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CAPITOLO PRIMO
1.1 Il Rischio come incertezza e come probabilità
Per rischio si intende l’eventualità di subire un danno connesso a
circostanze più o meno prevedibili
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o, anche, la condizione in cui si trova un
soggetto quando a ogni sua scelta sono associabili diverse conseguenze, ognuna
con un determinato grado di probabilità
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Questa seconda definizione pone in rilievo il significato di probabilità: le
“diverse conseguenze”, infatti, si distaccano dall’accezione prettamente negativa
(downside risk) che la parola “rischio” porta con sé, introducendo un’idea
diversa e più aperta di opportunità (upside risk) che, se adeguatamente gestito,
può portare a risultati positivi.
Considerando più specificatamente l’impresa, il rischio è strettamente
connesso con l’incertezza del mercato in cui essa opera, derivando direttamente
da un limite conoscitivo talvolta soggettivo e talvolta oggettivo. Nel primo caso
si tratta di quelle situazioni che non possono venir modificate da un soggetto e
non dipendono affatto dal proprio comportamento; nel secondo caso, invece,
sono azioni che una soggetto compie e può modificare e quindi al quale, possono
essere direttamente imputate le cause
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Dizionario on line Treccani, http://www.treccani.it/
2
Dizionario on line Garzanti, http://garzantilinguistica.sapere.it/
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“Le condizioni di incertezza alle quali soggiace l’operare d’azienda - sempre dominato da
decisioni più o meno consapevoli e tempestive e anche dall’indecisione - allorchè producono le
temute conseguenze ad influsso negativo, di fatto si trasformano in circostanze che manomano o
addirittura annullano l’attitudine dell’azienda medesima ad esplicare la propria funzione
strumentale, sul piano della realizzazione di sistematici processi di produzione per il mercato o di
consumo a carattere erogativo.
Codeste condizioni di incertezza possono essere oggettive o soggettive. Quelle della prima specie
(condizioni oggettive di incertezza) riguardano – per quanto attiene la consapevole determinazione
della condotta economica dell’azienda ed all’efficace controllo di questa stessa condotta – ciò che è
“inconoscibile” in senso assoluto, date le possibilità del momento delimitate dallo “stato della
scienza”, o in senso relativo, tenuto conto dei vincoli posti dall’economia dell’azienda stessa
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In molti casi, infatti, il rischio è stato anche definito come una specie
particolare di incertezza
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; è così chiaro che nella vita aziendale sono presenti
tante situazioni rischiose quante situazioni di incertezza: la leggera differenza
che corre tra questi due termini dipende dal livello di conoscenza e di esperienza
avuta nel passato. Infatti si può parlare di una situazione rischiosa solo se si ha
esperienza di ciò e quindi si conosce in parte il loro grado di probabilità, mentre
la situazione di incertezza è totalmente priva di questo carattere di conoscenza
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E’ qui che si consolida il concetto di rischio soggettivo e oggettivo, appunto
perché si possono capire le cause, mentre nel caso dell’incertezza è un fatto
totalmente soggettivo
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Bisogna, quindi, prestare attenzione a non confondere l’incertezza come
un qualcosa di negativo, ma soffermarsi solo ed esclusivamente, sul fattore di
non stimabilità e non conoscibilità degli effetti; infatti, se un evento diventerà
pressoché conosciuto, e quindi quantificabile, secondo stime corrette, allora non
si potrà più parlare di incertezza bensì, l’evento in questione, acquisirà un costo
prevedibile e costante: si supponga, per esempio, che un’impresa conosca la
probabilità che dalla catena di montaggio escano un determinato numero di
all’evoluzione del processo interno di conoscenza. Le altre sono invece condizioni soggettive di
incertezza e si collegano all’insufficienza di informazioni, - foriera di decisioni inconsapevoli e
quindi inefficaci anche per quanto attiene alla loro tempestività - ed all’ “indecisione”, tipica
origine del provvedere senza prevedere e connaturare esaltazione dell’imprevisto elevato a oggetto
di sistematica constatazione”. Ferrero G. , “Istituzioni di economia d’azienda” – Milano, Giuffrè,
1968, Pag. 36
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L. Hardy definisce il rischio come l’incertezza nei confronti di un costo, di una perdita, di un
danno. Hardy, Risk , Pag.1. Anche Mehr e Cammack definiscono il rischio come costo “risk is
uncertainty concerning loss”. Mehr R. – Cammack E. , “Principles of insurance”, Homewood,
Irwin, 1966, Pag. 19
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Bertini U. , “Introduzione allo studio dei rischi nell’economia aziendale”, Pisa, Colombo Cursi,
1969, Pag. 21-22
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Corsani scrive che l’incertezza è data “dall’insufficiente capacità dell’operatore di predeterminare
gli effetti di cause a lui note in rapporto a determinati atti da compiere, per difficoltà tecniche di
apprezzamento e di valutazione”. Corsani G. , “La gestione delle imprese mercantili e industriali”,
Padova, Cedam, 1940 , Pag. 115-116
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prodotti difettosi, questo evento non ha il presupposto di incertezza perchè non è
del tutto certo ma è pur vero che l’impresa potrà considerarlo come un costo
costante a prescindere.
1.2 La genesi del rischio
Come si esaminerà in seguito, in ambito aziendale il rischio si pone in
una posizione speculare rispetto alla redditività; risulta quindi, in una volontà di
massimizzazione di reddito, opportuno indagare sulle cause che accompagnano il
rischio sia nella sua accezione negativa, che possibilmente vedendolo come
azione promossa dal soggetto economico, nell’intendo di realizzare la missione
aziendale.
Tuttavia, questo processo di rivelazione può risultare alquanto arduo a
causa della sua non identificabilità né ex post con i fenomeni dai quali scaturisce,
né ex ante con gli effetti che si presuma si manifesteranno; è necessario
focalizzare l’attenzione sullo svolgimento di funzioni amministrative da parte del
soggetto economico e la scelta non diverge solamente tra il fare e non fare una
determinata azione, bensì, dipende anche dal modo in cui la si fa.
Affinché sussista un rischio, è necessario che si abbia “un’azione ovvero
una non azione” alle quali si associa una “prospettiva di danno per l’equilibrio
economico del sistema d’azienda”
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“nell’ambito del sistema d’azienda il rischio deve pertanto essere ricondotto a determinate scelte
provocanti azioni ovvero non azioni. Perché si abbia il rischio, tuttavia, non è sufficiente che in un
tempo più o meno lontano si verifichi oppure no un fatto, ma è necessario che da tale circostanza
derivi una eventualità contraria alla vita della combinazione produttiva.
È possibile pertanto affermare che ai fini della sussistenza del rischio debbono essere soddisfatte le
seguenti condizioni:
a) Che si abbia un’azione ovvero una non azione;
b) Che tali azione e non azione presentino una prospettiva di danno per l’equilibrio del
sistema d’azienda”.
Bertini U. “Introduzione allo studio dei rischi nell’economia aziendale”, Cursi, Pisa, 1969, Pag. 29-
30
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È possibile proporre, grazie alla stretta correlazione tra rischio e impresa,
l’interpretazione che un sistema analogo a quello di nascita d’azienda sia
utilizzato anche per la genesi del rischio: le cause che generano la nascita
dell’impresa sono da ricercarsi nella fase pre-aziendale ovvero nella fase
istituzionale e gestionale in cui le idee e le ipotesi di una prospettiva di azienda si
concretizzano in realtà ed è qui che avviene la nascita del rischio, proprio nel
momento di attuazione della scelta di fare o non fare un’azione.
A questo proposito, è interessante analizzare tre dimensioni: in primis
quella temporale, poi la dimensione strutturale dell’impresa, e infine la
dimensione ambientale
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; in tal modo si ritiene di poter identificare il grado di
rischio di un’impresa in base alle interazioni tra le varie dimensioni.
Per quanto attiene alla dimensione temporale, occorre premettere che
l’azienda è un istituto economico con il fine di perdurare nel tempo; pertanto
essa deve essere in possesso di un sistema ben articolato, capace così di fruire
alla governance il necessario supporto predittivo
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. È ovvio che, con un elevato
livello di incertezza, sia difficile poter essere in grado di stabilire
preventivamente un valido piano di azione che permetta di investire,
correttamente, una determinata fonte di capitale per conseguire un flusso
soddisfacente di ricavi futuri. La soluzione primaria contro l’incertezza è quindi
l’informazione, sia che essa provenga dall’interno dell’impresa con la
conoscenza della struttura operativa e organizzativa, sia che essa provenga
dall’esterno con la stimabilità dei dati dell’ambiente in cui opera.
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Bertini U. , “Sistema dei rischi d’impresa”, Cursi, Pisa, 1966, Pag. 28
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“il rischio sorge a causa di una incompletezza del nostro grado di conoscenza, costituisce un
elemento indissolubilmente legato a questo, e muta di continuo al variare delle nostre possibilità
previsionali sul futuro, pure senza scomparire”. Sassi S. , ”Il sistema dei rischi d’impresa”, Milano,
1940, Pag. 11