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Introduzione
La percezione del corpo femminile nel mondo contemporaneo costituisce un soggetto
di non facile comprensione. La sola parola "corpo" associata all'idea di nudità e
femminilità porta chi l'ascolta e chi tenta di capirne la complessità ad addentrarsi in
dibattiti e discussioni che spesso rischiano di complicare ancora di più il quadro già
poco definito del concetto percepito di corpo femminile, corpo femminile nudo e in
ultimo corpo femminile nudo che occupa uno spazio. Il concetto di spazio è
particolarmente significativo per la comprensione di un principio concettuale
fondamentale come quello di genere e di corpo, poiché la dimensione spaziale che si
sviluppa e si definisce all'interno della dimensione temporale è culturalmente
connotata. Lo spazio perciò non può essere considerato come categoria a sé stante, ma
come una relazione di simboli e significati
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all'interno dei quali si costruisce e si
modifica continuamente la nostra percezione delle categorie concettuali. Il senso
antropologico dello spazio moderno si compone, infatti, di realtà locali e contingenze
metropolitane, per questa ragione lo spazio stesso deve necessariamente essere preso
in considerazione in quanto definisce la quintessenza e la dominanza delle questioni
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. E lo
spazio che per eccellenza viene immediatamente associato alla sfera arabo-islamica
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Vallega, A.: Geografia culturale. Luoghi, spazi, simboli, De Agostini Edizioni, Novara, 2003, pp.
190, 191.
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Appadurai, A.: "Theory in anthropology: center and periphery", in Comparative Studies in
Society and History, Vol. 28, N. 2, Cambridge University Press, 1986, pp. 356- 361, opera citata in
Abu-Lughod, L.: "Zones of theory in the anthropology of the Arab world", in Annual Review of
Anthropology, Vol. 18, Annual Reviews Publications, 1989, p. 279.
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nell'immaginario collettivo passato e anche presente è sicuramente quello del ḥ a r ī m:
l'harem che ci porta da una parte al discorso coloniale sulla donna "altra" dell'Oriente,
caratterizzato dallo sguardo esotico dell'osservatore che guarda al corpo femminile
basato su un certo tipo di cliché erotico, e dall'altra alla dimensione spaziale
segmentata, che limita ed è limitata allo stesso tempo, che definisce culturalmente e
socialmente lo spazio pubblico e quello privato, lo spazio lecito e quello illecito. Ma
anche il senso culturale del corpo e del concetto di genere è fondamentale per la
comprensione del soggetto del presente elaborato. Il corpo nudo femminile nell'area
arabo-islamica è ancora più difficile da comprendere, tentare di categorizzarlo è
impossibile perché risulterebbe limitante rispetto alla realtà stessa e alla percezione
dello stesso, senza parlare poi della percezione della nudità, principio concettuale che è
considerato come non appartenente alla macro categoria concettuale della cultura
arabo-islamica. Questo perché spesso si parte dal presupposto che la donna, nella
cultura arabo-islamica in termini generici, sia considerata un oggetto, qualcosa che
deve essere tenuto nascosto, o ancora un individuo sociale le cui funzioni sono
piuttosto limitate all'interno della comunità in cui essa vive. Il Corano stesso fornisce al
lettore un quadro interpretativo divergente, poiché vi sono Sure in cui si recita che
Iddio ha preparato perdono e mercede immensa
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per entrambi i generi, e versetti in cui
l'inferiorità giuridica della donna viene chiaramente espressa, come nel caso della
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Bausani, A. (a cura di): Il Corano, Rizzoli Edizioni, Milano, 2005, Sura XXXIII, v. 35.
Nell'elaborato si è fatto riferimento prevalentemente a questa edizione; per il testo in lingua
originale con traduzione in inglese a fronte è stata invece adottata la versione di Ali, A. (a cura
di): Al Qur' ā n , a c o n t e mpor a r y translation, Princeton University Press, Princeton, 2001.
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testimonianza, dell'eredità o delle punizioni corporali
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. E' dunque comprensibile che
non vi possa essere una comprensione o, quantomeno, uno sforzo interpretativo che
non consideri solo queste divergenze, ma che vada oltre e che cerchi di includere al suo
interno tutti gli elementi contestuali, spaziali, temporali e culturali per scavare sotto la
superficialità della percezione occidentale e occidentalista del corpo femminile in
ambito arabo-musulmano. E purtroppo la percezione che si ha della donna musulmana
o della donna araba nel resto del mondo, e in particolare in Occidente, la conosciamo
bene: attraverso il famoso "sguardo orientalista", inteso come una rappresentazione
materiale dello spazio esistente al di là dei confini occidentali che ha creato nel tempo
un discorso egemonico dominante, si è diffuso un preciso e definito immaginario che
persiste ancora oggi, e con il quale spesso si tenta di analizzare ed inquadrare i
fenomeni artistici, politici e sociali con risultati però limitanti o non onnicomprensivi. Il
corpo femminile, che in un contesto come quello arabo-islamico prende vita entro
determinati confini, si muove e prende consapevolezza del proprio essere e della
propria natura in uno spazio determinato e specifico e allo stesso tempo così "altro"
rispetto alla macro-categoria concettuale di spazio occidentale spesso porta il lettore,
l'osservatore o il semplice curioso ad avere un'idea di corpo femminile che in quanto
posto all'interno della cultura arabo-islamica, che per sua definizione è certo
omocentrica, ma che a volte viene anche definita come una cultura in cui la visione
sociale si sviluppa secondo un preciso asse gerarchico che prevede l'esplicita, totale e assoluta
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Ivi, Sura IV, v. 2; Sura IV, v. 34.
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sottomissione della donna all'uomo
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, come un corpo immobile, inflessibile, completamente
e irrimediabilmente radicato nel proprio spazio limitato e nascosto. Al contrario la
donna si muove, profondamente ed energicamente, non solo all'interno del proprio
spazio, ma anche al di fuori di esso: dai movimenti politici, a quelli sociali e culturali
non solo contemporanei ma anche passati, la donna ha preso consapevolezza del fatto
che il suo corpo e il suo essere occupino uno spazio legittimato e legittimo. Questo ha
reso consapevoli anche noi, in quanto spettatori, lettori o osservatori, del fatto che nel
mondo arabo musulmano possiamo analizzare la questione attraverso due chiavi di
lettura. Infatti, se da una parte si concepisce il corpo della donna come uno strumento
di cui l'uomo e la società può disporre liberamente, politicamente, socialmente e
artisticamente parlando, dall'altra parte sono esistite ed esistono manifestazioni
artistiche in cui un contro-discorso, una critica o un'interpretazione divergente che
metta in luce la coscienza della donna dell'esser donna araba o dell'esser donna
musulmana, e non solo di essere madre, moglie o figlia sono presenti e sono pronte a
far sentire la propria voce.
Il presente elaborato, dunque, si concentra essenzialmente sul corpo nudo femminile e
sul suo utilizzo all'interno della cultura arabo islamica. La pretesa non è quella di
offrire una panoramica onnicomprensiva di tutti i fenomeni che hanno riguardato e che
riguardano direttamente o indirettamente il corpo femminile arabo, ma quanto meno
di offrire al lettore una panoramica interpretativa generale per inquadrare in maniera
critica e differente il soggetto e andare oltre la semplice comprensione superficiale a cui
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Vercellin, G.: Istituzioni del mondo musulmano, Giulio Einaudi Edizioni, Torino, p. 135.
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l'osservatore occidentale è abituato, in quanto osservatore passivo nella maggior parte
dei casi. Il lavoro svolto si è prevalentemente basato sull'analisi di testi critici e
specifici, prevalentemente in lingua inglese e francese. A riguardo, in particolare sulla
tematica del nudo femminile sono ancora pochi i testi tradotti o i manuali scritti in
lingua italiana. L'utilizzo di manuali, testi e saggi è stato fondamentale per la
comprensione e l'analisi critica di tutti gli aspetti artistici presi in considerazione
nell'elaborato, i quali, in quanto espressioni e manifestazioni di un periodo storico e di
uno spazio geoculturale ben preciso, comportano e portano con loro anche significati
culturali, sociali e politici. Inoltre, l'utilizzo di articoli, blog, e in modo particolare
interviste pubblicate online sono state di grande aiuto per la comprensione dei
fenomeni socio-politici recenti legati all'utilizzo del corpo femminile in riferimento, ad
esempio, alle grandi rivoluzioni in Tunisia ed Egitto. Allo stesso modo sono state
fondamentali le interviste svolte personalmente ai due artisti di cui è stata analizzata la
produzione artistica contemporanea: trattasi di Makan Emadi e Mourad Garrach.
L'elaborato consta di quattro sezioni. Il primo capitolo si concentra prevalentemente
sul significato culturale del corpo femminile nell'Isl ām e nella sua arte. Il capitolo vuole
offrire una descrizione generica delle categorie concettuali di corpo, genere femminile,
e gestione della nudità nella società araba tradizionale e moderna. Il punto di partenza
è dunque l'identificazione dal punto di vista religioso, fondamentale per comprensione
culturale delle stesse categorie concettuali e dei fenomeni sociali. Si riflette, in seguito,
sulla manifestazione artistica dei fenomeni, andando a criticare il tanto discusso
concetto di arte aniconica, ovvero di assenza di rappresentazione della figura umana