4 
e meno costosi, tutto ciò va danno delle imprese europee ed americane, per le quali 
ormai l’unica soluzione è rappresentata dalla differenziazione, ossia dall’offrire al 
mercato prodotti qualitativamente medio - alti. 
Questa situazione di crisi  a livello mondiale sta indirizzando l’attenzione verso nuovi 
principi lavorativi e verso nuovi assetti organizzativi, principi e assetti che possono 
qualificarsi nel  modello olonico – virtuale. 
Nel corso di questa tesi cercheremo di fornire non soltanto una definizione del modello 
in esame, andando ad analizzare quelli che siano i vantaggi e gli svantaggi, ma 
cercheremo attraverso i nostri studi di evidenziare quelli che sono gli elementi necessari 
per implementarlo. 
Nel nostro studio andremo ad analizzare quelli che sono gli elementi che favoriscono 
l’implementazione  del modello, ipotizzando che una cultura tesa alla collaborazione 
attiva ed un pari grado di virtualizzazione tra i componenti partecipanti al modello, 
rappresentino i fattori base ed in virtù dei risultati scaturenti dal questionario 
sottoposto al responsabile marketing e comunicazione di VeriFone Italia, andremo a 
dimostrare come effettivamente questi due elementi sono essenziali nella fase iniziale di 
implementazione, anche se c’è da sottolineare come si necessitano di altri fattori  per il 
suo sviluppo e la sua continuità temporale. 
 
 
 
 5 
«Chi mira più in alto, si differenzia più altamente»  
Galileo Galilei. 
 
Capitolo 1 
 
Dalla gerarchia alle reti olonico - virtuali 
 
1.1  Introduzione ai modelli organizzativi  
 
Prima di esplicare l‟intero processo evoluzionistico della progettazione delle 
strutture organizzative, dobbiamo definire ciò che sta alla base dell‟impresa e 
ciò che conduce all‟adozione delle diverse strutture. 
Inizialmente ci occuperemo delle organizzazioni e di tutto ciò che ruota 
intorno ad esse. 
Molti sono i tipi di organizzazioni, di  grandi e piccole dimensioni, formali e 
informali, profit e no profit.  
Queste diverse tipologie evocano realtà molto dissimili tra loro, che però 
possono essere ricondotte a questa definizione:  
 
 Un‟organizzazione è un insieme di attività, che hanno bisogno di essere 
gestite in modo coordinato, per essere finalizzate e dirette in funzione 
del perseguimento dei fini per cui l‟organizzazione è nata.  
 
Questa definizione pone subito l‟attenzione sulla necessità di un progetto 
organizzativo - gestionale, che permetta di interpretare e perseguire i fini 
 6 
proposti, di programmare, procurare e gestire le risorse necessarie allo 
svolgimento della sua attività. 
L‟ esigenza di progettualità e di azione organizzativo - gestionale, risulta 
quindi essere indipendente da parametri quali: 
 
 Le finalità del sistema azienda; 
 L‟aspetto dimensionale; 
 Il settore di mercato 
 Il business e le forze competitive presenti nello stesso; 
 Le risorse materiali ed immateriali disponibili. 
 
Diverse possono essere le modalità con cui tali esigenze vengono affrontate e 
risolte, ciò si manifesta man mano che la complessità dell‟organizzazione cresce 
sia sotto il profilo interno, comprendendo tutto ciò che è relativo ai fattori 
produttivi, sia sotto il profilo esterno, comprendendo tutto ciò che è relativo 
alle relazioni con l‟ambiente in cui l‟organizzazione agisce  ed in particolare 
alle relazioni con il mercato.  
Si può affermare che il compito dell‟organizzazione aziendale sia quella di 
gestire la complessità presente in ogni organizzazione, affinché tutte le risorse 
e le varie attività diano corpo ad un sistema coordinato e finalizzato.  
Il progetto organizzativo - gestionale prende avvio e si sviluppa dalle scelte 
relative al posizionamento dell‟organizzazione, al cosa fare come 
prodotto/servizio e a come ci si vuole presentare nell‟ambiente, in termini di 
immagine e identità, per raggiungere il fine per cui l‟organizzazione è sorta. 
Nel tempo la definizione di impresa ha subito innumerevoli modificazioni, che 
hanno avuto lo scopo di privilegiare gli aspetti che nei vari momenti storici ed 
economici risultavano essere più significativi e critici. 
 7 
Occorre notare come i termini impresa e azienda siano in ambito della 
letteratura economico-gestionale generalmente usati come sinonimi, mentre 
nella letteratura giuridica - aziendale vengano usati in maniera differenziata. 
 
Secondo la letteratura giuridica - aziendale (art. 2555 cc): 
 
 L‟azienda è un complesso di beni organizzati dall‟imprenditore per 
l‟esercizio dell‟impresa. 
 
Secondo la letteratura economico-gestionale: 
 
 L‟impresa è intesa come un‟attività economica organizzata al fine della 
produzione e dello scambio di beni e servizi. 
 
Secondo una visione tradizionale: 
 
 L‟azienda è definita come un‟organizzazione di persone e di beni rivolta 
ad uno scopo produttivo. 
 
Secondo una recente visione (Sciarelli)1: 
 
 L‟azienda è definita come un‟organizzazione economica che, mediante 
l‟impiego di un complesso differenziato di risorse limitate, svolge 
processi di acquisizione e di produzione di beni e di servizi da scambiare 
con entità esterne al fine di conseguire un reddito. 
  
                                                 
1
 S.Sciarelli, “L’impresa multinazionale”, Strategie di sviluppo e politiche di marketing, Giannini, 1973 
 8 
Dalla definizione derivano i quattro elementi tradizionalmente riconosciuti 
come distintivi dell‟azienda:  
 
 La presenza di una organizzazione;  
 Lo svolgimento di processi produttivi;  
 Le relazioni di scambio con entità esterne;  
 Le finalità imprenditoriali del reddito. 
 
Questi elementi distintivi dell‟impresa sono stati oggetto nei vari momenti 
storici-economici di una particolare attenzione da parte degli studiosi, al fine 
di comprendere, studiare ed indirizzare i comportamenti aziendali in costante 
contatto con fattori esterni ed interni in continua evoluzione, che 
rappresentano il fattore critico con cui l‟impresa deve confrontarsi al fine di 
trarne vantaggi strategici e possibilità di sopravvivenza. 
Tali fattori vanno dall‟ambiente al mercato, dalla coordinazione alle relazioni 
tra le funzioni specialistiche, dallo svolgimento dei processi produttivi alle 
risorse intellettuali.  
La definizione di impresa come sistema funzionale aperto, pone l‟attenzione 
sia sulla natura sistemica dell‟azienda sia sull‟importanza delle relazioni che 
l‟impresa ha con l‟ambiente che la circonda.  
L‟impresa è un sistema funzionale, perché costituito da elementi che devono 
essere specializzati e coordinati per poter ottenere un comune risultato.  
L‟attenzione alla natura sistemica dell‟impresa, evidenzia la necessità delle 
singole funzioni aziendali di agire in modo coordinato e interagente, evitando 
che l‟organizzazione si suddivida in troppe parti  poco dialoganti tra loro. 
L‟azienda viene definita sistema aperto, in quanto per vivere deve intrattenere 
rapporti e relazioni di scambio con altri sistemi esterni, ciò comporta che 
 9 
l‟azienda deve  conoscere, dialogare ed interagire con l‟ambiente che la 
circonda sempre più difficoltoso e turbolento.  
Altra attenzione deve essere posta sull‟azienda, intesa come sistema socio-
tecnico, in quanto caratterizzata da una componente tecnica e da una 
componente sociale, poiché il funzionamento dell‟azienda è legato all‟operare 
coordinato di una molteplicità di gruppi interni ed esterni, tra i quali si 
sviluppano rapporti di collaborazione e di conflitto. 
Questo aspetto cooperativo-conflittuale dell‟organizzazione è uno dei punti 
base per comprendere il funzionamento di qualsiasi struttura organizzativa. 
Recentemente la letteratura ha aggiunto al concetto di sistema l‟aggettivo 
“cognitivo”, con la volontà di sottolineare l‟importanza della risorsa 
intellettuale.  
L‟attenzione degli studiosi si è incentrata sempre più sulla necessità di 
privilegiare e attirare l‟attenzione sulla valenza strategica delle capacità e 
delle conoscenze che l‟azienda è capace di creare e mantenere al suo interno, 
ricchezza intesa non solo come patrimonio materiale e tangibile, ma 
soprattutto ed oggi sempre di più come la capacità di creare valore per poter 
di rimanere competitiva e perdurare nel tempo, capacità da ricercare 
soprattutto nelle risorse intellettuali e intagibili. 
La teoria aziendalista, rivolge sempre più l‟attenzione all‟aspetto intangibile 
delle Immobilizzazioni immateriali delle organizzazioni aziendali, osservando 
che proprio in queste si racchiudono le potenzialità di espansione del sistema 
aziendale.  
La vita aziendale si svolge secondo procedure ripetitive frutto dell‟esperienza 
accumulata nel tempo e della capacità di tradurre i segnali di cambiamento 
mandati dall‟ambiente.  
La capacità di innovarsi dell‟azienda, sta nel saper coniugare il sapere 
acquisito con i valori di sviluppo, secondo un processo autopropulsivo che sarà 
 10 
tanto più efficace quanto più l‟organizzazione potrà apprendere lavorando 
(learning by doing).  
La ricchezza di un impresa è il patrimonio comune aziendale, dato dalla 
quantità e dalla qualità di conoscenza accumulate, conoscenze derivanti dal 
contributo degli uomini che ne fanno o ne hanno fatto parte.  
Nella visione moderna, la nuova mission dell‟azienda non è tanto quella di 
produrre in senso tecnico, ma piuttosto quella di accumulare conoscenze che 
le permettono di poter scegliere le tecniche produttive e organizzative più 
appropriate e i comportamenti più conformi alle nuove situazioni che 
l‟ambiente presenta.  
La vera essenza dell‟azienda può essere quindi individuata nel suo know-how 
accumulato nel tempo. 
Sciarelli2 e Rullani3 tendono a definire l‟impresa come: 
 
 Un sistema di conoscenze atte a produrre nuove conoscenze, come un 
sistema complesso aperto, all‟interno del quale si intersecano elementi 
tangibili ed intangibili, risorse finanziarie ed umane, mezzi tecnici ed 
intelligenze, beni materiali ed immateriali, in un disegno finalizzato alla 
produzione. 
 
L‟azienda viene quindi intesa come un sistema aperto che vive 
dell‟interscambio con il contesto ambientale, specifico e generale, che deve 
saper interpretare i vincoli e le opportunità che le si presentano e saper 
elaborare delle scelte di fondo, definire un progetto e un‟azione organizzativa 
- gestionale in grado di ottimizzare i propri risultati. 
                                                 
2
 Sciarelli S., 1982, Il sistema d'impresa, Cedam, Padova. Sciarelli S., 1986; L'impresa flessibile, Cedam, 
Padova.  
3
 Rullani E. , 1989, La teoria dell'impresa: soggetti, sistemi, evoluzione, in G. Rispoli Il Mulino Bologna; 
Rullani E. , 1994,  Il valore della conoscenza, Economia e Politica Industriale; 
 
 11 
Sciarelli ci fornisce una nuova definizione di azienda, dove essa è vista come:  
 
 Un‟organizzazione economica, che mediante l‟impiego di un complesso 
differenziato di risorse limitate, svolge processi di acquisizione e di 
produzione di beni e di servizi, da scambiare con entità esterne al fine di 
conseguire un reddito.  
 
In questa frase si può ravvisare anche da parte di uno studioso economico 
gestionale come Sciarelli, il riconoscimento di un‟impresa anche industriale 
non più funzione di produzione, così come vista nella concezione Taylor-
Fordista, dove l‟impresa aveva dei confini economici, tecnici, finanziari ed 
umani ben definiti, bensì come struttura di governo in cui la funzione 
fondamentale sia quella di stipulare contratti oltre che quella di produrre.  
Le imprese tradizionali avevano di norma una elevata verticalizzazione che 
avvalorava questo concetto di impresa-funzione di produzione, ma a partire 
dagli anni „70 si sono cominciati a diffondere processi di deverticalizzazione, 
provocati dal fatto che le grandi imprese trovarono più conveniente, a causa di 
mercati più complessi, affidare specifiche fasi di lavorazione o anche la 
produzione di componenti complessi ad altre imprese, in genere più piccole, 
che a loro volta potevano affidare ad altre unità produttive fasi di lavorazione.  
Il risultato è la creazione di una rete di fornitori e di sub-fornitori 
relativamente stabile il cui legame giuridico è dato sopratutto oggi dai 
contratti che legano tra loro le diverse imprese. 
Occorre notare come nel tempo si sia passati da legami prevalentemente 
finanziari, come avviene nei gruppi che hanno rappresentato la prima fase del 
processo di decentramento, a legami contrattuali che caratterizzano la 
seconda fase del decentramento. 
 12 
Il diffondersi su scala mondiale del fenomeno del decentramento, ha portato 
alla necessità di elaborare nuovi modelli capaci di tener conto di queste spinte 
alla deverticolarizzazione rispetto al tradizionale modello tayloristico, spinte e 
modelli che verranno analizzati più specificatamente nel capito “ Dalla 
gerarchia alle reti olonico - virtuali”  
 
 
1.2  Evoluzione storica dei contesti ambientali 
 
La fine del secolo è caratterizzata dalla nascita di nuovi modelli evolutivi delle 
imprese, sia a livello di crescita dimensionale dei mercati ormai globalizzati, sia 
a livello di innovazioni tecnologiche, come nella comunicazione e 
nell‟informazione. 
Il nuovo contesto non rende più applicabili i principi Fordisti e Tayloristici, 
principi su cui si basa il modello gerarchico-funzionale, modello applicabile 
efficacemente solo in situazioni di stabilità e crescita costante. 
Il modello gerarchico funzionale si basa su una produzione di massa, la quale si 
sviluppò grazie alla presenza di determinati fattori: 
 
 Economici: che conducono ad una crescita dimensionale dei mercati, ad 
una domanda indifferenziata, a deboli turbolenze; 
 Sociali: in quanto con la prima industrializzazione, il costo della 
manodopera risulta essere ancora basso; 
 Tecnologici: vi è la presenza di processi arcaici o caratterizzati da una 
bassa innovazione. 
 
 13 
La crisi petrolifera dei primi anni 70, condusse i paesi industrializzati a una 
sempre più crescente inflazione e disoccupazione, che mise in crisi la struttura 
della grande impresa. 
Solo con il rientro dalla crisi petrolifera ed inflazionistica si assistette ad una 
fase di sviluppo economico e ad un conseguente recupero di competitività delle 
imprese di grandi dimensioni. 
La ritrovata stabilità, permise il rientro da situazioni economiche passive e lo 
sviluppo di un processo di riconfigurazione aziendale attraverso operazioni di 
acquisizioni, fusioni, ed incorporazioni. 
Un nuovo ed originale tipo di approccio microeconomico, basato sulla teoria 
dei costi di transazione, si contrappose alla visione tradizionale dell‟impresa 
propria della teoria neoclassica, le nuove teorie si avvalsero inizialmente dei 
contributi di Commons “1924” e di Coase4 “1937” sviluppati successivamente 
da Williamson5 nella seconda metà degli anni 70.  
Nell‟approccio microeconomico tradizionale, non si teneva conto del 
funzionamento interno delle imprese, poiché erano considerate come sistemi 
dati che interagiscono tra loro nel mercato, acquisendo input e producendo 
output in risposta a dei segnali esterni, dove le differenze strutturali tra le 
imprese vengono spiegate come conseguenza delle differenze e delle condizioni 
di mercato in cui esse operano. 
I neoclassici, sostenevano che il mercato era il miglior allocatore di risorse, 
però non ci si spiega perché la totalità del coordinamento delle attività 
                                                 
4
 R. H. Coase, “The nature of the firm”, Economica, november 1937 
Coase R. 1984. “The New Institutional Economics”. Journal of Institutional and Theoretical Economics, 140 
(marzo): 229-31. 
5
 O. Williamson, “The vertical integration of production: market failure considerations”, American Economic 
Review, n. 2/1971, pag. 112.O. Williamson, “Market and hierarchies: analysis and antitrust implications”, The 
Free Press, New York, 1975, “The economic organization: firms, markets relational contracting”, The Free 
Press, New York, 1985.O. E. Williamson, “Economic organization: firms, markets and policy control”, 
Wheatsheaf Book Ltd., Brighton, 1986, “Transaction cost economics: the governance of contractual relations”, 
Journal of Law and Economics, 22 october 1979, pag. 233, trad. italiana, “L’economia dell’organizzazione: 
l’approccio dei costi di transazione” in (a cura di) R.C. Nacamulli, A. Rugiadini, Organizzazione e mercato, 
Bologna, Il Mulino, 1985. 
 14 
economiche sia stata lasciata a delle organizzazioni (le imprese) che ne 
internalizzano una parte 
Una prima risposta a quanto detto, può essere data ponendo al centro 
dell‟analisi le transazioni, infatti Commons li definisce come quell‟unità 
elementare attraverso la quale gli individui effettuano l‟attività economica, 
mentre Williamson li definisce successivamente come "il trasferimento di un 
bene o un servizio attraverso un‟interfaccia tecnologicamente separata" e che 
comporta uno scambio di valori tra le parti, quindi l‟impresa sorge poiché la 
sua organizzazione struttura risulta essere più efficiente nel coordinare le 
transazioni sostenendo minori costi rispetto al mercato, non in possesso di 
tutte le informazioni.. 
Si individuano così due modalità di governo delle transazioni: il mercato e 
l‟organizzazione interna o gerarchia. 
Nel mercato, nell‟ambito dello scambio di beni e servizi, le informazioni 
derivano dai prezzi e dalle quantità, nella gerarchia invece le transazioni sono 
gestite da norme e regole di funzionamento del sistema organizzativo, nonché 
dalla linea di comando per il controllo e il coordinamento. 
Le differenze strutturali e le cause che hanno portato alcune imprese verso una 
progressiva espansione dimensionale, vengono quindi spiegate con la 
convenienza della scelta gerarchica come soluzione per la minimizzazione dei 
costi di transazione.  
Le imprese che si sono sviluppate a livello dimensionale, sono quelle che hanno 
internalizzato una parte di transazioni che prima venivano coordinate dal 
mercato. 
Nel portare a termine una transazione, un‟impresa deve sopportare tutta una 
serie di costi che possiamo ricondurre a due tipologie: