INTRODUZIONE
Troppi cittadini italiani, al giorno d'oggi, sono dipendenti dal 
gioco d'azzardo. L'evoluzione di questo tipo di intrattenimento, ci 
permette di analizzare il cambiamento dell'approccio al gioco: sia 
da parte del giocatore, che nei riguardi di parenti ed amici e nel 
loro tentativo di aiutare lo scommettitore malato in base alle rico-
nosciute capacità di tempestivo intervento e di collaborazione 
con i medici, sia, infine, da parte della società in generale, per l'i-
dea di diseconomia culturale ed educativa che infonde tra i citta-
dini impoverendoli quindi sui vari fronti, non soltanto finanziari. 
Tale mutamento ha sviluppato una serie di conseguenze nega-
tive che colpiscono ogni giorno le più varie categorie di persone 
senza distinzione di età, genere o stile di vita. Il soggetto che di-
viene dipendente dal gioco d'azzardo, sarà emarginato, con il pas-
sare del tempo, dai rapporti sociali e familiari che manteneva pri-
ma di diventare un malato patologico, e contemporaneamente na-
scerà in lui la volontà di creare una sorta di personaggio immagi-
nario che si distacca dal proprio “Io problematico”. Questo av-
viene come se tale individuo avesse la possibilità di indossare va-
rie maschere, che permettono al cittadino stesso di proteggersi 
dalle situazioni che deve saper affrontare nella quotidianità. Allo 
stesso tempo, però, succede che suddetta persona diventa quindi 
incapace di mantenere un suo atteggiamento costante e razionale 
che gli permetta di conservare o raggiungere uno stile di vita gra-
tificante, dandosi degli obiettivi, in maniera produttiva e legale.
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In questa stesura, il primo capitolo è dedicato alle varie tipo-
logie di dipendenza, motivandone le modalità di accesso e cono-
scenza da parte degli individui e le urgenti necessità di utilizzo 
costante, parlando tra queste anche del gioco d'azzardo. L'analisi 
sociale e psicologica circa il comportamento di queste particolari 
tipologie di consumatori appena descritte, sarà presente nell'inte-
ro lavoro concentrandomi sui comportamenti e sulle scelte dei 
giocatori d'azzardo a partire dal secondo capitolo tramite un ex-
cursus storico del gioco d'azzardo dalla nascita di questo ai giorni 
nostri.
Lo studio continua poi con una necessaria elencazione, nel 
terzo capitolo, delle tipologie di gioco e, nello specifico, delle 
possibili classificazioni dei giocatori d'azzardo menzionando an-
che chi sono i giocatori in Italia oggi, come si comportano e quali 
sono le conseguenze cui è possibile andare incontro. Concludo 
infine la tesi nel quarto capitolo parlando di Pavia, capitale italia-
na del gioco d'azzardo, e delle possibili terapie e cure alle quali il 
giocatore patologico potrebbe essere sottoposto nelle condizioni 
in cui dimostri piena fiducia nelle competenze dei medici e buo-
na volontà di guarire, collaborando con chi si impegna con co-
stanza ed interesse per aiutarlo.
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Capitolo primo
TIPOLOGIE DI DIPENDENZA
1.1. Introduzione
La dipendenza è la “convinzione individuale, in seguito ad un'esperienza 
soggettivamente interpretata, di avere trovato in un posto e solo in quel 
posto la risposta fondamentale a propri bisogni e desideri essenziali: che 
non è possibile soddisfare altrimenti”.
 Guerreschi, New addictions, 2005.
“L'individuo nasce dipendente ed è assai improbabile che 
nel corso della sua vita sia in grado di agire in totale indipenden-
za: dipendiamo infatti dalle nostre esigenze fisiche ed emotive, 
ma anche dai giudizi e dall'approvazione degli altri, dalle norme 
e dai valori dettati dalla società” (Cattarinussi, 2013, p. 11). Pos-
siamo confermare oggi, valutando con occhi critici l'andamento 
della società occidentale, che buona parte del comportamento di 
ognuno di noi è regolato necessariamente dalle frenetiche mode e 
novità che quotidianamente ci inondano come uno tsunami. Ogni 
tipo di servizio è diventato più accessibile sia tramite gli infiniti 
mezzi di comunicazione che ci tengono costantemente aggiorna-
ti, sia attraverso l'aumento delle attività che permettono la vendi-
ta, soddisfacendo ogni necessità. Tali attività infatti risultano ad 
oggi di facile avvicinamento da parte dell'individuo tanto virtual-
mente, con l'utilizzo di Internet, quanto mediante i negozi  (e le 
zone considerate a rischio di spaccio) localizzati dai commer-
cianti in maniera strategica  in ogni città.
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Siffatta volontà di cullare il cittadino, confortandolo con ri-
sposte puntuali alle esigenze richieste, è interpretata da Goffman 
come una delle “facciate personali” (Goffman, 1971, p. 27) che 
può assumere il venditore, in questo caso, durante l'interazione 
sociale quotidiana con il cliente. In base all'abilità con la quale ci 
si presenta al cospetto dell'altro, abbiamo: sul versante economi-
co in maniera evidente un maggior guadagno; sul lato sociale, la 
diffusa interpretazione che porta ad incasellare l'identità dell'uo-
mo in difficoltà dietro etichette, positive o negative a seconda del 
bisogno richiesto. In questo modo possiamo aggiungere che “la 
gestione delle impressioni non è solo un processo per influenzare 
ciò che gli altri pensano di noi, ma in ultima analisi, essa deter-
minerà anche cosa pensiamo di noi stessi! Dunque noi diventia-
mo realmente ciò che le altre persone pensano che noi siamo!” 
(Forgas, 1989, p. 188).
Il problema che più ci preoccupa è che la maggior parte 
delle volte, quando si verifica un caso di dipendenza in un deter-
minato comportamento nell'uomo, invece di studiare le cause alla 
base di tale atteggiamento così dannoso che ad oggi è sempre più 
facile intraprendere, si tende a giudicare tale soggetto come “di-
verso” in quanto immaturo e possibilmente da tenere lontano nel 
pregiudizio che possa essere pericoloso per le persone che lo cir-
condano. Proprio lui, che magari ha osato tanto per potersi senti-
re a proprio agio in mezzo agli altri! In base a questo nostro at-
teggiamento possiamo ipotizzare che la società non sia ancora 
abbastanza preparata per attutire determinate situazioni comples-
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se che richiederebbero metodi concordati intenti ad introdurre 
correttivi politici ed economici, sottovalutando il progressivo svi-
luppo di patologie manifestate in seguito “ad un coinvolgimento 
totale della persona, a uno stravolgimento completo del suo as-
setto motivazionale” (Cancrini, 2003, p. 12).
La domanda che mi pongo e che valuteremo nel corso del-
lo svolgimento di questa tesi  è quella di considerare quanto, die-
tro ogni caso di dipendenza, si celi una persona completamente 
inconscia dell'atto che adempie e quanto invece il solo fatto di 
non essere del tutto consapevoli  di ciò che facciamo rappresenti 
motivo di tale richiamo in maniera così assidua. Che si tratti 
esclusivamente di un metodo utile a tutelarci dalla frustrazione e 
dall'insuccesso? Sicuramente dobbiamo partire dal presupposto 
che ciascuno di noi è già di partenza costretto, giornalmente, a ri-
durre il proprio grado di libertà a causa dei comportamenti che ci 
legano alle scelte che facciamo: come la disponibilità economica, 
l'educazione  e le esperienze fatte che ci hanno formati. La socie-
tà, seppur in parte indirettamente, si nutre delle vicissitudini della 
collettività e dei singoli componenti di questa dovendo soccom-
bere alle loro mancanze permettendo una commercializzazione 
vasta, efficiente ed efficace, quindi alla portata di tutti.
“Non sono le pubblicità televisive, le vetrine sfavillanti, le 
slot machine così disponibili, l'ipnotico mondo del web a creare 
dipendenza e usi poco adattivi, ma potere e finalità che il sogget-
to attribuisce loro sulla base dei propri bisogni. È il prodotto del-
lo scambio tra il potere delle calamite offerte dal mercato e la po-
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tenza che è disposto ad attribuire loro il soggetto” (Pani e Biolca-
ti, 2006, p. 232). Ogni oggetto o comportamento del quale sentia-
mo una necessità costante diventa nella nostra mente una condi-
zione piacevole e vitale sta a noi essere abbastanza forti e saper 
evitare l'eccesso di ogni atteggiamento. Sfortunatamente esiste un 
altro elemento che gioca a nostro sfavore: il Tempo, così sfug-
gente che a volte non ci lascia la possibilità di riflettere su quello 
che stiamo per fare. E allora non importa cosa comporti lo “star 
meglio”, basta essere certi senza doverci pensare più di tanto che 
quello che vogliamo lo possiamo ottenere all'istante. 
In questo capitolo elenco le tipologie di dipendenza e in-
tendo precisare e sottolineare l'esistenza di un filo conduttore tra 
le suddette tipologie distinguendo quelle che richiedono l'utilizzo 
di droghe, da quelle in cui invece non è necessario l'impiego, in-
dividuando l'aspetto che accomuna tutti questi argomenti nella 
circostanza per cui il consumatore non riesce a tenere a freno i 
propri desideri trasformandoli in necessità quotidiane.
Iniziamo quindi questo studio analizzando le motivazioni 
che inducono l'individuo ad assumere sostanze stupefacenti nella 
volontà di immaginarsi un mondo idealizzato dove proiettarsi per 
tutta la durata dell'effetto; il costante abbandono al fumo di ta-
bacco o all'alcol per “distendersi” dello stress quotidiano o l'uso 
scorretto dei medicinali venerati come unico rimedio per conce-
dere al proprio corpo il dovuto sollievo.
 
1.2. Dipendenze da droghe, alcol e farmaci
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