Capitolo secondo: La qualità dell‟accessibilità dei siti Web  / 
 
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Capitolo II:  La qualità dell’accessibilità dei siti Web 
 
 
2.1 Accessibilità, ovvero non escludere nessuno dal Web 
 
Negli ultimi anni si è registrata una crescente sensibilità, a livello 
istituzionale e sociale, verso le problematiche riguardanti l'accessibilità 
e l'usabilità dei siti internet. Tale tendenza è indice di una sempre 
maggiore consapevolezza delle potenzialità del Web, divenuto una 
straordinaria fonte di informazioni e di servizi. Usabilità ed accessibilità, 
però, sono due concetti che tendono a confondersi e a sovrapporsi, 
soprattutto nell‟ambito dei loro obiettivi. 
Innanzitutto facciamo un po‟ di chiarezza: l‟accessibilità dei siti Web è 
stata definita dal WAI (Web Accessibility Initiative)
36
, un gruppo di 
lavoro costituito dal W3C
37
, il consorzio per il Web diretto da Tim 
Berners-Lee
38
. Il WAI ha generato il WCAI (Web Content Accessibility 
Initiative), un‟iniziativa volta a rilasciare principi e linee guida cui 
attenersi per realizzare contenuti Web accessibili al maggior numero di 
persone possibili ed allo stesso tempo comprensibili e facilmente 
navigabili.  
                                                 
36
 Il WAI è un ramo del W3C che si occupa di migliorare l'accessibilità del World Wide 
Web. 
37
 Il W3C, o World Wide Web Consortium, è un consorzio di aziende e istituzioni del 
settore informatico che si occupa di stabilire standard di riferimento per il Web. 
Questo consorzio, in altri termini, studia i sistemi ed i linguaggi per la trasmissione di 
dati attraverso il Web e ne ufficializza l'utilizzo attraverso raccomandazioni definitive. 
Al W3C si devono gli standard di HTML, XML, SMIL, CSS e altri ancora. 
38
 Tim Berners-Lee ha coniato il nome di World Wide Web, ha scritto il primo server 
per il World Wide Web, httpd, e il primo programma client (un browser e un editor), 
WorldWideWeb, nel 1990. Ha scritto inoltre la prima versione del linguaggio di 
formattazione di documenti con capacità di collegamenti ipertestuali conosciuto come 
HTML. È fondatore del W3C.
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Il glossario delle WCAG
39
 esplicita il termine accessibilità nel modo 
seguente: ―il contenuto è accessibile quando può essere usato da 
qualcuno con disabilità‖ (Diodati, Accessibilità Guida Completa, 2007). 
Infatti, come enunciato nell‟home-page del sito del WAI: ―la forza del 
Web sta nella sua universalità e nella possibilità di accesso da parte di 
chiunque, indipendentemente dalle disabilità‖ (WAI). In sostanza: “i 
contenuti dovrebbero essere accessibili da utenti con vari gradi di 
disabilità fisiche e cognitive, il che porta come beneficio accessorio una 
maggior facilità di visualizzazione anche per chi ha dotazioni software e 
hardware minoritarie” (Boscarol, Accessibilità o usabilità? Istruzioni per 
l'uso, 2001). 
 
L'accessibilità si ripromette di combattere una particolare forma di 
digital divide
40
, quella che discende da handicap fisici e mentali o da 
attrezzature hardware e software obsolete. Lo scopo primario 
dell‟accessibilità è, appunto, garantire l‟accesso universale alle risorse 
veicolate via Web indipendentemente dagli strumenti utilizzati 
(hardware, software, infrastruttura della rete), dalla lingua, dalla 
cultura, dalla collocazione geografica, dalla disabilità fisica o cognitiva. 
Solo in questo modo è possibile “condurre il Web a dispiegare il suo 
pieno potenziale” ed ottenere la “democrazia dell’informazione”, come 
auspicato dal W3C (Stefano Casati, 2006). 
 
In Italia l‟accessibilità dei sistemi informatici è regolata dalla legge n.4 
del 9 gennaio 2004 o anche chiamata Legge Stanca
41
, che detta le linee 
guida per la progettazione dei siti Web. Queste indicazioni devono 
                                                 
39
Nelle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) si ritrovano 14 linee guida che 
rappresentano alcuni principi generali di design Web accessibile. 
40
 Il digital divide è il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie 
dell'informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso in 
modo parziale o totale per un qualsiasi motivo.  
41
 Rientra tra le “Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti 
informatici” (Stanca, 2004). Successivamente il decreto ministeriale dell‟8 luglio 2005 
ha definito i 22 requisiti che i siti devono rispettare per ritenersi accessibili.
Capitolo secondo: La qualità dell‟accessibilità dei siti Web  / 
 
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essere obbligatoriamente rispettate (anche se ciò spesso non avviene) 
dai siti di: 
 enti pubblici economici; 
 pubbliche amministrazioni; 
 aziende private concessionarie di servizi pubblici; 
 enti di assistenza e di riabilitazione pubblici; 
 aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalente 
partecipazione di capitale pubblico; 
 aziende municipalizzate regionali; 
 aziende appaltatrici di servizi informatici. 
Il provvedimento legislativo in questione, facendo riferimento al 
principio di eguaglianza sancito dalla Costituzione italiana, si propone 
di abbattere le barriere che limitano l'accesso dei disabili alla società 
dell‟informazione e li escludono dal mondo del lavoro, dalla 
partecipazione democratica e da una migliore qualità della vita. 
L‟accessibilità è sancita dalla legge Stanca
42
 come “la capacità dei 
sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze 
tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza 
discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità 
necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari” (Stanca, 
2004). 
Per tecnologie assistive
43
 la legge intende “gli strumenti e le soluzioni 
tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, 
superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle 
informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici” (Stanca, 2004). 
                                                 
42
 La legge in questione prende il nome dal politico Lucio Stanca, il quale è stato, nella 
XIV legislatura (2001-2006), Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, esercitando per 
delega del Presidente del Consiglio dei ministri il coordinamento e indirizzo della 
politica del Governo in materia di sviluppo e di impiego delle Tecnologie 
dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) da parte delle famiglie, delle imprese e 
delle pubbliche amministrazioni, centrali e locali. A tal fine ha inoltre presieduto il 
Comitato dei Ministri per la Società dell'Informazione. 
43
 Al di fuori dell‟informatica, si possono considerare tecnologie assistive, per esempio, 
le stampelle, le sedie a rotelle, le protesi, ecc.
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Tra questo tipo di tecnologie rientrano, per esempio, i lettori di schermo 
(che leggono “ad alta voce” i testi  contenuti nelle pagine Web, per 
permetterne la comprensibilità a utenti non vedenti), le tastiere Braille, 
e così via. Un non vedente per esempio può navigare su internet con 
una disinvoltura a dir poco sorprendente avvalendosi di strumenti ad 
hoc, tra cui lo screen reader
44
. Il sito, se accessibile, sarà letto con lo 
screen reader secondo le modalità decise dall'utente (anche le immagini 
devono essere fornite di una piccola descrizione testuale in grado di 
rappresentarne il contenuto). 
Sono due, quindi, gli elementi fondamentali dell'accessibilità: 
1. l'attenzione ai problemi di accesso al Web dei disabili; 
2. l'attenzione a garantire l'universalità dell'accesso. 
L‟obiettivo è non escludere nessuno, non solo i disabili in senso stretto, 
ma anche chi soffre di disabilità temporanee, chi ha attrezzature 
obsolete, chi usa sistemi poco comuni, chi dispone di connessioni 
particolarmente lente (figura 2.1). 
 
Riflettere sulle condizioni di accessibilità del proprio sito è un aspetto 
fondamentale per la democrazia del Web (le persone con difficoltà che 
accedono ai siti Web in Italia sono tra il 10% e il 20% della popolazione 
attiva) e per l‟interesse dei propri utenti (ShinyNews, 2006). 
                                                 
44
 Uno screen reader è un'applicazione software che identifica ed interpreta il testo 
mostrato sullo schermo di un computer, presentandolo ad un utente affetto da 
handicap visivo tramite sintesi vocale o attraverso un display braille. Gli screen reader 
sono utilizzati da persone con problemi (parziali o totali) di vista. 
Figura 2.1: Le barriere all‟accesso ai sistemi informatici
Capitolo secondo: La qualità dell‟accessibilità dei siti Web  / 
 
33 
 
Inoltre, va sottolineato che la cura dell'accessibilità non deve essere 
vista semplicemente come un onere aggiuntivo, originato da scrupoli 
morali o da obblighi di legge, che grava sul committente e sullo 
sviluppatore. Essa deve essere considerata, invece, come una possibilità 
in più per allargare il proprio mercato: gli utenti che vengono tagliati 
fuori dall‟utilizzazione di un sito commerciale per difetti di accessibilità 
del medesimo, sono dei potenziali clienti persi; questo nonostante 
spesso si continui ad considerare la questione dell‟accessibilità come un 
problema marginale della progettazione dei siti Web. 
 
Un altro punto di riferimento per la definizione dell‟accessibilità è l‟ISO 
e, precisamente, lo standard ISO TS 16071
45
, il quale la descrive come 
"l'usabilità di un prodotto, servizio, ambiente o strumento, per persone col 
più ampio raggio di capacità" (Gabassi, 2006). La disposizione, se 
applicata al Web, ne determina l‟accessibilità nel momento in cui le 
informazioni in esso contenute sono fruibili e, conseguentemente, 
usabili in modo completo, da qualsiasi persona operante in qualunque 
contesto.  
Già da queste definizioni funzionali, si evince che “il concetto di 
accessibilità viene definito in funzione dell’usabilità ed entrambe si 
focalizzano sulla persona e, più precisamente, sull’utente” (Stefano 
Casati, 2006). 
 
Le norme precedentemente esplicate si rivolgono a una categoria di 
utenti classificabili come “svantaggiati”. Però, in questa tipologia di 
utenti “possiamo rientrare tutti noi in determinate circostanze” (Carrada, 
2002). Sono, infatti, soggetti potenzialmente “a rischio”, coloro i quali: 
 non possono vedere, sentire, muoversi, usare una tastiera; 
 hanno difficoltà a leggere e a “capire” un testo; 
 hanno uno schermo bianco e nero, o un dispositivo "solo testo"; 
 utilizzano una connessione molto lenta; 
                                                 
45
 Rientra tra le disposizioni “Ergonomia dell’interazione uomo-macchina – Guida 
all’usabilità” (ISO, 2003).
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 non capiscono la lingua in cui è scritto il sito; 
 si trovano in un ambiente dove non si può leggere e sentire bene; 
 usano una versione del browser obsoleta o un particolare sistema 
operativo.  
 
Pertanto, il tema dell‟accessibilità riguarda tantissime persone, sia 
perché chiunque può trovarsi in una situazione di difficoltà, sia perché, 
come afferma Tim Berners-Lee, “un sito accessibile è un sito più usabile 
per tutti‖ (Carrada, 2002).  
 
 
2.2 Il rapporto tra accessibilità ed usabilità 
 
L'accessibilità dei siti Web, definita ed articolata in linee guida (del W3C 
a livello mondiale e dalla Legge Stanca a livello nazionale) specifiche, 
diventa una questione che si basa in larga parte sui concetti di 
compatibilità e portabilità del codice
46
. Tuttavia, va considerato anche 
che il WCAI entra nel merito della strutturazione e della comprensibilità 
dei contenuti, aree delle quali, guarda caso, si occupa pure l'usabilità. 
Potremmo quindi dire che “l'usabilità è un sottoinsieme dell'accessibilità 
nella misura in cui ne approfondisce un aspetto‖ (Boscarol, Accessibilità 
o usabilità? Istruzioni per l'uso, 2001). 
L'accessibilità sembrerebbe costituire il versante tecnico dell'usabilità. 
Mentre l'usabilità basa la propria progettazione sull'utente finale, 
l'accessibilità impernia la propria azione su una serie di accorgimenti 
che permettono al sito la massima compatibilità tecnica con gli 
standard definiti. 
In sintesi: “l’usabilità si occupa di persone, spesso di clienti, e ha molto a 
che fare con il marketing, però non si occupa di tecnologia come fa 
l’accessibilità. Quest’ultima, a sua volta, è un prerequisito per l’usabilità, 
dato che un sistema non è usabile se non è accessibile‖ (Capponni, 
2010). 
                                                 
46
 È il linguaggio in cui vengono scritte le pagine Web (il più comune è l‟HTML).
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Il rapporto-scontro diventa palese se si evidenziano le differenze 
esistenti tra accessibilità ed usabilità. 
 
 
2.2.1 Il rapporto tra accessibilità ed usabilità: la metodica 
 
Gli studi sull'accessibilità, tramite le linee guida del WAI, forniscono 
uno strumento di lavoro indispensabile per il progettista. Fondamentale 
è garantire il collegamento tra l'aspetto tecnologico del sito e la 
compatibilità dei codici dei linguaggi di programmazione usati, rispetto 
ai programmi assistivi e ai supporti hardware/software non aggiornati. 
L'accessibilità, inoltre, si occupa di fornire indicazioni relative alla 
struttura grafica e alle funzionalità del sito affinché sia facilmente 
fruibile da parte del maggior numero possibile di utenti. 
 
Gli studi sull'usabilità si rivolgono, invece, ai progettisti per aiutarli a 
tener conto dei "comportamenti-tipo" tenuti durante l'utilizzo del sito 
dagli utenti, in particolare quelli appartenenti al target del progetto. 
“L'usabilità, quindi, tende ad occuparsi esclusivamente degli utenti finali, 
disinteressandosi (entro certi limiti) del codice e cercando piuttosto di 
capire cosa va e cosa non va nell'interazione‖ (Boscarol, Accessibilità o 
usabilità? Istruzioni per l'uso, 2001). 
 
 
2.2.2 Il rapporto tra accessibilità ed usabilità: il target finale 
 
Il concetto di accessibilità è rivolto a tutte le categorie d'individui: le 
persone senza e con deficit fisici o cognitivi, i disabili, i soggetti dotati di 
scarsi mezzi tecnologici, gli anziani, ecc. L‟accessibilità, infatti, tende ad 
essere applicata a quei siti Web che si rivolgono ad un'utenza molto 
vasta: ad esempio i siti governativi, quelli di enti pubblici, di enti privati 
d'importanza nazionale e mondiale e così via.
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L'usabilità, pur avendo gli stessi obiettivi, può differenziarsi 
dall'accessibilità, poiché il sito può essere rivolto ad una specifica 
nicchia di mercato: il target del progetto (figura 2.2), Lo scopo 
dell‟usabilità, in questo senso, è far in modo che il sito risponda alle 
esigenze dell'utente, non necessariamente di tutti gli utenti, ma di quelli 
per i quali il sito è stato pensato. 
I progettisti, focalizzando le energie verso una specifica fascia d'utenza 
secondo una vera e propria azione di marketing, raggiungerebbero la 
soddisfazione degli utenti appartenenti al target considerato (che è uno 
degli scopi dell‟usabilità). Tuttavia, quel determinato sito, anche se 
usabile, potrebbe non essere perfettamente accessibile all‟intero 
universo di utilizzatori del Web. 
Ben presto però, come sta accadendo negli USA, l'accessibilità e 
l'usabilità dovranno essere il più possibile applicate a norma di legge 
anche ai siti del settore privato-commerciale. 
 
 
2.2.3 Il rapporto tra accessibilità ed usabilità: le modalità di 
valutazione 
 
Le differenze più forti emergono nell‟ambito delle modalità di valutazione 
di un sito.  
Le WCAG, nella sezione dedicata ai modi per verificare il 
raggiungimento dei requisiti di accessibilità richiesti dalle quattordici 
raccomandazioni, propone una serie di metodi che consistono 
principalmente nella validazione automatica del codice della pagina per 
Figura 2.2: Target dell‟usabilità e dell‟accessibilità
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37 
 
mezzo di appositi software
47
 e nell'attuazione di una serie di prove 
tecniche, realizzabili dallo stesso sviluppatore. Solo in alcuni punti delle 
linee guida si fa riferimento a dei possibili test con utenti, ma senza 
suggerire specificamente il ricorso ai metodi sviluppati in questo campo 
dall'usabilità. 
Infatti, “l'accessibilità, così come è concepita dalle WCAG, rivolge le sue 
raccomandazioni allo sviluppatore (il content developer), tralasciando più 
o meno completamente di occuparsi del rapporto tra il prodotto 
"accessibile" e le varie categorie possibili di utenti finali” (Diodati, 2004). 
La soluzione decisa dagli estensori delle WCAG ha un indubbio 
vantaggio economico dal punto di vista dei costi di sviluppo di un sito: 
quanto più la cura dell'accessibilità può focalizzarsi, grazie all'adozione 
dei suggerimenti tecnici inclusi nelle linee guida, sul codice e sulla 
struttura della pagina, piuttosto che sui risultati dell'interazione tra la 
pagina e gli utenti finali, tanto più sarà semplice e veloce portare a 
termine il lavoro. Insomma, le raccomandazioni di accessibilità puntano 
più che altro a rendere una pagina Web accessibile alle macchine, 
anziché agli utenti. 
Non vi è, infatti, nelle norme di accessibilità alcun accenno allo user 
model né alla pratica di testing con gli utenti finali, tipica delle analisi di 
usabilità, per ridefinire procedure e navigazione. Nella pratica, gli unici 
strumenti che l'accessibilità propone sono le linee guida. 
 
L‟accessibilità è, quindi, una disciplina sì normata (e per questo gradita 
ai tecnici molto più dell'usabilità, perché verificabile in maniera quasi 
automatica), ma questa normatività è anche un tranello. Difatti, come 
afferma il WAI, “le pagine Web dovrebbero: essere costruite per 
consentire un'elegante trasformazione della pagina (da parte di browser 
particolari, ad esempio) e fornire contenuti facilmente navigabili e 
comprensibili (che è il principale obiettivo dell'usabilità)‖ (Boscarol, 
                                                 
47
 Per verificare il livello di accessibilità, si utilizzano appositi programmi chiamati 
"validatori automatici”. Essi si occupano soprattutto del codice HTML e classificano gli 
errori rilevati in base alla loro gravità.
Capitolo secondo: La qualità dell‟accessibilità dei siti Web  / 
 
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Accessibilità o usabilità? Istruzioni per l'uso, 2001). Le linee guida 
dell‟accessibilità tracciano una strada, ma non garantiscono il risultato. 
Esse non assicurano né che il singolo progettista sappia scrivere in 
maniera sintetica e chiara, né  che l'argomento sia reso effettivamente 
fruibile agli utenti o che la navigazione rispecchi il modello concettuale 
dell'utente. 
Inoltre, va detto che i siti sono enormemente differenti fra loro e non 
tutti i contenuti o i modelli di navigazione si adattano ai diversi casi. A 
riprova di ciò, le verifiche automatiche di accessibilità si limitano ad 
una compatibilità di codice, non occupandosi di progettazione del 
contenuto o del servizio. Il controllo va necessariamente continuato da 
valutatori umani, che verifichino se il contenuto sia chiaro e 
comprensibile. La navigabilità riguarda questioni profonde di struttura 
del sito, non può essere risolta da una valutazione automatica. 
 
L'usabilità, invero, offre però strumenti e metodi che possono essere 
utilizzati per completare quello che l'accessibilità lascia soltanto 
indicato. Tra le metodologie più usate si possono annoverare: 
 i test con utenti, che consistono nell'osservazione del 
comportamento di persone, estranee al progetto di valutazione, che 
interagiscono con l'interfaccia che è oggetto di indagine; 
 le analisi euristiche, cioè l'attività di un piccolo gruppo di 
esaminatori, che attraverso una lista di regole determinano il grado 
di conformità del progetto con i principi dell'usabilità e forniscono 
quindi una base per l'identificazione dei problemi e delle soluzioni; 
 la simulazione cognitiva, che attraverso l'analisi di esperti di 
valutazione con un livello di esperienza molto elevato analizza i 
meccanismi sottostanti a ciascuna operazione e cerca di spiegare 
perché l'utente dovrebbe scegliere una determinata azione piuttosto 
che un'altra (Mania, 2005). 
Il fatto che anche l'usabilità proponga delle linee guida o dei principi di 
progettazione deriva da esigenze di praticità ed economia. Tali linee 
guida non sono altro che il sunto di intense pratiche di test e derivano 
(o dovrebbero derivare) dall'osservazione sistematica degli utenti. Le
Capitolo secondo: La qualità dell‟accessibilità dei siti Web  / 
 
39 
 
linee guida vengono utilizzate solo per facilitare il lavoro dei progettisti: 
si tratta però di strumenti di secondo livello, certamente utili, ma non 
attendibili quanto l'osservazione diretta di una persona. 
 
In definitiva, non è detto che le due discipline debbano per forza 
coesistere: “un sito può essere accessibile ma scarsamente usabile, 
mentre può essere usabile per un determinato target ma non accessibile a 
tutti” (Sequency, 2010). 
Il progettista (Web designer e/o il programmatore del sito) dovrà 
affiancare al lavoro sul codice degli specifici test di usabilità, volti a 
conoscere la reale validità delle soluzioni di accessibilità messe in 
campo e da svolgere su un campione di utenti, che sia rappresentativo 
del pubblico di riferimento previsto per il proprio sito. Per chi non 
avesse la possibilità di effettuare simili test, diventa importantissimo 
sfruttare ogni minimo riscontro d'uso da parte dei propri utenti (ad 
esempio le osservazioni ricevute tramite e-mail e forum di discussione), 
per correggere e migliorare gli eventuali difetti di accessibilità segnalati. 
Si deve quindi creare “il giusto equilibrio fra accessibilità e usabilità,  
cercando di ottenere, dove possibile, i massimi risultati da ognuna” 
(Sequency, 2010). Arrivare alla completa applicazione dei principi di 
usabilità ed accessibilità è un obiettivo molto difficile da raggiungere.
Capitolo terzo: Progettazione di siti Web secondo criteri di usabilità / 
 
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Capitolo III: Progettazione di siti Web secondo criteri di 
usabilità 
 
 
3.1 Lo User Centered Design 
 
Alla base dell'usabilità dei siti Web è posto il processo dello User 
Centered Design. 
Lo User Centered Design (UCD) è “un modo per progettare e costruire siti 
o applicazioni tenendo conto del punto di vista e delle esigenze 
dell’utente” (Boscarol, Cos‟è lo User-Centered Design, 2007). Lo UCD è 
un processo composto di più attività. Si basa sull‟iterazione di diversi 
strumenti di analisi od osservazione, progettazione e verifica. In italiano 
questo processo è noto anche come “progettazione centrata sull’utente” 
(Tasso & Omero, 2001). L‟importanza di questo approccio progettuale 
risiede in questa semplice constatazione: “se conosciamo le motivazioni, 
gli obiettivi e le esigenze delle persone che utilizzeranno l’applicazione 
software o visiteranno il sito Web possiamo progettare questi ultimi in 
modo da agevolare i loro compiti, garantendo la massima soddisfazione e 
un’esperienza efficace e coinvolgente” (Introduzione allo User-Centred 
Design, 2007). In questo modo, chi li promuove e li pubblica ne trarrà 
un grande beneficio, poiché anche i suoi obiettivi, informativi o 
commerciali che siano, saranno raggiunti con maggiore facilità. 
 
Il processo in questione, è stato definito dalla norma ISO 13407 come 
Human-centered Design Process: “è un’attività multidisciplinare che 
incorpora le competenze e tecniche specifiche dell’ergonomia e 
dell’usabilità, per consentire il miglioramento dell'efficacia, della 
produttività e delle condizioni di lavoro umane e per contrastare i possibili 
effetti negativi su sicurezza, salute e prestazioni dell’uomo” (Jacko, 
2007). 
La ISO 13407 stabilisce quattro attività principali (figura 3.1) per il 
processo di UCD: