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INTRODUZIONE 
 
Nella moderna società dell‟informazione e della conoscenza, lo 
scenario disegnato dalle nuove tecnologie costituisce ormai lo 
sfondo integratore di ogni attività. I nuovi linguaggi stanno 
profondamente innovando i modi di rappresentazione, 
codificazione, espressione della realtà. 
Enormi le potenzialità, molteplici le opportunità per la scuola, che 
voglia adeguarsi al cambiamento. L‟utilizzo delle tecnologie come 
strumenti per l‟innovazione e la crescita, può infatti consentire la 
predisposizione di ambienti formativi interattivi e multimediali per 
lo sviluppo di nuovi modelli di insegnamento/apprendimento, per 
l‟implementazione dei nuovi linguaggi, per la facilitazione 
dell‟accesso alle informazioni e alle conoscenze, per la ricerca e la 
sperimentazione di nuove strategie, per lo snellimento delle 
procedure, per la documentazione e la pubblicizzazione delle 
attività. 
Il PSTD (Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche), 
promosso dal MPI nel 1997, la dotazione degli uffici scolastici di
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postazioni per la gestione degli Uffici (SIMPI – 1994), fino alle 
ultime indicazioni, concernenti lo sviluppo delle reti locali, 
all‟interno delle scuole e nel territorio (CM n. 152 del 18.10.01), 
sono le tappe più significative del percorso fin qui tracciato, tutto 
ancora da rendere più accessibile e praticabile per tutti. 
È noto come alcune scuole abbiano introdotto fin dall‟inizio i 
nuovi strumenti nella prassi del lavoro quotidiano, mentre altre 
sono ancora oggi ai primi passi. La formazione del personale, oltre 
che l‟acquisto delle attrezzature, hanno consentito alle scuole un 
cammino molto lento. Sono  necessari ancora sforzi notevoli 
affinché l‟alfabetizzazione informatica sia parte integrante del 
curricolo professionale, sia per il personale docente che per il 
personale non docente. In non poche situazioni si assiste ancora 
alla resistenza, che si traduce in timore / rifiuto della macchina, 
vista ancora troppo spesso come ostacolo piuttosto che come 
strumento facilitatore del lavoro. 
Tuttavia, le più recenti disposizioni del MIUR incoraggiano la 
costruzione delle reti, lo stesso MIUR utilizza ormai la rete 
Intranet ed il sistema di posta elettronica per la diffusione di
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circolari decreti, direttive, per il reperimento e la raccolta di dati  e 
documenti, per la gestione delle pratiche concernenti il 
reclutamento, la carriera del personale, gli organici, il sistema 
software SISSI per la gestione quotidiana dei settori di lavoro 
degli uffici di segreteria. Il  futuro vedrà l‟attivazione di funzioni 
come il protocollo informatico, la firma digitale, l‟archiviazione 
elettronica della documentazione negli uffici e, per ogni scuola, 
l‟attivazione di un sito web, che diventi la modalità primaria di 
pubblicizzazione di attività e di messa in rete di progetti e attività. 
Non a caso , il DPR n. 275/99, concernente il Regolamento per 
l‟autonomia delle Istituzioni scolastiche, invita a pubblicizzare il 
POF sul sito internet della scuola e la medesima cosa è consigliata 
dal DI n. 44/01, riguardante il nuovo Regolamento di contabilità, 
rispetto al programma annuale. 
Si tratta in sostanza, di lavorare nella direzione del raggiungimento 
degli obiettivi ritenuti ormai ineludibili, attraverso uno sforzo 
congiunto sia da parte dell‟Amministrazione che delle scuole, la 
prima nel fornire le necessarie risorse finanziarie e il supporto di 
formazione ed assistenza, le seconde nell‟azione di apprendimento
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e diffusione di una cultura che sappia integrare tradizione e 
innovazione, per un apprendimento che sia effettiva e completa 
padronanza delle chiavi di lettura di ogni aspetto della realtà. Il 
perseguimento di quegli obiettivi si indirizza pertanto su due 
versanti, distinti e nello stesso tempo necessariamente integrati. Il 
primo è quello della promozione negli studenti della padronanza 
dei linguaggi multimediali, da contrapporre ad un uso puramente 
passivo e recettivo di essi, unitamente allo sviluppo della 
consapevolezza che attraverso tali strumentalità è possibile 
ampliare le conoscenze, adottare nuovi stili cognitivi, sviluppare la 
creatività e la capacità critica. L‟atro non meno importante, è 
l‟obiettivo del miglioramento della professionalità degli operatori, 
sia personale docente che non docente, i quali devono maturare la 
coscienza della necessità di un adeguamento delle competenze che 
è sinonimo di maggiore qualità nella prestazione del proprio 
lavoro.
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Ed è proprio in questo lavoro che è stato delineato il tratto 
contingente di una scuola di Napoli, i suoi percorsi verso una 
                                                 
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 Taglieri Daniela articolo tratto da www.evolutionschool.com/libera_scuola  supplemento bimestrale on line 
al Codice Gestione Scuola  anno 01 – n. 05 del 01/10/2002.
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nuova forma di lavoro e quindi di insegnamento/apprendimento 
che cerca di avvalersi dell‟aiuto delle nuove tecnologie per battere 
le frontiere. Seppur impegnati al massimo il computer come 
mezzo di insegnamento/apprendimento è visto da qualcuno 
stimolante, efficace e soprattutto nei casi difficili molto valido e 
per altri si presenta come freddo, confuso, privo di interesse e 
colpevole di soppiantare la calma e il libro, ovvero la vecchia 
lezione tradizionale.
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CAPITOLO 1 
 
L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA 
 
 
La scuola non è stata particolarmente presente nello sviluppo delle  
teorie dell‟organizzazione, e i contributi, peraltro significativi, che 
a essa si rifanno la vedono sostanzialmente nel ruolo di oggetto, 
più che soggetto promotore, di indagine e di ricerca.
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All‟interno della teoria sociologica dell‟organizzazione possiamo 
distinguere due orientamenti: Conflittualista e Funzionalista. 
Alla teoria conflittualista si associa un‟immagine negativa della 
scuola. In questa teoria la scuola è considerata come un apparato 
di riproduzione, all‟interno della stessa non c‟è possibilità di una 
produzione positiva, bisogna agire in maniera conflittuale. 
                                                 
2
 Pietro Romei “La qualità della scuola”, 1991.
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Alla teoria funzionalista invece, si associa un‟immagine positiva 
della scuola. Qui è instaurata l‟idea di una correlazione tra la 
crescita del cittadino e la funzione sociale della scuola. Si entra in 
società grazie al sistema scolastico e ne vale la pena investire in 
esso. 
Il sistema riguardante la scuola  si presenta, ormai, come una 
realtà socio - politica complessa. Ciò è dovuto all‟importanza 
assunta, specie negli ultimi tempi, della formazione scolastica 
come fattore strategico per il sistema sociale complessivo, e 
inoltre, la scuola da sola costituisce il settore più cospicuo, in 
termini di personale addetto, dell‟intero apparato della nostra 
pubblica amministrazione. 
La scuola in qualità di agenzia pubblica ha assunto nella maggior 
parte dei paesi occidentali la forma di una burocrazia professionale 
(Mintzberg ,1983), caratterizzata da confini marcati sulla natura 
dei compiti e dalla gerarchia di autorità e, al contempo, dalla 
protezione della libertà d‟insegnamento.
3
  
Mintzberg, infatti, a proposito della burocrazia professionale 
afferma che essa per conseguire il coordinamento si fonda sulla
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standardizzazione delle capacità e sui connessi parametri di 
progettazione organizzativa: la formazione e l‟indottrinamento. Il 
nucleo operativo della burocrazia professionale, infatti, è costituito 
da specialisti adeguatamente formati e indottrinati-professionisti ai 
quali viene attribuito un considerevole controllo sul proprio 
lavoro. 
Controllo sul proprio lavoro significa che i professionisti operano 
in modo relativamente indipendente dai propri colleghi in stretto 
contatto con i clienti che servono. La burocrazia professionale 
risponde a due bisogni fondamentali dell‟uomo moderno: la 
burocrazia professionale è infatti democratica, poiché attribuisce il 
potere direttamente ai suoi membri e consente loro un‟ampia 
autonomia, liberandoli anche dalla necessità di coordinarsi con i 
colleghi e quindi da tutte le pressioni e i giochi politici che una tale 
necessità comporta. Ne segue un “legame debole” tra i 
componenti dell‟organizzazione e un‟audace autonomia 
organizzativa. 
 
 
                                                                                                                            
3
 Benadusi-Serpieri “Organizzare la scuola dell’autonomia”, 2000; pag. 38
9 
1.2 
 
Il legame debole 
 
 Un noto autore, Karl E.Weick, nello studiare le organizzazioni 
scolastiche, ribadisce che all‟interno delle organizzazioni 
didattiche vi è un nucleo di realtà diverse da quelle che possono 
essere evidenziate nelle stesse organizzazioni dalle posizioni 
classiche della teoria burocratica.  
Per molto tempo si è pensato che le organizzazioni funzionano 
grazie ai piani e all‟adeguata selezione dei mezzi che porta 
l‟organizzazione a stabilire degli obiettivi; tutto ciò è reso 
possibile da procedure razionali che difficilmente vengono 
applicate nelle organizzazioni, comprese quelle didattiche.  
Molti esperti didattici si sono dichiarati insoddisfatti delle idee 
contenute nelle più affermate teorie organizzative.  
Weick, a proposito delle organizzazioni scolastiche, introduce il 
concetto di legame debole, l‟autore cerca di creare un‟immagine in 
cui gli eventi legati reagiscono l‟uno con l‟altro, ma, allo stesso 
tempo, mantengono ognuno la propria identità e in qualche modo
10 
un segno della certificazione (chi fa il lavoro) e di ispezione (in 
che misura il lavoro è fatto correttamente). 
Nelle organizzazioni scolastiche si ha un controllo debole sul 
lavoro (il lavoro è non ispezionato, non giudicato), ma diventa 
fondamentale per l‟organizzazione avere un controllo rigido su chi 
fa il lavoro e nei confronti di chi. Il legame debole è da un lato, 
una proprietà delle connessioni organizzative della scuola; e, 
dall‟altro, è un nuovo modo di vedere l‟organizzazione, una svolta 
epistemologica nell‟analisi dei processi organizzativi che va oltre, 
evidentemente l‟analisi della scuola come organizzazione. 
L‟autonomia degli insegnanti si riflette nella struttura dei sistemi 
scolastici ed ha come risultato ciò che possiamo definire come loro 
debolezza strutturale. 
L‟insegnante lavora da solo nella classe, relativamente nascosto 
alla vista dei colleghi e di superiori, in modo da disporre di 
un‟ampia discrezionalità giurisdizionale entro i confini dell‟aula. 
Analogamente i singoli plessi di un sistema scolastico sono 
relativamente autonomi, cosicché il personale insegnante e 
amministrativo gode di ampi poteri discrezionali nell‟uso delle
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procedure durante il periodo di tempo in cui gli studenti 
rimangono in quella scuola. Sia la debolezza delle strutture, sia la 
natura dell‟impegno educativo sembrano spingere ad una 
professionalizzazione dell‟organizzazione scolastica. I sistemi 
scolastici differiscono dalla classica struttura burocratica per la 
debolezza dei legami tra sub-unità.
4
 
Corwin (1981) ha fatto notare che il concetto “legame debole” non 
costituisce una novità all‟interno degli studi organizzativi. Egli 
sottolinea che le organizzazioni scolastiche sono burocratizzate, 
anche se la regolazione formale si trova a doversi bilanciare con la 
presenza di uno staff di professionisti o di quasi professionisti che 
hanno una certa autonomia nello svolgimento della propria 
prestazione lavorativa. Il legame debole quindi non suggerisce un 
nuovo modo di considerare l‟organizzazione, è piuttosto una 
variante del modello burocratico. 
I legami deboli si riflettono anche nella Riforma dell‟autonomia 
scolastica. 
 
                                                 
4
 Cesareo(a cura di) “Sociologia dell’educazione”, 1972 cap.21 di Charles E. Bidwell, “La scuola come 
organizzazione formale”.
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1.3 
 
L’autonomia  della scuola 
 
La complessa normativa sull‟autonomia, dalla legge 1997, n. 59 
(art.21), alla C.M. 776 e al D.M. 765 del 27 novembre 1997, ha 
comportato nella scuola un insieme di mutamenti e l‟avvio di 
sperimentazioni diverse relative ad aspetti specifici quali 
l‟organizzazione del personale, il funzionamento dei laboratori, i 
servizi di supporto agli studenti, i rapporti con enti esterni e/o con 
aziende ecc. 
La scuola in tal senso si propone come “organizzazione” che eroga 
uno specifico servizio per chi deve imparare e 
contemporaneamente “funziona” come organismo complesso 
mediante il concorso delle sue diverse componenti.
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Questa normativa ha comportato nella scuola un insieme di 
mutamenti. Grandi trasformazioni hanno subito le modalità 
educativo-didattiche, le pratiche di lavoro degli insegnanti, gli 
obiettivi di apprendimento degli alunni, cioè tutti i modi e gli 
                                                 
5
 Benadusi-Serpieri, “Organizzare la scuola dell’autonomia” Carocci, 2000 pag.139
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obiettivi dello “stare a scuola”. Si è cercato di ridefinire cosa 
significhi fare formazione a scuola, riflettendo sui limiti e sulle 
debolezze di un‟istruzione, di cui i principali protagonisti (docenti 
e allievi) si mostrano da anni insoddisfatti. Infatti  Pietro Romei ha 
affermato che la società è diventata troppo complessa per essere 
governata da un lato, servita dall‟altro, in modo centralistico. 
L‟autonomia è necessaria.  
I punti critici della riforma sono individuabili attraverso alcune 
parole chiave: 
 Deregulation: meno norme direttive che siano l‟espressione, 
però, di una effettiva capacità strategica da parte di un 
“centro” risoluto. 
 Varietà: il sistema scolastico, pur mantenendo una sua 
sostanziale unitarietà, ne risulterà variegato. 
 Regole: l‟autonomia va coniugata con regole che 
chiariscano le condizioni e le modalità del gioco: elenco 
tassativo di obblighi e divieti, criteri di assegnazione delle 
risorse finanziarie, strumenti della gestione economico-
contabile, meccanismi di reperimento, assegnazione e
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impiego delle risorse umane e materiali, indicatori di 
performance. 
 Spazi: l‟autonomia genera spazi in cui le singole scuole 
possono agire discrezionalmente. 
 Scelte di programmi: va evidentemente salvaguardato il 
diritto dei cittadini a un servizio sostanzialmente uniforme 
su tutto il territorio nazionale. Una volta rispettato questo 
limite lo spazio che resta va riempito con proposte che 
tengano conto delle specifiche domande locali. 
 Scelte di struttura: va ridisegnato l‟assetto attuale con 
l‟introduzione di organi e ruoli formalmente differenziati, 
dettati dalle esigenze funzionali di gestione dell‟attività 
progettuale collegiale. 
 Scelte di strumenti: i bilanci formali dovranno uniformarsi a 
norme di legge unitarie, ed essere comparabili. La gestione 
amministrativo-contabile reale dovrà affiancare ad esso 
strumenti propri dettati dall‟impostazione adattata.