4 
 
Introduzione 
 
Il Libano del 2005 stava cercando di emergere dal pantano storico-politico 
degli ultimi 30 anni grazie ad alcune leadership forti e ad un periodo di 
relativa tranquillità. Le ingerenze nella politica interna ed estera erano ancora 
molto forti e presenti. Basti pensare al ruolo che Damasco ricopriva nelle 
decisioni parlamentari, influenzandole direttamente, tramite i deputati filo-
siriani, o indirettamente, tramite le pressioni dei servizi segreti. O ancora, alla 
continua instabilità ai confini meridionali causata dagli attacchi dei 
guerriglieri Hezbollah nei confronti del vicino Israele e dai suoi raid di 
risposta.  
In ogni modo, l‘attentato a Rafiq Hariri scosse l‘opinione pubblica nazionale 
spazzando via quella speranza nel cambiamento che sembrava un po‘ più 
vicino dopo tanti anni di guerra. 
Il 14 febbraio 2005 si apriva in Libano una stagione di tensioni, sospetti e 
scontri civili e sociali da parte dei rappresentanti politici, come dei cittadini 
semplici, divisi da questioni di fede, di mentalità e di interesse, ma soprattutto 
vogliosi di vedere assicurati alla giustizia i colpevoli di un simile omicidio, di 
cui la rivoluzione dei Cedri ne è l‘emblema più significativo. 
Qui si inserisce la voglia della comunità e della giurisprudenza internazionale 
di condannare il terrorismo in tutte le sue forme e si fa avanti pian piano 
l‘idea della creazione di un tribunale ad hoc. 
Nel mio breve saggio ho cercato di ricercare e riportare nella maniera quanto 
più arida di pregiudizi personali, sociali o politici possibile, le vicende 
connesse alla creazione di questo Tribunale Speciale per il Libano e del suo 
funzionamento.
5 
 
Ho iniziato con un doveroso excursus sulla storia politica e militare del Paese 
dei Cedri per meglio farne comprendere le radici etniche, religiose e 
sociologiche al lettore, continuando con un accenno ai rapporti che il Libano 
ha ed ha avuto con i due stati più vicini, ovvero Siria ed Israele; prima di 
passare ad un esame, credo, minuzioso del crimine in sé e del lungo e 
travagliato processo normativo che ha portato al primo marzo 2009, data di 
inizio dei lavori processuali all‘Aja. 
Ho citato, infine, le molte obiezioni o polemiche nate durante la creazione 
della corte e portate avanti da esponenti politici del Medio Oriente, Europei 
ed Americani, ma soprattutto da giuristi di fama internazionale che, nella 
particolarità del Tribunale stesso hanno riscontrato numerosi vizi di procedura 
o di validità normativa.
6 
 
Capitolo 1 – Breve storia del Libano e dei suoi conflitti 
 
 
Per riuscire a comprendere appieno la situazione socio-politica che ha portato 
all‘assassinio dell‘ex premier al-Hariri riteniamo sia necessario risalire 
indietro nel tempo e conoscere la storia del paese dei Cedri e i conflitti interni 
e non che ne hanno caratterizzato e tormentato le vicende sin dall‘alba dei 
tempi. 
 
 
1.1. Dai primi insediamenti all’Impero Ottomano 
 
 
L‘area geografica in cui è sito l‘attuale Libano è una delle più antiche per 
quello che riguarda gli insediamenti urbani, risalenti addirittura al 7000 a.C. 
Sede dell‘antica civiltà dei Fenici, entrò poi nell‘orbita dei regni ellenistici al 
tempo di Alessandro Magno e dei suoi successori, fino a subire la conquista 
romana nel I secolo a.C. Al tempo, la gran parte del territorio libanese era 
considerata in ogni suo aspetto come appartenente alla Siria. 
Gli equilibri della politica e della società del paese cambiarono radicalmente a 
partire dal VII secolo con la conquista islamica. Gli arabi cominciarono ad 
affluire in maniera sensibile in una regione fino ad allora in maggioranza 
cristiana e la convivenza iniziò a modificare le fondamenta della società 
civile. Vi fu ancora una parentesi di dominazione cristiana all‘epoca delle 
crociate (XII e XIII secolo d.C.), ma la genesi dell‘Impero Ottomano inglobò 
il Libano (sempre come parte della Grande Siria) dal 1516 fino al termine
7 
 
della prima guerra mondiale con la battaglia di Megiddo del 1918 che ne 
segnò il definitivo tramonto. 
 
 
1.2 Dal mandato francese all’indipendenza 
 
 
Con l‘accordo Sykes – Picot
1
 (già negoziato nel 1916 in verità) Francia e 
Gran Bretagna si spartirono segretamente alcuni territori del Medio Oriente. 
Alla Francia andarono il sud est della Turchia, la parte settentrionale dell‘Iraq, 
la Siria e anche il Libano. Questo mandato politico venne anche riconosciuto 
dalla neo-nata Società delle Nazioni che, attraverso la Conferenza di Sanremo 
del 26 aprile 1920
2
 ne fece un protettorato. 
Anche se i tempi burocratici di questo mandato ne decretarono l‘inizio 
formale il 29 settembre 1923, già a partire dal primo settembre 1920 l‘alto 
commissario francese Henri Gouraud, già comandante della 4a armata sul 
fronte occidentale, decretò la nascita dello Stato del Grande Libano, somma di 
cinque province appartenute alla Siria, con capitale Beirut.  
Il nuovo Stato rimaneva in ogni caso sotto mandato francese, anche quando il 
1 settembre di sei anni dopo la Francia approvò unilateralmente l‘istituzione 
                                                 
1
 L‘Accorrdo Sykes-Picot fu stipulato tra i governi della Gran Bretagna e della Francia per definire 
segretamente, dopo la fine della prima Guerra Mondiale, le loro rispettive sfere d‘influenza e di controllo sul 
Medio Oriente, in particolare fra Siria e Iraq. L‘accordo fu negoziato nel Novembre del 1915 dal diplomatico 
francese François George Picote dal britannico Mark Sykes. Alla Gran Bretagna fu aseegnato il controllo 
delle zone intorno all?iraq e alla Giordania e una piccola zona intorno a Haifa. Alla Francia fu assegnato  il 
controllo della zona sud-est della Turchia e la parte settentrionale dell‘Iraq la Siria e il Libano; la zona che 
venne riconosciuta come Plaestina doveva essere destinata ad una amministrazione internazionale 
coinvolgente la Russia. 
2
 La Conferenza di Sanremo, fu una conferenza internazionale con un Comitato Superiore composto da 
rappresentanti  britannici , francesi, italiani, greci, giapponesi e belgi, si riunì per discutere delle questioni 
relative alla ripartizione territoriale tra gli Alleati dei territori dell‘ex Impero Ottomano al termine della prima 
guerra mondiale. Il 24 Aprile del 1920 il Comitato superiore pose la Palestina sotto la responsabilità del 
governo britannico.
8 
 
della Repubblica Libanese. La spinta all‘indipendenza e il rapido progresso 
economico e culturale portarono nel 1936 ad un accordo franco-libanese che 
dichiarava scaduto il mandato. Il trattato però non fu ratificato dalla camera 
francese, per cui il Libano si trovò all‘iniziò della seconda guerra mondiale in 
una situazione costituzionalmente ambigua. 
La popolazione libanese era allora in gran maggioranza cristiana-maronita
3
, 
ma vi erano aree a maggioranza musulmana e minoranze druse
4
 e vi erano già 
dure lotte politiche e culturali. 
Con la seconda guerra mondiale e l‘occupazione della Francia da parte della 
Germania nazista le cose cambiarono. Durante il regime fantoccio di Vichy, 
infatti, il delegato per gli ―affari del Vicino Oriente‖ Henri Dentz propose 
ripetutamente l‘indipendenza del Libano. Non si fece attendere la risposta 
della Gran Bretagna, che aveva sotto controllo i limitrofi Egitto, Sudan, 
Palestina, Giordania e Iraq e voleva proteggere i proprio interessi economici, 
per cui occupò militarmente Siria e Libano. 
Le sorti della guerra in Europa però si ribaltarono e l‘intervento diretto del 
generale De Gaulle portò ad indire nuove elezioni nell‘agosto 1943; il 
principio di base con il quale si sarebbe votato da quel momento in poi (fino 
al 1989) era del rapporto 6/5 tra cristiani e musulmani. L‘Assemblea 
Nazionale così eletta abolì unilateralmente l‘accordo di protettorato francese 
con una dichiarazione dell‘8 novembre 1943, ma i soldati francesi ivi stanziati 
reagirono imprigionando i membri del governo, liberandoli però un paio di 
                                                 
3
 La Chiesa Maronita è una chiesa cattolica sui iuris, perchè nell‘ambito della Chiesa cattolica, mantiene riti e 
liturgia derivanti dalla tradizione siro-antinochea. La chiesa Maronita prende il nome dal suo fondatore, 
secondo alcuni i maroniti sarebbero discendenti dalla mescolanza che viveva in Siria e in Libano prima 
dell‘arrivo degli arabi e successivamente mescolatesi anche con i crociati europei. Altri storici non 
condividono tale tesi e affermano che essi sono etnicamente arabi. 
4
 Il termine drusi indica i seguaci di una setta religiosa , originariamente mussulmana, fondata nell‘XI secolo 
in Egitto. La dottrina dursa è piuttosto complessa perchè accoglie elementi dell‘islamismo, del Giudaisomo, 
dell‘Induismo, e del Cattolicesimo. E‘ una religione che corre i rischi di sopravvivenza perhè dal 1043 è stata 
dichiarata chiusa la ―porta dell‘adesione‖ quindi solo chi è figlio di Drusi può essere considerato parte della 
setta.Poichè praticano la monogamiae sono stati persegiutati continuamente il loro numero sta diminuendo.
9 
 
settimane dopo e accettando così l‘indipendenza del Libano che si concretizzò 
il 22 novembre 1943. 
Da quel momento vige una consuetudine non scritta, ma di valenza assoluta, 
quasi costituzionale. Si tratta del cosidetto ―Patto Nazionale‖ secondo il quale 
le maggiori cariche politiche dello stato vanno ripartite tra le tre maggiori 
fazioni etnico-religiose: dunque il Presidente della Repubblica è cristiano 
maronita, il Primo Ministro del Governo è musulmano sunnita e il capo del 
Parlamento è musulmano sciita. 
Nel maggio 1945 un nuovo sbarco di truppe francesi causò gravi torbidi nel 
paese e in Siria, ma nell‘estate dell‘anno seguente arrivò finalmente 
l‘evacuazione totale degli ex occupanti. 
 
 
1.3 La creazione di Israele e i primi sintomi di un cambiamento sociale 
 
 
La storia libanese immediatamente successiva all‘indipendenza è piuttosto 
dualistica: se dal lato politico i periodi di stabilità sono senza dubbio superati 
da quelli di disordini e conflitto, d‘altra parte la prosperità economica è andata 
crescendo con sufficiente regolarità e di pari passo al nuovo ruolo di Beirut 
come centro finanziario e commerciale del Merio Oriente. 
In quegli anni il Libano si era aggregato alla Lega Araba
5
, pur resistendo 
allora e poi ad ogni tentativo di formare uno stato siriano-palestinese-giordano 
                                                 
5
 Nata il 22 Marzo del 1945 la Lega Araba o Lega degli Satati Arabi , è una orgsnizzazione inetrnazionale 
politica di stati del Nord-Africa e della‘Asia. I primi 6 membri furono, l‘Egitto, l‘Iraq, la Transgiordamia 
(divenuta Giordania dopo il 1946 ) il Libano, l‘ Arabia Saudita, la Siria. Il successiovo maggio vi aderì lo 
Yemen altri si accostarono solo a titolo di osservatori. Fra la prima e la seconda guerra mondiale, nei paesi di 
identità araba crebbero istanze indipendentiste perchè lo scioglimento dell‘Impero Ottomano potesse seguire 
una piena affrancazione di quelli che erano sotto governo di potenze europee o ne erano usciti da poco. Dopo 
la fine della Rivolta Araba, alcuni momenti critici dei tentativi di insurrezione ai fini indipendentisti si ebbero
10 
 
sotto il nome di Grande Siria. All‘interno, invece, l‘inasprimento delle dei 
conflitti politici portò, sull‘esempio egiziano, ad un colpo di stato militare nel 
settembre 1952 e all‘elezione pochi giorni dopo del presidente Camille 
Chamoun. 
I cambiamenti all‘assetto socio-politico dell‘area medio-orientale susseguenti 
alla risoluzione 181 dell‘Onu che ripartiva il territorio dell‘ormai decaduto 
mandato della Palestina tra uno stato ebraico (Israele) e uno stato arabo 
(Palestina), influenzarono però pesantemente anche il Libano. Nel momento 
in cui Israele dichiarò l‘indipendenza (14 maggio 1948) la Lega Araba, di cui 
il Libano faceva parte, iniziò una guerra nella quale il paese dei cedri, pur non 
contribuendo militarmente, diede sostegno logistico all‘esercito di 
Liberazione Arabo. Poco meno di un anno dopo (23/3/1949), con la fine delle 
ostilità venne firmato un armistizio tra Israele e Libano, ma non un vero e 
proprio trattato di pace che arrivò solo nel 2007. Questo armistizio segna 
l‘inizio di una nuova era nella politica estera della nazione che da quel 
momento in poi non partecipò più ad alcuno dei seguenti conflitti arabao-
israeliani: né durante la crisi di Suez del 1956, né alla guerra dei Sei giorni del 
‘67 o a quella del Kippur nel 1973.  
La breve guerra del ‘48 però lasciò grandi strascichi nella società civile del 
paese che si vide diventare meta dell‘esodo di oltre 100.000 profughi 
                                                                                                                                                    
in Marocco, Libia,Egitto, Tunisia. Nel 1926 si tenne al Cairo il primo Congresso Islamico, un passo di rilievo 
nella crescitea del sentimento panarabista. Nel 1944 l‘Egitto formò un gruppo di studio i cui lavori sfociarono 
nel Protocollo di Alessandria  fu il il faticoso frutto della Conferenza di Alessandria del settembre del 
1944.Superate le distanze, il Protocollo pose le basi definitive per la costituzione della Lega.Secondo la nota 
lettura datane da Boutros Boutros-Ghali  la Lega aveva sin dal suo nascere caratteristiche di tutto rilievo; in 
primo luogo era la prima organizzazione internazionale che radunasse esclusivamente i paesi definibili in 
termini occidentali‖sottosviluppati‖ ; ciò li rendeva all‘avanguardia, anzi un esperimento pilota per i paesi del 
―terzo mondo‖.In secondo luogo , la costituzione della Lega era la prima organizzazione avente lo scopo di 
decolonizzare, che perseguiva elevando la lotta anticoloniale al livello di ―guerra giusta‖, compatibile con le 
finalità e i principi dell‘ONU ma ben prima che il diritto dell‘autodeterminazione fosse sancito in documenti 
delle Nazioni Unite. Infine, secondo Boutros-Ghali, la costituzione della Lega contribuì a diffondere 
l‘opzione politica del ―non allineamento‖ ed allo sviluppo del movimento afro-asiatico.
11 
 
palestinesi in fuga dai territori neo-israeliani, mentre altre migliaia arrivarono 
ancora tra il 1967 e i primi anni ‘70. 
Queste migrazioni ―forzate‖ cambiarono gli equilibri tra le diverse fedi 
presenti nella regione, cambiando a poco a poco la fisionomia della 
collettività libanese. Per far comprendere meglio l‘importanza di quanto 
andiamo dicendo si pensi che l‘ultimo censimento ufficiale della popolazione 
fu fatto in Libano nel 1932 e da allora non si è voluto più procedere per non 
urtare la grande sensibilità che si era creata intorno al tema dei rapporti 
numerici fra le varie confessioni. 
Il censimento del 1932 considerava solamente i cittadini libanesi residenti in 
Libano a quella data e recensì 785.742 presenze di cui il 63% cristiana (in 
maggioranza maroniti), il 35% musulmani e un 2% di altre minoranze. Stime 
del 2007 riportano una situazione ben diversa con una conta di circa quattro 
milioni di abitanti. 
Bisogna fare alcune precisazioni. Innanzitutto non possiamo considerare un 
aumento così netto di popolazione in poco più di 70 anni come dovuto 
esclusivamente agli immigranti arabi. Attualmente ritroviamo infatti 
minoranze di fede ebraica, aree abitate da gruppi di curdi, armeni e varie altre 
etnie minoritarie. D‘altra parte lo spostamento di questa piccola nazione araba 
entro i suoi confini ha ribaltato sostanzialmente la proporzione con gli abitanti 
di confessione cristiana e attualmente si stima che i musulmani siano 
all‘incirca il 70% della popolazione libanese. Questo ribaltamento è dovuto 
anche ad un altro fattore quale la grande emigrazione che si è verificata nella 
breve storia del paese. Si calcola che siano emigrati circa 18 milioni di 
persone di ascendenza libanese di cui almeno otto milioni solo in Brasile, poi 
negli Stati Uniti, Argentina, Australia e anche Europa.
12 
 
Buona parte dei libanesi di questa diaspora sono di religione cristiana, cosa 
che ha spinto i politici libanesi cristiani a chiedere il diritto di voto  per gli 
espatriati. 
 
 
1.4 La guerra civile e le invasioni israeliane 
 
 
Ritornando alla cronologia prettamente storico-politica dello stato, a partire 
dal 1975 fino al 1990 si apre il capitolo più buio della storia libanese, una 
guerra civile  di quindici anni tra fazioni divise da diversa fede e concezione 
politica, inframezzata da due invasioni da parte di Israele a cui risponderà 
anche la Siria. Andiamo con ordine. 
Tra i palestinesi in fuga da Israele, che nel 1975 erano già arrivati ad essere 
più di 300.000, vi erano anche numerose unità della guerriglia palestinese, 
l‘OLP
6
.  
Queste unità fecero del sud del Libano la loro nuova base operativa e 
iniziarono una lunga guerra di usura nei confronti del confinante stato ebraico. 
Per tutta risposta Israele scatenò la sua rappresaglia mediante tiri di artigleria 
                                                 
6
 Olp. Organizzazione per la liberazione della Palestina; è stata fondata a Gerusalemme nel maggio del 1964 
da una riunione di 442 figure nazionali palestinesi, a seguito di una precedente decisione della Lega Araba, il 
suo obbiettivo era la liberazione della Plaestina attraverso la lotta armata. L‘originale statuto dell‘Olp del 
maggio del 1964 dichiarava che ―La Palestina all‘interno dei confini che esistevano al momento del mandato 
britannico è una singola unità regionale‖ e ha cercato di ―vietare..l‘esistenza e l‘attività‖ del sionismo. Ciò è 
stato inteso come un riferimento alla distruzione di Israele. Lo statuto fa anche riferimento al diritto al ritorno 
e all‘auto-determinazione per i palestinesi. Uno Stato palestinese non è citato anche se nel 1974 l‘OLP ha 
chiesto uno Stato indipendente nel territorio del Mandato di Palestina. Nel 1988, L‘Olp ha ipotizzato una 
soluzione a due Stati, con Israele e la Palestina che vivono fianco a fianco e con Gerusalemme Est come 
capitale dello Stato di Palestina. Nel 1993, il presidente dell‘Olp Yasser  Arafat  ha riconosciuto lo Statio di 
Israele in una lettera ufficiale al suo primo ministro Yitzhak Rabin. In risposta alla lettera di Arafat, Israele ha 
riconosciuto l‘Olp come legittimo rappresentante del popolo palestinese. Arafat è stato il presidente del 
Comitato esecutivo dell‘Olp dal 1969 fino alla sua morte nel 2004. E‘  stato sostituito da Mahmud Abbas 
(noto anche come Abu  Mazen).
13 
 
e bombardamenti aerei, falcidiando allo stesso tempo miliziani palestinesi, 
quanto civili e profughi. 
Il 13 aprile 1975 fu il giorno in cui a questa persistente situazione di 
instabilità si aggiunse una guerra intestina destinata a durare con fasi alterne 
fino al 1990. Quel giorno Beirut fu scossa da due diversi attachi: prima alcuni 
combattenti palestinesi fecero quattro vittime tra i cristiani, mentre alcune ore 
dopo, altri 27 miliziani palestinesi con analoghe intenzioni vennero 
intercettati da elementi cristiani e, dopo un lungo scontro a fuoco, uccisi. Quel 
giorno segnò dunque una spaccatura profonda tra le due fazioni etnico-
religiose e politiche del paese e fu l‘inizio effettivo della guerra. Anche lo 
stesso governo libanese era diviso: da una parte i crisitiani maroniti con a 
capo il partito falangista di Bachir Gemayel, sostenuti da Israele, dall‘altra i 
musulmani sunniti, sciiti e drusi supportati da una coalizione di palestinesi, 
dalla Siria e poi anche dall‘Iran. 
Nel giugno del 1975 la Siria cambiò lato della barricata andando a schierarsi 
con i cristiani, ma nessuna delle due parti aveva ancora la forza sufficiente per 
prevalere. Gennaio 1976 fu il mese dei massacri più cruenti. Il 18 del mese le 
milizie cristiane invasero e distrusseo Karantina, una baraccopoli musulmana 
nel loro quartiere di Beirut, uccidendo circa 1.200 tra curdi, unità dell‘OLP e 
palestinesi. Due giorni dopo arrivò la cruenta risposta: Damour, una città 
cristiana a sud della capitale, venne attaccata dalle unità musulmane e 
dell‘OLP. Parte della popolazione fu uccisa (oltre 500 persone) e il resto fu 
costretto a fuggire. 
Nel 1976 la fazione dei cristiani maroniti stava prendendo alcuni vantaggi 
strategici, così la Lega Araba autorizzò l‘intervento di una Forza Araba di
14 
 
Dissuasione
7
 (FAD). La FAD venne posta formalmente sotto il comando del 
governo libanese per dimostrare che il suo intervento era stato direttamente 
richiesto dal paese in difficoltà, ma la realtà era ben diversa. Infatti il 
controllo diretto su questa forza militare era assolutamente in mano alla Siria 
che, su di un contingente di circa 30.000 effettivi, contribuiva con circa 
25.000 effettivi. L‘intervento della Lega Araba fu una grande opportunità per 
la Siria che colse l‘occasione per occupare militarmente il vicino Libano ed 
estese la sua permanenza anche quando il mandato della FAD arrivò al 
termine. 
L‘azione congiunta dei paesi arabi portò una tregua seppur labile nella 
regione, ma solo due anni dopo la fragilità della pace si rivelò in tutta la sua 
drammaticità. Il governo israeliano da anni insisteva sul problema della 
sicurezza dei propri confini messi sotto costante pressione dagli attacchi 
dell‘OLP stanziata nel Libano meridionale. Sin dal 1968 i raid nella zona 
settentrionale di Israele erano aumentati notevolmente, grazie anche all‘arrivo 
tra le fila dell‘OLP di oltr 3.000 militanti in fuga dalla guerra civile giordana. 
L‘escalation di attentati e successive rappresaglie crebbe per tutti i primi anni 
‘70, accrescendo ulteriormente anche le tensioni fra cristiani maroniti, 
musulmani e drusi impegnati ancora nella loro personale guerra interna. 
Il 14 marzo 1978, a seguito dell‘ennesimo gravissimo attentato terroristico in 
cui persero la vita 37 cittadini israeliani e altri 76 furono feriti, le Forze di 
Difesa Israeliane lanciarono l‘Operazione Litani, occupando l‘area a sud del 
                                                 
7
 La Forza Araba di Dissuasione è stata una forza d‘intervento militare creata della Lega degli Stati Arabi. 
Quando la gueraa civile libanese conobbe un‘escaltion nel 1976, la Lega Araba decise di creare una forza 
militare di dissuasione, per la stragrande parte composta da forse sirian con il finanziamento garantito degli 
altri Stati arabi, tra cui l‘Arabia Saudita  e la Libia. Sebbene nominalmente al comando ci fosse il governo 
Libanes, la FAD fu di fatto posta sotto il diretto controllo della Siria. Nel giugno del 1983 il governo di 
Beirut non fu in grado di estendere il mandato della FAD che, in questo modo veniva ufficialmente a cessare 
anche se la presenza delle forze armate in Siria e in Israele non cessarono.
15 
 
fiume omonimo con più di 25.000 soldati con lo scopo di stanare e spingere i 
gruppi militanti palestinesi lontani dai propri confini. 
L‘offensiva durò sette giorni durante i quali le milizie israeliane, alleate ai 
cristiani dell‘Esercito del Libano del Sud
8
 (ELS), uccisero circa 1.500 civili e 
crearono quasi 285.000 profughi, mentre l‘OLP si ritirò a nord del fiume, 
continuando però la guerriglia. La comunità internazionale non rimase 
indifferente a queste cifre e il Consiglio di Sicurezza dell‘Onu votò la 
risoluzione 425
9
, inviando la Forza di Interposizione in Libano (UNIFIL
10
) 
che riuscì nell‘intento di far ritirare i soldati israeliani, ma rimanendo 
comunque tra i due fuochi rappresentati dall‘ELS e dai palestinesi, che 
attaccarono ripetutamente i caschi blu. Questa fascia di sicurezza verrà poi 
mantenuta fino al 2000, ma a quella data il Libano si rifiutò di estendere il 
proprio controllo sul suo stesso territorio meridionale costringendo le Nazioni 
Unite a riprenderne il controllo   nel 2006. 
                                                 
8
 Nel 1976, come risultato della guerra civile, l‘esercito libanese cominciò a sfaldarsi. Il  Maggiore Sa‘d 
Haddad, comandante di un battaglione dell‘esercito libanese stanziato nel meridione, disertò dall‘Esercito 
Libanese e fondò un gruppo noto come ―esercito del Libano Libero‖. L‘Esercito del Libano Libero aveva 
inizialmente le basi  in alcuni paesi nel Libano meridionale. I suoi primi membri erano per lo più cristiani 
libanesi che cobattevano con vari gruppi, inclusa  l‘Orgnizzazione per la liberazione della Palestina, Amal, e 
dopo l‘invasione israeliana  del 1982, Hezbollah,che stavano emergendo. Benchè il gruppo non fosse più 
sotto il diretto controllo dell‘Esercito Libanese, dal 1976 al 1979, i suoi membri continuarono a venire pagati 
regolarmente dal governo come se fossero ancora  inseriti nei loro ruoli . Il 18 Aprile del 1979 Haddad 
proclamò l‘area controllata dalle proprie forze ―Libano Libero Indipendente‖il giorno seguente fu espulso 
dall‘Esercito Libanese. Nel Maggio del 1980 l‘esercito del Libano Libero fu rinominato Esercito del Libano 
del Sud. L‘Els era composto di cristiani, sciiti e drusi ma gli ufficiali erano per lo più cristiani. Dopo il 1980 
le forze dell‘Els divennero per lo più sciite. L‘Els  era stretto alleato di Israele, li aiutò a combattere l‘Olp 
nella striscia del Libano meridionale fino all‘invasione israeliana del Libano nel 1982. Il sostegno dell‘Els 
per gli israeliani venne confermato fino al 2000. Nel 1985 l‘Els aprì il centro detentivo di Khiam, reputato un 
centro di torture anche se Israele negò ogni tipo di coinvolgimento. Durante gli anni novanta si ebbero un 
calo progressivo di combattenti, nel maggio del 2000 le forze armate Israeliane abbandonarono alcune 
postazioni avanzate della zona sotto controllo dell‘Els.  A giugno del 2000 tremila ex membri dell‘Els sono 
sotto custodia carceraria in Libano; dalla fine di quell‘anno,circa 2.700 di loro sono stati giudicati da Corti 
Marziali per diserzione. 
9
 Vedi allegato numero 1. Il Consiglio di Sicurezza Onu ingiunge a Israele di ritirare le sue forse dal Libano.  
10
 UNIFIL è l‘acronimo di United Nations Interim Force in Lebanon , ovvero Forza di Interposizione in 
Libano delle Nazioni Unite. Fu creata con le risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni 
Unite il 19 Marzo 1978.
16 
 
Per concludere un 1978 terribile per i costi politici e di vite umane, la Siria in 
settembre occupò militarmente il paese, nell‘ottica di realizzare l‘antico sogno 
della Grande Siria, e manterrà qui sue truppe ininterrottamente fino al 2005. 
Passarono pochi anni prima che i mai sopiti pensieri di rivincita israeliani 
tornassero a manifestarsi nei confronti del paese dei cedri. I motivi scatenanti 
furono sempre gli stessi: la sicurezza nazionale messa in pericolo dai continui 
attacchi terroristici palestinesi, la situazione di perenne instabilità politico-
sociale, la voglia di chiudere una volta per tutte il conto con l‘OLP, 
impedendogli di consolidare una base stabile per le operazioni vicino ai propri 
confini. 
A queste ragioni si aggiunse il fatto che, perdurando ancora la guerra civile 
libanese, Israele voleva limitare l‘influenza siriana nel paese e favorire 
l‘instaurazione di una leadership cristiana volta a promuovere i futuri rapporti 
con Israele stesso. 
A luglio del 1981, dopo un periodo di relativa tranquillità sul confine, si 
riaccese lo scontro tra le due parti. Vi sono versioni contrastanti su chi abbia 
iniziato gli attacchi, se i palestinesi con lanci di razzi verso insediamenti 
ebraici o gli israeliani con bombardamenti sui campi dell‘OLP, fatto sta che si 
iniziarono a mietere le prime vittime civili. Le Nazioni Unite deplorarono il 
riaccendersi di questo focolaio e cercarono subito di porvi rimedio chiedendo 
a fine luglio un cessate il fuoco provvisorio. La tregua fu accettata, ma negli 
undici mesi successivi le violazioni da parte israeliana furono numerose: in un 
rapporto redatto dal Segretario Generale dell‘Onu si contarono circa 2096 
violazioni dello spazio aereo libanese e 652 delle acque territoriali del paese, 
senza che però l‘OLP rispondesse.
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Il 3 giugno 1982 al-Fath, una  branca distaccata dell‘OLP tentò di uccidere 
Shlomo Argov
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, ambasciatore di Israele a Londra, riuscendo quantomeno 
nell‘intento di paralizzarlo. L‘OLP non ne era direttamente coinvolta e 
l‘intelligence israeliana ne era a conoscenza, ma il governo del paese decise 
per la linea dura e il 4 e il 5 giugno gli F-16 israeliani bombardarono i campi 
profughi palestinesi e altri obiettivi strategici a Beirut e nel sud del Libano. A 
questo punto l‘OLP rispose con tiri d‘artiglieria sui centri abitati oltre confine 
e il giorno successivo i soldati di Ariel Sharon invasero il Libano meridionale 
nella cosidetta ―Operazione Pace per la Galilea
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‖, che, escludendo definizioni 
di parte, passerà alla storia come ―prima guerra libanese‖. 
A differenza del 1976 la Siria ora si schierò con i miliziani dell‘OLP e i 
musulmani sciiti nel tentativo di fronteggiare l‘offensiva ebraico-cristiana. 
L‘obiettivo di israele era di respingere i militanti palestinesi 40 chilometri più 
a nord rispetto alla regione in cui si trovavano nel Libano meridionale. Le 
truppe regolari di Sharon vi riuscirono in poco tempo, continuando anche 
dopo la loro lotta contro l‘Organizzazione per la Liberazione della Palestina. 
Grande merito della vittoria militare deve essere dato all‘utilizzo sistematico e 
preciso dell‘aviazione che, mentre da un lato bombardava senza sosta Tiro, 
Sidone e anche Beirut, dall‘altra indebolì notevolmente le forze siriane 
                                                 
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 Shlomo Agrov era il proinente diplomatico Israeliano, era l‘ambasciatore israeliano di Londra, il 3 Giugno, 
tre uomini Hussein Ghassan Said, Marwan al-Banna e  Nawaf  al-Rosan , si avvicinarono alla macchina di 
Argov , dopo una banchetto al Dorchester Hotel, Park Lane, Londra e spararono alla testa del diplomantico, 
lo ferirono ma non lo uccisero infatti Argov rimase in coma , paralizzato permantemente con un continuo 
bisogno di assistenza medica. Gli attentatori, erano membri dell‘organizzazione Abu Nidal‘s. Al-Banna era il 
cugni di Abu Nidals e Al –Rosan era colonnello dell‘Intelligence di Baghdad. Furono arrestati in un 
appartameno Londinese, molto probabilmente il loro prossimo obbiettivo era quelle di uccidere Nabil 
Ramlawi il rappresentante a Londra del PLO. 
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 Guerra del Libano o Operazione Pace in Galilea cominciò il 6 Giugno del 1982, allorchè le forze di Difesa 
Israeliane invasero il sud del Paese  dei cedri. Il governo di Israele dette il via libera all‘invasione come 
risposta al tentativo di assassionio messo in atto da parte del Fath contro il proprio ambasciatore nel Regno 
Unito Sholomo Argov e in risposta ad attacchi d‘artiglieria dell‘Organizzazione per la Liberazione della 
Palestina contro le aree popolate del nord della Galilea.
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presenti in supporto, distruggendo gran parte dei loro velivoli, delle batterie 
anti-aeree, mezzi blindati e fortezze. 
A questo punto l‘intervento di una Forza Multinazionale con garanti neutrali 
quali Stati Uniti, Francia e Italia negoziò prima e mise in atto poi lo sgombero 
dell‘OLP dal Libano, garantendo protezione anche per i civili palestinesi nei 
campi profughi.  
I soldati statunitensi, però, lasciarono la loro zona d‘assegnazione a Beirut 
Ovest due settimane prima del termine ufficiale del loro mandato e le truppe 
israeliane ne approfittano per rientrare nella capitale e circondare i campi 
profughi di Sabra e Shatila, con la motivazione di proteggerli da eventuali 
ritorsioni da parte delle milizie cristiane falangiste libanesi (che erano, 
comunque, alleate di Israele). Yasser Arafat
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, a capo dell‘OLP, si dichiarò 
preoccupato per lo stato in cui stavano versando le cose e chiese garanzie, 
mentre si vide accusare da parte israeliana della residua presenza in territorio 
libanese di oltre 2.000 suoi guerriglieri, cosa che contestò con decisione.  
In un clima di crescente tensione venne eletto presidente della 
Repubblica,Béchir Gemayel, capo delle milizie falangiste, ma pochi giorni 
dopo, il 14 settembre 1982 il neo premier venne ucciso in un attentato 
organizzato dai servizi segreti siriani; Gemayel fu sostituito dal fratello Amin, 
ma la parvenza di legalità costituzionale fu subito rifiutata dalle sinistre 
musulmane e druse. La vendetta di Israele, colpito nei suoi interessi 
dall‘assassinio di Gemayel, fu indiretta, ma incredibilmente cruenta. Le 
truppe di Sharon
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 avevano sigillato i campi profughi e messo posti di 
osservazione lungo il perimetro, ma è proprio grazie alla loro convivenza che 
venne dato il via libero allo sfogo dei miliziani falangisti. Questi ultimi, agli 
                                                 
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 Arafat sali nel 1969 alla guida dell‘Olp, fino ad allora guidata da Ahmad Shuquayri , e diventò poi capo di 
al-Fath , l‘ala oltranzista e maggiore fazione interna dell‘Olp.  
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 Ariel Sharon proviene dai ranghi dell‘esercito israeliano, successivamente fu anche il primo ministro di 
Israele.