5
1. I PRIMI OSTACOLI PER IL PROCESSO DI
EMANCIPAZIONE FEMMINILE
1.1. La vita pubblica delle donne algerine nell’immediato periodo
post-indipendenza.
La partecipazione delle donne alla guerra di liberazione persuase Fanon
che il sistema patriarcale algerino fosse destinato all’estinzione, ma la
dominazione maschile era talmente radicata e socialmente accettata, che
una volta ottenuta l’indipendenza, le donne furono rigettate negli spazi loro
assegnati dalla tradizione
1
.
Il riconoscimento del principio dell’uguaglianza dei sessi, contenuto
nella Costituzione del 1963, sembrò formalmente riconoscere il ruolo delle
donne nella guerra di liberazione nazionale, dando una risposta alla
promessa di emancipazione femminile propagandata durante il periodo
rivoluzionario e ripresa dal preambolo della Costituzione stessa. Di fatto la
questione femminile fu inglobata all’interno del Fronte di Liberazione
Nazionale (FLN), tramite la creazione dell’Union National Femmes
Algériennes (UNFA), che rientrava nel generale progetto di strutturare tutti
settori della società attorno al partito, in modo da convogliare le loro forze
nella realizzazione del socialismo
2
. Il conformismo politico e intellettuale
imposto dal partito unico, limitò significativamente gli spazi delle
rivendicazioni femminili impedendo la denuncia dello scarto che correva
tra le dichiarazioni di principio sui diritti delle donne e la pratica
discriminatoria.
Il riconoscimento costituzionale dell’uguaglianza dei sessi, comunque,
permise alle donne di aver accesso alla scuola
3
. Peraltro, il nuovo Stato
algerino, soprattutto con Boumedienne, investì buona parte dei proventi
della rendita petrolifera nella scuola rendendo effettivo il principio
1
G. Calchi Novati, Storia dell’Algeria indipendente, Bompiani, Milano, 1998, p. 270.
2
http://countrystudies.us/algeria/144.htm
3
G. Sgrena, Kahina contro i califfi. Islamismo e democrazia in Algeria, Roma, Datanews,
1997, p. 99.
6
costituzionale della gratuità dell’istruzione
4
. Nel 1962 l’83% della
popolazione algerina era analfabeta e la scuola finì per diventare l’unico
mezzo di mobilità sociale
5
.
Nel giro di qualche anno l’iscrizione globale a tutti i livelli di scuola, da
quella primaria fino all’università, aumentò nettamente e una buona quota
delle iscrizioni totali fu femminile
6
. Conseguentemente, anche se la
percentuale delle donne lavoratrici si mantenne bassa, la maggior parte
occupò posti qualificati: medici, insegnanti, docenti, magistrati
7
.
L’istruzione, seppur gratuita, non era obbligatoria per cui non era raro,
ad esempio, che molte studentesse fossero obbligate ad abbandonarla
perché si sposassero
8
. Nel 1963 Fatima Khemisti, moglie del ministro degli
esteri dell’epoca, elaborò e presentò all’Assemblea Nazionale una
risoluzione sull’aumento dell’età minima di matrimonio che venne fissata a
16 anni per le ragazze e 18 anni per i ragazzi. Questo cambiamento facilitò
il proseguimento dell’istruzione femminile verso livelli più alti, sebbene la
proposta originale mirasse a un aumento dell’età minima fino a 19 anni
9
.
Come si deduce dall’iniziativa di Fatima Kemisti, l’Assemblea
Nazionale, durante l’era Ben Bella, costituì un importante luogo
discussione dove le donne avevano accesso. Nonostante tra il 1962 e il
1965 non furono mai eletti membri femminili, le donne potevano avanzare
risoluzioni da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea
10
. Questa
possibilità di accesso cadde con la sospensione delle funzione
dell’Assemblea dopo il colpo di stato di Boumedienne del 1965, anche se a
livello locale la partecipazione politica femminile risultava significativa
11
.
4
K.Messaoudi, E. Schemla (eds), Una donna in piedi,Milano, Arnoldo Mondadori
Editore, 1996, p. 37.
5
K.Messaoudi, Con gli occhi della parola, Roma, Lavoro, 1998 , p. 64.
6
http://countrystudies.us/algeria/144.htm
7
G. Sgrena, op. cit., p. 99.
8
K.Messaoudi, E. Schemla, op. cit., p. 38
9
http://countrystudies.us/algeria/144.htm
10
ibidem.
11
ibidem.
7
Quando nel 1976 fu restaurata l’Assemblea Nazionale furono elette nove
donne e aumentò il numero delle donne impegnate nei circuiti decisionali a
livello regionale e comunale
12
.
12
ibidem.
8
1.2. I primi attacchi del fondamentalismo contro le donne algerine.
Tra gli anni Settanta e Ottanta, il processo di emancipazione femminile
subì i primi contraccolpi a causa della crescente influenza del movimento
fondamentalista sulla società e sulle scelte del governo.
Il movimento fondamentalista propugnava l’instaurazione di uno Stato
islamico fondato sull’applicazione della sharia e l’organizzazione politica
attorno a questo obiettivo non fu esente dall’uso della violenza. In nome
della sharia i fondamentalisti attaccarono le femministe, le studentesse
universitarie, le operaie e le donne che vivevano da sole
13
. Secondo la loro
personale interpretazione dell’Islam, lo stile di vita o il modo di vestire di
queste donne contravveniva la sharia e solo con la violenza si poteva
rettificare il loro comportamento.
Questi episodi costituirono le prime avvisaglie della indiscriminata e
crudele violenza che colpirà le donne algerine negli anni Novanta. Tuttavia
le istituzioni non furono capaci, o non vollero, riconoscere l’intrinseca
pericolosità dell’ideologia fondamentalista, anche di fronte alle prime
manifestazioni della sua natura violenta. Se il fondamentalismo si è
affermato a tal punto da costituire un partito politico, gran parte della
responsabilità grava sulla condotta di tolleranza e di favore adottata
dall’FLN nei suoi confronti.
13
International Women’s Human Rights Law Clinic , Women Living Under Muslim Laws
(eds), Shadow Report on Algeria, 2000, su
http://www.wluml.org/english/pubs/pdf/misc/shadow-report-algeria-eng.pdf, p.7
9
2. LA NASCITA DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO
ALGERINO
2.1. La legittimazione storica del fondamentalismo.
Le radici della corrente fondamentalista affondano nelle contraddizioni
del movimento nazionale algerino e nei conseguenti compromessi attuati
dall’ FLN con la sua componente arabo-islamista
14
.
Al momento della proclamazione della guerra di liberazione, l’FLN
aveva riunito in se tutti i gruppi dell’intelligentia algerina in una
“collegialità sui generis”
15
che comprendeva militari, ulama, professionisti
borghesi e liberali e politici orientati verso il socialismo
16
. L’impegno
contro la dominazione coloniale francese rese possibile la convivenza tra
segmenti così diversi tra loro, ma una volta raggiunto il comune obiettivo
dell’indipendenza, la lotta per il potere scatenò lo scontro politico-
ideologico fino ad allora rimasto latente.
In un contesto sociale arcaico e con una coscienza nazionale in
formazione, l’Islam costituiva l’elemento fondatore dell’identità algerina
17
.
Pur non avendo mai avuto un’impronta prettamente islamica, l’FLN già nei
suoi primi proclami prospettava una società fondata sui principi islamici
nonostante ciò contraddicesse lo spirito democratico e socialista della
rivoluzione
18
.
Questa contraddizione emerse anche nella Costituzione della Repubblica
democratica e popolare d’Algeria, promulgata il 10 settembre del 1963
19
. Il
lungo preambolo indicava tra gli obiettivi fondamentali la realizzazione di
uno Stato socialista nel rispetto dei valori arabo-islamici.
14
G. Sgrena, op.cit., p.14.
15
G. Calchi Novati, op. cit., p 82.
16
F. Tamburini, M. Vernassa, Lineamenti di storia ed istituzioni dei paesi del Maghreb
post coloniale, Pisa, Plus-Pisa University Press, 2005, p. 14.
17
G. Sgrena, op. cit., p. 15.
18
ibidem.
19
F. Tamburini, M. Vernassa, op. cit., p. 16.
10
Pur garantendo la libertà di opinione e di culto, la Costituzione
riconosceva l’Islam e l’arabo rispettivamente come religione e lingua di
stato e obbligava il capo dello Stato ad essere di religione musulmana
20
.
Inoltre, il Codice della nazionalità del 1963 definì la nazionalità algerina a
partire dalla discendenza musulmana
21
.
Già con Ben Bella, l’FLN ricorse alla politica delle concessioni agli
islamisti, quando nel 1964 rese l’insegnamento religioso obbligatorio e
avviò le prime campagne contro il degrado del costume
22
. Tuttavia
l’atteggiamento prevalente nei confronti delle correnti islamiche fu di
emarginazione e di repressione di ogni loro tentativo di espressione. Ciò
però non fu sufficiente ad impedire nel 1963 la nascita dell’associazione
Al-Qiyam al-Islamiyya, che propugnava l’instaurazione di uno Stato
islamico e la lotta contro i valori occidentali. Nel 1966 l’associazione fu
sciolta a causa delle proteste contro l’esecuzione in Egitto del
fondamentalista Sayyd Qutb
23
. Tuttavia gli islamisti continuarono la loro
attività propagandistica in clandestinità favoriti dal processo di
arabizzazione e islamizzazione intensificatosi durante il regime di
Boumedienne.
20
ibidem.
21
G. Calchi Novati, op. cit., p. 165.
22
G. Sgrena, op. cit., pp. 55-56.
23
F. Tamburini, M. Vernassa, op. cit., p. 18-19.