Questa commedia  è incentrata sulla rivalità maschile e una relazione 
padre-figlio nel contesto di una partita di poker. Marber ha più volte 
dichiarato pubblicamente, di aver avuto seri problemi con il gioco 
d’azzardo e di essere entrato per questo motivo nell’anonima 
scommettitori, senza per altro raggiungere alcun risultato. Scrivere 
questa commedia è stato, senza dubbio, un modo per esorcizzare questo 
vizio, che oggi sembra aver eliminato, probabilmente grazie all’attività 
di commediografo. 
L’attitudine di Marber a tratteggiare  personaggi con un temperamento 
indirizzato verso l’auto-distruzione è  già  presente in questo lavoro. Un 
altro tema ricorrente nelle commedie è un bisogno poderoso di contatto 
con il prossimo. 
Ma questa necessità di relazionarsi agli altri viene mascherata in un 
contesto prettamente maschile come dice chiaramente l’autore in 
un’intervista: 
 
“It’s obviously true that most male relationships are structured on a fundamental 
bluff, which is that we are men and must not show our true feelings.”
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 “È ovvio che la maggior parte delle relazioni maschili sono strutturate su un sostanziale bluff: 
siamo uomini e non dobbiamo mostrare i nostri veri sentimenti.” 
Sierz, Aleks, In Yer Face Theatre, British Drama Today, Faber & Faber, 2001. 
p. 191  
Attraverso il gioco del poker, tutti i personaggi riversano le loro 
preoccupazioni personali, oltre che il disagio della solitudine. Marber 
utilizza questo gioco non come fine a se stesso ma come mezzo per 
esplorare la personalità maschile. 
 
Closer arriva due anni dopo, nel 1997. Nel secondo capitolo  
si tratterà di questa commedia che portò Marber al successo con una 
pioggia di premi che arrivarono da ogni parte del pianeta. 
Le relazioni interpersonali sono sempre al centro, ma questa volta c’è la 
presenza femminile a complicare di parecchio la situazione. 
Tramite quattro personaggi che vivono in una Londra anni novanta, 
Marber vuole descrivere gli interessi romantici della sua generazione 
prendendo  in considerazione sopratutto l’amore, la passione, la gelosia, 
il desiderio sessuale e tutte le altre sensazioni che ne possono 
conseguire. Sebbene si sia trattato da sempre di questo estremo e 
mutevole sentimento, Marber non lo descrive  in maniera banale. Anzi, 
utilizza un tono, che nella maggior parte dei casi risulta  crudo e 
molesto, per via della sua trasparenza sessuale. I personaggi sembrano 
sadici e brutali  
agli occhi del pubblico. Marber ricorda però che il suo scopo è 
descrivere situazioni estreme: 
 
 “You never see these people just hanging out, relaxing. You never see the middle 
of the relationships. They are in the extremes, the beginnings and ends of affairs, 
the boring bits cut out. Had I shown you them always having a good time together, 
there wouldn’t be a play.”
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Non a caso dopo aver scritto Closer, è stato inserito da Aleks Sierz, noto 
critico di teatro inglese, nel suo saggio   In yer face theatre. British drama 
today. 
In questa locuzione Sierz ha voluto riassumere un teatro d’avanguardia 
sviluppato da una schiera di autori negli anni novanta, che si sono 
distinti per i loro testi aggressivi e provocatori.  
Ma per capire che cosa intenda precisamente Sierz con questa 
espressione sarà meglio utilizzare direttamente le sue parole: 
 
 
“ The widest definition of  in yer face theatre is any drama that takes the audience by the scruff of 
the neck and shakes it until it gets the message. It is a theatre of sensation: it jolts both actors and 
spectators out of conventional responses, touching nerves and provoking alarm. Often such drama 
                                                 
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 “Non si vedono mai queste persone distese, rilassate. Non si vedono mai le relazioni nel mezzo. 
Sono agli estremi, gli inizi e le conclusioni delle relazioni amorose, le parti noiose le ho tagliate. Se 
li avessi  mostrati  sempre felici, non sarebbe stata una commedia.”  
O'haire,  Patricia, Daily News, A Come-Hither Closer, http://www.annafriel.net/closer.htm 
 
employs shock tactics, or is shocking because it is new in tone or structure, or because it is bolder or 
more experimental than what audiences are used to. Questioning moral norms it affronts the ruling 
ideas of what can or should be shown onstage; it also taps into more primitive feelings, smashings 
taboos, mentioning the forbidden, creating discomfort. Crucially, it tells us more about who we 
really are.”
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In questo contesto, che ha visto una rinascita teatrale inglese grazie a molti giovani 
autori che hanno creato una nuova sensibilità, Closer focalizza la sua attenzione sulla 
battaglia dei sessi. Il sesso qui non è esplicito, come era avvenuto in altre commedie  
di questo periodo. In questo caso è utilizzato come un   disperato tentativo di 
comunicare. I precedenti personaggi di Dealer’s Choice lo sostituivano, come 
abbiamo visto, con il poker. 
Le due coppie  si scambiano  vicendevolmente di posto, trascinandosi 
molte ferite; i rapporti che cercano di stringere e le difficoltà che hanno 
nel compiere questo, sono essenziali. 
Riassumendo con le parole di Marber 
                                                 
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 “La più ampia definizione di teatro in-yer-face è un dramma che prende il pubblico per la 
collottola e lo scuote finché non gli arriva il messaggio: è un teatro di sensibilità: fa sobbalzare sia 
gli attori che il pubblico fornendo risposte non convenzionali, innervosendo e allarmando. Spesso 
questo tipo di lavoro teatrale utilizza tattiche che vogliono provocare lo shock, oppure è scioccante  
perché utilizza un tono o una struttura originali, o perché è più sfacciato o più sperimentale di 
quanto il pubblico sia abituato. Dubitando delle norme morali affronta i pensieri dominanti di ciò 
che può o dovrebbe essere mostrato sul palcoscenico; attinge anche ai sentimenti primitivi, 
frantumando i tabù, nominando ciò che è vietato, mettendo a disagio. In maniera cruciale, ci dice 
chi siamo veramente.” Sierz, Aleks, Op. cit.  p. 4 
 
è una commedia: 
 
“About love, sex and other crimes of the heart.”
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La terza commedia che analizzerò è After Miss Julie, una versione 
aggiornata della Miss Julie dell’autore svedese August Strindberg. 
Attraverso una riuscita traslazione dall’ambiente svedese a quello 
inglese Marber ambienta il suo lavoro nell’estate del 1945, quando il 
partito laburista vinse inaspettatamente alle elezioni e Winston Churchill 
fu sconfitto. 
Ma non è l’aspetto politico che sostanzialmente interessa all’autore. Vi 
sono certamente riferimenti a un mancato cambiamento della società, 
dominata ancora dalla discriminazione di classi, nonostante la svolta 
politica. 
Miss Julie odia il padre per la carica privilegiata di Labour Peer che 
ricopre nella società e per il fatto che nel contempo disprezzi la working 
class. Lei stessa è però incapace di vivere senza la sua posizione sociale 
superiore e lo dimostra nel modo in cui tratta l’autista del padre, John. 
Con lui, instaura un gioco sessuale fatto di seduzione reciproca ma 
ricordandogli continuamente il suo status di essere ’inferiore’, attraverso 
                                                 
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 “Riguardo l’amore , il sesso e altri crimini del cuore.” 
Sierz, Aleks, Op. cit.  p.191 
continui sarcasmi. Neanche lui ha la consapevolezza della sua classe 
sociale e desidera solo imitare i suoi superiori.   
Entrambi i personaggi rappresentano quindi un momento rivoluzionario 
fallito. 
È evidente che il lato politico è collegato a quello della sfera amorosa e 
sessuale, quella che interessa di più a Marber. 
Questo fu il suo giudizio su  Strindberg: 
 
“He knew all about the sexual thrill of power, there is probably no better drama 
about lust and hate.”
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Nei dolorosi confronti sessuali e nell’intensa consapevolezza del modo 
in cui l’amore e il desiderio possono così facilmente convergere  
nell’odio e nella gelosia,risulta chiaro che Marber ha molto in comune 
con Strindberg. In una nota all’inizio della commedia scrive: 
 
“I have been unfaithful to the original. But conscious that infidelity might be an 
act of love.”
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 “Sapeva tutto del brivido sessuale del potere, probabilmente non c’è miglior lavoro teatrale che 
parla di brama e odio.” 
Stratton, Kate, Time Out London, The Time Out Interview, 19 - 26 November 2003. 
 
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 “Non sono stato fedele all’originale. Ma l’ho fatto con la consapevolezza che l’infedeltà potrebbe 
essere un atto d’amore.”  
Marber, Patrick, After Miss Julie, Patrick Marber after Strindberg, Methuen 2001. Nota 
all’introduzione della commedia.  
  
Nel quarto e ultimo capitolo esaminerò la sua ultima commedia, Howard 
Katz, meno fortunata dal punto di vista commerciale. 
Questa commedia è incentrata sulla figura di un ebreo che ha trovato la condizione di 
vita ideale a cinquanta anni. Ha tutto ciò che  potrebbe desiderare veramente: una 
mamma, un papà orgoglioso di essere ebreo, una moglie affettuosa. C’è un vuoto, 
tuttavia, all’interno di questo quadro apparentemente felice. Costantemente si appella 
e nello stesso tempo inveisce contro Dio, facendo lo stesso con quasi tutte le persone 
che incontra. La crisi di mezza età e il vicino collasso sono mostrati a mano amano 
che perde i suoi beni terreni. Marber intuisce la battaglia dell’Ebreo che sta perdendo 
se stesso in una società sempre più irreligiosa. In un certo senso la commedia può 
essere paragonata alla leggenda medievale dell’ebreo errante, destinato a vagare fino 
alla fine del mondo per aver offeso Gesù avviato al Calvario. 
Il racconto è sviluppato  nel suo cervello appena si siede in una panchina meditando 
sul suicidio. Il tema dell’autodistruzione a questo punto diventa ricorrente nelle 
commedie di Marber. La determinante spirale verso il basso di Howard è estrema ma 
la  vertiginosa caduta è anche una ricerca della fede.