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INTRODUZIONE
Nell’ultimo ventennio si stanno affermando nuove
modalità di valutazione finanziaria che tengono conto di
aspetti di natura etica e non solo limitati a elementi di
redditività in senso stretto. In merito, il rating etico risulta
essere una proposta per integrare nei criteri tradizionali di
contabilità e finanza principi di eticità. Cosa rappresentano,
perché e da quando l’uomo pensa di associarli a un’attività
economica sono quesiti che hanno spinto numerosi studi ad
approfondire la fattibilità, la convenienza e i costi di applicazione.
Lo sviluppo del lavoro con l’aiuto degli approfondimenti
degli ultimi vent’anni è dedicato a questo nuovo strumento di
valutazione dell’attività economica, cercando di scandire un
percorso lungo il quale ci si è ritrovati ai giorni odierni. La
motivazione per cui siamo attualmente in cerca di un ulteriore
criterio di selezione imprenditoriale la si trova appunto nelle
lacune che il sistema finanziario ha dimostrato di avere in tutti
i paesi del mondo, senza alcuna eccezione.
Alla luce di esigenze di questo tipo, l’elaborato nel suo
primo capitolo mira all’esposizione delle caratteristiche che
contraddistinguono parte dell’universo finanziario attraverso la
finanza etica, che cosa abbia spinto l’uomo a pretendere altre
categorie di informazione e a non fermarsi al mero profitto. In
questa prima parte si mettono a confronto le posizioni di
economisti e storici, le quali hanno come elemento centrale
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l’etica e la morale. Ci si interroga se il valore d’impresa possa
indossare un vestito etico, che importanza possa avere la
responsabilità morale nelle azioni imprenditoriali dato che
queste portano a delle conseguenze a volte irreversibili
nell’ambiente che ci circonda, pertanto che considerazione
bisogna avere del profitto in un contesto etico. Nell’ultimo
paragrafo si accennano i modelli e gli strumenti che
permettono l’impiego di capitali orientato a promuovere lo
sviluppo sostenibile ovvero quello sviluppo che permetta di
soddisfare le esigenze dell’attuale generazione senza impedire
alle generazioni future di soddisfare le proprie.
Il secondo capitolo si sofferma sulle logiche di
costruzione dei rating etici, sulla loro attendibilità e sugli
effetti nel mondo finanziario dopo aver analizzato la
possibilità di misurare i comportamenti etici e quali costi
comporta.
Nel terzo capitolo si raccolgono utili indicazioni sui
risultati derivanti da alcuni studi effettuati sui fondi etici, una
volta descritte le caratteristiche dei principali indici etici
mondiali.
Sulla base di quanto detto, il presente elaborato si pone
l’obiettivo di portare a conoscenza le modalità attraverso le
quali viene estrapolato il giudizio etico, che tipo di servizio
viene offerto dalle agenzie di rating e quali sono le
performance dei fondi e indici etici che utilizzano lo strumento
del rating etico come unico criterio di selezione.
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1. FINANZA ETICA O FINANZA SELETTIVA
1.1 L’eticità del valore d’impresa
L’impresa, come la si intende comunemente, è un’unità
produttiva complessa che opera in un contesto di libera
economia di mercato. Per inquadrare bene cosa sia un’impresa
si deve cominciare dal suo scopo. Se ne analizzeranno due
orientamenti. Il primo dei quali ce lo fornisce uno dei massimi
esperti in management del ‘900 e afferma che lo scopo
dell’impresa è creare un cliente, perché a determinare cos’è
un’impresa è il valore che il cliente stesso attribuisce al suo
acquisto;
1
il secondo afferma che scopo dell’impresa non è
solo la produzione del profitto, bensì l’esistenza stessa
dell’impresa come comunità di uomini che, in molti modi
diversi, perseguono il soddisfacimento dei loro bisogni
fondamentali e costituiscono un particolare gruppo al servizio
della società.
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Da queste due affermazioni si può ricavare un
significato d’impresa quale un’organizzazione generatrice di
valori sociali oltre che di valori economici-finanziari.
L’imprenditore si assume il rischio, soffre e porta con sé
una serie di doni, come creatività, intelligenza, abilità, virtù,
conoscenza tecnologica, capitale finanziario. Capire come
produrre maggior sviluppo, suo compito principale,
______________________________________
1
Drucker P., Manuale di management, Milano, Libri, 1991, pp. 69-70.
2
Giovanni Paolo II, Centesimus Annus, n.35.
5
rappresenta un’attività razionale il cui fondamento ha natura
etica.
3
Ci si chiede allora se un’impresa possa avere un’etica.
Se intendiamo come etica un comportamento responsabile
verso diverse istanze o attori secondo criteri prefissati, allora si
dirà piuttosto che un’impresa non può agire senza un’etica.
La teoria economica tradizionale ha cercato di inserire
l’impresa all’interno di uno schema concettuale statico,
pretendendo di misurare le relazioni economiche-sociali a
prescindere dall’elemento centrale: la persona. Non è
d’accordo Giovanni Paolo II quando scrive: “L’economia è un
settore dalla multiforme attività umana e in essa, come in ogni
altro campo, vale il diritto di libertà, come il dovere di fare un
uso responsabile di essa (…). Se un tempo il fattore decisivo
della produzione era la terra e più tardi il capitale, oggi il
fattore decisivo è sempre più l’uomo stesso”,
4
riprendendo
quanto detto dal Concilio Vaticano II già mezzo secolo prima,
il quale sosteneva che “l’uomo è infatti l’autore, il centro e il
fine di tutta la vita economica e sociale”.
5
Il principio secondo cui tutte le persone hanno gli stessi
diritti e doveri, che nessuna di loro potrà sacrificarsi al
benessere di qualcuno e neanche a quello della maggioranza è
un fondamento costitutivo dei Diritti Umani, che
rappresentano l’avvenimento giuridico e storico più rilevante
______________________________________
3
Vitale C. M., Sviluppo e spirito d’impresa, Il Veltro, 2001.
4
Centesimus Annus, n.32.
5
Giudium et Spes, n. 63.
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dal punto di vista morale dell’ultimo secolo. Mentre i grandi
ambiti dell’attività umana trovano nel concetto di dignità
umana il loro riferimento (la giurisprudenza, la medicina, la
sociologia…), nel caso dell’economia si necessita fare i conti
con la scarsità delle risorse e con la concorrenza, che è
componente primaria dell’economia di mercato.
Per l’attività imprenditoriale una rilevanza etica e
razionale della concorrenza è spiegata da Vitale, il quale
afferma che l’uomo d’impresa, per la natura del suo ‘mandato’
di uomo d’azione, debba essere alla guida di un organismo
collettivo difettoso e fragile che può vivere solo in una società
pluralista e aperta, coniugando continuamente fermezza e
umiltà in un eterno e rischioso processo di “try and correct”.
6
Nessuna attività umana è esclusa dalla considerazione
etica, perché ogni attività è espressione della persona e del suo
sviluppo. Se l’etica consiste nell’assunzione di responsabilità
sia per noi che per gli altri, allora dobbiamo considerare tutte
le persone che sono coinvolte nell’impresa. L’individuo quindi,
che persegue il proprio benessere e i propri beni, si inserisce
nel discorso del bene comune. Freeman, con la sua teoria degli
stakeholders, propone un superamento della concezione
privatistica dell’impresa che privilegia l’interesse del
proprietario e promuove una rappresentazione che dia adeguato
______________________________________
6
Vitale M., Il costo dell’etica cristiana, intervento al convegno UCID di Mantova, 1-2
giugno 2001.
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riconoscimento al ruolo dei molteplici soggetti, con i
corrispondenti diritti e doveri, definendo l’attività di creazione
del valore come un processo contrattuale tra le parti
interessate. In tal modo sono stakeholders dell’impresa, oltre
agli azionisti, anche i dirigenti, i lavoratori dipendenti, i clienti,
i fornitori, le altre imprese concorrenti, la comunità locale sul
cui territorio opera e tutta la società civile. Si può asserire che
l’aspetto economico si coniuga con l’aspetto etico con la
concretizzazione di un’idea liberale di giustizia, che assicura
un’eguaglianza di base tra gli stakeholders nei termini dei loro
diritti morali.
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Inoltre l’instaurarsi di durevoli e stabili
relazioni con tutti i soggetti economici è un fondamento
imprescindibile alla sopravvivenza e allo sviluppo economico
di lungo termine dell’impresa. La realizzazione di questo fine
avviene con un’istituzionalizzazione dell’etica con opportuni
processi di riflessione e di valutazione sul proprio e altrui
sistema di valori.
L’obiettivo dell’impresa risulta così un’appropriata
configurazione etica del valore generato, che può essere
considerata come uno scopo prioritario dell’attività produttiva,
che le permette di farla valere nel tempo. Pertanto la
realizzazione di una dimensione etica dell’impresa non è
subordinata al conseguimento di uno scopo economico.
______________________________________
7
Freeman R., A stakeholder theory of the modern corporation, 1988.