A seconda dei periodi storici e dei luoghi geografici il fenomeno può 
avere significati e caratteristiche diversi. 
Le più antiche testimonianze del fenomeno risalgono al mondo 
classico: Strabone descrive la cerimonia degli Hirpi Sorani,
2
 che si svolgeva 
vicino Roma, alle falde del monte Soratte, e accenna a quella dedicata al 
culto di Artemide Perasia, che si svolgeva a Castabala, in Cappadocia.
3
 
Frazer, come vedremo, confronta i riti più antichi con quelli, ben 
documentati, che riguardano diversi paesi extraeuropei, fra i quali l’Oceania 
e in particolare le Isole Figi; è lo stesso de Martino a citare e a raccogliere 
nel suo Archivio parte del lavoro di Frazer e di numerosi altri studiosi e 
testimoni del fenomeno, ma fra questi riserva il primato all’eclettico 
letterato inglese Andrew Lang. 
La prima parte di questo lavoro è dedicata proprio a Lang. Come 
vedremo, l’autore incontrò una notevole fortuna fra gli studiosi italiani: 
citato diverse volte da Pettazzoni,
4
 per le sue teorie sull’origine della 
religione, diventa per de Martino, nel Mondo magico, un importante 
                                                           
2
 Ne parlano anche: Virgilio, Eneide, XI, 785-788; Servio, Ad Eneidem, XI, 787; 
Plinio, Storia naturale,VII, 19; Silio Italico, La guerra punica,V, 175-178,; cfr. A.Lang, 
Magic and Religion, London, New York and Bombay, Longmans, Green and Co., 1901, 
p. 288-289. 
3
 Vedi J.G.Frazer, The Golden Bough. A study in magic and religion, part VII, London, 
1955 (I ediz. 1913), p. 1-20. 
4 Ivi, Parte prima, § 4. 
 riferimento teorico. Occupandosi di etnologia e parapsicologia, Lang porta 
avanti la sua radicale convinzione della necessaria integrazione fra le due 
discipline
5
 e, proprio in quegli anni di fine ’800 in cui la nascente 
parapsicologia viene sempre più criticata e accostata allo spiritismo, Lang si 
propone come suo difensore e di chi la pratica; a testimonianza di ciò, nella 
seconda parte di questo lavoro, dedicata al materiale inedito dell’Archivio, 
faremo riferimento alla polemica che lo vede impegnato contro Clodd nella 
difesa dell’operato della Society for Psychical Research e dei suoi esponenti. 
La seconda e la terza parte di questa tesi, che ne rappresentano il 
nocciolo, trattano dei materiali su cui ha lavorato de Martino, inediti e non, 
e del percorso da lui svolto per arrivare dai materiali grezzi ai testi. 
La seconda parte, dedicata ai materiali inediti, tra i quali la polemica 
Lang-Clodd a cui abbiamo già accennato, rivela un grande lavoro di lettura, 
di trascrizione e di interpretazione delle fonti documentarie da parte 
dell’autore; da parte nostra, si è cercato di ricalcare il metodo usato da de 
Martino per la raccolta e l’ordinamento dei materiali, in prevalenza 
riguardanti riti di signoreggiamento del fuoco svoltisi in Oceania. 
                                                           
5 Ivi, Parte prima, § 5. 
 Confrontando i materiali inediti con gli scritti, avremo modo di notare 
come i materiali riportati in Archivio siano ricchi di minuziose descrizioni 
etnografiche che non ritroviamo poi nei testi: evidentemente l’autore 
occupandosi del problema dei poteri magici in generale, era interessato più 
ad un dibattito teorico sulla realtà di processi cerimoniali di incombustione, 
che non alla semplice elencazione di testimonianze. D’altro canto, 
interessandoci, in questa tesi, più specificatamente al fenomeno di 
signoreggiamento del fuoco, abbiamo creduto interessante ed opportuno, 
analizzare questi materiali etnografici per avvicinarci al fenomeno e 
comprenderlo meglio, così come de Martino ha fatto prima di noi. 
Nella terza parte di questo lavoro sono messi a confronto i due scritti: 
Il mondo magico e “Il signoreggiamento del fuoco”. Partendo dal problema 
cronologico che li lega (c’è un’incertezza sulla data in cui de Martino 
avrebbe finito di scrivere l’articolo), abbiamo analizzato i due testi 
mettendoli a confronto, fino ad arrivare alla spiegazione del fondamentale 
concetto demartiniano di “dramma storico del mondo magico”. Vedremo 
quanto i due testi risultino simili per certi aspetti, ma portino a conclusioni 
molto diverse. Nel “Signoreggiamento del fuoco” non c’è una vera 
conclusione, il problema rimane aperto in attesa di nuovi materiali 
attendibili per condurre una ricerca più approfondita; nel Mondo magico, 
 invece, la riflessione si fa più complessa, integrando il problema dei poteri 
di signoreggiamento del fuoco, in quello più ampio dei poteri magici in 
generale; si arriva così ad un dibattito teorico più ricco e complesso che 
porta a definizioni importanti come quelle della “paradossia della natura 
culturalmente condizionata” e dell’ “individuazione del dramma storico del 
mondo magico”, concetti fondamentali per la comprensione dei problemi 
legati alla magia. 
Il fascino del fuoco non riguarda solo tempi lontani e popoli 
“primitivi”, ma, come vedremo, camminare sul fuoco è una pratica ancor 
oggi adottata anche se con modalità e significati in parte diversi. 
La quarta parte di questa tesi vuole essere un richiamo a ciò che 
significa oggi camminare sul fuoco; a questo proposito ci siamo avvalsi 
della testimonianza del Prof. Paolo Bartoli che con il suo articolo “La prova 
del fuoco. Contesti culturali e tecniche del corpo nella pratica del 
firewalking”,
6
 offre un interessante quadro del fenomeno oggi e ci rende 
partecipi della sua esperienza di signoreggiamento del fuoco, avendo 
imparato, lui stesso, durante una ricerca sul campo, a camminare sul fuoco. 
                                                           
6 P. Bartoli, “La prova del fuoco. Contesti culturali e tecniche del corpo nella 
pratica del firewalking”, Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica, estr. 5-6 
ott. 1998 
 Per quanto riguarda l’attualità, l’autore cita riti di camminamento sul 
fuoco praticati ancora oggi sia nel nord della Spagna, nel villaggio di San 
Pedro Manrique nella Castilla y León, la notte di San Giovanni, di cui, come 
vedremo, Bartoli si è occupato a lungo, sia al confine fra Bulgaria e Grecia, 
nella Macedonia greca, ad Alghia Eleni, la notte di San Costantino (rito 
degli Anastenarides).
7
 Inoltre, il fenomeno, oggi, non appare più legato solo 
alla religione, si è andato diffondendo un tipo di firewalking del tutto laico, 
nato negli Stati Uniti come una delle pratiche adottate da movimenti, come 
il New Age, fondati sulla ricerca di un’identità, sulla riscoperta del sé e 
sull’autorealizzazione. 
 
Il New Age si contrappone al vecchio mondo, caratterizzato da immobilismo, 
divisioni, utilitarismo eretto a sistema. Sarebbe una era rivoluzionaria, in cui si 
troveranno creatività, pace, spiritualità, mentre fino ad oggi avrebbe dominato la 
fredda ragione, il calcolo razionale. Nella nuova Era avranno spazio sensibilità e 
sentimenti.
8
 
 
In questo ambito, sostiene Bartoli, camminare sul fuoco vuol dire 
scoprire dentro sé stessi una forza nuova, nascosta, “cosmica”, e la capacità 
di gestirla diventa un’ “esperienza di autorealizzazione e di manipolazione e 
                                                           
7 
L. Danforth, Firewalking and religious healing. The Anastenaria of Greece and the 
American firewalking movement, Princeton University Press, Princeton, 1989, cit. da P. 
Bartoli, op. cit., p. 62-63. 
8
 Maria I. Macioti (a cura di), Attese apocalittiche alle soglie del millennio, Liguori 
Editore, Napoli, 1996, p. 8 n. 12. 
 trasformazione del sé”.
9
 
In ultimo, per necessità di chiarezza ci è sembrato opportuno riportare 
in appendice i preziosi materiali dell’Archivio demartiniano
10
 a cui abbiamo 
fatto riferimento e, senza i quali, non avrebbe visto la luce questo lavoro. 
                                                           
9 
P. Bartoli, op. cit., p.63. 
10 Nel riportare i materiali è stato mantenuto lo stile di scrittura ed impaginazione 
dell'autore. 
  
 
 
 
 
 
PARTE PRIMA 
 
Andrew Lang e la sua fortuna in Italia 
 
 1. Introduzione 
 
 
Andrew Lang è ormai un autore dimenticato. Ma negli anni in cui, 
prima Pettazzoni, poi de Martino, studiavano la genesi dei processi religiosi 
o magico-religiosi, le sue due opere principali Magic and Religion
11
 e The 
Making of Religion,
12
 erano considerate un importante punto di riferimento. 
Nel Mondo magico de Martino fa riferimento a Lang a proposito della 
polemica, nata intorno alla fine dell’800, relativa alla possibile integrazione 
fra due scienze quali l’etnologia e la psicologia paranormale; in quegli anni, 
infatti, Lang si proponeva come fautore di questa integrazione fornendo 
argomenti che de Martino avrebbe preso in seria considerazione. 
Inoltre, proprio a Lang de Martino, nelle sue note d’Archivio, 
attribuisce un importante primato: 
                                                           
11 A. Lang, Magic and Religion, op. cit. 
12 A. Lang, The Making of Religion, London, 1898. 
  
Colui che per primo richiamò l’attenzione sulla diffusione dei riti 
dell’attraversamento del fuoco fu Andrew Lang....
13
 Il Frazer ha poi ripreso 
l’argomento raccogliendo un ampio materiale.....
14
 
 
Per questo, ci sembra utile introdurre, a questo punto, qualche 
informazione su Lang, inquadrandolo nel periodo culturale di riferimento e 
illustrandone la successiva “fortuna” tra gli storici italiani delle religioni. 
 
 
2. Vita e opere 
 
 
Andrew Lang nasce a Selkirk, in Scozia, il 31 Marzo 1844 e muore a 
Bunchory, in Aderdeenshire, il 20 Luglio 1912. 
Dopo aver studiato a Saint Andrew e ad Oxford, diviene “fellow” del 
Merton College ad Oxford e poi giornalista e scrittore libero a Londra. 
È scrittore di grande versatilità, de Martino lo definisce “uomo di varia 
erudizione e di molteplici curiosità.... filologo zelante e spregiudicato, non 
                                                           
13 Si veda Modern Mithology London 1897, pp. 148-175; in Athenaeum, 26th August 
and 14th October 1899; in Folk-lore, XII (1901), pp. 452-455 e XIV (1903) pp. 87-
89; in The Making of Religion. Ivi, Appendice 1, p. 117. 
14 J. Frazer, The Golden Bough, Part VII: Balder the Beautiful, vol. II, pp. 1-20 1913, 
Ivi, App. 1, p. 117. 
 senza una certa propensione romantica per tutto ciò che poteva mettere in 
iscacco... l'ordine razionale delle cose”.
15
 
Si occupa, inoltre, di poesia, letteratura e storia scozzese, lavora alla 
traduzione dei poemi e degli inni omerici illustrandoli con riscontri 
etnologici. 
Fra le sue opere più importanti ricordiamo: 
Custom and Myth (1884); Myth, Ritual and Religion (1887); Modern Mythology 
(1897); The Book of dreams and Ghosts (1897); The Making of Religion (1898); 
Magic and Religion (1901); Social Origins (1903); The secret of the Totem (1905).
16
 
 
 
                                                           
15
 E. de Martino, Il mondo magico, Bollati Boringhieri, Torino, 1997, p. 174. 
16
 Tutte le informazioni sulla vita dell'autore sono state tratte dall’Enciclopedia 
Italiana Treccani. 
 3. Il pensiero 
 
 
Forte oppositore di materialismo ed evoluzionismo, teorie prevalenti 
della scuola antropologica vittoriana, Lang da una parte affronta il 
problema della nascita della religione, sostenendo l'origine del concetto di 
“essere supremo” presso i popoli incolti, dall’altra, si interessa allo studio di 
fenomeni paranormali considerandoli alla base delle tradizioni magiche e 
spiritistiche.
17
 
Contemporanei di Lang sono due fra le più importanti figure 
dell’antropologia evoluzionista vittoriana quali Edward Burnett Tylor e 
James George Frazer, entrambi verranno da lui aspramente criticati. 
L’ideologia antropologica vittoriana si basava sul concetto di civiltà in 
continua evoluzione verso un grado di organizzazione sociale sempre più 
complesso; secondo questa teoria, quindi, le popolazioni cosiddette 
“selvagge” potevano essere considerate come rappresentanti dei nostri 
progenitori, poteva, quindi essere utile studiarle per comprendere le 
condizioni di vita degli uomini preistorici, non ancora in grado di usare 
l’intelletto per controllare la natura. Il parallelo fra uomini preistorici e 
                                                           
17 E. de Martino, Il mondo magico, op. cit., p. 174. 
 “selvaggi” contemporanei non poteva esistere senza l’uso incondizionato 
del metodo comparativo. 
Edward Burnett Tylor (1832-1917), autore di Primitive Culture del 
1871,
18
 è considerato il più importante rappresentante dell’evoluzionismo 
antropologico vittoriano, è proprio lui che, per la prima volta, usa il termine 
animismo per indicare la credenza, tipica nei popoli primitivi, che qualsiasi 
oggetto, animato o inanimato, possegga un’anima. Sull’animismo si basa la 
sua teoria delle religioni dei popoli “primitivi” e quindi quella della genesi 
del monoteismo. L’animismo, secondo Tylor, rappresenterebbe l’origine 
della religione, la sua preistoria, ma attraverso il progresso del pensiero 
razionale e l’accumulazione delle conoscenze, il concetto di anima viene 
sempre più a restringersi, fino a riguardare solo l’uomo cristiano, viene 
quindi ad essere una “sopravvivenza”.
19
 
                                                           
18 Edward Burnett Tylor, Primitive Culture, Researches into the development of mythology, 
philosophy, religion, language, art and custom, London, 1871. 
19 U. Fabietti, Storia dell’antropologia, Collana di Sociologia, Bologna, Zanichelli, 
1991, p. 17-19. 
 A proposito del monoteismo di Taylor Pettazzoni scrive: 
 
Secondo questa teoria il monoteismo si sarebbe svolto dal politeismo, che a sua 
volta sarebbe derivato - attraverso una specie di polidemonismo- da quel comune 
substrato della religiosità che sarebbe l’animismo. Il monoteismo 
rappresenterebbe dunque l’ultimo stadio.... di un processo di graduale riduzione 
numerica degli esseri divini.... risultato finale di una progressiva correzione del 
concetto della Divinità. È evidente il carattere intellettualistico di questa teoria la 
quale disegna lo sviluppo religioso dell’umanità secondo un suo schema evolutivo 
dei progressi della riflessione umana applicata all’idea di Dio...
20
 
 
Altro esponente di spicco dell’evoluzionismo vittoriano è James 
George Frazer (1858-1941) autore di The Golden Bough, Il ramo d’oro,
21
 una 
raccolta sterminata di documenti storici ed etnografici sulle forme arcaiche 
del culto e sugli aspetti magico-religiosi della vita sociale. Tipicamente 
evoluzionista è la sua teoria sullo sviluppo del pensiero umano, da quello 
magico a quello religioso, fino ad arrivare a quello scientifico, attraverso una 
lenta maturazione delle facoltà mentali dell’uomo. Anche in Frazer è 
presente il concetto di “sopravvivenza”, per indicare tutto ciò che, in una 
fase come quella a lui contemporanea, in cui dominano la scienza e 
l’intelletto, richiama pratiche antiche e primitive; proprio per studiare queste 
sopravvivenze, alla luce della sua teoria evoluzionista, Frazer si avvale del 
metodo comparativo. 
                                                           
20 R. Pettazzoni, DIO, Formazione e sviluppo del monoteismo nella Storia delle religioni, vol. 
I, L’essere celeste nelle credenze dei popoli primitivi, Società editrice Athenaum, Roma, 
1922, introduz. p. XIII. 
21 J. Frazer, The Golden Bough, 1913. 
 Lang si pone in maniera molto critica verso le teorie evoluzioniste e i 
loro sostenitori; ribalta la teoria tayloriana del monoteismo, sostenendo che, 
non l’animismo, ma un rudimentale monoteismo sia all’origine di tutte le 
religioni.
22
 
Negli stessi anni, intorno alla fine dell'Ottocento, si hanno i primi 
risultati della “nuova psicologia europea”, la psicologia paranormale: grande 
interesse incontrano, in particolare, gli studi (sull'ipnotismo, la suggestione 
ecc...) condotti dalla Society for Psychical Research. Il primo a prendere in 
considerazione questi risultati mettendoli a confronto, e a sostegno di quelli 
derivanti dall'etnologia è proprio l’antropologo e letterato inglese Andrew 
Lang, ostinato sostenitore dei vantaggi derivanti da una collaborazione fra 
etnologia e psicologia paranormale. 
Nonostante la loro vena polemica, o forse proprio grazie ad essa, le 
teorie di Lang trovarono una discreta fortuna in Italia; in particolar modo, 
Pettazzoni nei suoi testi Dio e L’Onniscenza di Dio, fa riferimento al testo di 
Lang The Making of Religion e, come vedremo, polemizzando nei confronti 
della sua teoria sull’origine della religione, arriva a considerare la sua opera 
“essenzialmente critica piuttosto che costruttiva”;
23
 de Martino, invece, si 
                                                           
22 A. Lang, The Making of Religion, op.cit. 
23 Ibidem p. 45. 
 occupò più degli aspetti del pensiero di Lang legati al problema dei rapporti 
fra etnologia e psicologia paranormale, e alla sua curiosità verso i fenomeni 
di signoreggiamento del fuoco, considerando non solo The Making of Religion 
ma anche l’altra grande opera di Lang, Magic and Religion.