 
Nathalie Granger, di nuovo di ispirazione indocinese,  Ma l’opera con cui la 
scrittrice raggiunge fama mondiale è l’Amant 1984) in cui la tematica 
dell’infanzia e dell’adolescenza in Indocina, uniti ad uno in uno stile nitido ed 
elementare, tipico dello sguardo da cineasta rendono il romanzo capace di 
esprimere senza particolari ornamenti le emozioni interiori, la sensualità e la 
sofferenza estrema uniti nella storia d’amore tra la protagonista (a volte narratrice 
in prima persona, altre in terza) e un uomo cinese. Lo stile è tipico di una ripresa 
cinematografica, e, come farebbe un regista, l’autrice riesce ad esprimere e 
penetrare negli abissi dell’animo umano, soprattutto femminile: la sofferenza della 
madre per la concessione che nonostante le dighe subisce continui allagamenti la 
conduce alla follia ed a colpire spesso la figlia, l’esperienza d’amore di 
quest’ultima con il cinese e la forza distruttrice dell’alcool, che è rappresentata in 
una foto iniziale M. Duras di cui riporto una citazione:
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Presto fu tardi nella mia vita. (…) L’alcool ha assunto le funzioni a cui 
Dio è mancato, inclusa quella di uccidere, di uccidermi. Il volto 
dell’alcool ha preceduto l’alcool.
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 M. Duras è la scrittrice dell’amore sensuale e familiare,  nei suoi aspetti perversi 
e contraddittori, oltre ad essere stata grande sostenitrice  della causa femminile 
l’articolo in difesa di Christine Villemin, una donna accusata di aver annegato il 
proprio bambino nel lago di V ologne, si è sempre schierata a favore  del desiderio 
femminile e della sua libertà di viverlo. Questa ricerca del piacere sembra 
nascondersi dietro un’apparente ricerca dell’assoluto, ma la sua predilezione per 
questi aspetti tuttavia  non deve essere scambiata per materialismo ed edonismo, 
ma al contrario se si  leggono le sue opere, la maggior parte  dei personaggi vive 
un vuoto esistenziale assoluto, che preferisco chiamare con il termine francese 
manque, in quanto esprime sia l’insoddisfazione, sia la mancanza, sia il vuoto e 
può aver anche la connotazione di abbandono.
La ricerca di compensazione, derivante dall’abbandono nei personaggi durassiani 
è la tematica principale del mio lavoro, che vorrebbe far luce sui tentativi che i 
personaggi ricercano per colmare il manque  che non solo indica una privazione, 
ma anche perdita di identità e per questo che i protagonisti delle opere spesso 
incontrano delle persone per cui provano dei sentimenti speculari, che rinviano 
all’amore materno, paterno e sororale e con i quali spesso avvengono dei giochi di 
sostituzione d’identità.
Il manque absolu è il punto di partenza, la cellula generatrice del discorso 
durassiano spinge ai personaggi muovere per cercare un qualcosa che possa 
sostituirlo: esso può derivare dalla perdita della figura materno nella  mendicante 
del Vice-consul o nella protagonista del Barrage, può inoltre essere  identificato 
come deriva dell’assenza paterna nell’Amant, dell’Amant de la Chine du Nord e 
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 M. Duras, L’amante, Parigi, ,Gallimard,1984 pp.10-11
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nella Vie Tranquille
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, oppure come abbandono da parte di uomo ed esperienza di 
superamento del trauma nell’oblio come accade nel Ravissement de Lol. V . Stein
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. 
La mendicante che proviene dalla Cambogia erra e desidera ritornare dalla madre 
che l’ha allontanata. Quando giunge a Calcutta, trova una figura sostitutiva in 
Anne- Marie Stretter, ma quando riesce a trovare questa madre adottiva ormai la 
follia ha cancellato la sua memoria.
Le protagonisti dell’Amant, dell’Amant de la Chine du Nord, della Vie Tranquille 
provano un sentimento per l’amante che si tinge di amore sororale-filiale e sono 
legate ai personaggi dei fratelli in una relazione che rasenta l’incesto e l’amore 
paterno. Nel caso del Barrage la relazione tra il fratello Joseph e la sorella 
Suzanne presenta delle ambiguità, in quanto il sentimento che li lega potrebbe 
essere un prolungamento dell’amore parentale, mentre la protagonista del 
Ravissement de Lol. V . Stein ricerca nella sostituzione con l’identità dell’amica 
Tatiana di superare il trauma dell’abbandono da parte del suo uomo, continuando 
la sua esistenza nell’oblio.
Agatha
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 costituisce soprattutto una piccola opera che confessa più esplicitamente 
della Vie tranquille, la relazione incestuosa tra un  fratello ed una sorella, ma 
anch’essa è un gioco di specchi che dipinge l’amore materno. 
La scrittura di M. Duras riesce a penetrare profondamente nell’intimità dell’animo 
femminile, infatti nel Ravissement de Lol.V . Stein, oltre al gioco di sostituzione e 
al tema della relazione triangolare che si trova nel ballo di T. Beach, in cui 
l’affascinante personaggio ricorrente di Anne-Marie Stretter seduce l’amante della 
protagonista, è presente la ricerca dell’oblio che è un tema caro alla scrittrice. 
J. Lacan, noto psicanalista francese, elogia il romanzo della Duras nell’ Hommage 
fait à M. Duras, du ravissement de Lol. V . Stein
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, pubblicato nel 1965, in cui 
esprime la sua ammirazione per la scrittrice che attraverso la narrazione di Lol, è 
riuscita a mettere in pratica uno dei suoi insegnamenti psicoanalitici: il 
superamento del trauma attraverso l’atto di riviverlo. Infatti, Lol, da vittima 
dell’abbandono ne diviene artefice, ma non provoca dolore all’amante che lascia 
perché nelle pagine conclusive, la protagonista desidera vederlo riabbracciato a 
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 M. Duras, La vie tranquille, Paris, Gallimard, 1944
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 M. Duras, Ravissement de Lol. V . Stein, Paris, Gallimard, 1964
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 M. Duras, Agatha, Paris, Gallimard, 1984
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 C.f.r., J. Lacan, Hommage fait à Marguerite Duras, du ravissement de Lol.V . Stein, 1965
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