1 
 
 
A mia madre, 
perché senza di lei tutto questo 
non sarebbe stato possibile.
2 
 
INTRODUZIONE 
 
 
La motivazione principale che mi ha spinta alla stesura di questa tesi di 
laurea, è stato l‟interesse che da sempre ho provato nei confronti del 
discorso marca e di tutto ciò che ruota attorno alla sua costruzione, a partire 
dalla formulazione di idee e valori che ne costituiscono il cuore e l‟identità, 
fino alla sua espressione finale, ovvero il modo in cui viene comunicata 
all‟esterno. 
Il primo capitolo parla della costruzione del valore di marca ed esamina le 
teorie prese in considerazione da vari autori. In questo capitolo si 
chiariscono i processi fondamentali per la costruzione della brand equity 
quali la creazione di un‟identità di marca, l‟attuazione di una strategia di 
posizionamento ottimale e la conseguente percezione dell‟immagine di 
marca da parte del consumatore; è stata posta una particolare attenzione nei 
riguardi di concetti quali name awareness, qualità percepita, associazioni di 
marca e fedeltà di marca. 
Il secondo capitolo è stato realizzato sulla base di tutto ciò che ho appreso 
nel corso di questi tre anni di studi in comunicazione e pubblicità; il capitolo 
riguarda infatti la comunicazione d‟azienda e i principali strumenti 
comunicativi utilizzati dalle imprese, come ad esempio pubblicità, 
comunicazione digitale, organizzazione di eventi, pubbliche relazioni ecc. 
La stesura del terzo capitolo deriva dalla lettura di un testo di Aaker che 
spiega la natura e le strategie utilizzate all‟interno di un brand portfolio. 
Per finire, il quarto capitolo è un‟analisi degli strumenti comunicativi 
utilizzati da un‟importante azienda leader nel settore occhiali, la Luxottica 
Group di Agordo (BL). La scelta è ricaduta sull‟azienda bellunese per due 
motivi principali: la mie origini cadorine e, in secondo luogo, per 
l‟ammirazione e la stima che da sempre ho provato nei confronti di questa
3 
 
organizzazione che, dal piccolo di una comunità montana quale è il Cadore, 
è riuscita a conquistare una posizione di leadership in tutto il mondo. 
Per effettuare lo studio, mi sono servita delle regole e delle teorie apprese 
sia nel corso di questi tre anni, sia con la lettura dei testi di riferimento di 
questa tesi di laurea, analizzando il tutto da una prospettiva che si è 
focalizzata sulla comprensione del valore di marca generato dall‟attuazione 
di determinate strategie comunicative. Ho utilizzato due questionari che ho 
sottoposto ad una dipendente del Gruppo Luxottica, sezione 
Media&Advertising, riguardo i valori e le strategie comunicative utilizzate 
per tre dei brand presenti nel portafoglio marche Luxottica, ovvero Ray-
Ban, Persol e Vogue Eyewear.
4 
 
CAPITOLO 1: LA COSTRUZIONE DELLA BRAND EQUITY 
 
 
La definizione canonica di “marca” la connota come nome o simbolo 
distintivo, come può essere ad esempio un logo, un marchio o il design di 
una confezione, che identifica i beni e i servizi di un determinato venditore e 
serve a differenziarli da quelli degli altri concorrenti in modo tale da 
proteggerli qualora la concorrenza immetta nel mercato un prodotto 
apparentemente identico (Aaker, 1991). Per il consumatore la marca ha 
quindi la funzione di segnalare l‟origine, la qualità e il posizionamento del 
prodotto. 
Pur riassumendo le caratteristiche fondamentali e basilari di una marca, 
questa definizione non è sufficiente a esplicare il campo valoriale e il potere 
che le marche hanno acquisito a partire dal XX° secolo. Il marketing del 
nostro tempo pone l‟accento sulla creazione di marche differenziate tra loro: 
le merci vengono trasformate in prodotti di marca, il prezzo non gioca più 
un ruolo fondamentale nella decisione d‟acquisto del consumatore e la 
differenziazione dei prodotti non avviene più per la diversità delle loro 
caratteristiche tangibili o funzionali bensì per i differenti valori e 
connotazioni che trasmettono al consumatore. 
 
1.1. Il ruolo delle risorse e competenze 
L‟insieme di strategie da adottare per il consolidamento di una marca nel 
tempo, pone l‟enfasi sul mantenimento delle risorse e delle competenze; 
purtroppo quest‟obiettivo sembra essere trascurato a causa di una forte 
pressione che porta il management aziendale a raggiungere e fornire risultati 
a breve termine agli azionisti. 
Per risorsa si intende ciò che un‟azienda possiede, che può essere il nome di 
una marca o un punto vendita, e che è superiore alla concorrenza. Per 
competenza si intende tutto ciò che l‟azienda riesce a fare meglio della
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concorrenza, e può essere il modo di pubblicizzare un prodotto o di gestire il 
ciclo produttivo. Se l‟azienda si occupa della gestione di risorse e 
competenze tralasciando l‟interesse per i risultati a breve termine, otterrà 
sicuramente un importante vantaggio competitivo. Le risorse e le 
competenze di un‟impresa vanno a definire il cuore della stessa e ciò che 
essa è o rappresenta, difficilmente imitabile da parte dei concorrenti; esse, se 
gestite correttamente, costruiscono forti barriere che preservano dalle 
minacce presenti sul marcato, garantiscono il vantaggio competitivo nel 
tempo e assicurano profitti nel lungo periodo.  
C‟è da dire che le risorse più importanti che un‟azienda dispone sono 
intangibili, nel senso che non sono capitalizzate e non compaiono a bilancio; 
tra di esse troviamo le persone che compongono l‟organizzazione e le 
marche. Il mantenimento quindi delle marche è una prerogativa dell‟azienda 
e va attuato e perseguito per raggiungere risultati nel lungo periodo, poiché, 
essendo una risorsa intangibile, è più vulnerabile e può essere più facilmente 
trascurata rispetto, ad esempio, alla manutenzione di uno stabilimento 
produttivo o al rifornimento dei mezzi di produzione. 
 
1.2. Le cinque categorie di Aaker 
Il valore di marca, o brand equity, si fonda principalmente su cinque 
categorie di risorse: la fedeltà alla marca, la notorietà del nome, la qualità 
percepita, valori associati al brand, risorse esclusive della marca (brevetti, 
marchi registrati, canali distributivi ecc.). Queste categorie possono 
aggiungere, oppure in caso contrario, sottrarre valore al bene o al servizio 
venduto dall‟azienda e acquistato infine dal consumatore. 
Le cinque categorie sopra citate danno valore aggiunto al prodotto sia per 
quanto riguarda il produttore del bene o servizio, sia per quanto riguarda 
l‟acquirente finale. 
Il valore di una marca aiuta il consumatore a interpretare, elaborare e 
memorizzare la grande quantità di informazioni riguardo ai molteplici
6 
 
prodotti presenti sul mercato, ha un peso nella decisione d‟acquisto di 
quest‟ultimo e aumenta la soddisfazione dell‟acquirente grazie alla qualità 
percepita e ai valori associati alla marca. 
Dal punto di vista del produttore il valore di marca apporta i seguenti 
benefici: facilita la conquista di nuovi clienti e il recupero di vecchi 
acquirenti, rafforza la fedeltà alla marca, permette di mantenere livelli di 
prezzo elevati, può far sì che si sviluppino le estensioni di linea e rende più 
facile l‟entrata all‟interno dei vari canali distributivi. In ultimo, come già 
ripetuto in precedenza, la più importante funzione del valore di marca, a mio 
avviso, è quella di garantire un vantaggio competitivo e dei consistenti 
profitti nel lungo periodo, oltre che creare una barriera protettiva che 
preserva l‟azienda dalla spietata concorrenza. 
Il nome della marca è la principale risorsa intangibile di un‟azienda poiché 
rappresenta la base del vantaggio competitivo e dei futuri e potenziali 
profitti; purtroppo questa risorsa viene raramente gestita nel modo più 
corretto e compito di questo primo capitolo sarà quello di chiarire ed 
evidenziare gli elementi più importanti e significativi da gestire per il 
successo del brand. La marca va continuamente alimentata e mantenuta ed è 
importante identificare in che cosa consiste il suo valore e che cosa rende 
possibile il suo sviluppo. 
 
1.3. Il valore di marca e la sua gestione 
Per brand equity si intende il valore solido e duraturo della marca, percepito 
dai consumatori nel lungo periodo (Lombardi, 2008); il valore di marca 
rappresenta il patrimonio, composto da beni sia tangibili che intangibili, del 
brand. E‟ indice del valore finanziario di una marca e incide notevolmente 
sul valore di mercato dell‟azienda. La brand equity costituisce un valore 
superiore a quello tangibile ed è determinante nei processi di fusione o di 
acquisizione.
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La letteratura che tratta  l‟argomento è molto ampia e prende in 
considerazione molte dimensioni che contribuiscono alla creazione del 
valore di marca; di seguito verrà esposta una sintesi tratta da più autori che 
riguarda il processo di formazione della brand equity: verranno discusse e 
analizzate le cinque categorie di risorse che, secondo Aaker, contribuiscono 
alla creazione del valore di marca. L‟analisi non vuole fornire un elenco 
descrittivo delle cinque categorie ma le collocherà e le raggrupperà 
all‟interno di concetti più ampi, quali ad esempio brand image e brand 
positioning, che esplicitano nel concreto il modo in cui le imprese, 
utilizzandoli all‟interno delle loro strategie di branding, riescono a creare e 
mantenere nel tempo la brand equity. 
Per arrivare alla creazione della brand equity è necessario destinare, 
all‟interno dell‟impresa, ingenti risorse a programmi di strategic brand 
management; la gestione strategica del brand comprende la definizione e 
l‟attuazione delle attività di marketing volte a costruire, misurare e gestire il 
valore della marca. 
La gestione del valore di marca avviene seguendo un processo tutt‟altro che 
facile e richiede l‟utilizzo di strategie di marketing comprendenti tutte le 
quattro P. Essendo le definizioni teoriche di brand equity numerose e 
differenti tra loro, anche l‟utilizzo e la scelta delle strategie di management 
viene sintetizzato in modo diverso da molti autori. Aaker
1
 individua le 
cinque categorie di risorse; Lombardi
2
 approfondisce la posizione di Aaker 
introducendo il concetto di brand image; Keller
3
 suddivide il processo di 
gestione strategica del brand in tre momenti. A seguito di uno studio dei tre 
                                                 
1
Aaker D.A., (1991), Brand Equity. La gestione del valore della marca, FrancoAngeli, Milano. 
2
Lombardi M., (2008), Il nuovo manuale di tecniche pubblicitarie: il senso e il valore della pubblicità, 
FrancoAngeli, Milano. 
3
Keller K.L., Busacca B., Ostilio M.C., (2005), La gestione del brand. Strategie e sviluppo, EGEA, Milano.
8 
 
principali autori, ho individuato i punti in comune delle loro tesi e ho 
sintetizzato il processo di gestione della brand equity nel seguente schema: 
 
1 - BRAND IDENTITY                                     2 – BRAND POSITIONING 
 
 
                                              
Brand awareness 
Qualità percepita 
Brand associations 
 
 
3 – BRAND IMAGE 
 
 
 
BRAND LOYALTY                4- BRAND EQUITY                     RISORSE                                                                                                                                                                                                                             
 
Fig.1.1 La creazione della brand equity (adattamento da Lombardi, 2008). 
 
1- Il processo inizia con una chiara definizione di ciò che la marca 
vuole rappresentare per il suo target e vi è una scelta iniziale, da 
parte del management, degli elementi principali del brand e delle sue 
componenti identificative. Durante questa fase vengono definiti i 
valori propri della marca attorno ai quali ruoteranno e dipenderanno 
tutte le attività di marketing. Si va quindi a costruire la brand 
identity. 
2- La fase di posizionamento individua gli elementi del brand da 
enfatizzare e concretizza le idee formulate a livello di brand identity. 
Durante questo step, il management costruisce i programmi e le
9 
 
attività di marketing a supporto del brand, focalizzandosi 
principalmente sulla creazione della consapevolezza del nome, sulla 
qualità percepita e sulle associazioni di marca (categorie di Aaker). 
Gli sforzi di marketing e di comunicazione giocano un ruolo 
fondamentale in questa fase del processo perchè è qui che l‟impresa 
decide in che modo comunicare, farsi conoscere e percepire dal 
pubblico. 
3- Le prime due fasi del processo di gestione del brand sono necessarie 
e propedeutiche per la creazione dell‟immagine di marca che deve 
essere il più coerente possibile con l‟identità della stessa. 
L‟immagine di marca è influenzata continuamente dall‟identità di 
marca che le trasmette i valori chiave, le caratteristiche proprie e i 
caratteri dominanti che sono praticamente immutabili. La brand 
image subisce l‟influsso delle strategie di brand positioning e va ad 
assumere una determinata posizione sul mercato. Posizionamento e 
identità possono differire o coincidere. 
4- Se all‟immagine di marca uniamo le risorse esclusive della stessa e 
la fedeltà, avremo la misura della vera forza di marca, il patrimonio 
più ricco dell‟azienda, la brand equity che si tradurrà in valore al 
consumatore e all‟azienda. 
 
1.4. Brand identity
4
 
Ancor prima di andare ad analizzare le varie categorie è importante indagare 
il cuore e la vera natura di una marca, la brand identity, poiché è dalla 
definizione di essa che andranno poi a focalizzarsi tutti gli sforzi di 
marketing dell‟impresa per creare la brand equity. 
                                                 
4
Per la realizzazione di questo paragrafo mi sono basata su un lavoro dal titolo “La costruzione di una marca 
forte: il caso Illycaffè”, realizzato dal Prof. Claudio Sambri e la Dott.ssa Giovanna Pegan, dell‟Università degli 
Studi di Trieste.
10 
 
L‟identità di marca è un concetto multidimensionale e riflette la volontà 
dell‟impresa di far percepire il brand all‟esterno. La brand identity 
rappresenta una sintesi della cultura e dei valori aziendali, definisce la 
personalità del brand e la sua promessa principale e deve fornire i principi 
guida che regolano nel tempo ogni manifestazione espressiva della marca. 
Secondo Aaker e Joachimsthaler (2003), l‟identità di marca è formata da tre 
dimensioni: 
o Brand essence: è la promessa di fondo basata su benefici funzionali, 
simbolici o emozionali e rappresenta tutto ciò che la marca vuole 
significare sul mercato. 
o Core identity: questa dimensione raggruppa i valori che completano 
l‟essenza di marca e che riflettono la mission e la strategia 
dell‟impresa. 
o Extended identiy: comprende degli attributi aggiuntivi che non 
rientrano nel nucleo centrale ma sono necessari ad esplicare in modo 
migliore il significato di marca. 
 
La costruzione dell‟identità di marca è basilare ed essenziale per poter 
definire, in un secondo momento, le strategie di posizionamento 
dell‟impresa. I valori principali su cui si fonda l‟identità del brand vanno 
sintetizzati in una promessa principale che rifletta il cuore e l‟essenza di 
quest‟ultimo. I valori principali sono costituiti da un insieme di associazioni 
che caratterizzano gli aspetti più importanti della marca e rappresentano il 
fondamento della strategia di branding. E‟ utile creare una mappa mentale 
che ritragga tutte le possibili associazioni al brand e le risposte all‟interno di 
un determinato mercato target. 
L‟identità viene emessa volontariamente dall‟impresa attraverso la 
comunicazione e riflette il modo in cui essa vuole farsi percepire sul 
mercato. L‟identità di marca non può essere imposta ai consumatori ma 
solamente proposta; essa precede sia l‟immagine che il posizionamento,
11 
 
infatti l‟impresa, prima di immettere il brand sul mercato, deve sempre 
chiarire la sua offerta, la sua categoria, la sua personalità e sapere 
esattamente quali sono i valori che vuole trasmettere. 
 
1.5. Brand positioning 
A seguito della definizione chiara dell‟identità di marca, il management può 
procedere al suo posizionamento. Per brand positioning, o posizionamento 
di marca, si intende la posizione che la marca ha assunto o vuole assumere 
nel mercato (Kotler, 2006). Il posizionamento di marca comprende tutta una 
serie di scelte strategiche di branding, da parte dell‟impresa, che decide di 
comunicare al pubblico parti della sua identità e del suo essere. Esso deriva 
dal concetto di identità e si integra continuamente con esso. In secondo 
luogo, il posizionamento di marca andrà ad agire direttamente 
sull‟immagine di quest‟ultima. 
La prima fase del posizionamento va ad individuare il mercato target al 
quale l‟impresa offrirà il suo prodotto; in seguito vi è un‟attenta analisi dei 
competitori presenti all‟interno del mercato obiettivo; una sintesi S.W.O.T.
5
 
aiuterà l‟impresa a capire meglio il suo quadro di riferimento. 
E‟ il brand positioning che permette alla marca di indirizzarsi al suo 
segmento target e di differenziarsi dalla concorrenza; per fare ciò le strategie 
e gli sforzi di marketing andranno ad agire direttamente su tre delle cinque 
categorie di risorse individuate da Aaker: notorietà del nome, qualità 
percepita e associazioni di marca. Queste tre categorie aiutano a definire il 
significato della marca per i consumatori e determinano le strutture 
cognitive desiderate. Un corretto posizionamento aiuta a indirizzare la 
strategia di marketing chiarendo l‟identità e il significato del brand oltre che 
definire gli elementi di parità e di differenziazione nei confronti dei 
                                                 
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L‟analisi SWOT è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza, di debolezza, le 
opportunità e le minacce di un‟impresa, di un prodotto, o di una marca all‟interno del marcato obiettivo.