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In Italia le api appartenenti alla suprerfamiglia Apoidea sono incluse in 7 famiglie, 45 generi e 
934 specie (Pagliano, 1995). 
Essenzialmente si tratta di insetti che vivono o in forma solitaria o in società più o meno 
complesse. Le specie solitarie nidificano nel sottosuolo, nel legno morto, nei rametti secchi, 
nelle screpolature dei vecchi muri e delle rocce, in gusci di Gasteropodi, e in altri luoghi.  
Alcune api sociali ,in relazione alle loro peculiarità, costruiscono i nidi anche in maniera 
complessa, fabbricando, in ambienti precostituiti, celle con un misto di cera e polline 
(Bombi) o con cera pura (Api mellifiche). 
  Nel nostro Paese le famiglie che compongono la superfamiglia Apoidea risultano le 
seguenti: 
 
 ξ  Colletidae, che comprende il genere Hylaeus Fab. (49 specie) e il genere Colletes Latr. (15 
specie). Si tratta di apidi primitivi con apparato boccale masticatore lambente e ligula breve; 
 ξ  Andrenidae, composta da 5 generi di cui solo il gen. Andrena Fab. è rappresentato da 170 
specie nidificanti nel terreno, spesso anche fino a notevole profondità; 
 ξ   Halictidae, con 9 generi dei quali i più rappresentati sono l’Halictus Latr. - 37 specie) e il 
Lasioglossum Curtis, con ben 96 specie. Questi insetti, nidificanti anch’essi nel terreno 
presentano talora cicli complessi e svariati comportamenti etologici. Alcune specie sono da 
considerare sociali (presociali) in quanto si riscontrano caste ben definite e particolari cure 
parentali; 
 ξ  Melittidae, composta da 3 generi: Melitta Kirby (5 specie), Macropis Panzer (3 specie) e 
Dasypoda Latreille (6 specie) sono da considerare, per le esigenze di impollinazione di 
alcune specie vegetali, tra i pronubi più efficienti. Le femmine del genere Dasypoda 
presentano nel terzo paio di zampe una particolare estesa peluria atta a trattenere una 
rilevante quantità di polline; 
 ξ  Megachilidae, vasto gruppo di insetti (21 generi) con costumi vari ed interessanti 
comportamenti di nidificazione. Alcuni nidificano nel terreno, nel legno vecchio, negli steli 
secchi, nelle gallerie degli insetti xylofagi (gen. Lithurge Latr., con 2 specie) o usano gusci di 
gasteropodi o frammenti di canne (gen. Anthidium Fab. - con 10 specie; gen. Osmia Panz., 
con ben 41 specie). Alcune di queste api solitarie usano per la costruzione dei propri nidi 
rametti secchi, steli cavi; vecchi nidi di Imenotteri, conchiglie, fessure dei muri. Altri ancora 
necessitano di frammenti di foglie, ritagliati e ripiegati ad arte (gen. Megachile Latr., con 39 
specie); Le femmine del genere Heriades Spin. (4 specie) per nidificare necessitano della 
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presenza di Conifere nell’ambiente. Infatti questi insetti realizzano i setti divisori tra le celle 
solo con resina di Conifere. 
 ξ  Anthophorinae, famiglia costituita da grossi insetti nidificanti essenzialmente nel terreno, 
nel legno secco e in cavità murarie preesistenti. Gli insetti appartenenti ai 17 generi di questa 
famiglia impiantano imponenti nidi dove si realizza nidificazione essenzialmente di tipo 
gregario. I generi più interessanti per l’attività pronuba sono l’Anthophora Latr. (31 specie), 
l’Eucera (30 specie) e l’Amegilla (8 specie). 
 ξ  Apidae, comprende quattro sottofamiglie, delle quali le tre che seguono rappresentano 
specie europee e italiane: 
-Anthophorinae: è la più numerosa: si ricorda il gen. Anthophora Latr. Costituito da grossi 
Apidi nidificanti nel terreno, nel legno secco, in cavità preesistenti, ove impiantano 
imponenti colonie. 
- Xilocopinae: Apidi di piccole, medie e grandi dimensioni. Si ricorda il gen. Ceratina Latr., 
comprendente piccole api nidificanti in rametti e steli secchi nonché le Xylocope, fra le quali 
si rinvengono i più grandi Apidi conosciuti, scavanti gallerie nel legno morto o negli steli 
cavi, ma nidificanti talora anche nel terreno.Comune da noi la Xylocopa violacea L. 
-Apinae: comprende i Bombi,le Melipone, le Api. 
Fra i bombi si ricordano due generi: Bombus Latr. e Psithyrus Lep. I bombi sono diffusi nelle 
regioni temperate e boreali, vivono in piccole società matriarcali, monoginiche, annuali. 
Nidificano in prossimità della superficie del suolo, sotto terra o in cavità preesistenti, ma non 
costruiscono favi. La femmina feconda passa l’inverno in ripari vari ed in primavera fonda 
una nuova società. Trovata la cavità adatta ( di roditori o uccelli ), la ripulisce e vi adatta con 
cera mista a polline, una specie di piccolo orcio nel quale immagazzina il miele di scorta. Poi 
costruisce, sempre con cera mista a polline ed a sostanze grasse, delle celle pedotrofiche ove 
depone le uova con provviste di miele e polline; le celle vengono quindi chiuse 
successivamente con cera. Alla fine dell’estate compaiono i maschi e le giovani femmine. 
Queste ultime, dopo l’accoppiamento passano l’inverno in luoghi riparati per fondare una 
nuova società nella primavera o nell’estate successiva. 
Le femmine appartenenti ai generi Psithyrus non hanno strutture atte alla raccolta del polline. 
Per nidificare prendono possesso direttamente dei nidi di Bombus già in sviluppo 
(usurpazione) risparmiandosi di fondare loro stesse la colonia. 
Le Melipone fondano società matriarcali, monoginiche,pluriannuali.Si ricordano i generi 
Melipone Illig. e Trigona Jur..Sono insetti tropicali e sub-tropicali presenti in Africa, 
Indocina, Giappone, Australia, America centrale e meridionale. 
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Fra le api da miele abbiamo un solo genere : il gen. Apis L. 
Il genere Apis L, nel mondo, comprende quattro specie: 1) Apis florea F., 2) Apis dorsata F., 
3) Apis cerana F., 4) Apis mellifera L. (Ruttner, 1988): 
1) l’Apis florea F. (conosciuta anche come ape nana) è diffusa in India, Indocina, Malesia ed 
è la specie più piccola. Il suo nido, libero (mai in cavità oscure) è composto da un solo favo e 
viene costruito entro cespugli radi o su rami pressochè orizzontali, attorno ai quali le api 
dispongono anelli di sostanza vischiosa a protezione delle formiche. Nonostante che il nido 
sia all’aperto le api sopportano bene sia le grandi piogge che le elevate temperature. Nel nido 
si possono notare due parti ben distinte: una per l’ovideposizione ed una per 
l’immagazzinamento del miele e del polline. 
2) l’Apis dorsata F. ha una distribuzione geografica analoga all’ape nana ed è denominata 
“ape gigante” per le sue notevoli dimensioni. Costruisce anch’essa un solo grande favo 
all’aperto, appeso ad un ramo o sotto un tetto di roccia ed altro. Le sue punture sono di 
norma molto pericolose; 
3) l’Apis cerana F. è molto simile ad Apis mellifera, tanto che fu nel passato ritenuta 
sottospecie di questa; tuttavia nette differenze nell’armatura genitale maschile e diversità di 
comportamenti dimostrano che trattasi di due specie distinte. L’Apis cerana costruisce i suoi 
nidi con favi verticali, in luoghi riparati, per lo più entro cavità di alberi o di rocce; nella 
formazione del nido ricorda quindi assai da vicino il comportamento di Apis mellifera, anche 
se le sue colonie sono solitamente meno numerose. Ha una distribuzione geografica simile 
all’Apis dorsata ed è molto diffusa in particolare in India; 
4) l’Apis mellifera L.: sotto il nome di Apis mellifera, Carlo Linneo riuniva, nel suo “Systema 
Naturae” (1758), tutte le api allora note. Successivamente, lo stesso Linneo, nella sua “Fauna 
Suecica” (1761), rivedendo attentatamente il comportamento delle api, dava all'ape il nome di 
Apis mellifica. Tale seconda attribuzione, dal punto di vista etimologico, appare più esatta, in 
quanto il miele viene "fabbricato" dall'insetto e non semplicemente "trasportato". Tuttavia in 
base alla legge della priorità appare opportuno usare, specie nelle trattazioni scientifiche, la 
prima citazione. 
L’Apis mellifera L. è diffusa in tutto il continente antico e comprende numerose razze; in 
Italia, secondo Ruttner (1988), sono presenti le seguenti: A) Apis mellifera mellifera L.; B) 
Apis mellifera carnica Poll.; C) Apis mellifera ligustica Spin.; D) Apis mellifera sicula 
Grassi. 
A) L’Apis mellifera mellifera L. è diffusa nell’Europa centrale, occidentale e settentrionale, 
compresa Inghilterra e Scandinavia. In Italia è presente (ecotipi inclusi) nella Venezia Giulia 
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e Tridentina, nella Valle d’Aosta e nella Liguria occidentale. Presenta una pigmentazione 
scura uniforme, ligula relativamente corta, aggressività rimarchevole. Ha una ripresa 
primaverile lenta ed è quindi particolarmente adatta a raccolte tardive. 
B) L’Apis mellifera carnica Poll. è diffusa nei Balcani, nei Carpazi e nel nostro Paese è 
presente nelle Alpi orientali. Simile all’ape tedesca, ma con una pelosità tendente al fulvo e 
con ligula più sviluppata. Presenta di norma un carattere mansueto ed ha uno sviluppo 
precoce in primaverile. Possiede, inoltre, una spiccata tendenza alla sciamatura. 
C) L’Apis mellifera ligustica Spin., detta anche ape italiana, è diffusa in tutta la penisola. La 
sua caratteristica saliente è la presenza di ampie fasce sui primi tre urotergiti apparenti. 
Presenta una ligula particolarmente sviluppata (6-7 mm), debole tendenza alla sciamatura, 
ripresa primaverile precoce e docilità notevole. E’ da considerare un’ape particolarmente 
adatta ai climi meridionali. Frequenti sono i suoi ibridi, apecie nelle regioni di confine. 
D) L’Apis mellifica sicula Grassi: più scura della ligustica, è presente nella Regione Sicilia ed 
è ibridata con l’ape Nord-africana. 
 
 
1.1.1.1 La socialità negli Apoidei 
 
In etologia si indica con il termine “socialità” la tendenza dei membri di una data specie 
animale a vivere in gruppo e a instaurare reciproche interazioni. 
Si afferma che tre sono i requisiti fondamentali della socialità: 
1. che fra individui della stessa specie sussista collaborazione nella cura della prole. 
2. che vi sia una divisione di lavoro con individui fertili e sterili in cooperazione. 
3. che vi sia una sovrapposizione di almeno due generazioni nella stessa colonia, 
conseguenza diretta del prolungamento della vita della madre. 
È inoltre noto che le società degli insetti possono essere: 
- omogenee, raggruppamenti di individui di una stessa specie o eterogenee. 
- monoginiche, discendenti da una sola femmina o poliginiche, da più femmine. 
- temporanee, quindi società annuali o durevoli, società persistenti. 
-  matriarcali, dove i maschi sono presenti solo in determinati periodi ed esclusi da              
ogni  attività  che non sia quella della fecondazione o coniugali. 
  
Nel mondo degli insetti la socialità è presente essenzialmente nel gruppo degli Imenotteri ( 
Vespe, Formiche, Api ) e nelle Termiti.