Milano con quelle del Centro di Oslo, considerato un centro di eccellenza
clinica, con lo scopo di valutare gli effetti della GAP sulla crescita.
MATERIALI E METODI
CAMPIONE
Il campione di Milano è formato da 41 pazienti (dell’età media di 5.4 anni)
affetti da labio-palato-schisi monolaterale, non sindromici e trattati
consecutivamente.
Il campione di Oslo è formato da 48 pazienti (dell’età media di 5.9 anni)
anch’essi affetti da labio-palato-schisi monolaterale completa, non
sindromici e trattati consecutivamente.
Il protocollo chirurgico di Milano prevede (vedi tavola 1):
a) ortopedia pre-chirurgica alla nascita;
b) chiusura del labbro e del naso (Tecnica funzionale secondo Delaire
modificata ) e chiusura del palato molle (Tecnica di palatoplastica secondo
Pigott modificata ) a 6 mesi di età;
c) chiusura del palato duro e GAP a 18-36 mesi di età.
Il protocollo chirurgico di Oslo prevede(vedi tavola 2) :
a) assenza di ortopedia precoce;
b) chiusura del labbro (Tecnica di Rotazione-avanzamento secondo
Millard ) e del palato duro tramite un lembo di vomere a 3 mesi di età;
c) chiusura del palato molle ( Palatoplastica secondo Von Langenbeck ) a
18 mesi di età.
METODO
Sono state rilevate 46 misurazioni cefalometriche di cui 25 angolari, 16
lineari e 5 rapporti.
Le misure lineari sono state usate solo per estrapolare rapporti, ma sono
state ignorate come valori assoluti in quanto non è stato possibile in alcun
modo correggere il fattore di ingrandimento, specialmente nel campione di
Milano in cui le tele-radiografie sono state eseguite con apparecchi diversi,
i cui parametri tecnici non erano riportati.
Sono stati valutati sia i tessuti duri che i tessuti molli.
Per le misurazioni sui tessuti molli, però, il punto N (molle) è stato
tralasciato e, al suo posto è stato utilizzato il punto “n” sui tessuti duri, a
causa della scarsa definizione e dell’interferenza del cefalostato,
specialmente nel campione di Milano.
L’identificazione dei punti e delle misure cefalometriche di tutte le
radiografie è stata eseguita dal medesimo operatore opportunamente
addestrato.
L’analisi statistica in base alla quale si è effettuato il confronto tra i due
campioni è stato un Test-T di Student; dato l’alto numero di confronti fatti
nello studio è stato necessario ridurre i valori entro cui i risultati potessero
essere accettati, tramite una correzione di Bonferroni. Il valore limite ( p ) è
stato perciò fissato a 0.025, anziché a 0,05.
RISULTATI
I risultati di maggiore importanza ai fini dell’interpretazione del nostro
studio, con deviazione standard, differenza media e valore di
significatività, sono rappresentati nella tabella sottostante.
OSLO MILANO Diff media p
ANB
6,4 ± 2,9 4,9 ± 2,4
1,5 0,01
Ba-s-n (Angolo Base Cranica)
128,5 ± 5,5 129,0 ± 5,7
0,5 n.s.
n-a-pg ( Angolo Facciale)
167,5 ± 5,7 171,1 ± 6,4
3,6 0,06n.s
Ar^go-gn (AngoloGoniaco)
129,3 ± 4,0 129,2 ± 4,7
0,1 Ns
s-n-a
80,5 ± 3,9 78,7 ± 3,6
1,8 0,02
s-n ^ go-gn
35,5 ± 4,3 37,4 ± 5,5
1,9 0,07n.s
SS-n-SM (ANB tessuti molli)
9,6 ± 2,4 7,5 ± 2,7
2,1 0,00
s-n-SS (SNA tessuti molli)
90,1 ± 3,7 88,1 ± 3,7
2,0 0,01
s-n-SM (SNB tessuti molli)
80,6 ± 2,8 80,6 ± 3,2
0,0 Ns
Rapp altezza fac inf/tot
59,4± 2,8% 57,3± 2,1% 2,2% 0,00
Rapp altezza fac inf/sup
138,9± 11% 132,4± 11% 6,5% 0,009
s-n ^ snp-sna
10,1 ± 3,6 11,7 ± 3,7
1,6 0,04n,s
s-n-sm
74,3 ± 3,0 74,2 ± 3,0
0,1 Ns
L’angolo ANB (a-n-sm) dei tessuti duri (differenza media di 1.4°) e SNA (s-
n-a) (differenza media di 1.7°) sono maggiori nel campione di Oslo ( tav.
3.1 e 3.2 ).
L’angolo equivalente a ANB per i tessuti molli (a-n-SM) ( differenza media
di 2.1°) e l’angolo equivalente a SNA per i tessuti molli (s-n-SS) (differenza
media di 2°) sono maggiori nel campione di Oslo (tav. 4.1 e 4.2 ).
Non è stata riscontrata differenza alcuna tra Oslo e Milano per quanto
riguarda l’angolo SNB sia sui tessuti duri che su quelli molli (tav. 3.1, 3.2,
4.1 e 4.2). Non è stata riscontrata differenza neppure per l’angolo goniaco,
per l’angolo della base cranica e per l’angolo intermascellare (tav. 5.1 e
5.2). L’angolo s-n ^snp-sna, che descrive la divergenza del piano palatale
rispetto alla base cranica, è maggiore nel campione di Milano.
Inoltre il rapporto tra altezza facciale inferiore e altezza facciale totale è
maggiore nel campione di Oslo.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
All’età di 5 anni, il campione con schisi monolaterale di Milano sembra
avere un maggior grado di retrusione mascellare se paragonato a quello di
Oslo.
Il fatto che il punto “a” non sia facilmente evidenziabile in un bambino di 5
anni a causa degli incisivi in eruzione, potrebbe far sorgere dei sospetti
sulla reale validità clinica dei risultati.
Perciò abbiamo ritenuto opportuno convalidare questo dato usando la
misura di protrusione dei tessuti molli rispetto alla base cranica, da cui
abbiamo ottenuto risultati molto simili con una differenza media di ANB dei
tessuti molli (SS-n-SM) di 2.1° e di SNA dei tessuti molli (s-n-SS) di 2°.
I bambini con labio-palato-schisi hanno delle specifiche caratteristiche
cranio-facciali a causa delle quali è inutile compararli ad una popolazione
normale.
D’altro canto, diverse popolazioni con labio-palato-schisi, potrebbero
avere delle differenze cranio-facciali intrinseche, causa a loro volta di
errori di interpretazione dei dati. Per esempio, se la posizione della Sella
Turcica fosse diversa tra il campione di Oslo e quello di Milano e nel
campione di Oslo fosse più alta, si avrebbe un maggiore SNA anche se i
campioni avessero una simile protrusione mascellare. Anche una
differenza nella posizione di Nasion potrebbe influenzare i nostri risultati.
Le radiografie purtroppo, non sono state rilevate col capo in posizione
naturale e non erano disponibili fotografie sufficienti, contemporanee alle
radiografie, per ricavare la posizione della verticale reale, rendendo così
impossibile l’utilizzo di riferimenti extracranici.
Dalla revisione della letteratura abbiamo visto come ci sia stato un
graduale miglioramento nella crescita in seguito all’evoluzione delle
tecniche chirurgiche (Ross, 1987).
La parte anatomica su cui si è sempre concentrata l’attenzione è il
mascellare superiore perché sembra che tale osso sia il più influenzato
nella sua crescita dalla tecnica chirurgica e dagli esiti cicatriziali di tali
interventi (Bardach, 1984).
Shaw e col. (1992) hanno dimostrato come i due fattori che sembrano
influire maggiormente sul risultato sono l’abilità dell’operatore chirurgico
ed il protocollo di trattamento.
Il tipo di studio ideale per controllare l’effetto di un trattamento, come già
accennato, sarebbe l’impostazione di studi clinici randomizzati.
In alternativa è auspicabile l’impostazione di studi prospettici in cui sia
possibile una raccolta della documentazione in modo da poter confrontare
campioni di pazienti consecutivamente trattati, non selezionati e controllati
per un periodo di tempo molto lungo.
Dai risultati di questo studio la gengivo-alveolo-plastica, parrebbe avere
una certa influenza, almeno in una fase precoce, sulla crescita del
mascellare superiore o sulla sua componente dento-alveolare.
Al di là delle necessarie cautele nell’interpretazione di questi dati già
inserite nella discussione, sarà d’obbligo rivalutare gli stessi campioni in
una fase di crescita successiva per verificare se la chiusura precoce del
processo alveolare, possa influenzare a lungo termine la crescita del
mascellare superiore.
chiusura palato molle (Von
Langenbeck modificata)
Protocollo di Oslo
chiusura labbro (Millard)
chiusura palato anteriore
con lembo di vomere
No ortopedia pre-chirurgicanascita
3 mesi
(3.3 ± 0.5)
18 mesi
(20.0 ± 4.5)
Tavola 7.1: Protocollo chirurgico di Oslo.
Chiusura palato duro e
gingivo-alveolo-plastica
(Brusati)
Protocollo di Milano
chiusura labbro e naso
(Delaire modificata)
chiusura palato molle
(Pigott modificata)
ortopedia pre-chirurgicanascita
6 mesi
(7.3 ± 1.5)
18-36 mesi
(29.0 ± 5.9)
Tavola 7.2: Protocollo chirurgico di Milano.
sN
a
sm
a-n-sm: differenza media 1,5° (O>M) STAT DIFF
s-n-a: differenza media 1,8° (O>M) STAT DIFF
s-n-sm: differenza media 0,1° (O>M) NO STAT DIFF
Tavola 7.3.2
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
a-n-sm s-n-a s-n-sm
OSLO
MILANO
p<0.025
No diff
p<0.025
differenza media
1,8°
differenza media
1,5°
Tavola 7.3.1
sN
SSs
SNA Tessuti molli : differenza media 2,0° (O>M) STAT DIFF
SNB Tessuti molli : differenza media 0,0° NO STAT DIFF
Angolo Naso Labiale:differenza media 5,2°(M>O) STAT DIFF
ANB Tessuti molli : differenza media 2,1° (O>M)
SN
LS
AN
SM
Tavola 7.4.2
RISULTATI
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
140,0
S-N-ss S-N-sm Angolo Naso
Labiale
ss-N-sm
OSLO
MILANO
p<0.025 p<0.025No diff
differenza
media 2,0°
p<0.025
differenza
media 5,2°
differenza
media 2,1°
Tavola 7.4.1
Me
snp
sna
ba
s
go
ar
Angolo Goniaco : differenza media 0,2° NO DIFF STAT
Angolo Cranio-Mandib : differenza media 1,9° (O<M) p<0,07
Angolo Intermascellare: differenza media 0,3°(O<M )NO DIFF STAT
Piano Palatale: differenza media 1,6° (O<M) p<0.05
Tavola 7.5.2
RISULTATI
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
140,0
ar-go-gn s-n^go-gn snp-sna^go-gn s-n^snp-sna
OSLO
MILANO
Tavola 7.5.1