INTRODUZIONE E SCOPI DELLA RICERCA
Questo lavoro di tesi vuole dare l’opportunità di far conoscere e apprezzare i tratti qualificanti di
un territorio a forte vocazione turistica: la Grigna Settentrionale, massiccio montuoso
appartenente alle Prealpi lombarde. Ciò è possibile attraverso la creazione di un progetto in
collaborazione con la Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, che
permette di “passeggiare” virtualmente attraverso i suoi sentieri: lo scopo è di promuovere la
scoperta e la conoscenza vegetazionale di questi meravigliosi luoghi, descrivendone percorsi di
carattere naturalistico, fornendo le basilari conoscenze delle specifiche realtà ambientali, dando
anche informazioni di carattere scientifico divulgativo sull’intero massiccio.
Ciò è stato possibile grazie a nuovi media alternativi alla carta stampata utilizzati come veicoli
dell’informazione, ossia i computer palmari, strumenti ideali per la valorizzazione turistica, in
quanto idonei a essere consultati direttamente e facilmente sul campo. Il trasferimento delle
diverse conoscenze acquisite può, e deve, avere come destinatari non soltanto gli studenti
universitari, ma un pubblico vasto con interessi culturali non necessariamente specialistici,
garantendo una qualità alta e un aggiornamento continuativo delle informazioni, attraverso l’uso
di altre conoscenze scientifiche, quelle dei Sistemi Informativi Territoriali. Di questo pubblico
fanno parte i turisti: un’utenza nuova rispetto alla scuola; il turista moderno è curioso, informato
ed esigente. Strumenti quali guide cartacee, brochure, depliant e poster possono contenere solo
un numero limitato di informazioni per ovvi motivi di ingombro e di dimensione. Diversi enti
(comunità montane, amministrazioni pubbliche, camere di commercio) si prodigano in iniziative
di vario tipo e portata, attraverso media quali giornali, radio e televisioni, e il Web. L’intenso
sviluppo tecnologico degli ultimi anni fornisce nuovi media per veicolare un elevata massa di
informazioni relativamente in poco spazio: un semplice computer palmare può contenere in
poche decine di megabyte di memoria l'equivalente di più di una decina di volumi illustrati.
Questi strumenti hanno ormai oltrepassato il loro iniziale ruolo di “agende” e/o “rubriche”
elettroniche, hanno un costo di acquisto e di mantenimento basso ed un’autonomia d'uso
notevole. Queste caratteristiche li rendono i migliori candidati per questo tipo di progetto, volto a
trovare nuovi approcci per lo sviluppo didattico-turismo del paesaggio montano.
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CAPITOLO 1
INQUADRAMENTO DELL’AREA DI STUDIO
1.1 Inquadramento geografico e orografico
Il massiccio delle Grigne, situato in provincia di Lecco nel cuore delle Prealpi lombarde, è
considerato un luogo di grande interesse paesaggistico, per la sua morfologia aspra e variegata, e
per gli scorci sul sottostante lago di Como; due sono le vette principali: la Grigna Settentrionale
(2410 m) comunemente chiamata Grignone, e la meno elevata Grigna Meridionale (2177 m)
detta Grignetta, che si elevano a cavallo tra il ramo orientale del lago di Como e la Valsassina. A
questo massiccio appartiene anche il gruppo del Coltignone-San Martino (1474 m), soprastante
la città di Lecco.
Scannerizzare foto cartina su libro comunità montana (Fig 1.1.1)
Le Grigne sono una meta molto frequentata in tutti i periodi dell’anno. Grazie alla quota
relativamente alta, d’inverno, ci si può cimentare in salite sci alpinistiche, mentre d’estate vi è la
possibilità di affrontare vari tipi di itinerari, diversi per difficoltà, con incantevoli scenari
naturalistici, in cui il dedalo di sentieri e i numerosi rifugi accolgono i numerosi escursionisti
fino in cima.
Il massiccio è essenzialmente composto da tre versanti: il lato sud - occidentale, il più scosceso e
alpinisticamente interessante, che scende verso il lago di Como e i Piani Resinelli; l'orientale,
prativo e boscoso, che digrada regolare verso la Valsassina; quello settentrionale, che forma una
grande conca di natura glaciale, il Moncodeno: area che raggiunge la zona del passo Cainallo e la
zona di Esino Lario. Quest’ultimo versante è molto noto in ambito speleologico per la gran
quantità di cavità e abissi, alcuni dei quali di notevole profondità, come il Complesso dell'Alto
Releccio, che rappresenta uno dei sistemi carsici più profondi d'Italia. Dalla Grigna nasce il
torrente Pioverna, che attraversa la Valsassina e sfocia nel Lago di Como.
Una leggenda dice che la Grigna era una crudele guerriera, che fece uccidere da una sua
sentinella un cavaliere venuto a manifestare il suo amore per lei. La guerriera fu trasformata in
montagna, e così anche la sentinella, che divenne la Grignetta. La leggenda della Grigna è il
titolo di una nota canzone di montagna, che descrive questa storia.
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Notevoli sono i personaggi che, nel corso dei secoli, hanno reso omaggio, ammirato e studiato la
zona circostante: già Leonardo da Vinci fu affascinato dalla sua natura, dalla vegetazione e dagli
animali di questo territorio, come si può constatare leggendo il "Codice Atlantico". Egli visitò
questi luoghi su incarico dei Duchi di Milano, non soltanto per osservare cose meravigliose, ma
anche per trovare minerali ferrosi, di grande valore e per questo molto ricercati dal Ducato di
Milano. Le Grigne sono le montagne di casa, da Milano in su; così deve averle viste Leonardo da
Vinci negli anni trascorsi proprio alla corte di Ludovico il Moro, tra il 1483 e il 1500. "La
Grigna è la montagna più alta chabbi questi paesi, ed è pelada", scriveva nei suoi appunti. Che
sia la più alta non è sicuramente vero, perchè nella zona svettano montagne che la superano in
quota, come il Pizzo Tre Signori e il Legnone, ma poichè da Milano è il primo grande risalto
sopra la pianura, la Grigna appare indubbiamente il massiccio più elevato.
Fu poi Stoppani a studiare e a catalogare i fossili locali, sostando qui per lunghi periodi e
scrivendo "Les pietrifications d’Esino", in cui descrive i reperti che si possono rinvenire in
queste rocce.
Ai piedi della Grigna settentrionale è situato l’abitato di Esino Lario, in cui, negli anni Trenta, il
parroco don Giovanni Battista Rocca, botanico appassionato, aprì il primo museo locale della
provincia di Como, ponendo le collezioni di vegetali e di reperti archeologici nella cappella del
cimitero posto a valle dell’attuale chiesa parrocchiale.
Il territorio della Grigna settentrionale è entrato a fare parte del progetto “Rete Natura 2000”, che
si occupa della tutela e della salvaguardia della biodiversità, e nel settembre del 2003 è diventato
un S.I.C., ovvero un Sito di Importanza Comunitaria: la sua gestione è stata affidata dapprima
interamente alla Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, poi, dal
marzo 2005, al Parco Regionale della Grigna settentrionale.
1.2 Inquadramento geologico e geomorfologico
Osservando il massiccio delle Grigne si ha l’impressione di vedere ammassi rocciosi accavallati
l’uno sull’altro: si tratta in effetti di tre sistemi sovrapposti, il Coltignone (il più basso), la
Grignetta (intermedia) e il Grignone (il più alto) (Fig. 1.1.2); tale particolare disposizione è
legata alla formazione della catena stessa delle Alpi.
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Figura 1.1.2 Visione schematizzata dei tre massicci
La storia geologica del massiccio della Grigna è
piuttosto complessa, i tipi di rocce che la
costituiscono sono differenti per età ed ambiente
di formazione, e di conseguenza anche i fossili
eventualmente in esse contenuti risultano
riferibili ad età ed ambienti diversi. L’aspetto
attuale del paesaggio è frutto del lavoro che le
forze interne della terra (fattori endogeni) e gli
agenti atmosferici (fattori esogeni) hanno
esercitato nel corso di millenni. Nel Permiano
(da 290 a 245 milioni di anni fa) l’area era
occupata da una vasta pianura, solcata da fiumi
che hanno deposto ghiaie e sabbie, che a causa del clima particolare, hanno assunto una
caratteristica colorazione rossastra.
Questi sedimenti litificandosi hanno dato origine alla formazione del Verrucano Lombardo, che
affiora alla base del Grignone; sono ben visibili in corrispondenza dello sperone di roccia che
porta il nome di “Sassi Rossi”, presso Introbio. Nel Triassico inferiore, circa 245 milioni di anni
fa, il mare ha sommerso tutta la zona: in questa occasione, sabbie e argille si sono deposte
andando a costituire il Servino, ossia le rocce che affiorano nella parte settentrionale del
Grignone, in particolare nella zona di Parlasco. In seguito, la piana è stata ricoperta da ghiaie di
provenienza continentale: si è così costituita la Formazione di Bellano (Triassico medio),
riconoscibile percorrendo la strada che porta all’abitato di Esino Lario attraverso il passo di
Agueglio. Poco tempo dopo il mare ha nuovamente guadagnato terreno e hanno cominciato a
svilupparsi le piattaforme carbonatiche, che costituiscono la parte basale del Calcare di Esino,
composto da depositi duri e resistenti, che si rompono con facilità e danno luogo a forme aspre,
spesso prive di vegetazione, con ampie pareti sub verticali.
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Figura 1.1.3 Formazioni rocciose sul “Pialeral”