1 
 
INTRODUZIONE 
La profondità e l‟assoluta originalità delle crisi in atto a livello mondiale stanno 
mettendo a dura prova le organizzazioni internazionali economiche
1
, e le tecniche 
utilizzate da quest‟ultime nell‟erogazione dei prestiti ai paesi in difficoltà. 
A tal fine,  con la presente trattazione provo ad esaminare il discusso concetto 
della condizionalità nelle organizzazioni internazionali economiche, e quindi la 
predisposizione di meccanismi sia positivi (incentivi) che negativi (sanzioni) 
attuati dalle suddette organizzazioni per far sì che la concessione degli aiuti ai 
paesi bisognosi sia condizionata appunto, al rispetto di determinati principi. 
Nello specifico, questo lavoro parte dai motivi che hanno spinto le nazioni ad 
unirsi per affrontare le problematiche mondiali con istituzioni globali, analizzando 
dunque le maggiori Istituzioni Finanziarie Internazionali
2
, sia a livello 
multilaterale (FMI; BM),  sia a livello regionale (Unione Europea
3
), 
soffermandosi per ciascuna di esse, sugli obiettivi costituenti, sulle strutture 
                                                           
1
 www.fcre.it. 
2
 L‟espressione Istituzioni finanziarie internazionali, IFI (International Financial Institutions IFIs)  
identifica le organizzazioni internazionali dotate di personalità giuridica che perseguono gli 
obiettivi del trattato istitutivo utilizzando le tecniche e gli strumenti propri degli istituti finanziari 
operanti sui mercati nazionali. In base agli obiettivi perseguiti è possibile distinguere fra 
organizzazioni: a) che promuovono la crescita economica, come le organizzazioni multilaterali che 
operano nei PVS (gruppo della Banca Mondiale) o quelle che sostengono finanziariamente Stati 
appartenenti ad aree regionali individuate dallo statuto (banche regionali di sviluppo); b) che 
hanno il compito di garantire la stabilità del sistema monetario internazionale come il Fondo 
Monetario Internazionale che dedica gran parte delle risorse ai Paesi membri con problemi di 
stabilità alla bilancia dei pagamenti.  
3
 L‟U.E. è un organizzazione sopranazionale del tutto unico nel suo genere,  non si tratta né di una 
federazione (come gli Stati Uniti), né un organismo per la cooperazione tra i governi, come le N.U. 
I Paesi che costituiscono l‟UE (gli “Stati membri”) uniscono le loro sovranità per guadagnare una 
forza e un‟influenza mondiale che  da soli non potrebbero mai acquisire: ovvero essi delegano una 
parte dei loro poteri decisionali alle istituzioni comunitarie, da loro stessi create,  in modo che 
specifiche decisioni su questioni comuni possano essere prese democraticamente a livello europeo. 
G.TESAURO, “Diritto comunitario”, 2005, Padova.
2 
 
organizzative e sulle funzioni. Ovviamente, nell‟analizzare l‟operato delle 
suddette organizzazioni sul piano internazionale e con particolare riferimento al 
sostegno da esse dedicato ai Paesi maggiormente bisognosi (PVS), si focalizza 
l‟attenzione sulle condizioni da esse imposte ai Paesi membri nella concessione di 
risorse finanziarie (cap. I, II,  III). Al riguardo si ricorda che,  tradizionalmente la 
pratica della condizionalità trae origine dalle politiche di prestiti del Fondo 
Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, che legano la concessione dei 
finanziamenti destinati ai Paesi in via di sviluppo al raggiungimento di obiettivi 
economico-finanziari: tale pratica ha la duplice funzione di fornire il prestito agli 
Stati bisognosi e di assicurarsi al contempo di riavere indietro le risorse prestate 
(cosi da garantire aiuto finanziario anche agli altri Stati membri).  
Col tempo, tale pratica è adottata anche da altre organizzazioni, come 
l‟Unione Europea che condiziona la concessione di aiuti finanziari al rispetto e 
alla promozione dei diritti dell‟uomo, per la consapevolezza che lo sviluppo non 
può prescindere dal rispetto dei principi democratici.  
Successivamente, questo lavoro passa in rassegna,  tutte le difficoltà che le 
organizzazioni internazionali economiche incontrano nell‟applicare le condizioni 
agli Stati, le critiche che l‟adozione della condizionalità attira sulle stesse (come le 
accuse di ingerenza negli affari interni degli Stati ed i problemi derivanti dalla 
sovrapposizione delle loro competenze).   
Quindi, si concluderà con proposte di cambiamento per ciascuna delle 
Istituzioni esaminate.
3 
 
CAPITOLO I 
La Condizionalità del Fondo  Monetario 
Internazionale 
 
1. La nascita del Fondo 
Per contrastare la crisi economica del 1929, gli stati fecero ricorso a pratiche 
protezionistiche e discriminatorie, introdussero restrizioni alla convertibilità delle 
monete, controlli dei cambi e cambi  multipli per settori diversi, ed utilizzarono  
nelle relazioni internazionali la moneta come strumento  della loro volontà di 
potenza per conquistare nuovi mercati con le frequenti svalutazioni unilaterali.  
Tutto ciò portò alla “Grande Depressione” degli anni 30‟. Per questo, nel secondo 
dopoguerra la politica autarchica e di potenza fu sostituita da una volontà di  
cooperazione multilaterale che dà luogo alla creazione di organizzazioni  a 
carattere  sovranazionale, competenti ad emanare atti vincolanti gli stati membri, 
per garantire a livello  internazionale un ordinato sviluppo economico e 
finanziario fondato su concezioni neo-liberaliste
4
. 
In particolare nel 1944, la Conferenza  monetaria e finanziaria delle Nazioni 
Unite, svoltasi a Bretton Woods, riunì i delegati delle 44 nazioni alleate (partecipò 
                                                           
4
 Il neo-liberalismo è una dottrina economica che vuole la liberazione dell'economia dallo Stato, la 
privatizzazione dei servizi pubblici, la liberalizzazione di ogni settore non strategico e la fine di 
ogni chiusura doganale. I neo-liberalisti sostengono che favorendo la libertà di mercato si crea nel 
lungo periodo una crescita dell'economia in termini di PIL e di livello di scambio, che accresce nel 
tempo il livello di benessere.
4 
 
anche l‟Unione Sovietica, che però non ratificò il trattato istitutivo del FMI per 
volere di Stalin) e di uno stato neutrale   (l‟Argentina)  per creare un sistema di 
coordinamento e controllo delle politiche economiche di tutti gli Stati, utile ad 
evitare un remake del disastroso Big Crash del 1929 (ovvero la grande 
Depressione degli anni 30‟). Le organizzazioni economiche internazionali venute 
alla luce, dalla Conferenza di Yalta del 1945, a seguito degli accordi di Bretton W. 
sono il Fondo Monetario Internazionale
5
(FMI) e la Banca Internazionale per la 
Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS)
6
. Nello specifico, le principali connotazioni 
del FMI furono il risultato del compromesso fra le posizioni di Keynes
7
 e White 
(in rappresentanza rispettivamente delle posizioni della Gran Bretagna e degli 
Stati Uniti): tra i quali vi era accordo sul fatto che le problematiche sul cambio 
delle monete andassero affrontate in un contesto internazionale e che i tassi di 
cambio dovessero essere regolati in modo da renderli stabili anche se non rigidi. 
Per questo, il Fondo avrebbe basato la sua attività sull‟istituzione di un sistema 
                                                           
5
 Il FMI nasce per assicurare un “nuovo equilibrio post-bellico” degli scambi commerciali e del 
sistema dei pagamenti internazionali. Le origini politiche, le cause economiche e le ragioni morali 
dell‟attuale sistema monetario internazionale possono essere fatte discendere dal capovolgimento, 
delle visioni ideologiche dominanti nel periodo precedente  la seconda guerra mondiale.  
G.PORRO, “Studi di diritto internazionale dell’economia”, 2006,  Torino, p. 17 ss.  
6
In quell‟occasione si richiamò anche l‟ urgente necessità di raggiungere un accordo per ridurre gli 
ostacoli al commercio internazionale e per promuovere lo sviluppo delle relazioni commerciali tra 
i paesi. Questo era un riferimento alla nascita dell‟Organizzazione Mondiale per il Commercio, 
OMC (World Trade Organization, WTO) avvenuta il realtà solo nel 1995.  
7
 L‟ economista britannico John Maynard Keynes, autore del famoso trattato "Teoria generale 
dell'occupazione dell'interesse e della moneta"  in cui affronta anche le questioni sulla crisi del '29 
e le politiche per il suo superamento, sosteneva che la mancanza di una domanda aggregata 
sufficiente fosse la determinante delle contrazioni economiche e che in quella situazione,  le 
politiche di governo giocassero un ruolo determinante nello stimolare la domanda aggregata:  nei 
casi in cui la politica monetaria fosse stata inefficace,  i governi avrebbero potuto ricorrere a 
politiche fiscali, aumentando le spese e  riducendo le imposte. Keynes considerava tuttavia questo, 
un rimedio temporaneo alla crisi, poiché occorreva poi ripagare il debito aggiunto che lo stato 
assumeva. C. NAPOLEONI,  “Il pensiero economico del 900”, 1963,  Einaudi Editore, Torino, 
pag. 102.
5 
 
generalizzato di cambi fissi (par values) finalizzato ad impedire che gli stati 
membri determinassero e modificassero il tasso di cambio della loro moneta a fini 
di competizione. Il mantenimento della stabilità dei cambi, obiettivo principale 
del FMI, imponeva agli stati membri precise limitazioni di sovranità
8
 (come, 
l‟obbligo di concordare con il Fondo  la parità iniziale in oro o in  dollari USA 
delle rispettive monete nazionali e l‟obbligo di non modificare  tali parità se non 
del limite massimo e minimo del 10% rispetto alla parità iniziale)
9
, in cambio 
delle quali l‟organizzazione avrebbe messo a disposizione  mezzi di liquidità 
internazionali di pagamento
10
 per gli Stati membri. In sostanza, il FMI fu 
incaricato di evitare la nuova depressione a livello mondiale esercitando una 
pressione internazionale sui paesi che, non facendo la loro parte nel mantenere la 
domanda globale, lasciavano sprofondare le loro economie: in linea con ciò,  
quando necessario, avrebbe anche fornito liquidità sotto forma di prestiti di breve 
termine ai paesi vittime di una contrazione economica e incapaci di stimolare la 
domanda aggregata con risorse proprie.  L‟azione del FMI era basata dunque sulla 
consapevolezza che per raggiungere una stabilità economica internazionale era  
necessaria un‟azione collettiva globale. 
                                                           
8
 Tramite la creazione del FMI, per la prima volta un accordo multilaterale regolava l‟ordinamento 
monetario internazionale: gli Articles venivano ad incidere su di un ambito fino ad allora 
considerato di dominio riservato, ovvero quello del governo della moneta. G.PORRO, “Studi di 
diritto internazionale dell’economia”, 2006, Torino, pagg  120-121.  
9
 Il sistema progettato a Bretton Woods si basava su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte 
legate al dollaro (che a sua volta era legato all'oro). Questo sistema crollò con la sospensione del 
gold standard (vale a dire la convertibilità del dollaro in oro) da parte di Richard Nixon nel 1971.  
10
 G. PORRO, “Studi di diritto internazionale dell’economia”, 2006, Torino, pag.16 ss.
6 
 
A poco più di 60 anni dalla sua nascita, grazie anche alla progressiva adesione dei 
paesi in via di sviluppo (PVS) e delle economie in transizione, il numero dei paesi 
membri del Fondo è  sensibilmente cresciuto  tanto che attualmente conta 187 
membri
11
. E nel frattempo, il suo ruolo si è modificato, tanto che il FMI oggi si  
occupa per lo più di concedere prestiti agli Stati membri in caso di squilibrio della 
bilancia dei pagamenti e perlopiù si tratta  di PVS
12
. 
 
2. Obiettivi del Fmi 
I principali obiettivi istituzionali del FMI, riassunti nell‟art. 1 del trattato 
istitutivo, sono: 
a) Promuovere la cooperazione monetaria e finanziaria dei membri e più in 
generale la coerenza tra le politiche economiche dei paesi membri cosi da 
garantire la stabilità del sistema monetario e finanziario internazionale (e 
                                                           
11
 L‟accordo istitutivo del Fondo, Articles of Agreement, fu stipulato il 27.12.1945, ed entrò in 
vigore il 1.3.1947, con la ratifica di 29 paesi su 45 che avevano partecipato alla conferenza. Con 
esso il FMI diventa un‟istituzione specializzata delle NU. La prima riunione ufficiale si tenne nel 
maggio 1946 a Savannah (Georgia, USA) in cui si decise di fissarne la sede permanente a 
Washington, la capitale del paese che deteneva la maggioranza del capitale  dell‟istituzione. 
L‟ultimo paese ad aver aderito nel 24 Giugno 2010 è Tuvalu. L‟Italia ha aderito il 27 marzo 1947 
(www.imf.org).  
12
 Il FMI si occupa anche della ristrutturazione del debito estero dei PVS altamente indebitati. In 
caso di necessità, il FMI può prendere a prestito risorse dagli Stati membri attraverso due differenti 
tipologie di  accordi-quadro stipulati con alcuni Stati membri: gli accordi generali di prestito, 
istituiti nel 1962, ai quali partecipano undici Stati, e i nuovi accordi di prestito, introdotti nel 1977, 
conclusi con venticinque membri. La circostanza che le risorse principali del FMI consistano nelle 
quote partecipative dei Paesi membri, differenzia il sistema di finanziamento del FMI da quello 
della BM che, pur disponendo anch‟essa di un capitale sociale, si rifornisce principalmente 
attraverso l‟emissione di obbligazioni sui mercati internazionali. La somma delle quote di tutti i 
paesi membri e degli altri proventi costituisce il capitale complessivo del FMI, a cui attinge per le 
operazioni di prestito, necessarie  per intervenire a sostegno dei paesi in crisi. A partire dalla sua 
costituzione il FMI ha potuto contare su di un capitale versato sempre maggiore in termini assoluti 
ma sempre minore se considerato relativamente all'entità di grandezze quali il PIL mondiale, il 
commercio internazionale, gli scambi finanziari internazionali.
7 
 
quindi la piena occupazione, la crescita del reddito e lo sviluppo delle 
risorse produttive) e l'ordine dei rapporti di cambio, evitando svalutazioni 
competitive; 
b) Rendere le proprie risorse disponibili agli Stati membri per risolvere 
eventuali squilibri nella bilancia dei pagamenti
13
 ed evitare in tal modo il 
ricorso a misure dannose per la prosperità nazionale ed internazionale. 
c) Assistere gli Stati membri nella creazione di un sistema multilaterale di 
pagamenti nelle operazioni correnti e nella eliminazione dei controlli sui 
cambi che impediscono la crescita del commercio internazionale. 
In essenza compito fondamentale del Fondo è di assicurare la stabilità del sistema 
monetario internazionale attraverso: 
-  il coordinamento delle azioni di politica economica dei  singoli      
membri; 
- il sostegno, per mezzo del finanziamento, di programmi di 
aggiustamento, ai paesi che affrontano temporanee difficoltà nelle bilance 
dei pagamenti
14
. 
Oltre a monitorare il sistema economico internazionale per preservarne la stabilità 
e favorirne la crescita, il Fondo agisce anche come un intermediario finanziario 
raccogliendo fondi nei paesi industrializzati e concedendo prestiti ai paesi in 
                                                           
13
 La bilancia dei pagamenti è un conto nel quale vengono raggruppati in maniera omogenea e 
standardizzata tutti gli incassi e i pagamenti che avvengono tra un paese e il resto del mondo in 
termini di transazioni di beni, servizi e denaro.  
14
 A.TARGETTI, F. FRACASSO, “Le sfide della globalizzazione.  Storia, politiche e istituzioni”, 
Milano, pag. 345 ss.
8 
 
difficoltà, ed in particolare ai PVS. Il controllo sui flussi finanziari internazionali 
esercitato dal FMI è superiore di quanto possa apparire dall‟ammontare dei 
prestiti direttamente gestiti, perché anche le altre linee di credito concesse dalla 
BM, da altre istituzioni e da parte di istituzioni private sono soggette  alla sua 
approvazione
15
. 
 
3. Struttura organizzativa e sistema decisionale del 
    Fondo 
 
Fondamentale per meglio comprendere come nascono le politiche del Fondo è 
analizzare la struttura organizzativa
16
 cosi da comprendere al meglio anche il 
modo in cui è ripartito il potere decisionale fra i suoi  Paesi membri. Nello 
specifico, la  struttura organizzativa del Fondo prevede i seguenti organi: 
1. Consiglio dei Governatori (Board of Governors):  è l‟organo direttivo del 
FMI, in cui ogni singolo paese viene rappresentato (e il diritto di voto è 
proporzionale alla rispettiva quota del paese di appartenenza). Si riunisce 
                                                           
15
 R.TARGETTI LENTI (2008), “Economia delle aree sottosviluppate”, in Dispensa per le lezioni 
del corso 2008-2009, pag. 15 ss.  
16
Tipica caratteristica delle IFI è la struttura tripartita: Board of Governors;  Executive Board ;  e 
Presidente o Managing Director. La struttura istituzionale e le funzioni degli organi nel FMI sono 
identiche a quelle della BM e di gran parte delle IFI, cambia solo la qualifica del direttore 
(denominato, nel FMI, Managing Director), il quale, nella prassi, è un rappresentante europeo (per 
la BM invece, si tratta di un rappresentante statunitense). La struttura decisionale del FMI è spesso 
paragonata a quella  di una società d‟affari: dove gli “azionisti“, cioè i ministri delle finanze o 
governatori della banca centrale dei 187 paesi membri, fanno parte del Consiglio di Governatori. 
Sin dalla formazione del FMI, la carica del direttore generale è tradizionalmente conferita a 
personalità di origine europea (attualmente è il francese, Dominique Strauss-Kahn succeduto nel 
settembre 2007 a Rodrigo Rato) e comunque non statunitense, contrariamente al Presidente della 
BM, che in genere ha la cittadinanza degli Stati Uniti. Ciò perché gli USA, non voleva dare 
l'impressione di un proprio monopolio all'interno di due istituzioni che risultano essere 
organizzazioni speciali dell'ONU, anche se non tenute a presentare il proprio bilancio 
all'Assemblea Generale delle NU.
9 
 
una volta all'anno a Washington, congiuntamente all'assemblea annuale 
della BM. In quell'occasione ogni paese nomina due rappresentanti, un 
governatore ed un vice governatore
17
. Quest‟organo affronta le questioni 
più importanti
18
come: l'ammissione di un nuovo membro, l'aumento delle 
risorse del Fondo, la revisione delle quote, la modifica dello Statuto, i casi 
di espulsione. Le sue funzioni sono spesso delegate al Consiglio Esecutivo 
ad eccezione di alcuni poteri riservati. 
2. Consiglio Esecutivo (Executive Board): è l'organo che concretamente 
assicura la gestione del Fondo,  deliberando ad esempio sulla concessione 
dei prestiti, sulle linee di politica generale e sulle mozioni da presentare al 
Consiglio dei Governatori. In rappresentanza dei 187 Paesi membri del 
Fondo, vi sono 24 Direttori Esecutivi o Executive Directors
19
, dei quali 5 
sono permanenti e appartengono agli Stati che detengono la quota 
maggiore (ovvero Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia e Regno 
Unito) mentre gli altri sono eletti dal Consiglio dei Governatori sulla base 
                                                           
17
 Tali soggetti sono scelti fra quelli che ricoprono le posizioni di più alto grado nella politica 
monetaria del proprio paese e che solitamente, sono costituiti dal ministro delle finanze e dal 
governatore della banca centrale.  
18
 L‟adozione delle decisioni da parte del Consiglio di Amministrazione avviene generalmente 
“per consenso” e solo eccezionalmente con richiesta di votazione formale. Nel primo caso, la 
formulazione della decisione viene articolata in una sintesi (summing-up) in cui vengono riportate 
tutte le opinioni senza attribuirle ad uno specifico direttore. Nel secondo caso la maggioranza 
richiesta è quella semplice, con due eccezioni: si richiede una maggioranza del 70 % per 
modificare i tassi di interesse e dell‟85 % per modificare il periodo di riacquisto delle riserve 
detenute presso il Fondo. E‟ bene ricordare che ogni decisione in ultima istanza viene sempre 
approvata dai paesi membri tramite il Consiglio Esecutivo o direttamente dal Consiglio dei 
Governatori.  
19
 Nel 1947 ne aveva solo 12.
10 
 
di un sistema di raggruppamenti di nazioni (c.d. costituencies)
20
. Tale 
organo ha sede a Washington e funziona in “sessione continua” questo 
significa che i suoi componenti possono riunirsi in ogni momento
21
. 
3. Direttore Generale (Managing Director): è il direttore del Fondo, eletto 
dal Consiglio di Amministrazione ogni 5 anni con mandato rinnovabile 1 
volta. Egli è assistito da 3 vice e si serve di circa 1500 collaboratori; non 
può avere un'età superiore a 65 anni al momento della nomina. Egli 
esercita in prima persona la funzione di sorveglianza
22
, approva gli accordi 
di prestito e discute preliminarmente qualsiasi proposta che richieda una 
decisione dei Governatori. E‟ anche il capo del personale del Fmi, è colui 
che rappresenta l‟istituzione e può parlare a suo nome. 
Il FMI ha anche altri organi di supporto che svolgono prevalentemente funzioni 
consultive
23
. Quanto alla distribuzione del potere decisionale, va osservato che 
                                                           
20
 In tal caso quindi ogni direttore esecutivo dispone di un numero di voti in proporzione alla quota 
del paese o alla somma delle quote dei paese. La quota dell‟Italia è del 3.24% ma essa è da 
considerarsi in realtà maggiore perché l‟Italia è in una constituency con altri Paesi, tra cui Grecia, 
Portogallo, Malta, Albania, San Marino.  
21
 E‟ bene sottolineare che Keynes si batté affinché la sede del FMI fosse stabilita in Europa, 
perché temeva un controllo politico dell‟organizzazione da parte del Governo degli Stati Uniti.  
22
 Quando il Direttore ritiene che uno stato membro non adempie ad un obbligo presenta la 
questione al Consiglio, che deve decidere se tale inadempienza si sia effettivamente verificata.  
23
 Organi di supporto all‟attività del Fondo sono: 1) Comitato Monetario e Finanziario 
Internazionale (International Monetary and Financial Committee):  organo consultivo che formula 
gli indirizzi strategici , istituito originariamente nel 1974 con il nome di Interim Committee. Si 
riunisce due volte l‟anno per assistere il Consiglio dei Governatori su questioni come la 
supervisione del sistema monetario e finanziario internazionale (in particolare delle operazioni di 
aggiustamento strutturale) e l‟analisi di eventuali proposte del Consiglio degli Executive Directors 
riguardo alla modifica del trattato istitutivo. E‟ formato da 24 membri (Ministri delle Finanze o  
Governatori delle Banche centrali) che riflettono la composizione del Consiglio degli Executive 
Directors. 2) Comitato Interinale del Consiglio dei Governatori: organo consultivo del Fondo, 
divenuto permanente dal 1999 col nome di  CMFI. Ne fanno parte fino a 24 tra governatori, 
ministri o altri rappresentanti di pari livello e riflette la struttura di raggruppamento di Paesi 
dell'Executive Board. Si riunisce 2 volte l'anno per fornire le linee guida  al Consiglio di 
Amministrazione e raccomandazioni su temi riguardanti la gestione e l'adeguamento del sistema
11 
 
questo è in proporzione alle quote di partecipazione possedute dai vari paesi. In 
particolare, i paesi per diventare membri del FMI, devono contribuire al capitale 
del Fondo, versando nel General Resources Account, quote di partecipazione di 
base definite in  base all'importanza di ciascuno Stato nell'economia mondiale
24
: 
lo statuto del Fondo,  richiede il versamento del 75% della quota, in valuta 
nazionale ed il restante 25% (c.d. reserve tranche) in un‟altra valuta di ampia 
accettazione sui mercati internazionali (dollaro USA, euro, yen) o in D.S.P. 
(ovvero i diritti speciali di prelievo
25
). E‟ invalso l'uso che la quasi generalità dei 
paesi membri versi le proprie quote di partecipazione in moneta nazionale, le quali 
determinano: 
A. Il potere di voto di ciascun membro nelle istituzioni del Fondo: perché i   
diritti di voto in seno al Consiglio sono proporzionali al numero delle 
                                                                                                                                                               
monetario e finanziario internazionale al Consiglio dei Governatori. 3)Development Committee: 
composto anch‟esso da 24 membri eletti per due anni dai rappresentanti dei Paesi o dei gruppi di 
Paesi che nominano i membri del Consiglio degli Executive Directors. Ha il compito di segnalare 
al Board of Governors le questioni critiche circa lo sviluppo e di indicare il fabbisogno di risorse 
finanziarie per promuovere lo sviluppo economico nei PVS. 4)Ufficio di Valutazione Indipendente 
(Independent Evaluation Office): valuta la validità delle attività del FMI in relazione agli obiettivi 
perseguiti. Si tratta di un ufficio istituito dal Consiglio di amministrazione durante l‟anno 
finanziario 2001 come struttura permanente all‟interno del FMI ma indipendente dal management 
e dallo staff. Il direttore, in carica per 4 anni, presenta al Consiglio di amministrazione e al CMFI 
programmi di lavoro e rapporti annuali, su temi come  l‟attività di assistenza tecnica, la formazione 
e la ricerca.  
24
 Le quote sono misurate con formule matematiche che tengono in considerazione,  del valore del 
PIL, delle riserve ufficiali e dell‟ammontare delle transazioni correnti e quindi valutate in termini 
di output e commercio. In origine, la determinazione delle quote, espresse in dollari USA, era 
determinata in base a fattori come il reddito nazionale, il commercio internazionale e le riserve 
auree.  C. DORDI (2002), “Profili giuridici dei recenti sviluppi dell'attività di sostegno finanziario 
del Fondo Monetario Internazionale: le nuove linee-guida sulla condizionalità”,  in rivista del 
Diritto del commercio internazionale, p. 897 ss.      
25
 Gli Special Drawing Rights, SDR, sono una moneta nominale che circola fra le Banche centrali, 
il cui valore è commisurato ad un paniere ponderato di quattro valute : Euro, Yen, Sterlina e 
Dollaro. Essi esprimono le quote di partecipazione al FMI, che dall'accordo del 17-18 dicembre '71 
sono appunto espresse in D.S.P. che corrisponde ad 1,32 dollari circa. Lo statuto del FMI prevede 
revisioni generali delle quote ad intervalli di 5 anni, con delibera da approvare a maggioranza 
qualificata,  in modo che le risorse del Fondo siano adeguate  alle esigenze dei paesi membri.
12 
 
quote sottoscritte da ciascun paese, e quindi 250 voti di base (ovvero un 
numero minimo che consente di poter votare, poi il paese può procedere al 
versamento di altre somme) più 1 voto per ogni 100.000 SDR della propria 
quota
26
. E‟ chiaro quindi, che diversamente, da gran parte delle istituzioni 
internazionali, dove vale la regola "un membro un voto", nel FMI opera 
con un sistema di votazione
27
 in cui l'importanza di ogni paese è 
proporzionale al contributo finanziario (e cioè alle quote) che ogni paese 
versa al Fondo stesso
28
. Dunque, non c‟è da sorprendersi se  nella 
soluzione delle crisi e nelle decisioni di finanziamento, prevale l‟interesse 
dei  paesi economicamente più forti (esempio Stati Uniti) a scapito di 
quelli più deboli e cioè dei PVS
29
. 
B. La somma massima che può essere richiesta in prestito: perché le quote 
costituiscono la base di calcolo per determinare sia l'ammontare massimo 
di risorse che ogni paese può prendere in prestito
30
 sia della ripartizione 
degli utili effettuata periodicamente. Perciò maggiore è la quota versata, 
                                                           
26
 Per esempio, gli Stati Uniti, hanno una quota di 37149.3 Dsp  pari ad una percentuale di voto di 
17,9 % (quota aggiornata al 31 Gennaio 2011, www.imf.org).  
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 Al riguardo, va osservato che, il potere di voto all'interno del F.M.I. si esplica a seconda delle 
situazioni contemplate, con diversi tipi di maggioranza, tuttavia, si può affermare, che per tutte le 
decisioni essenziali, come le modifiche dello Statuto stesso o delle quote dei singoli paesi, è 
richiesta una maggioranza qualificata che percentualmente è stata strutturata in modo tale da 
assegnare agli Stati Uniti il reale potere decisionale.  
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 Nelle IFI la posizione dei membri non è paritaria, ma si differenzia in base alla quota di capitale 
sottoscritto (c.d. voto ponderato) che varia, in ogni istituzione, in funzione degli obiettivi posti dal 
trattato istitutivo (nelle Banche regionali si tende a dare prevalenza alla volontà degli Stati 
appartenenti alla regione) ed è generalmente commisurata all‟importanza di ciascun paese 
nell‟economia mondiale.  
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 R.TARGETTI LENTI (2008), “Economia delle aree sottosviluppate”, in Dispensa per le lezioni 
del corso 2008-2009, pag. 15 ss.  
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 A differenza della BM, nel FMI la quota non determina solo il potere di voto dello Stato 
membro, ma è anche il punto di riferimento per calcolare il tetto massimo di sostegno finanziario 
che esso può ricevere dall‟organizzazione.
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maggiore sarà il potere di voto e maggiore sarà la somma 
prelevabile
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(dunque le quote rappresentano  i massimali che il paese 
membro può prendere a prestito dal FMI a seconda delle diverse linee di 
credito). Oggi la somma massima che un paese può ottenere dal  Fondo (in 
relazione alla quota versata) in base agli accordi sul Diritto speciale di 
prelievo è del 100% annualmente e del 300% in maniera accumulata. 
Tuttavia, ogni richiesta viene valutata singolarmente dal Consiglio di 
Amministrazione (frequenti i prestiti per somme molto maggiori al limite 
massimo del 300%)
32
. 
 
4. Funzioni del Fondo 
Le funzioni
 
svolte dal FMI rappresentano gli strumenti attraverso i quali il Fondo 
monetario può realizzare gli obiettivi prescritti dal suo statuto. In particolare le 
molteplici funzioni svolte dal Fondo sono cosi sintetizzabili: 
1. Funzione di Sorveglianza: il Fondo sorveglia l‟evoluzione del sistema 
economico e finanziario mondiale, valutando le politiche economiche dei 
singoli paesi. Essa è considerata la funzione base del FMI, e dalla quale 
poi discendono tutte le altre, compresa quella finanziaria. L‟attività di 
sorveglianza (basata sull‟art. IV del trattato istitutivo) è attuata mediante 
                                                           
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 Nel 1947 i due paesi che avevano guidato i negoziati, e cioè Usa e Gran Bretagna, avevano 
quote rispettivamente pari al 35.6% e al 16.84%, poi vi era la Cina con 7.12% e la Francia con 
6.80%. Oggi, le percentuali sono molto diverse per il semplice fatto che i paesi aderenti al Fondo 
non sono più 45 bensì 187. Per approfondimenti sulle quote dei paesi del Fmi si veda il sito 
istituzionale dell‟organizzazione (www.imf.org).  
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 Lo Statuto prima della sua modifica prevedeva che si potesse prelevare annualmente il 25% 
della sua quota, ma non poteva superare il limite massimo del 200% della quota stessa.