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Cap. 1 - Il fenomeno della Free Press 
 
Il moderno scenario metropolitano, di cui siamo attori frenetici, richiede un sempre più 
rapido accesso alle informazioni, le quali necessitano di essere consumate nel minor 
tempo e nella maggiore quantità possibili. Istantaneità, facilità di accesso, brevità, 
semplicità di fruizione, multimedialità: queste le attuali esigenze dei consumatori di 
notizie.  
Le nuove generazioni sono “viziate” dall’immenso universo del web, il quale offre tutto 
ciò di cui abbiamo bisogno e lo fa velocemente, efficacemente e soprattutto 
gratuitamente.  
Il primo passo verso la fruizione free avvenne all’inizio degli anni Novanta con i 
quotidiani on-line, che alla classica offerta informativa unirono aggiornamento, 
interattività, tempestività. 
Il secondo passo è stato messo in atto qualche anno più tardi dai free papers, che si 
affacciarono in tale contesto come strumenti maggiormente adatti per diffondere la 
conoscenza delle notizie.  
Tutto è iniziato tredici anni fa, quando Jan Stenbeck, importante imprenditore nel settore 
dei media svedesi ed allora direttore generale della società di investimenti Kinnevik 
Group, decise di appoggiare l’idea di tre reporter di realizzare un quotidiano che si 
finanziasse interamente attraverso la pubblicità e quindi distribuito gratuitamente.  
Il progetto era decisamente innovativo, e non poteva esserci paese migliore della Svezia 
per accoglierlo. Nel febbraio 1995 il concetto divenne realtà nella città di Stoccolma, 
dove strilloni dotati di pettorina distribuirono le prime copie di quello che diventerà il 
quotidiano gratuito più letto al mondo, Metro. In breve tempo la distribuzione si estese 
alle città di Goteborg e Malmo, per poi uscire dai confini svedesi e toccare, uno alla 
volta, molti Stati europei, americani e asiatici. 
Oggi ogni giorno in tutto il mondo sono distribuite 41 milioni di copie di quotidiani 
gratuiti, i quali rappresentano il 7% della circolazione totale
1
. Il fenomeno della free 
press è in continua espansione ed ha raggiunto quasi ogni angolo del globo.  
Questi nuovi quotidiani hanno un formato nuovo rispetto alla stampa tradizionale: 
notizie brevi e concise, apoliticità, maggiore attenzione all’informazione locale, grandi 
foto a colori, ampi e numerosi spazi pubblicitari, linguaggio semplice, assenza di 
opinioni, poche pagine. Inoltre sono distribuiti direttamente laddove servono, non devi 
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cercarli ma sono loro a venirti incontro nei pressi dei mezzi pubblici, delle università, 
degli istituti pubblici e un po’ ovunque nella città. La loro acquisizione non richiede 
quindi una partecipazione né una decisione, si tratta di una sorta di atto passivo.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono stati pensati per essere letti nel tragitto che percorriamo da casa al lavoro o a 
scuola, per riempire i “tempi morti”. Si tratta di un “consumo interstiziale”
2
, adatto 
principalmente a “lettori in transito”. 
 
 
                                                                                                                                          
1
 World Press Trend 2008. 
2
 “Il Campo Giornalistico” di C. Sorrentino. Cap. 4 “Nuovi usi e costumi: la diffusione dei quotidiani 
gratuiti in Italia” di Silvia Pezzoli. 
Figura 2 - Strillone addetto alla distribuzione di Metro 
Figura 3 - Lettori di free papers in 
metropolitana e dispenser. 
Figura 4 - Pendolari intenti alla lettura di free 
papers 
 7 
Inizialmente sembrava che i free papers si rivolgessero ad un pubblico prevalentemente 
giovane e, più in generale, a tutti coloro che non hanno l’abitudine di leggere i 
quotidiani tradizionali. L’intento era quindi quello di allargare l’audience di lettori, 
conquistare anche tutti coloro che per motivi culturali o economici non si sono 
avvicinati alla stampa a pagamento. Recenti ricerche hanno invece dimostrato che i 
gratuiti sono letti in maggioranza da persone diplomate e laureate, con punte 
significative nei lavoratori di fascia medio-alta, tra le donne e, soprattutto, tra i giovani e 
i giovanissimi. L’audience di non-lettori di quotidiani tradizionali esiste, ma non 
rappresenta la maggioranza. 
E’ dalla tv e dalla sua logica sensazionalistica e spettacolare che la stampa è stata 
costretta a copiare stile e linguaggio; i free papers riprendono queste caratteristiche 
fondendole con quelle di Internet e della stampa per creare piccoli e accattivanti 
quotidiani capaci di unire l’utile al dilettevole.  
“Con la stampa gratuita nasce un nuovo modello di comunicazione giornalistica che ben 
si inserisce nel sistema mediatico attuale dominato dalla televisione e dalle nuove 
tecnologie, basato su una cultura essenzialmente visiva e percettiva”
3
. 
I free papers si finanziano totalmente attraverso la pubblicità, infatti molta attenzione 
viene rivolta nei confronti degli inserzionisti, i cui spazi hanno un forte impatto 
dimensionale e visivo. L’esistenza della pubblicità come unica fonte di finanziamento 
permette a questi quotidiani di essere completamente liberi.  
La free press non vuole sostituirsi agli altri mezzi d’informazione, ma vuole essere uno 
spunto di partenza per poi cercare approfondimenti altrove, uno stimolo per il cittadino a 
nutrirsi sempre più di notizie e conoscenza. 
Questo nuovo tipo di quotidiano si è inserito in uno spazio vuoto lasciato dai giornali 
tradizionali, i quali presentano dei limiti legati alla loro genericità (manca una 
segmentazione di mercato), ai contenuti, al linguaggio e ai formati (ingombranti e 
voluminosi). La free fress si insinua tra questi media per colmarne le lacune, divenendo 
non un sostituto ma un complemento. 
I quotidiani gratuiti devono il loro successo al loro essere “al passo con i tempi”, ovvero 
al fatto di copiare formati, contenuti e fruizione dal web: 
1. Innanzi tutto la gratuità: i giovani di oggi sono abituati a Internet e alla 
possibilità che esso offre di accedere alle informazioni a costo zero; 
2. Le notizie sono brevi, concise, essenziali e il linguaggio usato è semplice e 
                                                
3
 Dal saggio di Giulia Stegagno “Storia ed evoluzione della stampa quotidiana gratuita in Italia”. 
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accessibile a tutti; 
3. Il formato è attraente: l’impaginazione ricorda quella di una pagina web, con 
inserzioni pubblicitarie simili ai banner, colori a forte impatto visivo e numerose 
immagini. 
Fondamentale nella buona riuscita del fenomeno è stata l’organizzazione della 
distribuzione: i quotidiani gratuiti sono distribuiti al mattino nei luoghi di passaggio e 
sono inoltre reperibili per tutta la giornata all’interno dei dispenser collocati in zone 
strategiche della città.  
La dimensione ridotta e la leggerezza dei contenuti li rende perfetti per essere letti in 
situazioni “nomadiche”. Una delle cause che tiene lontani i lettori dalla stampa 
tradizionale è, infatti, la poca praticità dovuta al tipico formato lenzuolo.  
Un ulteriore elemento a favore dei gratuiti è la loro apoliticità e l’assenza di opinioni e 
commenti. È difatti nota la disaffezione, soprattutto da parte dei giovani, nei confronti 
della politica e quindi dei quotidiani a pagamento che, in particolar modo in Italia, ne 
fanno l’argomento principale. 
I free papers sono inoltre apprezzati per la forte connotazione locale che li caratterizza e 
per la capacità di dare informazioni su quanto accade nella propria città. Possono quindi 
essere considerati anche use papers, cioè quotidiani di servizio ricchi di informazioni 
legate principalmente alla vita locale.  
Il segreto del successo dei quotidiani gratuiti sembra quindi stare proprio in questo, 
ovvero nell’uso, o meglio, nei vari usi che se ne possono fare. Essi divengono così unici 
e insostituibili, apparentemente superficiali e poveri di contenuti, ma in realtà dotati di 
un altro tipo di ricchezza che sta nel rispondere a precise esigenze, nell’aver individuato 
un bisogno comune a una larga fascia della popolazione e nel soddisfarlo.  
In un’intervista Vittorio Sabadin, autore del libro “L’ultima copia del New York Time”, 
dichiara: 
 
“Sta diminuendo in tutto il mondo il tempo che i lettori dedicano alla lettura di 
giornali; il tempo medio di lettura gira intorno ai 20 minuti. Quindi i giornali 
gratuiti si sono diffusi largamente per una regione molto semplice: hanno trovato il 
modo di conquistare quello che è diventato il bene più prezioso per chi fa 
comunicazione ed editoria, ovvero il tempo del lettore”
4
. 
 
                                                
4
 Intervista ripresa da “Leggo: gossip e pubblicità”, inchiesta di F. Brignoli, G. Marotta, M.v. 
Vendemmia – 2007. Fonte: You Tube. 
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Sembra dello stesso parere il direttore responsabile di City Bruno Angelico
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: 
 
“Il successo vero della free press è l’avere individuato un tempo morto nella vita delle 
persone che vanno al lavoro e a scuola, ovvero la mezz’ora del trasporto pubblico, e 
nell’utilizzare quel tempo per fornire una panoramica delle notizie più importanti della 
giornata in modo che chi arriva sul posto di lavoro sa in che mondo vive”
6
. 
 
I free papers conoscono i propri lettori e sanno andare incontro alle loro esigenze, 
poiché, a differenza dei quotidiani tradizionali, si rivolgono ad un target ben preciso. 
In ogni paese in cui ha preso piede, la free press ha avuto riscontro più o meno 
significativo, ma comunque elevato, mettendo d’accordo culture e storie molto differenti 
tra di loro.  
Il pioniere Metro è attualmente distribuito in 23 nazioni, su tre continenti. Quello in cui 
si ha il più alto numero di edizioni è l’Europa, ed è qui che si hanno anche la maggiore 
incidenza dei quotidiani gratuiti sulla circolazione totale (25%
7
) e i due terzi della 
circolazione mondiale di free papers
8
.  
Un importante passo in avanti per i giornali gratuiti è stato fatto a Madrid dove, dal 30 
settembre al 2 ottobre 2008, si è tenuto il primo Congresso mondiale della free press al 
quale hanno partecipato 348 editori di quotidiani gratuiti provenienti da tutto il mondo. 
Al termine delle giornate sono stati raggiunti due atti fondamentali: la realizzazione di 
un decalogo sui valori della stampa gratuita e la nascita della Federazione Internazionale 
della Free Press.  
In proposito, Ignacio Gil, promotore e direttore del Congresso, ha dichiarato: 
 
“La free press è ormai una forma di informazione matura in tutti i Paesi: era 
necessario farla conoscere come un nuovo media, di qualità, e conoscerci tra di 
noi”. “E’ arrivato il momento che anche la free press abbia i suoi rappresentanti, 
visto che ormai supera la stampa a pagamento in diffusione, tiratura, lettori e spesso 
anche qualità”. 
                                                
5
 Il direttore responsabile di City Bruno Angelico, nato a Venezia il 18 giugno del 1951, inizia la sua 
carriera giornalistica al quotidiano “Reporter”. Nel 1987 è assunto alla Mondatori come redattore del 
settimanale “Epoca”. Nel 1989, passa al quotidiano “La Repubblica” e nel 1992 diventa direttore della 
“Gazzetta del Piemonte”. L’anno successivo è a Milano prima come capocronaca de “Il Giorno” poi 
come caporedattore all’Ufficio Centrale. Nel 1997 si trasferisce a Bologna come capo degli interni del 
nascente QN (Nazione, Giorno, Resto del Carlino). Dopo due anni è caporedattore centrale del QN. Dal 
2001 è alla RCS per l’avvio di City, prima come vicedirettore, successivamente (nel 2004) come direttore 
del quotidiano free press della RCS. 
6
 Intervista telefonica da me realizzata in data 9 ottobre 2008. 
7
 World Press Trend 2008. 
 10 
 
Reduce dal Congresso, il direttore responsabile di City Bruno Angelico ha dichiarato: 
 
“Quella di Madrid è stata in parte un’occasione persa, si poteva fare molto di più, sarà per la 
prossima volta. Ci sono stati alcuni spunti importanti, è stato interessante confrontarsi con 
altre realtà, ma molte delle cose venute fuori da Madrid erano già scontate e superate. È 
stata la prima formalizzazione, un primo passo in avanti nella certificazione della free press 
come realtà importante”
9
. 
 
 
 
 
Come possiamo notare dal grafico sopra riportato, nel 2008 la free press ha dato segni di 
cedimento in Europa, registrando per la prima volta nella storia un calo della sua 
circolazione. Alla fine del 2007 essa registrava 27,3 milioni di copie, mentre adesso 
sfiora appena i 27 milioni. 
La diminuzione è lieve, ma appare pur sempre come un campanello d’allarme, 
soprattutto se collegata al fatto che molte testate gratuite hanno chiuso nell’ultimo anno 
(in Svezia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Croazia, Paesi Bassi, Islanda), a 
dimostrazione di una presunta saturazione del mercato della free press. 
A livello mondiale si registra, però, una crescita del 2%, grazie ai nuovi lanci in Sud 
                                                                                                                                          
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 Dati www.newspaperinnovation.com. 
9
 Intervista telefonica da me realizzata in data 9 ottobre 2008. 
Figura 5 - Andamento della circolazione della free press in Europa
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America e Asia. 
Il fatto risulta grave poiché, come si può notare nel grafico sotto riportato, la crescita 
della stampa quotidiana gratuita non è mai stata negativa, con il picco più alto registrato 
tra il 1997 e il 2000, quando non era mai inferiore al 50%.  
 
 
Figura 6 - Andamento della crescita della free press in Europa 
Figura 7 - Numero di testate gratuite e Paesi in cui è presente la free press