5
A conclusione del primo capitolo mi sono poi concentrato sull’analisi
tecnica della nowomowa, basandomi in particolare sugli studi di Michał
Głowioski, Zbigniew Jarosioski e Wojciech Tomasik.
La seconda parte della tesi è invece dedicata interamente a Sławomir
Mrożek, di cui ho preso in esame alcune delle opere composte agli esordi della
sua carriera di scrittore. In particolare ho studiato la maggior parte degli scritti
composti fino agli inizi degli anni’60, distinguendo tra quelli del suo periodo
socialista e quelli da oppositore interno al sistema. Ho cercato quindi di
evidenziare il cambiamento del suo rapporto con le istituzioni attraverso la sua
produzione letteraria, prendendo il suo caso come esempio particolare di una
situazione che coinvolgeva in egual modo tutti i letterati, oppositori e non, che
vivevano in Polonia nel periodo dello stalinismo.
6
Cap I
Inquadramento storico
1.1. La Seconda Guerra Mondiale
Il 1939, con la duplice invasione della Polonia da parte della Germania
nazista sul fronte occidentale e dell’Unione Sovietica sul fronte orientale1, la
vita culturale polacca subì una grave e prolungata battuta d’arresto.
La doppia invasione straniera compromise fortemente la produzione
intellettuale ostacolandone il naturale sviluppo e tentando di imporre i propri
modelli culturali.
Prima che i nazisti si impadronissero anche dei territori orientali una
parte della popolazione polacca venne deportata in Siberia da Stalin e costretta
ai lavori forzati o sterminata. Tra queste persone, all’incirca un milione e
duecentomila abitanti, si trovavano anche molti intellettuali, come Gustaw
Herling-Grudzioski ,Tadeusz Peiper, Aleksander Wat, Władysław Broniewski,
Józef Czapski. Gli altri intellettuali che non vennero imprigionati o deportati
vennero comunque irreggimentati nelle istituzioni culturali create dai sovietici
in cui potevano parlare solo attraverso voce non propria, ovvero seguendo
strettamente le indicazioni che il regime dava loro.
Nei territori sotto l’occupazione tedesca si procedette secondo un vero e
proprio programma di snazionalizzazione.
1
Il 1 settembre 1939 la Polonia venne invasa sul fronte occidentale dall’esercito tedesco guidato da
Hitler, e il 17 su quello orientale dall’esercito russo comandato da Stalin. Tale fatto, diretta conseguenza del
patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov stipulato il 23 Agosto 1939 tra Germania e Russia, sancì l’inizio
della Seconda Guerra Mondiale.
7
Seguendo un piano orchestrato da Goebbels2,i nazisti tentarono di
annichilire qualsiasi forma della cultura nazionale distruggendo il materiale
librario, sostituendo le istituzioni polacche con altre analoghe tedesche ed
eliminando programmaticamente la classe intellettuale polacca. L’evento più
eclatante fu la Sonderaktion Krakau3, ovvero l’arresto dei professori
dell’università Jagellonica di Cracovia operato dalla Gestapo.
Durante la guerra molti scrittori finirono nei lager e molti perirono nelle
operazioni militari. L’intellettualità ebraica scomparve quasi del tutto.
Ciononostante lo sviluppo culturale non si fermò del tutto e proseguì
attraverso due canali differenti: da una parte attraverso la letteratura scritta
dagli intellettuali in esilio, e dall’altra attraverso la letteratura clandestina.
Finita la guerra, nonostante fosse tra le potenze vincitrici, la Polonia si
vide negata qualunque possibilità di sviluppare una propria politica autonoma
venendo di fatto inserita nella sfera di influenza dell’ Unione sovietica. Essa
Ha dovuto essere relegata al mondo dell’Est, inserita nell’alleanza militare che
probabilmente non avrebbe desiderato. Ha dovuto anche subire un sistema politico sociale
importato, non corrispondente alle sue tradizioni e contrario alle scelte che i polacchi
avrebbero fatto se avessero potuto scegliere in totale libertà
4
.
2
Joseph Paul Goebbels:(1897-1945) fu uno dei più importanti gerarchi nazisti, assunse numerose
cariche importanti tra cui quella di ministro della propaganda e successivamente quella di generale della
Wehrmacht.
3
La Sonder aktion Krakau fu un’operazione messa in atto il 6 novembre 1939 dai nazisti in Polonia,
come parte del piano che prevedeva l’annientamento della classe intellettuale polacca. I tedeschi fecero in
modo di organizzare un incontro a cui prendessero parte tutti i più importanti professori dell’Università di
Cracovia. Il pretesto fu una lezione sui metodi di insegnamento tedeschi, ma la lezione non si tenne affatto
poiché i nazisti arrestarono tutti i professori che si erano radunati per prendere parte all’incontro. Una volta
arrestati i professori vennero deportati nei campi di concentramento, molti di loro persero la vita e solamente
pochi di loro vennero rilasciati.
4
A.Zagajewski, Polonia: uno stato all’ombra dell’Unione Sovietica, Marietti, 1982 Casale Monferrato,
pag. x.
8
1.2. La fine della guerra
Gli ultimi anni della seconda guerra mondiale e i primi anni dopo la fine
del conflitto furono segnati dal braccio di ferro tra il governo polacco in esilio a
Londra e il governo russo presieduto da Stalin, il quale voleva instaurare in
Polonia un governo filosovietico.
Il governo di Londra, diretto dal primo ministro Stanisław Mikołajczyk5,
rappresentava di fatto la continuazione dello stato polacco occupato dal 1939.
Esso era formato dai rappresentanti dei più importanti schieramenti politici del
momento in Polonia: da un lato la Polska Partia Socjalistyczna (PPS), cioè il
partito socialista e lo Stronnictwo Ludowe, ovvero il partito contadino, che
erano i partiti di sinistra; dall’altro il partito nazional-socialista e quello
democristiano che rappresentavano invece lo schieramento di destra. Era
questo un governo riconosciuto dalla resistenza polacca, che disponeva di
ministeri, di un proprio apparato giudiziario, di un sistema scolastico che
comprendeva scuole elementari licei ed università , di proprie pubblicazioni, e
persino di un proprio esercito, ovvero l’ Armia Krajowa (AK)6 . Fu insomma un
vero e proprio stato clandestino con proprie istituzioni politiche e sociali, che
aveva la sua amministrazione a Londra, e si poneva come obiettivo quello di
rappresentare la Polonia nel mondo. Varsavia e Londra erano in costante
contatto radio tramite messaggi cifrati.
5
Stanisław Mikołajczyk, uomo politico di origine contadina, fu negli anni 30 uno dei massimi esponenti
dello Stronnictwo Ludowe, il partito contadino. Nel 1943 divenne primo ministro del governo polacco in esilio a
Londra. Nel 1947 rivestì in Polonia la carica di vicepremier nel governo provvisorio di unità nazionale (TRJN) di
fatto diretto dall’Unione Sovietica. Nello stesso anno si vide costretto a lasciare il paese nel bagagliaio della
limousine dell’ambasciatore americano per sfuggire alla minaccia dell’arresto.
6
L’Armia Krajowa, esercito nazionale, fu un movimento di resistenza in Polonia durante l’occupazione
nazista,che costituì il braccio armato dello “Stato clandestino”, Paostwo Podziemne, che era dipendeva dal
governo in esilio di Londra. Fu questa un’organizzazione di tipo militare che contò al suo interno numerosi
membri: nel 1944 erano tra i 250.000 e i 350.00. Il 19 Gennaio 1945 questo corpo fu sciolto per evitare lo
scontro con i sovietici, ciononostante molti dei suoi membri continuarono la loro lotta anche dopo lo
scioglimento.
9
Mentre il governo provvisorio esercitava le proprie funzioni
amministrative da Londra, in Polonia sorsero altri raggruppamenti politici fra i
quali il partito comunista. I comunisti non avevano avuto fino a quel momento
un partito molto forte in quanto vennero avversati oltre che dal governo
polacco anche da Stalin stesso che ne ordinò lo scioglimento nel 1938,
deportando nei gulag o giustiziando molti dei suoi leader accusandoli di essere
spie imperialiste. I pochi esponenti di quel partito che uscirono indenni dalle
epurazioni staliniste furono tuttavia coloro che assunsero il potere in Polonia
dopo la liberazione dal nazismo. Essi erano personaggi completamente asserviti
a Stalin, il quale, dopo essersi disfatto dell’opposizione rappresentata dai partiti
appoggiati dal governo a Londra, li mise a governare il paese sotto la propria
supervisione, riuscendo pertanto nel suo intento di installare in Polonia un
governo scelto da lui personalmente.
Il destino della politica e della geografia europea e polacca fu deciso in
gran parte durante la conferenza di Yalta7 che fu presieduta dai tre capi di
governo che rappresentavano le maggiori potenze vincitrici: Winston Churchill,
che rappresentava il Regno Unito, Franklin Delano Roosevelt, rappresentante
degli Stati Uniti, e Josef Stalin, per l’Unione Sovietica. La questione polacca fu
un tema delicato su cui però Roosevelt e Churchill lasciarono in definitiva carta
bianca a Stalin che considerava la Polonia come suo trofeo di guerra ed ebbe la
facoltà di decidere del suo territorio e della sua stessa configurazione politica. A
trattare con i tre statisti durante i diversi colloqui che si tennero prima che il
conflitto mondiale fosse giunto al termine c’era Stanisław Mikołajczyk il quale
lottò aspramente per ottenere condizioni favorevoli per la Polonia. Non
7
La Conferenza di Yalta fu il vertice che si tenne tra il 4 e l’11 febbraio 1945 in Crimea, pochi mesi
prima della fine della guerra, per decidere come proseguire il conflitto e quale sarebbe stato il nuovo assetto
europeo ed in particolar modo quale sorte sarebbe toccata alla Polonia. Fu il secondo e più importante dei tre
incontri che si tennero tra i tre capi di governo dei paesi vincitori: Regno Unito, Stati Uniti ed Unione Sovietica.
Gli altri due incontri furono: la Conferenza di Casablanca (14-24 Gennaio 1943) e Conferenza di Potsdam (17
Luglio-2 Agosto 1945).
10
vedendo però alcuna disposizione al compromesso da parte di Stalin e
vedendosi respingere tutte le proposte di patteggiamento, decise nel
novembre del 1944 di rassegnare le dimissioni. L’evento che lo fece optare per
questa decisione fu l’ennesimo rifiuto staliniano, nel momento in cui
Mikołajczyk si dichiarò pronto ad acconsentire allo spostamento verso ovest del
confine russo-polacco a condizione che Leopoli rimanesse in territorio polacco.
Stalin nel frattempo si era già mosso ampiamente per instaurare in
Polonia un governo sotto la sua supervisione insediando nell’agosto del 1944,
nel territorio liberato dall’Armata rossa, un governo provvisorio con sede a
Lublino e conosciuto come Comitato di Lublino o Comitato polacco di
liberazione nazionale (RTRP), in mano ai membri del Partito comunista che si
chiamava ufficialmente Partito Operaio Polacco (PPR).
Come contromossa, per dimostrare che il governo della Polonia era in
mano al governo in esilio a Londra, i capi dell’Armia Krajowa decisero di
insorgere a Varsavia nel tentativo di far liberare la capitale dall’esercito
polacco prima dell’arrivo delle truppe sovietiche. L’insurrezione ebbe così inizio
il primo agosto del 1945 e si poté definire come una vera e propria mossa
politica del governo in esilio per poter successivamente avere voce in capitolo
sulle nuove condizioni politiche che si sarebbero stabilite una volta finita la
guerra. Purtroppo l’effetto sortito fu opposto a quello auspicato: l’insurrezione
si rivelò un disastro e durante di essa persero la vita circa 200.000 persone tra
cui la maggior parte erano civili. L’esercito sovietico non aiutò gli insorti, anzi
arrestò la propria avanzata e fece in modo che gli alleati non potessero dar man
forte ai polacchi in rivolta. L’insurrezione si tradusse pertanto in una colossale
disfatta che non fece altro che facilitare i piani di insediamento in Polonia da
parte di Stalin. Gran parte degli ufficiali e dei soldati dell’esercito nazionale
11
trovarono difatti la morte durante gli scontri armati o dopo essere stati
imprigionati dai tedeschi.
Nel 1945 Mikołajczyk rientrò in Polonia e gli venne offerto di partecipare
al governo provvisorio di Lublino che Stalin fece installare e che venne sciolto e
legittimato sotto il nome di Governo provvisorio di unità nazionale (TRJN) pochi
mesi dopo la conferenza di Yalta. Mikołajczyk accettò l’incarico che gli venne
affidato, ovvero quello di vicepremier, nella speranza di vincere
successivamente le libere elezioni che si sarebbero dovute tenere in futuro,
secondo quanto deciso e deliberato a Yalta dai tre capi di stato.
Secondo una considerazione di Zagajewski: «Mikołajczyk aveva dalla sua
parte la maggior parte del paese, ma aveva contro di sé Stalin e i sui soldati»8.
Nel frattempo il partito comunista(PPR) aveva un numero di iscritti, che
andava crescendo dacché si trovava al potere. Vennero creati anche i duplicati
dei due maggiori partiti polacchi che avevano i loro rappresentanti nel governo
in esilio a Londra: il Partito socialista e il Partito contadino. Si trattava di due
partiti allineati alla politica stalinista che portavano però lo stesso nome degli
antichi partiti tradizionali. Il partito contadino raccoglieva fino a quel momento
il consenso della maggior parte della popolazione, ma Stalin condusse una dura
lotta contro di esso fino al momento delle elezioni per far trionfare il partito
comunista. Sfruttando una situazione molto tesa che vedeva gruppi di
partigiani dell’ Armia Krajowa, che non avevano voluto deporre le armi,
combattere contro i comunisti, oltre agli scontri con i nazionalisti ucraini nel
sud-est del paese, Stalin fece assassinare dagli uomini dei suoi servizi segreti
numerosi attivisti del partito di Mikołajczyk. Molti simpatizzanti del partito
contadino vennero tratti in arresto e durante le elezioni tenutesi nel gennaio
8
A. Zagajewski, Polonia: uno stato all’ombra dell’Unione Sovietica, op. cit., p. 9.
12
del 1947 un grande numero delle liste elettorali di questo partito venne
distrutto.
I risultati ufficiali delle elezioni attribuivano al partito contadino solo il 10% dei
voti, ma erano inficiati da brogli elettorali. Il blocco costituito dai comunisti e dai
partiti coalizzati con loro ottenne- sempre secondo i risultati ufficiali l’80% dei voti.9
Da questo momento in avanti si instaurò in Polonia il governo comunista
che Stalin aveva fortemente voluto e da lui stesso controllato.
In un breve lasso di tempo vennero fatte chiudere tutte le iniziative
private e vennero liquidate tutte le istituzioni che non fossero direttamente
dipendenti dal partito.
Alla fine del 1948 ci fu la fusione tra il Partito comunista e lo stesso
Partito socialista voluto da Stalin con la conseguente nascita del nuovo e unico
partito: Partito Operaio Unificato Polacco (PZPR). Questa mossa sancì la fine
definitiva del pluralismo politico in Polonia10.
9
A. Zagajewski, Polonia: uno stato all’ombra dell’Unione Sovietica, op. cit., p. 9.
10
Per la Seconda Guerra Mondiale ed il periodo post-bellico in Polonia ho fatto riferimento a: Polonia:
uno stato all’ombra dell’Unione Sovietica, Marietti, 1982 Casale Monferrato;T. Angelo G. Francesco, Studi
storici sull’europa orientale, Ed. dell’Ateneo, 1986 Roma; B. Fiałkowska, Polityka i twórcy 1948-1959,
Paostwowe Wydawnictwo Naukowe, 1989 Warszawa. Ho deciso di privilegiare il testo di Zagajewski in quanto,
essendo egli un letterato, la sua lettura è la più rispondente al taglio della tesi.
13
1.3. L’attività culturale nei primi anni dopo la guerra
Su questo sfondo politico poco promettente che vedeva la Polonia
sempre più dipendente politicamente dal governo sovietico e con un territorio
nazionale ridimensionato durante la conferenza di Yalta, lo sviluppo culturale
polacco riprese il suo corso.
Molti degli intellettuali che si trovavano in esilio decisero di restarvi. Due
furono i principali centri di sviluppo della letteratura polacca fuori dal territorio
nazionale. Uno era Londra, nella quale si trovava il Governo in esilio. Qui veniva
stampata la rivista “Wiadomości”11 diretta da Mieczysław Grydzewski e la
posizione degli intellettuali era generalmente piuttosto conservatrice e
ancorata a ideali vecchi ed anacronistici che volevano la Polonia tra le maggiori
potenze europee.
L’altro centro importante per la cultura polacca fuori dalla patria fu
Parigi. Qui la comunità intellettuale era più aperta di quanto non fosse a
Londra. Figura di grande spessore in Francia fu Jerzy Giedroyc, direttore
dell’importante rivista “Kultura”12.
In Polonia vennero pubblicate le prime raccolte di poesie. Ricomparirono
gli stessi autori che avevano pubblicato tra le due guerre: Przyboś con: Póki my
zyjemy (trad. it. Finché viviamo) del 1944; Staff con: Martwa pogoda (trad. it.
11
“Wiadomości” fu un’importante periodico culturale polacco che veniva edito a Londra nel periodo
della seconda guerra mondiale e dopo di essa fino al 1981. I suoi fondatori furono Antoni Borman e Mieczysław
Grydzewski, il quale ne fu direttore fino al 1970, anno della sua morte. Egli fu un importante scritore e
giornalista polacco di origini ebraiche.
12
“Kultura” fu un’importante mensile letterario polacco che uscì per la prima volta a Roma nel 1947.
Era questa una rivista che veniva stampata solo fuori dalla Polonia stessa e fu un importantissimo punto di
riferimento per la cultura e la politica polacca dall’esilio. Il fondatore e redattore capo di “Kultura” fu Jerzy
Giedroyc, importante politico oltre che giornalista polacco.
14
Tempo morto) del 1946; Jasturn Godzina strzeżona (trad. it. l’ora vigilata), del
1944; Miłosz13 Ocalenie del 1945.
Rientrarono autori scampati ai campi di concentramento come
Gałczyoski14, il quale stampò nel 1948 il poema surrealistico-grottesco:
Zaczarowana dorożka (trad. it. La carrozza incantata) e il ciclo di microdrammi
satirico-grotteschi che vanno sotto il nome di Teatrzyk Zielona Gęs (Teatrino
dell’oca verde), scritti tra il 1946 e il 1959.
Ritornarono in Polonia dall’esilio Tuwim15, che editò la prima parte del
suo poema Kwiaty polskie (trad. it. Fiori polacchi), e Broniewski con Komuna
Paryska (trad. it. la comune di Parigi, 1947.
Tadeusz Rózewicz16fu uno dei pochi poeti a rappresentare la generazione
di giovani di quel periodo, generazione che venne decimata durante il conflitto.
Attraverso le sue raccolte di poesie Niepokój (trad. it. Inquietudine, 1947) e
Czerwona rękawiczka (trad. it. Il guanto rosso, 1948), egli diede voce a coloro
che avevano vissuto da adolescenti gli orrori della guerra.
Per quanto riguarda invece la prosa del primo dopoguerra, questa fu
particolarmente florida. I temi su cui si concentrarono i romanzi di questo
13
J.Przyboś (1901-1970) fu un conosciuto scrittore e poeta che ricoprì diversi ruoli amministrativi
prima della seconda guerra mondiale e durante il socialismo.
L.Staff (1878-1957) fu uno dei maggiori poeti polacchi del xx secolo. Nominato più volte per il premio
Nobel, fu inizialmente esponente della poetica decadentista, in seguito classicista e nell’ultimo periodo
avanguardista.
M.Jastrun (1903-1983) fu un importante letterato e uomo di cultura autore in prosa ed in poesia.
Attraverso la sua lirica presentò diverse riflessioni filosofico esistenziali.
C.Miłosz (1911-2004) fu un importante e rinomato intellettuale che durante la seconda guerra
mondiale collaborò attivamente per lo sviluppo di una cultura sotteranea e clandestina. Dopo il conflitto non
esitò a criticare aspramente le scelte politiche della classe dirigenziale polacca completamente asservita al
governo russo e fu pertanto costretto a vivere in esilio. Prima da Parigi ed in seguito dagli Stati Uniti la sua
produzione culturale fu sempre molto florida ed il suo apporto fu fondamentale per la continuazione e la
diffusione della cultura polacca al di fuori dei confini nazionali.
14
K.I.Gałczyoski fu un importante poeta e drammaturgo conosciuto soprattutto per il suo ciclo di
drammi grotteschi intitolato Teatrzyk Zielona Gęś.
15
J.Tuwim (1894-1953) fu un importante poeta il quale nel 1919, insieme a Słonimski ed Iwaskiewicz,
fondò il gruppo degli Skamander.
16
T.Różewicz (1921) è uno scrittore poeta e drammaturgo. Durante la guerra prese le armi all’interno
dell’AK. Dopo il conflitto la sua poetica assunse dei toni particolarmente forti e catastrofici tanto che venne
additata come nichilista e fu mal giudicata dalla critica. Ciononostante Różewicz fu un esempio per molti poeti
che scrissero dopo di lui.
15
periodo furono certamente gli anni del conflitto e le diverse esperienze dei
sopravvissuti ai campi di concentramento. Vennero stampati: Dymy nad
Birkenau (trad. it. Fumi su Birkenau, 1946) di Seweryna Szmaglewska17;
Medaliony (trad. it. I ragazzi di Oswiecim, 1946) di Zofia Nałkowska18; Z otchlani
(trad. it. Il campo della morte. Lager femminile, 1946) di Zofia Kossak19.
Un altro autore molto importante che trattò il tema dei campi di
concentramento fu Tadeusz Borowski20. Nelle raccolte di racconti Byliśmy w
Oświęcimiu (trad. it. Siamo stati ad Auschwitz, 1946), Kamienny świat (trad. it. Il
mondo di pietra, 1948) e Pożegnanie z Maria (trad. it. Addio a Maria, 1948),
Borowski raccontò in maniera cinica la vita dei campi di concentramento
descrivendola con una fredda naturalità e normalità, escludendo le categorie
del bene e del male. Proprio a causa di questo forte cinismo venne aspramente
criticato.
Sul tema dei partigiani scrisse invece l’autore Leopold Buczkowski21:
Czarny potok (trad. it. torrente nero, 1946). La pubblicazione del suo romanzo
venne però impedita dalla censura e questo poté essere stampato solo nel
1954.
Tra gli autori in emigrazione spicca il personaggio di Melchior
Wankowicz22. Tra le sue opere ricordiamo: Dzieje rodziny Korzeniewskich (trad.
it. storia della famiglia Korzeniewski, Roma 1944) Bitwa o Montecassino (trad.
17
S.Szmaglewska (1916-1992) fu una scrittrice che visse la prigionia nel campo di concentramento di
Auschwitz, di cui parlò nelle sue opere.
18
Z.Nałkowska (1884-1954) fu un’importante scrittrice di poesie e prosa. Tra le sue opere principali
figurano il racconto Granica edito nel 1935 e la raccolta di poesie Medaliony del 1946.
19
Z.Kossak (1889-1968) fu una scrittrice. Durante la guerra prese parte alla resistenza sotterranea
schierandosi tra le fila dell’organizzazione cattolica “Unia”
20
T.Borowski (1922-1951): Fu scrittore e giornalista. Visse in prima persona l’esperienza del lager
nazista quando nel 1943 venne deportato ad Auschwitz. L’esperienza lo segnò profondamente e ispirò diverse
sue opere tra le quali: Byliśmy w Oświęcimiu (1946). Salito il comunismo al potere ne divenne stretto
collaboratore fino a quando, il 3 luglio del 1951 non si tolse la vita.
21
L.Buczkowski (1909-1989) fu uno scrittore oltre che pittore e grafico. Durante la guerra fu tra le fila
dell’AK e prese parte all’insurrezione di Varsavia.
22
M.Wanchowicz (1892-1974) fu scrittore di romanzi e giornalista. Durante la guerra visse in esilio e
combatté la battaglia di Montecassino di cui scrisse nel suo romanzo Bitwa o Montecassino (1945-47).
16
it. La battaglia di Montecassino,Roma 1945-47), Kundlizm (trad. it. La
bastardaggine, 1947), in cui affrontò rispettivamente il tema delle deportazioni
in terra sovietica, quello della guerra , e nell’ultima opera quello dei vizi della
società polacca.
Dall’estero pubblicò anche Jozef Czapski , i cui testi più noti sono:
Wspomnienia Starobielskie (trad. it. ricordi da Starobielsk, Roma 1946) e Na
nieludzkiej ziemi (trad. it. In una terra disumana, Parigi 1949). L’argomento
principale delle due opere è l’incarcerazione da parte dei sovietici di decine di
migliaia di ufficiali polacchi, in seguito giustiziati; si trattava ovviamente di un
episodio di cui era impossibile parlare in patria.
Sulle deportazioni sovietiche ed in particolar modo sui campi di
concentramento russi scriveva dall’estero Gustaw-Herling Grudzioski nel suo
romanzo Inny Świat (trad. it. un mondo a parte, stampato per la prima volta in
Inglese nel 1951).
L’arte e la letteratura che si svilupparono dopo la fine della guerra non
ripresero le tematiche e lo stile del ventennio antecedente il conflitto, ma al
contrario intesero rompere con l’avanguardismo che aveva dominato la vita
culturale tra le due guerre mondiali. Quest’ultimo fu totalmente rigettato,
venne definito borghese e additato come decadente ed irrazionale, mentre la
nuova scena letteraria aveva come obiettivo un’arte maggiormente razionalista
e realista. L’arte doveva essere funzionale, strumento pratico per raccontare
degli orrori della guerra. La creatività non veniva più considerata una qualità,
non c’era più spazio per l’immaginazione, che venne considerata un ostacolo
allo spiegamento concreto della razionalità. L’arte insomma avrebbe dovuto
essere da questo momento in avanti indirizzata verso un forte pragmatismo,
che trovava la sua ragion d’essere nell’impegno sociale23.
23
Marcello Piacentini nota come ci furono anche alcuni autori che difesero l’avanguardismo,
evidenziandone un filone engagé e democratico, ma anche in nome della creatività. Tra questi ricorda il critico
17
1.4. Nascita del realismo socialista
Dopo la guerra la maggior parte degli intellettuali ruppe con il processo
letterario avviatosi tra le due guerre, noto come avanguardismo, accusandolo
di essere troppo distante dalla realtà. Gli scrittori dell’epoca cercarono
pertanto una letteratura che parlasse di argomenti attuali, che descrivesse gli
eventi della guerra, e fosse espressione della società polacca. Tale movimento
letterario venne chiamato realismo e venne promosso in particolare sulle
pagine della rivista “Kuźnica”24.
Si trattava però del programma di un gruppo di autori, ed era ben
lontano, se non del tutto opposto a una nuova dottrina, che venne imposta a
partire dal 1949, e che fu conosciuta come realsocialismo.
Esso venne preparato negli ambienti politici e venne promosso
inizialmente attraverso i giornali e la radio. Si trattava di un movimento
culturale imposto dalle istituzioni, che non nasceva come continuazione della
letteratura precedente, ma ne interrompeva anzi il naturale sviluppo. Le sue
radici si ritrovavano nel programma di rivoluzione culturale socialista
progettato all’interno delle fila del PPR subito dopo la fine della guerra.
Tale programma prevedeva la diffusione della cultura all’interno delle
classi lavoratrici con lo scopo di renderle politicamente attive, e la creazione
pertanto di una nuova intellighenzia popolare. Si proponeva inoltre di
abbattere le barriere che separavano il mondo dell’arte da quello degli operai e
Kaziemierz Wyka , e gli scrittori Jerzy Szaniawski e Maria Dąbrowska. Cfr. M. Piacentini nel capitolo 1939-1956
di: Storia della letteratura polacca,Einaudi, 2004 Torino, a cura di Luigi Marinelli, p. 422.
24
“Kuznica” fu un settimanale polacco pubblicato tra il 1945 ed il 1950 inizialmente a Łódz ed in
seguito anche a Varsavia. Era un settimanale di argomentazioni letterario-sociologiche con il quale
collaborarono diversi rinomati autori polacchi tra cui Zofia Nałkowska, Jerzy Putrament, Kazimierz Brandys,
Adam Ważyk e Mieczysław Jastrun. Era di orientamento marxista-leninista, ciononostante nel 1950 la sua
redazione venne fatta chiudere e la rivista venne fusa con un altro settimanale, “Odrodzenie”, cambiando
nome in “Nowa Kultura”. Ne fu direttore Stefan Żółkiewski.
18
dei lavoratori in generale, e di promuovere e diffondere una visione del mondo
di tipo marxista-leninista.
Dalla fine del conflitto si assistette pertanto a un lento processo di
statalizzazione della cultura di cui il Partito voleva servirsi per diffondere la
propria dottrina e i propri ideali, e l’imposizione del socio-realismo nel 1949 fu
il risultato di questo processo.
In due discorsi tenuti presso la radio di Wrocław nel 1947, il presidente
dello Stato Bolesław Bierut sottolineò il ruolo educativo che la cultura e i
letterati dovevano assumere nei confronti delle masse insegnando e
risvegliando in loro gli ideali comunisti. Nel primo,riferendosi agli artisti, disse
che fino a quel momento loro sono stati:
[...]oddzieleni nieprzebytym murem od szerokich mas narodu, tworzących w
pocie czoła materialne podstawy ich wiedzy, kultury i sztuki,*a dziś+ obowiązkiem
twórczy, kształtującego duchową dziedzinę życia narodu, jest wczud się w tętno pracy
mas ludowych, w ich tęsknote i potrzeby,z ich wzruszeo i przeżyd czerpad natchnienie
twórcze do własnego wysiłku, którego celem głównym i podstawowym winno byd
podniesienie i uszlachetnienie poziomu życia tych mas.25
In un secondo momento parlando dei doveri degli autori disse:
Nowe motywy życia, twórczy zapał robotnika i chłopa, przemiany zachodzące w losie i
świadomości człowieka pracy wymagają od literatów gruntownego przemyślenia środków
pisarskich, aby mogły najlepiej służyd ludowemu odbiorcy. Tak pojmując swą rolę, pisarz
przestaje byd autorem dla niewielu , a staje się wyrazicielem i wychowawcą szerokich mas
narodu
26
.
25
“*…+ separati da un muro invalicabile dalle grandi masse della popolazione, le quali con grande
sacrificio ponevano le fondamenta della propria sapienza, della cultura e dell’arte, * e oggi+ dovere della
produzione letteraria, che si trova a formare l’anima della vita della nazione, è quello di immedesimarsi nel vivo
lavoro delle masse di popolazione, nella loro malinconia e nei loro bisogni, dalle loro emozioni e dalle loro
esperienze ispirare la propria produzione letteraria verso ad uno sforzo, il cui obiettivo ultimo e principale deve
essere l’innalzamento ed il nobilitamento del tenore di vita di quelle masse”.Cit da Z. Jarosioski, Nadwiślaoski
socrealizm, IBL, 1999 Warszawa, p. 14. (Tutte le traduzioni, ove non specificato, sono mie)
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”Nuovi motivi di vita, l’ispirazione letteraria dell’operaio e del contadino, i cambiamenti in atto nel
destino e nella coscienza dei lavoratori richiedono da parte degli autori una rivalutazione del proprio modo di
scrivere, affinché possano servire nel miglior modo possibile ai lettori. Intendendo così il proprio ruolo, lo
scrittore finisce di essere autore per pochi e diventa enunciatore ed educatore delle grandi masse della
popolazione”. Cit. da W. Tomasik, Polska powieśd tendencyjna 1949-1955. Problemy perswazji literackiej,
Polska akademia nauk, 1988 Wrocław, p. 8.