1. L’inizio della teatro e la sua fondazione in Albania
Nel periodo del Rinascimento Nazionale Albanese il teatro era ormai riconosciuto
e documentato in tutti i paesi dell'Albania. Il primo debutto teatrale documentato è
“Dasma e Lunxherisё” (“Il Matrimonio del Lungeria”), nell'anno 1984 del Koto
Hoxhi, con gli alunni della scuola “Ta zografia” nella cittá di Gjirokastёr. Nel 1875
Sami Frashёri pubblicò nella lingua turca il dramma “Besa” (Lealtá), dove il
soggetto trattava il modo di vivere e i costumi degli albanesi. Nel 1879 a Scuteri si
debutto la farsa “Makko”, tradotto dal italiano e messa in scena dagli alunni del
Collegio Saveriano. Nel 1880 Leonardo De Martino ha scritto in albanese il
dramma “La notte della grotta”. Il primo dramma albanese con una struttura
specifica è “Emira” (Buona) di Francesk Anton Santori, scritta nel 1885 e
pubblicata da De Rada nel anno 1986. Dopo viene il suo prossimo dramma “Alles
Dukagjini”. Gli autori che hanno dato un contributo molto importante in questo
periodo sono: A. Z. Çajupi con la commedia “Un sposo a 14 anni” (1902), “Dopo
la morte” (1910), dopo scrisse la tragedia “L’uomo della terra”. Fan Noli scrisse il
dramma “Isdraeliti e Filistini”, Mihal Grameno scrisse la commedia con 3 atti “La
maledizione della lingua albanese” e “la Morte del Pierro”.
Nell'anno 1890 Urdhёri i Jezuitёve della Chiesa cattolica a Scutari ha costruito una
sala dove si organizzavano delle presentazionei etatrali. Questo è la prima
istituzione teatrale contribuito da parte della chiesa, malgrado gli ostacoli da parte
delle autoritá turche. In questa sala si son otenute delle esibizioni con carattere
religioso principalmente in lingua italiana, ma anche in lingua albanese.
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Nel anno 1899 in Korçё si è dato l’esibizione della tragedia “Otello” di
Shekespeare da parte di un gruppo scolastico. Il Punto d’importanza nello
sviluppo del teatro si è concentrato in due cittá, Scutari e Korçia, e negli anni 30
anche a Tirana.
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La storia del teatro durante questo periodo si caratterizzava da una chiusura nei
circoli culturali che erano indipendenti uno dall'altro e si notava una scarsa
comunicazione tra questi circoli.
Poco prima dell’indipendenza (1912), la storia del teatro è legata strettamente con
le attivitá artistiche organizzate dai club, societá artistiche, artisti e dilettanti.
Nell'anno 1918-19 a Scutari sono state fondate tre grandiassociazioni culturali:
“Rozafati”, “Vllaznia”, “Bogdani”
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Tra gli fondatori della societá “Vllaznia” erano;
Hil Mosi, Kel Marubi, Jonuz Tafilaj ecc.
Il secondo cerchio artistico più importante del teatro in Albania fino all'anno 1945
(dopo quello di Scutari) era il cerchio artistico di Korça. Nell'anno 1917 nella cittá
di Korça operava un'associazione artistica dal nome “La prosperitá”
La drammaturgia nazionale albanese aveva creato anno dopo anno i nomi e le sue
opere cominciando da Anton Santori a Sami Frashёri, da Gjergj Fishta a Çajupi, da
Floqi a Mihal Grameno, da Foqion Postoli a Ethem Haxhiademi. Il ruolo del
regista si affidava a gli attori migliori e a quegli che avevano un livello culturale e
1¹ La Storia del popolo Albanese
2 Jakup Mato, Le strade dell'arte professionista, Accademia delle Scienze, centro degli Studi del’Arte,
2004, pg 57-85; “L’alba”, 1919, pg 120; “Il voce di Shna Ndout”, nr 10, 1919, pg 36; La scena e lo
scermo, 1889, nr 4, pg 36
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intelletuale superiore.
Sono famosi i nomi di: Z. M. Harapi, Luigj Kakariqi, Sokrat Mio, Andrea Skanjeti,
Henrik Laca, Xhemal Broja, Niko Proxheri. Sokrat Mio si era laureato nella
accademia “drammatica musicale” a Parigi. Egli ha portato nel movimento teatrale
del paese un'esperienza preziosa ed è diventato uno degli artisti più conosciuti
degli anni 30. Gli scenografi più conosciuti di questo periodo erano Kole
Idromeno, Simon Rrota, Rrok Daberdaku (Scutari), Vangjush Mio, Sokrat Mio
(Korce) ecc.
Dato che Tirana fu proclamata capitale dell'Albania nell’anno 1920, aumentarono i
tentativi che questa cittá avesse un nuovo status culturale, quindi nell anno 1926 fu
costruito l’edificio del kinoteatro “Nazionale” (cinema 17 novembre), dove a parte
i film nella sera tardi si davano anche esibizioni teatrali. Negli anni ‘30 Tirana
diventò uno dei circoli più conosciuti teatrale musicali. Nel 1932 si fondò la
societá teatrale “Tirana”, dove la prima esibizione che questa societá messe in
scena era la commedia “La fine dell'ebbreza” (Adatta della commedia “Dottore
padashka” di Moliere). Gli spettacoli più realizzati erano “Il misterioso
testamento” e “Sangue albanese”.
Nell’anno 1913 in un articolo di Hil Mosi si discusse per la prima volta il problema
per la costruzione di un teatro nazionale, idea trattata successivamente anche da
altri intellettuali come Faik Konica, Vasil Antoniu, Foqion Postoli.
Nell’aprile dell'anno 1929 gli intellettuali discussero nuovamente in merito all’idea
per la creazione del teatro albanese, ma rimase ancora un proggetto irrealizabile
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.
Questa idea si discusse anche inPparlamento dove un numero considerevole di
3 Il giornale “Arbёria”, 14.04. 1936
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deputati hanno rigettato l’idea per la creazione del teatro con la tesi che in Albania
ancora non esistevano le condizioni necessarie, non c’era un drammaturgia
nazionale matura, mancavano gli attori laureati ecc. Questa influenza ha fatto in
modo che il Ministero dell'Educazione nell’anno 1930 a Tirana organizzasse il
primo concorso filodrammatico al quale parteciparono molti circoli teatrali da
diversi paesi, con lo scopo di evidenziare i talenti. Si era resa così facendo
necessario la costruzione del teatro nazionale, e per questa ragione il Ministero
dell'Educazione aprì nell'anno 1932-1933 la prima Scuola Drammatica in Albania,
dove parteciparono 16 ragazzi e 12 ragazze, i quail dovevano prepararsi come i
futuri artisti del teatro. In questo concorso hanno vinto Xhevat Serezi, Hasan Reci,
Mihal Stefa, Kostaq Nasi, Amati Shiroka, Tefik Duka, Mustafa Bodini, Bedrib
Gjinaj, Nikoll Nezja ecc. Questa scuola aveva anche un regista e un drammaturgo-
traduttore. Foqion Micaco, un albanese immigrato in resistenza il quale aveva
partecipato nelle grandi attivitá teatrali, ha espresso la sua disponibilitá per dare
lezioni in questa scuola.
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L’opinione scetico contro questa iniziativa, si è espresso
in un articolo nel giornale “Lealtà” scritta con pseudonimo. In questo articolo si
scrisse che l’aperttura di tale scuola sarebbe un errore dato che questa scuola non
sarebbe stata seguita dal pubblico poichè quest ultimo aveva altri problemi.
Il direttore della scuola Nush Bushati, con tutto l'interesse e gli scritti negli giornali
per asicurare l'appoggio e la continuitá di questa scuola, non ha potuto superare gli
scetitci i quail arrivarono fino al Governo. Nel giornale“Vatra”
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pubblicato il
21.03.1923 si scrisse: “La scuola drammatica finì in modo crudele… Chi sa quanti
soldi si sono buttati via per questa scuola, per preparare i futuri artisti, i quail
4 L’archivio centrale dello Stato, 1932, pg 295, doc 71, pg 106
5 Il giornale “Vatra”, 9.12.1935, “Rilindja”, Korçё, nr 7, dt 2.03. 1935
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dovevano soddisfare il pubblico albanese, dove quest’ultimo preferiva molto di più
il teatro che avere la pancia piena”.
1.1 Il Teatro e la Guerra
Più si rafforzava la resistenza e la Guerra per la liberazione del Paese più si notava
un movimento artistico con idee e richieste nuove, la quale rifletteva lo stato
d’animo del popolo chesi ribellava all'invasione. Questo movimento è denominato
come “Teatro Partigiano” (1941-1945).
Dopo la Conferenza di Peza nel settembre dell'anno 1942, si accentuò il bisogno di
costruire gruppi musicali e teatrali presso le autoritá locali.
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Una delle grandi
manifestazioni teatrali negli anni della seconda Guerra Mondiale era quello durante
lo sviluppo del primo Congresso dei Giovani Antifascisti Albanesi, nella
campagnia Helmes in Scrapar l'8 agosto 1944 dove ha partecipato anche il circolo
teatrale di Tirana. Qui si sono esibiti 44 pezzi tra cui la commedia “Il pessimista e
l’ottimista”, “Il destino”, “La natura e l’uomo”, “I due filosofi”, “L’avvocato e il
contadino”, “Madre e figlia”, “Albania” ecc.
Nei pezzi del Teatro Partigiano si notavano delle idee molto chiare con una natura
propagandistica, da un vissuto drammatico dalle circostanze drammatiche
dell'invasione, dalla marterizzazione dei combattenti, mostrando così le
dichiarazioni contro la politica. Questo teatro di natura “operativa” ha dato al
nuovo tipo dell'eroe la funzione del difensore degli interessi della Guerra,
identificandosi così come un rappressentante del misero popolo. Il “nuovo eroe”
figlio della rivoluzione ha fatto sì che la guerra nazionale per la liberazione si
trasformasse in una rivoluzione sociale. Questo eroe non è piu l’uomo dei dilemmi
6 Bedri Deda “Problemi dell'arte e della cultura durante la Guerra Antifascista, 1942, pg 171-198.
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