Universit  degli Studi di Genova 
Tesi per il Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale: 
La produzione di energia rinnovabile mediante impianti fotovoltaici: valutazione di 
opportunit  sul territorio ligure di ponente. 
     
Capitolo 1 – Introduzione 
Allieve: Sara ROSSO e Silvia SIRI  
Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
Correlatore: Prof. Ing. Federico DELFINO                                                                                                                  6
 
 
 
Figura 1.1 – Proiezioni relative alla capacità produttiva di energia elettrica con fonti rinnovabili -  
tasso di crescita annuale del fotovoltaico al 20,6% nel periodo 2010-2020 (fonte: European 
Renewable Energy Council) 
L’impiego della tecnologia fotovoltaica risulta essere ad oggi tra le soluzioni a minor 
impatto ambientale con maggiore versatilità, grazie alla sua modularità ed al fatto di 
poter sfruttare per l’installazione superfici che altrimenti rimarrebbero inutilizzate  come 
tetti, facciate di edifici, pensiline ed aree degradate o marginali.   
Partendo dalla descrizione di questi tipi di impianti, dei materiali attualmente impiegati 
e di quelli più innovativi, delle loro possibili applicazioni, degli incentivi presenti, del 
mercato italiano attuale e della filiera produttiva, si procederà poi a calare tale analisi 
nel contesto del territorio di ponente della Regione Liguria, in quanto caratterizzato da 
condizioni geomorfologiche adatte ad ospitare tali tipi di impianti, sia per quanto 
riguarda valori di irraggiamento medio sia quanto riguarda la disponibilità di superfici 
di insediamenti agricoli (serre) o industriali (capannoni) potenzialmente idonee 
all’installazione. 
La prospettiva con cui è stato sviluppato il presente lavoro è quella di  un imprenditore 
che, interessato ad un investimento nel settore, si trovasse a dover affrontare tutte le 
problematiche relative alla progettazione e alla scelta della tecnologia più conveniente 
al suo caso, alla valutazione di fattibilità in termini di iter autorizzativo e di valutazione 
finanziaria.  
 
 
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La produzione di energia rinnovabile mediante impianti fotovoltaici: valutazione di 
opportunit  sul territorio ligure di ponente. 
     
Capitolo 1 – Introduzione 
Allieve: Sara ROSSO e Silvia SIRI  
Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
Correlatore: Prof. Ing. Federico DELFINO                                                                                                                  7
 
 
L’elaborato è strutturato attraverso undici capitoli nel seguente modo: 
 ξ  il primo che è la presente, “Introduzione”;  
 ξ  il secondo “La tecnologia fotovoltaica” delinea le modalità di funzionamento dei 
pannelli fotovoltaici, descrivendone la struttura, i componenti e le due possibili 
tipologie di installazione (“grid-connected” e “stand-alone”); 
 ξ  il terzo “Tipologie di materiali e moduli fotovoltaici” presenta i materiali 
maggiormente utilizzati e quelli in fase di commercializzazione e di sviluppo;  
 ξ  il quarto “Le applicazioni fotovoltaiche” fornisce i dettagli circa le possibilità 
esistenti per l’installazione di impianti fotovoltaici (su tetti o a terra, sistemi ad 
inclinazione fissa, e ad inseguimento);  
 ξ  il quinto “Dal protocollo di Kyoto ai provvedimenti italiani in materia di 
energia rinnovabile” riporta e commenta le misure adottate a livello 
internazionale e nazionale per favorire la diffusione delle energie rinnovabili;  
 ξ  il sesto “Il nuovo conto energia” spiega le principali novità a livello Italiano in 
materia di incentivazione dell’energia prodotta da solare fotovoltaico, introdotte 
con il D.M. 19/02/2007;  
 ξ  il settimo “Andamento del mercato italiano in risposta al nuovo Conto Energia” 
illustra lo sviluppo del mercato dell’energia e della filiera produttiva del 
fotovoltaico a seguito dell’introduzione delle misure di incentivazione adottate; 
 ξ  l’ottavo “Valutazioni tecnico-ambientali per l’installazione di impianti 
fotovoltaici nell’area ligure di ponente” analizza tutti i vincoli esistenti e i 
fattori più importanti relativamente all’installazione di un impianto fotovoltaico, 
calandoli poi nella realtà di un caso specifico;  
 ξ  il nono “Aspetti normativi e autorizzativi per la realizzazione di impianti 
fotovoltaici nell’area ligure di ponente” riporta tutte le procedure necessarie al 
fine di ottenere le autorizzazioni indispensabili per la posa in opera 
dell’impianto, compresa la nuova deliberazione dell’Autorità per l’Energia 
Elettrica e il Gas relativa all’allacciamento alla rete elettrica;  
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La produzione di energia rinnovabile mediante impianti fotovoltaici: valutazione di 
opportunit  sul territorio ligure di ponente. 
     
Capitolo 1 – Introduzione 
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Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
Correlatore: Prof. Ing. Federico DELFINO                                                                                                                  8
 
 
 ξ  nel decimo “Opportunità degli investimenti in campo fotovoltaico” infine si 
descrivono le tendenze in atto in materia di investimento e finanziamento delle 
energie rinnovabili e si riporta lo studio di analisi economico finanziaria che si è 
realizzato relativamente al caso presentato all’interno del capitolo ottavo. 
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opportunit  sul territorio ligure di ponente. 
     
Capitolo 2 – La tecnologia fotovoltaica 
Allieve: Sara ROSSO e Silvia SIRI  
Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
Correlatore: Prof. Ing. Federico DELFINO                                                                                                                  9
CAPITOLO 2 
 
La tecnologia fotovoltaica 
2.1   LA RADIAZIONE SOLARE 
La sorgente energetica primaria di un sistema fotovoltaico è rappresentata dalla 
radiazione solare. Per radiazione solare si intende l’energia elettromagnetica emessa dal 
Sole come risultato dei processi di fusione dell’idrogeno in esso contenuto. 
Con buona approssimazione il Sole può considerarsi come un perfetto emettitore di 
radiazioni (black body) ad una temperatura di circa 5800 K. 
La distanza media tra il Sole e la Terra è di circa 1,5*10
8
km. Rapportando il diametro 
del Sole (~1,39*10
6 
km) alla suddetta distanza, la radiazione solare vista dalla Terra, 
considerato l’elevato valore del rapporto distanza/diametro, appare come un fascio ben 
collimato con una dispersione angolare di circa mezzo grado. 
 
 
Figura 2.1 -  La radiazione solare vista dalla Terra (fonte: www.ingegneriadelsole.it) 
Essa copre un ampio campo di lunghezze d’onda, e quindi di energie, con una 
distribuzione spettrale dall’infrarosso (IR) all'ultravioletto (UV) in un intervallo di 
lunghezze d’onda compreso tra 0,2 e 2,5 µm, con un punto di massimo nel campo del 
visibile (da 0,38 a 0,78 µm) intorno a 0,5 µm. 
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Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
Correlatore: Prof. Ing. Federico DELFINO                                                                                                                  10
 
Figura 2.2 - Spettro della radiazione solare (fonte: Università degli studi di Lecce, Facoltà di 
Ingegneria) 
La sua penetrazione attraverso l’atmosfera è molto selettiva ed in pratica giungono alla 
Terra soltanto le radiazioni del campo visibile; infatti le radiazioni ultraviolette sotto 0,3 
µm (che sono letali) vengono arrestate, ad una altezza di 25 Km, dalla fascia di ozono 
atmosferico mentre le radiazioni infrarosse sono bloccate dal vapore d’acqua e 
dall’anidride carbonica. 
E’ opportuno osservare che l’intensità dell’irraggiamento disponibile al suolo e la sua 
distribuzione spettrale dipendono oltre che dalle condizioni ambientali anche dalla 
massa d’aria attraversata dalla radiazione solare (AM, Air Mass). 
La densità di potenza I
n
, raccolta fuori dell’atmosfera terrestre su di una superficie 
normale alla radiazione solare, è definita “costante solare” ed assume un valore pari a 
circa 1353 W/m
2
.  
Per tener conto degli effetti dovuti alla presenza dell’atmosfera, viene definita la massa 
d’aria unitaria AM1 (Air Mass One) come lo spessore di atmosfera standard attraversato 
dalla radiazione solare in direzione normale alla superficie terrestre e misurato al livello 
del mare con cielo limpido e pressione dell’aria pari ad 1,013 bar (1atm). 
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~
 
1
0
0
 
k
m
h
A
M
 
=
 
1
/
s
e
n
(
h
)
AM = AM1 = 1
AM = AM0 = 0
Orizzonte locale
Superficie Terrestre
Limite sup. dell'atmosfera assorbente
Angolo di zenit
 
Figura 2.3 - Direzioni perpendicolare e inclinata della linea del sole rispetto al piano orizzontale 
(fonte: Università degli studi di Lecce, Facoltà degli Ingegneria) 
Il valore massimo della costante solare, misurato sulla superficie terrestre in presenza di 
una giornata limpida e soleggiata, è di circa 1000 W/m
2
. La sua variazione (dovuta 
all'ellitticità dell’orbita terrestre) è percentualmente assai modesta essendo contenuta 
entro il ±3% del valore medio.  
In generale la potenza complessiva proveniente da una sorgente radiante che investe una 
superficie di area unitaria è detta irradianza. Nell’attraversare l’atmosfera terrestre la 
radiazione solare incidente sulla Terra viene in parte assorbita dall’atmosfera, in parte 
riflessa nello spazio esterno ed in parte diffusa dall’atmosfera stessa. In Figura 2.4 sono 
indicate le diverse componenti della radiazione solare raccolta al suolo su una superficie 
inclinata rispetto al piano orizzontale.  
 
 
Figura 2.4 –  Componenti della radiazione solare (fonte: Elios s.r.l.) 
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2.1.1   Componenti della radiazione solare 
L’intensità e la composizione spettrale della radiazione raccolta al suolo dipendono 
dall’angolo formato dalla radiazione incidente con la superficie terrestre e dalle 
condizioni meteorologiche ed atmosferiche. 
E’ opportuno osservare che la capacità di una cella fotovoltaica di convertire l’energia 
solare in elettricità è funzione sia dell’intensità che della composizione spettrale della 
radiazione incidente. Quindi il rendimento medio di una cella fotovoltaica assume valori 
differenti a seconda della località scelta per l’installazione dell’impianto e delle 
condizioni atmosferiche caratterizzanti la località stessa. 
La radiazione diretta (I
b -
 beam radiation) colpisce una superficie al suolo con un unico e 
definito angolo di incidenza, mentre la radiazione diffusa (I
d 
- diffuse radiation) incide 
su tale superficie con diversi angoli. 
E’ opportuno osservare che qualora la radiazione diretta non incida sulla superficie al 
suolo per la presenza di un ostacolo, la zona ombreggiata non risulta totalmente 
oscurata per effetto del contributo fornito dalla radiazione diffusa. Ciò riveste 
particolare rilevanza soprattutto per i dispositivi fotovoltaici, che operano anche in 
presenza della radiazione diffusa. 
Una superficie inclinata rispetto al piano orizzontale può, inoltre, ricevere la radiazione 
riflessa dal terreno o da specchi d’acqua o da altre superfici orizzontali circostanti. 
La componente riflessa della radiazione solare è detta componente di albedo (I
a
) e 
dipende dall’inclinazione della superficie in misura complementare alla radiazione 
diffusa e dalle proprietà riflettenti del terreno. 
La necessità di valutare separatamente le componenti diretta e diffusa della radiazione è 
riconducibile al fatto che i sistemi fotovoltaici si comportano in modo differente rispetto 
alle componenti suddette. Infatti ad esempio, i sistemi a concentrazione sono 
sostanzialmente insensibili alla componente diffusa che non può essere concentrata dai 
dispositivi, specchi o lenti, destinati a focalizzare la radiazione sulle celle fotovoltaiche. 
Invece i moduli piani sono sensibili ad entrambe le componenti della radiazione, 
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seppure con caratteristiche differenti in relazione alla tecnologia utilizzata ed 
all’inclinazione degli stessi rispetto al piano orizzontale (β, angolo di tilt). 
La radiazione diffusa può essere considerata, con buona approssimazione, 
uniformemente distribuita sulla volta celeste e dunque occorre pesarla per la frazione di 
volta celeste vista dal pannello FV. La frazione di radiazione diffusa I
d
 raccolta da un 
pannello inclinato di un angolo Ε rispetto all’orizzontale è data dalla seguente relazione: 
                                            I
d
= I
do
[(1+cosβ)/2] 
dove con I
do
 si indica la radiazione diffusa raccolta su un pannello orizzontale, il quale 
“vede” l’intera volta celeste e quindi raccoglie tutta la radiazione diffusa. 
La radiazione riflessa è data da:  
                                            I
a
=I
go
− a*[(1−cosβ)/2] 
dove I
go
 è la radiazione globale sul piano orizzontale ed a è il “fattore di albedo” il quale 
dipende sia dalle caratteristiche della località in esame, che dalla risposta spettrale del 
dispositivo solare utilizzato. I suoi valori, ricavati sperimentalmente, riferiti ad alcuni 
paesaggi tipici sono riportati nella tabella seguente: 
 
Figura 2.5  - Fattore di Albedo  (fonte:  Elios s.r.l.) 
La radiazione globale I
g
 su una superficie inclinata è quindi data dalla somma dei 
contributi relativi alle componenti diretta, diffusa e di albedo. Pertanto risulta: 
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                                           I
g
 = I
b
+ I
d
+ I
a
 
Essa dipende: 
 ξ  dalle condizioni meteorologiche ed atmosferiche, infatti in condizioni di tempo 
nuvoloso la radiazione è sostanzialmente diffusa, mentre in presenza di tempo 
sereno e clima secco è prevalente la componente diretta (circa il 90% della 
radiazione totale); 
 ξ  dall’angolo di inclinazione della superficie di raccolta rispetto al piano 
orizzontale, infatti, una superficie orizzontale riceve la massima radiazione 
diffusa e la minima riflessa;  
 ξ  dalla presenza di superfici riflettenti, poiché il contributo alla riflessione risulta 
tanto maggiore quanto più chiara è la superficie; di conseguenza la radiazione 
riflessa è maggiore in inverno, ad esempio, per la presenza della neve ed è 
minore in estate a causa dell’effetto di assorbimento dell’erba o del terreno. 
La condizione ottimale si ha quando la superficie di raccolta è orientata a sud (angolo di 
azimut) con un angolo di tilt prossimo alla latitudine del sito di installazione prescelto. 
L’orientamento verso sud consente di rendere massima la radiazione solare catturata dai 
moduli fotovoltaici durante l’intera giornata, mentre l’inclinazione prossima alla 
latitudine del sito permette di minimizzare le variazioni dell’energia solare raccolta 
dovute all’oscillazione di ±23,45° della direzione dei raggi solari rispetto alla normale 
alla superficie di raccolta. 
In relazione alla località considerata varia il rapporto tra la radiazione solare diffusa e 
quella totale. Pertanto, dato che all’aumentare dell’inclinazione della superficie di 
captazione si modificano sia la componente diffusa che quella riflessa, l’angolo di tilt 
che rende massima l’energia solare raccolta dai moduli fotovoltaici è differente da 
località a località. 
Con riferimento al territorio italiano è possibile osservare che deviazioni di una decina 
di gradi rispetto al valore ottimale di tilt, determinano variazioni dell’energia totale 
catturata dal piano dei moduli di qualche percento. 
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2.2   L’EFFETTO FOTOVOLTAICO 
La parola fotovoltaico deriva da foton=luce e voltaico  legato all’elettricità, e significa 
elettricità prodotta attraverso la luce. 
L’effetto fotovoltaico è tra i fenomeni che fanno pensare ad una natura corpuscolare 
della luce, infatti è una particella associata alle onde elettromagnetiche, chiamata fotone, 
a fornire l’energia necessaria ad attivare il processo fotovoltaico. 
Qualunque sia il materiale impiegato, il meccanismo con cui la cella trasforma la luce 
solare in energia elettrica è essenzialmente lo stesso. 
Consideriamo per semplicità il caso di una convenzionale cella fotovoltaica in silicio 
monocristallino. 
2.2.1   La fisica del processo fotovoltaico 
Il supporto utilizzato per la realizzazione della cella, caratterizzato da una purezza 
definita di “grado solare”, è inizialmente costituito da un wafer di Silicio di tipo “p” 
(drogato con degli atomi di boro in parti per milione) e quindi con un eccesso di cariche 
positive (+). Il wafer viene poi sottoposto ad una diffusione con fosforo tale da creare 
una zona di tipo “n”, caratterizzata da un eccesso di cariche negative (−). Viene così 
creata una giunzione “p-n” (Figura 2.6) che presenta quindi un forte campo elettrico 
locale (effetto Volta). Gli elettroni polarizzati nel wafer, dal punto di vista energetico si 
trovano nella banda di valenza e non potrebbero ancora muoversi. Grazie ai raggi solari 
incidenti sulla superficie della cella, un’adeguata energia dei fotoni porta gli elettroni 
nella “banda di conduzione”, ovvero essi si muovono e generano un flusso di corrente, 
tanto più elevato quanto più elevata è la potenza radiante dei raggi solari. La continua 
presenza del campo elettrico di giunzione impedisce quindi la ricombinazione degli 
elettroni durante il loro movimento. La corrente elettrica generata viene quindi utilizzata 
per essere immessa in una batteria  o per alimentare un carico in presa diretta (es. 
impianti connessi in rete).  
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Capitolo 2 – La tecnologia fotovoltaica 
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Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
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Figura 2.6 -  Funzionamento di una cella fotovoltaica in Silicio cristallino con applicato un carico 
esterno (fonte: Università degli studi di Lecce, Facoltà di Ingegneria)  
2.2.2   L’efficienza di conversione 
Di tutta l’energia che investe la cella solare sotto forma di radiazione luminosa, solo una 
parte viene convertita in energia elettrica disponibile ai suoi morsetti. 
L’efficienza di conversione di una cella fotovoltaica  è il rapporto tra la potenza solare 
radiante totale incidente la cella e la potenza elettrica effettivamente erogata dalla cella 
stessa. La potenza radiante non convertita si trasforma in calore, inutile e penalizzante 
per il rendimento. L’efficienza di conversione di un a cella dipende dai materiali di cui 
essa è costituita e dal tipo di tecnologia utilizzata per realizzarla. Per uniformità 
internazionale nelle condizioni di test, la misura delle caratteristiche elettriche di celle e 
moduli fotovoltaici deve avvenire secondo le standard Test Condition (STC), che sono 
le seguenti:  
1. Potenza della radiazione luminosa 1000 W/m2 
2. Temperatura della/e cella/e 25°C 
3. Massa d’aria AM=1.5. 
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Attualmente la tecnologia di realizzazione che assicura le maggiori efficienze di 
conversione ad una cella commerciale è quella del silicio cristallino (monocristallino e 
policristallino), con una media che si attesta attorno al 16 %, come si può osservare 
nella figura seguente. 
 
 
Figura 2.7 – Efficienza di conversione di una cella in silicio cristallino (fonte: AICARR, “Energie 
rinnovabili: tecniche e potenzialità”) 
I motivi di tale bassa efficienza sono molteplici e possono essere raggruppati in quattro 
categorie: 
• riflessione: non tutti i fotoni che incidono su una cella penetrano al suo interno, dato 
che in parte vengono riflessi dalla superficie della cella e in parte incidono sulla griglia 
metallica dei contatti; 
• fotoni troppo o poco energetici: per rompere il legame tra elettrone e nucleo occorre 
una certa energia, e non tutti i fotoni incidenti possiedono energia sufficiente. D’altra 
parte alcuni fotoni troppo energetici generano coppie elettrone-lacuna, dissipando in 
calore l’energia eccedente quella necessaria a staccare l’elettrone dal nucleo; 
• ricombinazione: non tutte le coppie elettrone-lacuna generate vengono raccolte dal 
campo elettrico di giunzione e inviate al carico esterno, dato che nel percorso dal punto 
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Capitolo 2 – La tecnologia fotovoltaica 
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Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
Correlatore: Prof. Ing. Federico DELFINO                                                                                                                  18
di generazione verso la giunzione possono incontrare cariche di segno opposto e quindi 
ricombinarsi; 
• resistenze parassite: le cariche generate e raccolte nella zona di svuotamento devono 
essere inviate all’esterno. L’operazione di raccolta viene effettuata dai contatti metallici, 
posti sul fronte e sul retro della cella. Anche se durante la fabbricazione viene effettuato 
un processo di lega tra Silicio e Alluminio dei contatti, resta una certa resistenza 
all’interfaccia, che provoca una dissipazione che riduce la potenza trasferita al carico. 
Nel caso di celle al silicio policristallino, l’efficienza è ulteriormente diminuita a causa 
della resistenza che gli elettroni incontrano ai confini tra un grano e l’altro e, ancor più 
nel caso di celle al Silicio amorfo, per la resistenza dovuta all’orientamento casuale dei 
singoli atomi.  
2.3   CARATTERISTICA ELETTRICA DELLE CELLE SOLARI 
 
Figura 2.8 - Circuito elettrico equivalente della cella fotovoltaica (fonte: AICARR, “Energie 
rinnovabili: tecniche e potenzialità”) 
Come descritto in Figura 2.8, dal punto di vista elettrotecnico il circuito equivalente di 
una cella fotovoltaica è costituito da: 
 ξ  Un generatore ideale di corrente in serie. L’intensità di corrente generata dalla 
cella fotovoltaica è indipendente dal carico ad essa applicato, mentre è 
direttamente proporzionale all’intensità della radiazione solare incidente. 
Possiamo dire in linea generale che le variazioni di corrente misurabili in una 
cella sono pertanto dovute a fluttuazioni della potenza solare radiante (nuvole, 
stagioni, ecc.) 
 ξ  Un diodo in parallelo. La giunzione p-n rende la cella fotovoltaica simile ad un 
grosso diodo attivo, caratterizzato da una tensione di circuito aperto pari alla 
Universit  degli Studi di Genova 
Tesi per il Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale: 
La produzione di energia rinnovabile mediante impianti fotovoltaici: valutazione di 
opportunit  sul territorio ligure di ponente. 
     
Capitolo 2 – La tecnologia fotovoltaica 
Allieve: Sara ROSSO e Silvia SIRI  
Relatore: Prof. Ing. Raffaele AROSIO 
Correlatore: Prof. Ing. Federico DELFINO                                                                                                                  19
“tensione di giunzione” (0,4-0,6V), valore quindi piuttosto stabile nel tempo e 
poco dipendente  dalla radiazione solare del momento. 
 ξ  Una resistenza in serie. Essa riassume complessivamente il contributo delle 
resistenze dovute a: caratteristiche fisiche dei materiali, resistenza derivante 
dalla temperatura di funzionamento e quindi dall’agitazione termica ecc. 
Graficamente, invece, la caratteristica tensione corrente di una cella illuminata risulta 
pari a quella di un diodo, traslata però verticalmente di una quantità pari alla corrente 
foto generata. Poiché la corrente fotogenerata varia con l’irraggiamento e con la 
temperatura (in misura minore), la caratteristica tensione corrente della cella risulta 
influenzata da questi parametri (si vedano a questo proposito i paragrafi 8.2.1 e 8.2.4). 
 
 
Figura 2.9 - Curva caratteristica di una cella in silicio critstallino (fonte: Solarpraxis) 
 
 
Figura 2.10 - Potenza di una cella FV cristallino in funzione dell’irraggiamento (fonte: Solarpraxis)