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Introduzione
La responsabilità civile per l’esposizione alle sostanze tossiche è una
questione molto ampia che coinvolge svariati settori: dall’industria
petrolchimica a quella edile, dall’attività bellica all’uso di cosmetici.
Il progresso tecnologico, con il conseguente avanzare della scienza in
svariati settori industriali, sovente ha portato all’utilizzo di prodotti innovativi
che facessero risparmiare capitali o tempo se inseriti all’interno del processo
produttivo.
Il rapido sviluppo delle attività industriali e l’utilizzazione diffusa di
sostanze capaci di migliorare la produttività del lavoro e la qualità dei prodotti,
allo scopo di elevare il tenore di vita dell’uomo e di ampliare i profitti, possono
provocare effetti negativi sullo stesso e sull’ambiente.
Negli ultimi anni vi è stata una crescente attenzione circa la sicurezza dei
prodotti utilizzati nell’uso quotidiano. Fece scalpore, nel 2016, la vicenda della
multinazionale statunitense Johnson & Johnson, la quale era stata accusata di
aver provocato la morte di Jackie Fox (e di migliaia di altre persone), defunta a
causa di un tumore alle ovaie la cui genesi era stata attribuita all’uso prolungato
di alcuni prodotti fabbricati proprio dalla multinazionale. Un tribunale del
Missouri ha, poi, condannato l’azienda al risarcimento dei danni
(quantificandolo in circa 72 milioni di dollari, 10 a titolo di risarcimento e 62 di
danni extra). Il capo della giuria Krista Smith ha dichiarato <<era chiaro che
stavano nascondendo qualcosa, tutto quello che dovevano fare era mettere
un’etichetta di avvertimento>>.
Solo il 21 agosto scorso si è appresa la notizia della decisione di una nuova
condanna al risarcimento del danno, da parte di una giuria di Los Angeles,
diretta alla Johnson & Johnson (stavolta i milioni di dollari sono ben 417)
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poiché uno dei suoi prodotti più venduti, ossia il borotalco, avrebbe provocato
un tumore alle ovaie della consumatrice. È il sesto processo riguardante il
prodotto. La multinazionale ne aveva vinto uno a marzo 2017 ma ne ha persi,
ad oggi, cinque
1
.
La vicenda è, tuttavia, molto controversa poiché la maggior parte degli
esperti di cancro ritiene che non vi sia il nesso causale tra l’utilizzo di tali
prodotti e l’insorgenza della patologia; inoltre essi escludono la presenza di
amianto nel talco visto che la sua produzione è vietata da parecchi anni ormai.
Vicende come questa attraggono l’attenzione dell’opinione pubblica, in
quanto i prodotti incriminati sono molto diffusi e spesso oggetto di uso
quotidiano.
Per comprendere appieno la questione riguardante la responsabilità civile
per l’esposizione alle sostanze tossiche, bisogna intanto chiedersi cosa sia una
sostanza tossica. Le sostanze tossiche vengono spesso identificate con
l’acronimo CMR -Carcinogenic, Mutagenic and Reprotoxic- il quale viene
utilizzato per raggruppare tutte quelle sostanze che sono pericolose per la salute
umana, nello specifico:
sono cancerogene le sostanze, o miscele di sostanze, che causano il cancro
o ne aumentano l’incidenza;
sono mutagene quelle che possono indurre mutazioni a livello del DNA
cellulare, provocando danni irreversibili quando a essere mutato è il DNA delle
cellule incaricate di trasferire il corredo genetico alla prole;
sono, infine, propriamente tossiche quelle sostanze che causano effetti
nocivi sulla salute, temporanei o permanenti, talvolta letali. Le sostanze tossiche
“in senso stretto” agiscono per via chimica.
Gli effetti delle sostanze tossiche sull’uomo sono noti da svariati anni e la
legislazione italiana si è storicamente preoccupata della protezione dei cittadini
1
L’ IARC (International Agency for Research on Cancer), agenzia parte dell’OMS ha
indicato il talco come “possibile elemento cancerogeno”.
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dal pericolo di esposizione, specie in campo occupazionale, prima con il Titolo
VIII del D. Lgs. n. 626/1994 e poi con il Titolo IX, capi II e III, del D. Lgs.
n.81/2008 (“Testo Unico della Sicurezza del Lavoro” o “TUSL”).
La normativa europea, e di conseguenza anche quella italiana, si
preoccupa di gestire e controllare la propagazione delle sostanze tossiche sotto
diversi aspetti. In tal senso è possibile distinguere quattro principali livelli di
intervento legislativo:
in un primo livello si impone a tutti i produttori e importatori in UE di
prodotti chimici di verificarne, prima di immetterle nel mercato, le proprietà
pericolose al fine di scongiurare pericoli per la salute dei consumatori
2
;
in un secondo livello, inerente più che altro l’armonizzazione delle
discipline dei paesi membri dell’UE, si impongono criteri di classificazione ed
etichettatura delle sostanze, in modo da consentire all’utilizzatore di avere piena
conoscenza della sostanza che si sta adoperando
3
;
il terzo livello riguarda le norme dettate in materia di trasporto e
imballaggio delle sostanze pericolose
4
, ed il quarto restringe o disincentiva
l’utilizzo di particolari sostanze considerate altamente nocive per la salute
umana
5
.
Nonostante la presenza di una legislazione come quella appena descritta,
vi sono molti casi in cui le sostanze tossiche continuano a mietere vittime o a
cagionare danni alla salute a causa o della violazione di norme o a causa
dell’inadeguatezza delle stesse a tenere il passo del progresso tecnologico.
L’obiettivo che si pone il seguente lavoro è quello di proporre una visione
d’insieme delle varie vicende legate alle sostanze tossiche, provando, se
2
“Regolamento REACH” – regolamento Ce n° 1907/2006 del 18/12/2006.
3
“Regolamento CLP” – regolamento CE n° 1272/2008 del 16/12/2008.
4
Se ne occupa il titolo IV del “Regolamento CLP”.
5
Titoli VII e VIII del “regolamento REACH”.
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possibile, a ricercare un sistema di caratteri comuni legato alla responsabilità
civile per l’esposizione alle sostanze tossiche.
Dopo aver evidenziato i punti della disciplina relativa alla responsabilità
civile, che a noi interessano, inizieremo analizzando le vicende principali,
chiave, legate all’esposizione alle sostanze tossiche al fine di evidenziarne i
punti problematici. Per prima verrà analizzata la vicenda del petrolchimico di
Porto Marghera, poi, la più famosa vicenda legata all’amianto. Si parlerà anche
di radiazioni ionizzanti, al fine di comprendere cosa accade quando c’è una
apposita disciplina che regolamenta l’uso e l’esposizione alle sostanze tossiche.
Sarà trattata la questione, controversa, dell’uranio impoverito, al fine di
comprendere cosa accade quando i danni alla salute dei lavoratori vengono
cagionati anche da inefficienze del datore di lavoro pubblico.
A fini comparatistici verrà analizzata la disciplina e le peculiarità del
sistema processuale statunitense in materia di sostanze tossiche. Conviene
subito specificare che è stato scelto il sistema degli U.S.A. poiché, tra i paesi
occidentali, gli Stati Uniti sono tra quelli che hanno più esperienza in materia di
sostanze tossiche, visto anche il loro livello di industrializzazione. L’analisi
della situazione negli U.S.A. permette poi di dare uno sguardo al di fuori
dell’UE, visto che ormai, specie in tale materia, le discipline degli Stati membri
sono pressoché armonizzate.
Al fine di rendere più chiara l’esposizione e di fornire un quadro completo
delle varie vicende, non potrà prescindersi dall’analisi, semplificata, di nozioni
appartenenti alla scienza medica, in particolare alla medicina interna, a quella
del lavoro e alla tossicologia.
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Capitolo primo
La responsabilità civile: gli aspetti fondamentali per poterla declinare nelle
vicende legate all’esposizione alle sostanze tossiche.
SOMMARIO: 1. Le caratteristiche principali della responsabilità civile. 2.
Struttura dell’atto illecito. 3. Le attività pericolose (art. 2050 cod. civ.). 4. La
sicurezza dei lavoratori.
1. Le caratteristiche principali della responsabilità civile.
Il termine responsabilità civile individua il complesso dei fatti illeciti in
presenza dei quali sorge l’obbligazione risarcitoria in capo a chi ha provocato
ad un terzo un danno ingiusto.
I fatti illeciti vengono disciplinati dal codice civile nel Titolo IX del libro
IV, agli artt. 2043 e ss.
Nel nostro sistema giuridico la tutela nei confronti dei fatti illeciti è
costituita dal risarcimento del danno, ossia viene liquidato, traducendolo in
termini pecuniari, il danno e la somma ottenuta utilizzata per rifocillare il
danneggiato.
L’obbligazione risarcitoria consiste in un debito di valore; deve essere
attribuito al danneggiato l’equivalente, in moneta, del pregiudizio subito dallo
stesso in conseguenza della condotta del danneggiante. In alcuni casi
6
, quando
il pregiudizio subito non è suscettibile, a causa della sua natura, di valutazione
economica, interviene il giudice valutando equitativamente il danno.
6
Gli esempi sono vari, dal risarcimento del danno da perdita di chanches in materia di
appalti pubblici (Consiglio di Stato, sez. V, 5592/2007) a quello del danno biologico.