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Il quarto ed ultimo capitolo parla della fisiologia applicata alla 
ginnastica artistica e fornisce una visione generale degli apparati 
coinvolti nel lavoro muscolare, trattando dell’efficienza fisica in 
relazione al grado di allenamento. 
 
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CAPITOLO 1 
 
ANALISI DELL’ EVOLUZIONE DELLA GINNASTICA  
ARTISTICA.  
 
Per poter comprendere le caratteristiche dell’alta specializzazione, oggi, 
non si può prescindere dal prendere in considerazione i processi di 
trasformazione, di evoluzione, e tutti quei valori che nel tempo hanno 
caratterizzato la disciplina in questione.  
Ogni qual volta, si fa riferimento ai processi evolutivi, generalmente 
si è tentati di ripercorrere il succedersi storico degli avvenimenti e dei 
personaggi che hanno “marcato” in modo positivo o negativo la 
trasformazione; invece occorre mettere in evidenza in modo analitico 
soprattutto le cause, gli effetti e le necessità che hanno determinato le 
trasformazioni e che hanno reso razionale la sistemazione delle tecniche 
ginniche in definiti momenti storici. 
Per ciò che concerne la ginnastica in generale, e quella artistica in 
particolare, diversi sono i fattori che hanno contribuito a generarne 
l’evoluzione, che in alcuni momenti è apparsa flemmatica, in altri 
regolare,  in altri ancora piuttosto veloce, come  per esempio per il 
ventennio appena trascorso.  
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In sostanza, si può comunque affermare che i fattori che hanno 
portato all’attuale alta specializzazione nella ginnastica artistica possono 
essere fondamentalmente legati a cinque elementi principali tra loro 
strettamente correlati: 
1) Evoluzione storica; 
2) contesto e finalità sociali; 
3) regolamentazioni; 
4) progresso tecnologico; 
5) ricerca scientifica e professionale. 
 
 
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1.1   Cenni storici sulla ginnastica 
 
La ginnastica sin dai tempi antichissimi è stata considerata come 
una scienza che favoriva e riguardava l’esercizio muscolare, e per questo 
scopo moltissimi grandi, (malgrado l’opinione del tiranno di Atene 
Pisistrato, il quale negava  una relazione tra questa scienza e la 
medicina), come Ippocrate, Platone e Galeno ammettevano che la 
ginnastica era in stretto rapporto con la medicina, o come era in quel 
tempo nomata, “ Arte medica “, perché essa veniva in ausilio ed in 
soccorso alla salute del corpo. 
Questa scienza, detta dai Greci ginnastica, Platone ce la diede molto 
diffusa e chiara, ma sembra che Galeno l’abbia definita meglio di ogni 
altro, per esattezza, chiarezza e brevità: 
“la ginnastica è la scienza che studia il valore di tutti gli esercizi, o 
meglio, è la scienza che studia quello che possono rendere tutti gli 
esercizi”. 
 Bisogna osservare però che Galeno, non qualificò propriamente la 
Ginnastica come una scienza, essendo l’esercizio delle membra il solo 
scopo della ginnastica, e quindi essa deve essere disgiunta dalla vera 
scienza, quantunque non di rado contempli e studi le diverse cause della 
forza degli esercizi. 
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Inoltre, vediamo ancora come Galeno definì la ginnastica e la divise 
dalla Pedrotibica: questa è maestra e direttrice dell’esercizio di cui studia 
e investiga le  qualità e le diverse cause, stabilendo poi per conseguenza 
le leggi.  
La ginnastica, invece, mette in pratica ed in esecuzione tutto quello 
che è stato fatto dalla propedeutica, perciò si chiamava Pedotriba colui il 
quale si occupava dello studio del valore educativo e muscolare degli 
esercizi, delle loro qualità mediche, mentre ginnasta, era colui che 
metteva in pratica l’esercizio stesso. 
A questa definizione data da Galeno, aggiungiamo la testimonianza 
di Aristotele, il quale comincia così con il libro quarto delle “Politiche”: 
“In tutte le arti e scienze che non sono intorno ai particolari ma che 
hanno la perfezione loro intorno a qualche universale, alle medesime 
appartiensi di considerare, quello che si conviene a ciascun genere: come 
nell’esercizio del corpo, è da vedere due cose, e quale dico, giovi a 
questo o a quello, e quale sia ottimo, ed oltre ciò del discernere quale 
convenga alla maggior parte. 
Ed è questo l’ufficio della ginnastica: ancor sebbene ci fosse uno, 
che non potesse arrivare nel perfetto abito, né alla perfetta scienza dei 
giuochi, non dimeno, si appartiene al pedotriba ed al ginnasta di 
preparargli ancora questa facoltà di che egli è capace”. 
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Queste parole dette dal sommo Aristotele mettono in chiaro che egli 
della Ginnastica ne fa una scienza e che distingue pertanto il ginnasta dal 
Pedotriba per le ragioni stesse  dimostrate da Galeno. 
Perciò possiamo stabilire che la ginnastica è una scienza che studia 
la natura ed il valore d’ogni esercizio,e i diversi metodi per la sua 
esecuzione e l’insegnamento, metodi che fanno capo ad un unico e 
preciso fine e cioè, di procacciare sempre più robustezza fisica, di 
conservarla migliorandone lo stato di salute d’ogni individuo, 
rendendolo forte e sano anche nel carattere. 
In un primo tempo la ginnastica, riguardava solamente i giuochi, 
l’addestramento del disco, la lotta, la corsa, che venivano fatti in 
spettacoli molto semplici, il cui scopo principale era il conseguimento 
della vittoria e dell’alloro.   
Con il passare degli anni e l’evolversi dei tempi, crescendo il lusso,  
si generò una stasi nell’attività fisica, per cui il corpo, prima vigoroso e 
robusto, divenne fiacco e debole.  
Si sentì allora prepotentemente il bisogno di creare degli esercizi 
capaci e atti al risanamento del corpo ed alla sua robustezza, e ciò 
avvenne poco prima di Ippocrate, quando Erodico accoppiò la ginnastica 
alla medicina. 
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  Venuta alla luce la ginnastica, questa ebbe subito uno sviluppo alquanto 
intenso ed una base solida: infatti, durante l’assedio di Troia, quest’ arte 
prese il nome di ginnastica, alla quale si aggiunse per un brevissimo 
periodo il nome di atletica, ma solamente quando essa  fu inserita nei 
ginnasi per l’insegnamento alla gioventù,  meritò il titolo di vera 
ginnastica. 
 
Origine dell’attrezzistica 
Sulla sua esatta origine non si hanno delle notizie precise ed 
esaurienti. Si sa che nel secolo V a.C. nella Grecia si iniziarono nelle 
palestre degli esercizi che possono essere considerati i primi in ordine di 
tempo e di sviluppo dell’attrezzistica. 
Infatti, in quell’epoca, gli alunni dei ginnasi, durante le loro feste 
nazionali, intercalavano agli esercizi di pentathlon,  esercizi di equilibrio 
sui piedi e sulle mani ed esercizi di destrezza e di agilità, che hanno una 
qualche analogia con il tipo di esercizi che ora si fanno sugli attrezzi 
classici. Anche a Roma durante i ludi, si poté vedere della gente 
prezzolata che dava spettacolo al pubblico con esercizi di destrezza, di 
ardimento e di abilità. 
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Di quello che si fece durante il Medioevo, non abbiamo alcuna 
notizia sulla ginnastica, le cronache registrarono invece una evoluzione 
intensa al principio dell’Evo Moderno. 
Dal 500 a tutto l’800 in tutte le nazioni Europee, la gioventù sana, 
esuberante di vitalità, ha continuato volontariamente a lavorare sugli 
attrezzi con grande ardimento e con grande tenacia. 
All’inizio dell’800, già incominciarono a crearsi delle società, le 
quali mettevano a disposizione di tutti, locali e attrezzi ad altre cose 
necessarie per gli esercizi. 
Nel 1810 Federico Jhan apportò all’attrezzistica la seguente 
riforma: abolì gli esercizi su tre sbarre, sostituendoli con quelli ad una 
sbarra: abolì ancora il trapezio introducendo al suo posto due piccoli 
trapezi da usarsi appaiati, e creò ancora le parallele ed il cavallo per 
volteggi. 
Sino a tutto il 1800 l’attrezzistica conservò in tutto il mondo gli 
attrezzi creati dallo Jhan nella loro forma originale, ma poi con 
l’evolversi dei tempi con l’esperienza fatta e con i nuovi concetti 
educativi, due dei quattro attrezzi vennero modificati e precisamente i 
due piccoli trapezi si sostituirono con gli anelli, prima di ferro e poi di 
legno, mentre al cavallo per i volteggi si aggiunsero le maniglie per cui 
ebbero anche inizio sul cavallo esercizi di appoggio ed oscillazione. 
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Possiamo ben dire che alla forma attuale dell’attrezzistica siano 
arrivati con una lenta e progressiva trasformazione di esercizi e di 
attrezzi che avendo in un primo tempo uno scopo essenzialmente 
dilettevole, ora hanno un fine eminentemente educativo. 
 
L’attrezzistica nei tempi moderni 
I grandi attrezzi classici, formano oggi parte di tutti i sistemi di 
educazione fisica che hanno avuto proporzioni più o meno estese, a 
secondo del carattere dei popoli, dell’ambiente, dei costumi e delle loro 
forme di attività industriale. 
Ormai quasi tutte le nazioni hanno adottato questo sistema creato 
dal Jhan, nel momento attuale l’attrezzistica ha uno sviluppo efficace  in 
tutte le nazioni sportive. 
Nel nostro paese, le finalità per cui l’attrezzistica viene praticata 
sono due e cioè: finalità educative e finalità sportive agonistiche. 
Viene pertanto eseguita nelle sue minori difficoltà dai giovanetti 
puberi, ancora in via di sviluppo, e nelle sue difficoltà medie ed alte da 
giovani maturi ad entrare nel campo agonistico senza subire scompensi o 
disarmonie neuro – fisico - muscolari.