stato vegetativo, si organizzano a formare strutture dette sclerozi in cui sono strettamente
aggregate quasi a formare degli pseudoparenchirni. Ife più o meno ramificate possono
insieme formare miceli che a loro volta si presentano come strutture non settate
polienergidiche o come insieme di ife settate trasversalmente. In quest'ultimo caso le ife
presentano differenti tipi di apparati settali considerati caratteri distintivi nelle varie Classi
di Ascorniceti e Basidiorniceti.
A livello cellulare (ife) gli Eumiceti sono caratterizzati nell'avere una parete rigida che
può essere di natura cellulosica (Oomiceti) o chitinosa (tutti i Funghi superiori)
presentante anche glucani e proteine. Nei casi in cui non si conosce la riproduzione
sessuale dei funghi o perche l'hanno persa nel corso dell'evoluzione oppure non è ancora
stata scoperta, i funghi sono defmiti come "funghi imperfetti" e appartengono alla classe
Deuteromycetes.
La maggior parte di funghi appartenenti a questa classe sono Ascomiceti, ma in tutto sono
presenti circa 25000 specie. In questo caso la classificazione dei funghi è fatta in base alle
modalità di formazione dei conidi che attualmente è analizzata con l'aiuto della
microscopia elettronica a trasmissione e a scansione. (Raven et al. cap.11,1976; Gerola,
1995)
1.1.1 Riproduzione e diffusione del fungo
Nei Funghi la riproduzione può essere vegetativa,
sessuale e per sporogonia.
La riproduzione vegetativa può avvenire per scissione,
gemmazione, frammentazione e sporulazione con la
formazione di mitospore.
In particolare negli Ascomiceti, Deuteromycetes, si ha
la formazione di esospore dette conidi che si vengono a
formare per lo spezzettamento di un'ifa in tante
neutrospore, fig. 1.
La forma, la posizione dei conidi e delle ife che li producono e li portano (ife condiofore
o conidiofori) hanno grande importanza per il riconoscimento e la classificazione delle
varie specie. I conidiofori, infatti, possono essere isolati oppure riuniti in fascetti detti
coremi o sinnemi, oppure essere riuniti in ammassi particolari di ife detti stromi che
formano superfici appiattite acervuli, o formano strutture simili a fiaschi dette picnidi, la
cui porzione basale è ingrossata e tappezzata da conidiofori, fig. 2.
Con la sporulazione si vengono a formare delle spore durature che a differenza dei
conidi, hanno una parete molto spessa, sono prodotte in numero minore e sono ricche di
sostanze di riserva.
La riproduzione sessuale invece si trova nelle specie superiori con la formazione di
quattro spore aploidi per meiosi (sporogonia) a partire da una unica cellula ed è molto
diffusa negli Ascomiceti e Basidiomiceti.
Negli Ascomiceti questo tipo di riproduzione è caratterizzata dalla produzione di
meiospore all'interno di un cellula particolare detta asco. Nei Basidiomiceti invece le
meiospore sono portate alI'esterno della cellula detta basidio, analoga all'asco. Con la
riproduzione sessuale si può inoltre avere sia la produzione di gameti identici sia di
gameti morfologicamente e fisiologicamente diversi.
1.2 Il fungo Botrytis cinerea
Botrytis cinerea (Botrytis) è un patogeno vegetale capace di infettare più di 200 specie di
piante (Jarvis, 1977), in qualsiasi stadio di crescita e in qualsiasi parte della pianta (Elad e
Evensen 1995), provocando seri danni alle coltivazioni e ai raccolti.
Botrytis fa parte del gruppo deuteromycete (Hyphomycete) (Cooper et al., 2000) e come
tutti i funghi "imperfetti" manca della riproduzione sessuale.
Generalmente si trova sotto forma di micelio su residui vegetali lesionati o in fase di
senescenza.
In condizioni ambientali sfavorevoli Botrytis può produrre forme di resistenza dette
sclerozi che hanno la funzione di conservare il micelio allo stato vegetativo (Elad e
Evensen, 1995).
Condizioni di alta umidità e temperatura invece permettono al fungo di produrre uno
strato grigio-bianco di ife e strutture fruttifere sopra il tessuto colpito. Questi corpi
fruttiferi sono formati da conidiofori che appaiono trasparenti o pigmentati e sono
deputati alla formazione di mitospore dette conidi, fig. 3.
Fig.3 Immagini dei conidiofori di Botrytis cinerea.
a) conidiofori pigmentati visti allo stereoscopio, portanti spore all'estremità ( Æ ).
b) struttura di un conidioforo e spore di lunghezza 14 µm.
c) conidioforo visto al microscopio ottico portante spore all'estremità ( Æ ).
Immagini provenienti dal sito:
(www.orst.eduldeptJbotany/epp/guide/glossary/index).
I conidi, una volta formatisi, sono liberati nell'aria permettendo così la diffusione del
fungo. Una volta raggiunto l'ospite, i conidi vanno incontro a germinazione solo in
presenza di acqua e nutrienti (Elad e Evensen, 1995). Con la germinazione si ha la
formazione di tubi germinativi e appressoria che sono delle ife modificate, delimitate da
setti con cui il fungo penetra nell'ospite (Clark e Lorbeer, 1976), vedi fig. 4.
Fig. 4 Sezione trasversale di foglia di cipolla infettata con
Botrytis cinerea. A livello istologico si vede come il
fungo produce l'appressorium (a) e l'ifa di infezione (ih)
all'interno della parete cellulare (w) dell'epidermide; due
modi con CUI Il fungo penetra nell' ospite.
(e) lume della cellula epidermica
(ct) cuticola e
Sia l'appressorium sia il tubo germinativo in seguito alla loro formazione, secemono una
matrice extracellulare costituita da carboidrati, lipidi e proteine, per garantire una forte
adesione del patogeno alla pianta (Cooper et al., 2000).
La penetrazione nell'ospite avviene abitualmente attraverso gli storni o la cuticola ma
anche attraverso delle lesioni se sono presenti. Bisogna precisare che se la penetrazione
avviene attraverso gli storni non si ha la formazione di appressoria ma solo del tubo
germinativo, (Clark e Lorbeer, 1976).
Da alcuni studi è stato visto che la germinazione e la crescita superficiale del fungo è
stimolata dalla presenza di etilene, la cui produzione è attribuita alla pianta in seguito
all'attacco del patogeno (Elad e Evensen, 1995).
E’ noto che alcuni funghi patogeni possono produrre delle sostanze come prodotto di un
metabolismo inattivo o a funzione ignota che invece possono essere degli ormoni per le
piante (Gerola, 1995). Ad esempio l'etilene presente nella pianta in seguito all'attacco di
Botrytis cinerea è attribuito alla pianta in quanto non ci sono evidenze che sia prodotto
dal fungo (Elad e Evensen, 1995).
Il tessuto infettato con Botrytis cinerea appare ricoperto da un manto di micelio e spore
che danno la malattia comunemente chiamata "muffa grigia".
I sintomi più comuni della malattia sono l'appassimento del fiore, il marciume dei frutti,
nonche il cancro dello stelo, macchie e ruggine nelle foglie, e il marciume del bulbo e del
tubero, fig. 5, (www.cse.uga.edu/Agriculture/plantpath/plantdis/fungi/Botrytis.html)
1.2.1 Ruolo delle poligalatturonasi fungine nell'interazione pianta-patogeno
Negli ultimi trent'anni la ricerca sulla patologia delle piante si è focalizzata
sull'identificazione degli enzimi extracellulari implicati nella patogenicità del fungo.
Fra questi, gli enzimi degradanti la parete cellulare, CWDEs (cell wall degrading
enzymes), hanno suscitato un certo interesse in quanto sono implicati nel degradazione
della parete vegetale, permettendo al fungo di attaccare l'ospite (Wubben et al., 1999).
Alcuni lavori descrivono la secrezione dei CWDEs durante le prime fasi di infezione
suggerendo un loro coinvolgimento nella penetrazione dell'ospite (ten Have et al., 1998).
Al gruppo dei CWDEs appartengono diversi enzimi fra cui: la pectin-metil esterasi, la
pectin liasi, cellulasi e le poligalatturonasi (Wubben et al., 1999).
Le poligalatturonasi sono delle glicoproteine distinte in eso- ed endo- poligalatturonasi
secondo l'azione di degradazione della pectina presente nella parete vegetale. Le
esopoligalatturonasi scindono la pectina di omogalatturonani liberando unità di acido
galatturonico a partire dall'estremità della catena, mentre le endopoligalatturonasi
degradano la pectina scindendo anche i legami fra una unità e l' altra di acido
galatturonico che si trovano alI' interno della catena, fig. 6.
1.2.2 Le poligalatturonasi prodotte da Botrytis cinerea
Come tutti i funghi Botrytis cinerea è un organismo eterotrofo ( organotrofo ) capace di
nutrirsi per demolizione esterna dei substrati, attraverso esoenzimi e per successivo
assorbimento delle soluzioni (Gerola, 1995).
Le poligalatturonasi sono enzimi prodotti dal fungo per la demolizione di substrati
utilizzati come fonte di carbonio. In particolare l'azione di questi enzimi portano alla
degradazione della lamella mediana, parte ricca di sostanze pectiche della parete della
cellula vegetale, con conseguente lisi e morte cellulare; caratteristiche queste dello
sviluppo della malattia.
Finora sono stati identificati fmo a 13 differenti isoforme di poligalatturonasi (Van der
Cruyssen et al., 1994). Il peso molecolare delle poligalatturonasi prodotte da Botrytis
cinerea varia da 23 kDa (Leone et al. , 1990) a 45 kDa (Tobias et al., 1995) secondo il
loro grado di glicosilazione nonche della loro sequenza aminoacidica (Wubben et al.,
1999).