6
Partendo da questi fatti sono stato spinto ad approfondire 
l’argomento, sperando di trovare dei contesti sociali nei quali 
qualcuno fosse riuscito a cambiare, se non invertire, il senso delle 
cose. 
Con grande stupore scopro che in un paese, come il Bangladesh, con 
una densità di popolazione molto elevata, 830 persone per chilometro 
quadrato (come dire che la popolazione dell’Inghilterra fosse 
confinata in una regione estesa come la Lombardia!); con il 90% della 
popolazione analfabeta; con il 40% della popolazione che non riesce a 
soddisfare i suoi bisogni alimentari minimi giornalieri; dove a causa 
della malnutrizione, peso e statura sono al di sotto della media 
mondiale
2
, una persona ha avuto una geniale intuizione per aiutare gli 
indigenti concretamente, ovvero, accordare piccoli prestiti a persone 
che nullatenenti, non possono accedere alle fonti di finanziamento 
ordinarie.  In questo modo, si soccorre chi ha bisogno non dandogli 
un pesce ma insegnandogli a pescare. 
Il termine microcredito non esisteva prima degli anni 70, ora per gli 
addetti ai lavori è di uso comune. È riduttivo e inesatto dare a questo 
termine un significato univoco, perché si adatta a più interpretazioni, 
                                                 
2
 Fonte: Organizzazione Mondiale Sanità. 
 7
tutte ugualmente valide e calzanti per definire il principio del 
microcredito, ovvero, dare la possibilità a chi non può accedere al 
credito ordinario, a causa dell’inadeguatezza o assenza di garanzie 
reali o a causa delle dimensioni delle micro attività, ritenute troppo 
ridotte dalle banche tradizionali, di poter usufruire di finanziamenti di 
piccola entità necessari per la sopravvivenza quotidiana.  
Fondamentale è, secondo Muhammad Yunus fondatore del 
microcredito, discernere le diverse categorie di microcredito, per poter 
arrivare alla formulazione di politiche corrette e alla creazione di 
istituzioni e metodi adatti a raggiungere lo scopo ultimo, che rimane 
sempre: dare accesso al credito ai più poveri. 
Lo stesso professor Yunus suggerisce una classificazione piuttosto 
ampia, delle varie categorie di microcredito, al solo scopo di 
sintetizzare la situazione e dare un punto di partenza per poi poter 
sviluppare un efficiente programma di microcredito. In questa 
classificazione troviamo: 
a) il microcredito tradizionale informale (ad esempio i prestiti da 
amici); 
b) microcredito basato sui gruppi informali tradizionali (come 
Tontin, Su Su, Rosca, e altri); 
 8
c) microcredito Activity-based fatto attraverso banche specializzate 
o convenzionali (ad esempio il credito agricolo, credito artigiano 
etc.); 
d) microcredito al consumo; 
e) microcredito cooperativo; 
f) microcredito fatto dalle organizzazioni non governative (ONG); 
g) microcredito fatto da organizzazioni diverse dalle ong. 
Si ribadisce che questa classificazione serve solo per avere un punto 
di partenza per l’analisi della situazione che necessita dell’aiuto dei 
programmi di microcredito. 
Se si riescono ad identificare le varie categorie, quando poi si 
valutano i programmi adottati, si comprende quali hanno ottenuto 
buoni risultati che quindi catalizzeranno maggiori risorse, proprio 
perché efficienti; e si individueranno le categorie più in difficoltà che 
avranno bisogno di più sostegno e aiuto. 
Tuttavia esiste un modello di microcredito di riferimento che è quello 
praticato dallo stesso professor Muhammad Yunus, attraverso la 
Grameen Bank (letteralmente banca del villaggio) da lui fondata nel 
1976.  
 9
Il primo capitolo di questa tesi sarà dedicato alla definizione del 
modello di microcredito alla Grameen Bank. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 10
Capitolo 1 
Il microcredito 
 
 
1.1. Che cos’è il microcredito 
 
Il microcredito è uno strumento di sviluppo economico, che permette 
alle persone povere ed emarginate di poter usufruire di servizi 
finanziari.  Secondo i dati dell’ UNDP (United Nation Development 
Program) il 20% più ricco della popolazione mondiale ottiene il 95% 
del credito complessivamente erogato nel mondo. Nei paesi in via di 
sviluppo milioni di famiglie vivono con il reddito che traggono da 
attività di coltivazione o piccoli lavoretti artigianali, nell’ambito di 
quella che è stata definita economia informale. Uno dei principali 
problemi di queste persone è l’impossibilità di accedere al prestito 
bancario, per le dimensioni limitate della richiesta e per la mancanza 
di garanzie reali; questo non consente alle micro imprese di 
svilupparsi o di liberarsi dai forti vincoli dell’usura, infatti, queste 
persone acquistano le materie prime necessarie alla loro attività, a 
credito; il fornitore poi ricompra i prodotti finiti pagando la somma 
necessaria a coprire il suo credito più un’inezia per permettere di 
 11
conservare in vita i “lavoratori” (somme pari 2 centesimi di dollaro al 
giorno!). L’interesse corrisposto al fornitore è lo stato di schiavitù nel 
quale queste persone sono costrette a sopravvivere. Fa specie 
richiamare un concetto come la schiavitù nel 2005, ma questa è la 
realtà dei fatti. 
I programmi di microcredito propongono soluzioni alternative per 
queste micro attività economiche. I micro imprenditori o gruppi di 
questi vengono finanziati attraverso piccoli prestiti, per avviare o 
sviluppare progetti di auto impiego. Questo porta ad un incremento 
dei loro redditi sufficiente a permettergli condizioni di vita migliori e 
contestualmente migliorare la vita della comunità in cui si trovano. 
Avendo come target di riferimento i poveri, i programmi di 
microcredito molto spesso prevedono, oltre a servizi di carattere 
finanziario, anche una combinazione di servizi di supporto alla micro 
impresa, come: formazione tecnica e gestionale e la creazione di reti 
commerciali. Questi programmi assumono la denominazione più 
appropriata di progetti di microfinanza. 
 
 12
Alcune statistiche
3
: 
le istituzioni di microcredito, nel mondo, sono 2.931; il bacino di 
utenza di queste istituzioni è di 80.868.347 clienti; di questi 
54.785.433 sono i clienti più poveri che hanno accesso al credito per 
la prima volta; dei clienti più poveri, l’82,5% sono donne ovvero 
45.200.000.  
Assumendo una media di 5 persone a famiglia, i 54,8 milioni di più 
poveri, diventano 274 milioni di persone povere membri di famiglie 
che usufruiscono dei programmi di microcredito. 
Per “poveri” si intendono coloro che vivono al di sotto della soglia di 
povertà della loro nazione; i “più poveri” sono il miliardo e duecento 
milioni di persone circa, che vivono con meno di 1 $
4
 al giorno. 
Le Nazioni Unite hanno tenuto nel settembre del 2000, lo UN 
Millenium Summit che ha stabilito otto obiettivi che devono essere 
raggiunti per garantire la possibilità di uno sviluppo sostenibile; tra 
questi obiettivi, ad esempio, la parità dei diritti per le donne, la lotta 
al virus dell’ aids, una maggiore scolarizzazione ed altri, c’è anche 
l’obiettivo di dimezzare entro il 2015 la popolazione mondiale che vive 
                                                 
3
 Dati aggiornati al 31 dicembre 2003, contenuti in:”State of the Microcredit Summit Campaign 
Report  2004” a cura di Sam Daley-Harris, Microcredit Summit Campaign director, finito di scrivere 
il 10 novembre 2004. 
4
 Nel prosieguo di questo lavoro, con il simbolo $ si intenderà Dollaro statunitense. 
 13
con meno di 1 $ al giorno. La campagna del microcredito contro la 
povertà e per il raggiungimento del Millenium Development Goal 
riferito al dimezzamento della povertà, è cominciata nel 1997 quando 
ci fu il primo Summit mondiale sul microcredito al quale parteciparono 
i rappresentanti di 137 paesi. Alcuni dati sull’impatto, che i progetti di 
microcredito e microfinanza (gli istituti di microcredito offrono solo il 
servizio di erogazione dei crediti, gli istituti di microfinanza effettuano 
anche la raccolta del risparmio) hanno avuto, nei paesi poveri 
interessati
5
: 
in Bolivia, i clienti dei programmi di microcredito hanno raddoppiato i 
loro introiti, avendo così la possibilità di accedere a programmi di 
salute pubblica e di mandare i propri figli a scuola
6
; 
in Indonesia i clienti della Rakyat Bank (un istituto di microcredito) 
hanno aumentato i loro introiti del 12,9% rispetto ad un incremento 
medio del 3% dei clienti delle banche tradizionali, in particolare grazie 
all’intervento della Rakyat Bank sull’isola di Lombok, il 90% degli 
abitanti hanno oltrepassato la soglia di povertà e ora vivono 
dignitosamente e senza più bisogno di aiuti esterni; 
                                                 
5
 Dati pubblicati dal dipartimento di pubblica informazione delle Nazioni Unite i collaborazione con 
il segretariato del “Year of Microcredit”, ottobre 2004. 
6
 Fonte: Global Development Research Center. 
 14
in Bangladesh il 48% delle famiglie povere che hanno avuto accesso 
al microcredito hanno oltrepassato la soglia di povertà 
7
. 
 
Relativamente alla promozione dell’educazione: 
oggi nei villaggi del Bangladesh, tutte le ragazze che appartengono a 
famiglie che ottengono dei prestiti dai programmi di microcredito, e 
l’81% dei ragazzi delle stesse famiglie, frequentano le scuole di base; 
invece per le famiglie che non ricorrono al microcredito la percentuale 
di ragazze scende al 60% e quella dei ragazzi al 54%
8
.  
 
                                                 
7
 Fonte: World Bank. 
8
 Cfr Helen Todd. 
 15
 
1.2. Breve storia di Muhammad Yunus fondatore del 
microcredito  
 
Muhammad Yunus.  
Questo è il nome della persona che ha avuto la geniale intuizione del 
microcredito così come oggi è conosciuto e diffuso in tutto il mondo. 
Nato in Bangladesh a Bathua nel 1940, studiò a Chittagong, nella 
Collegiate School, laureandosi nel 1961; nello stesso anno fu 
impiegato nella stessa scuola, come docente di scienze economiche 
fino al 1965. Quindi si prospettò la possibilità di prendere una 
specializzazione negli Stati Uniti usufruendo di una borsa di studio 
Fulbright, e dal 1965 al 1971 frequentò i vari corsi;  in più esercitò 
come professore all’università di Boulder nel Colorado, e nel Tenesse 
all’università di Vanderbilt. Nel 1972 tornò in Bangladesh e subito 
venne chiamato a far parte della commissione pianificatrice del 
governo che aveva lo scopo di creare le basi per lo sviluppo 
economico del paese, commissione che però non aveva alcun compito 
reale, motivo per cui Yunus rassegnò le dimissioni, accettando la 
proposta di entrare come direttore nel dipartimento di scienze 
 16
economiche all’università di Chittagong, ruolo che ha tenuto fino al 
1989; dal 1983 è il direttore generale della Grameen Bank da lui 
fondata nel 1976, nel Bangladesh. 
Membro di numerose commissioni nazionali ed internazionali nel 
settore dell’educazione, della sanità, dei programmi di sviluppo 
economico, bancario, demografico. Ha ricevuto numerosi premi 
internazionali in Svizzera, U.S.A., Italia, Germania, Belgio, India, 
Norvegia, Venezuela, Australia, Giappone, Regno Unito. In Italia ha 
ricevuto dall’università di Torino la laurea honoris causa in economia e 
commercio. 
 17
 
1.3. Metodologie di microcredito 
 
 
Utilizzando lo strumento del microcredito non si possono definire 
specifiche regole nella realizzazione dei programmi di sviluppo 
economico, non vi è una disciplina che dia indicazioni precise; tuttavia 
oggi è possibile classificare alcune metodologie di microcredito, 
queste sono: 
 
1.3.1. Peer lending 
 
 
1.3.1.1. Solidarity group 
È una metodologia di concessione di crediti, ad un gruppo 
composto da tre a dieci persone che non abbiano stretti legami di 
parentela e che appartengano alla stessa comunità. Ogni 
partecipante risponde del credito degli altri membri in proporzione 
alla quota del proprio prestito. I prestiti sono di ridotto importo e la 
restituzione è rateizzata nel breve periodo. 
Il credito può essere concesso secondo differenti procedure: 
 18
 a rotazione, dove il membro successivo riceve il prestito solo 
quando il precedente ha completamente ripagato il proprio 
debito; 
 contemporaneamente, ovvero nessuno può ricevere un 
secondo prestito se tutti i componenti del gruppo non hanno 
ripagato il precedente. 
Per evitare il rischio di fallimento è necessario che le attività siano 
differenziate, altrimenti viene meno la garanzia. 
 
1.3.1.2. Village banking 
Qui ci troviamo di fronte a una vera e propria associazione di prestito 
e credito sempre però a livello di comunità, costituita da venti a 
venticinque membri, spesso donne. La “banca”  è finanziata 
attraverso la mobilizzazione di fondi all’interno del gruppo (internal 
account), così come da prestiti provenienti da istituzioni esterne 
(external account). L’internal account, è rappresentato dal risparmio 
dei membri che costituiscono il gruppo, e dal capitale accumulato per 
interessi. Queste somme crescono gradualmente, portando la “banca” 
a svincolarsi dall’apporto esterno (external account) e rendendola 
indipendente a tutti gli effetti. Il prestito di gruppo è costituito dalla