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Introduzione
Oggi si sente molto parlare di Responsabilità Sociale di Impresa (RSI o il
suo corrispettivo inglese CSR – Corporate Social Responsibility). Questo
maggiore interesse è il risultato di un percorso culturale che vede l’impresa
reagire al mutare delle condizioni di mercato e diventare protagonista di un
futuro cosiddetto “sostenibile”. Per responsabilità sociale d’impresa
s’intende “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed
ecologiche da parte dell’impresa , di qualsiasi dimensione, nelle sue
operazioni commerciali e nei suoi rapporti con le parti interessate” dal
Libro Verde della Commissione Europea (Promuovere un quadro europeo
per la responsabilità sociale delle imprese - 2001) cioè l’azienda integra
l’interesse sociale e ambientale tra i suoi obiettivi strategici. Per cui,
insieme agli aspetti finanziari ed ambientali, il “valore etico” dell’impresa
assume maggiore importanza per la messa a punto di strategie sia
produttive che di marketing. In una società sempre più globalizzata, la
responsabilità etica rappresenta un nuovo strumento di competitività. Agli
inizi degli anni ’70, nascono i primi studi volti a indagare la correlazione
esistente tra orientamento sociale e performance economiche delle imprese.
Ma solamente con gli anni ’90 si avrà un’esplosione d’interesse nei
confronti dell’argomento. L’impostazione prevalente fino a questo periodo
prevedeva l’esistenza di una correlazione negativa tra orientamento etico-
sociale dell’investitore e performance economiche. Si riteneva che investire
in buone prassi di comportamento comportasse una riduzione del numero
di alternative di investimento disponibili ed eventualmente danneggiasse i
risultati economici. Ma, in seguito al diffondersi degli investimenti
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sostenibili nei mercati finanziari, allo sviluppo di indici di borsa etici e
metodologie di rating etico, è andata sempre più affermandosi la
convinzione che esistono vantaggi economici legati all’assunzione di
responsabilità sociale d’impresa: investire in comportamenti socialmente
responsabili può comportare benefici di natura economica. Pur avendo
quest’ultimi come fine primario, molte imprese hanno cominciato a capire
che, per raggiungere tale obiettivo, bisogna puntare ad ottenere il
gradimento degli investitori e ciò è possibile attraverso l’adozione di
comportamenti etici.
In molte ricerche, la relazione tra CSR e performance economiche di una
impresa è analizzata ponendo la CSR come variabile indipendente.
Tuttavia, non mancano studi che pongono le performance economiche
come variabili indipendenti. L’ipotesi base è che risultati economici
positivi, generando abbondanti risorse, rendano più semplice, per il
management, l’attuazione di comportamenti socialmente responsabili. E’
proprio qui che nasce il presente studio.
L’obiettivo di valutare l’esistenza di una relazione tra performance
finanziarie delle imprese e politiche di responsabilità sociale adottate da
queste. Il segno di tale rapporto può risultare positivo, negativo o del tutto
casuale. Il segno negativo segue il pensiero di studiosi come Friedman,
secondo il quale le imprese socialmente responsabili risultano meno
competitive perché sostenere i costi necessari alla realizzazione di pratiche
di responsabilità sociale incide direttamente sui profitti, provocandone una
netta diminuzione. Dall’altra parte, però, numerosi studi empirici mostrano
un legame positivo tra i due fattori, sostenendo che i costi effettivi di
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responsabilità sociale vengono coperti dai benefici che questi generano,
soprattutto in un orizzonte di medio-lungo periodo.
La ricerca si basa sull’implementazione di un modello di regressione
probit ordinale con cui testare il segno del rapporto tra indicatori finanziari
e politiche di responsabilità sociale delle imprese considerate: si vuole
verificare se il miglioramento della redditività è accompagnato da maggiori
probabilità di osservare rating etici positivi. La tesi è suddivisa in quattro
capitoli. Nel primo sono stati inseriti alcuni riferimenti teorici generali
importanti per capire l’argomento di trattazione. Si tratta di cenni relativi al
concetto di Responsabilità Sociale, alle iniziative adottate a livello
nazionale/internazionale, agli strumenti di cui le imprese si possono
avvalere per l’adozione e la rendicontazione di comportamenti socialmente
responsabili (Bilancio Sociale, Codice Etico e alcuni standard di
comportamento). Per completare il quadro dove si collocano le iniziative di
CSR in Italia, è stata anche condotta una breve analisi della struttura
produttiva italiana con suddivisione delle unità locali per settore di attività,
regione di appartenenza e dimensioni.
Il secondo capitolo comprende un’introduzione ai risultati di alcuni studi
realizzati da diversi centri di ricerca, grazie ai quali si ha un’idea del
posizionamento dell’Italia in termini di responsabilità sociale rispetto agli
altri paesi europei e dell’atteggiamento che le imprese italiane hanno nei
confronti di questa tipologia di comportamenti.
Il terzo capitolo è diviso in due parti. Nella prima, vengono descritte le
caratteristiche delle imprese incluse nel campione. Nella seconda parte,
invece, viene illustrato l’output del modello probit ordinale implementato.
Il quarto capitolo, sulla base dei dati e del materiale esaminato, propone
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un’interpretazione dei risultati del modello anche attraverso il confronto
con i risultati delle ricerche da cui la tesi ha preso spunto.
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Capitolo 1
La CSR O RSI: Corporate Social Responsability o
Responsabilità Sociale d’Impresa
1.1 Che cos’è la CSR o RSI
Governare oggi un’impresa non è cosa semplice sia per problemi legati
all’organizzazione interna che per difficoltà che si incontrano in uno
scenario competitivo come quello attuale.
La CSR si rivolge alle imprese: sia a quelle che già adottano, anche
inconsapevolmente, comportamenti responsabili, favorendone un approccio
più coerente e strutturato sia alle altre, proponendo un nuovo modo di
intendere le proprie attività.
L’origine della CSR sta nel passaggio da una governance
1
orientata alle
esigenze del solo imprenditore e degli azionisti, ad una governance rivolta
alle esigenze di ampie fasce di soggetti che, pur non essendo titolari di
azioni o altri titoli che permettono loro la partecipazione nell’impresa a
livello societario, vantano un interesse di fatto a partecipare alla gestione
dell’impresa stessa
2
. Nella seconda metà degli anni ’90, all’indomani del
Summit di Rio (1992) per la promozione dello sviluppo sostenibile e di
condizioni economiche-sociali più eque e della stesura dell’Agenda21
3
, le
1
Per governance si intende l’ insieme di decisioni di assetto d’impresa che orientano le scelte di
organizzazione, allocazione delle risorse e controllo. Viene ad oggi intesa come l’insieme dei rapporti tra
i dirigenti, gli amministratori, glia azionisti e le atre parti interessate, specificandone la distribuzione dei
diritti e di responsabilità ( L’essenziale della CSR, ICSR, anno 2010).
2
“La responsabilità sociale d’impresa” - Fondazione Luca Pacioli, Centro studi TELOS, anno 2006
3
Programma delle Nazioni Unite dedicato allo sviluppo sostenibile: consiste in una pianificazione
completa delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle
Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti
sull'ambiente. Il 21 sta per XXI secolo
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Nazioni Unite invitarono le grandi imprese multinazionali a definire
accordi commerciali che contemplassero e tutelassero i diritti umani di base
, quelli dei lavoratori e il rispetto dell’ambiente.
Si intendeva l’avvento di un preciso impegno verso il mondo, la società
umana e l’ambiente che andava oltre la regolamentazione dei
comportamenti. Nacque così la Corporate Social Responsabilty (CSR )
cioè Responsabilità sociale delle imprese (RSI).
Per responsabilità sociale d’impresa s’intende :
“ l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche da
parte dell’impresa, di qualsiasi dimensione, nelle sue operazioni
commerciali e nei suoi rapporti con le parti interessate” ( Libro Verde:
Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese,
Commissione Europea, 2001)
Si parla dell’integrazione di preoccupazioni di natura etica all’interno della
visione strategica d’impresa. Un’impresa che agisce in modo responsabile
tiene conto dell’impatto che la propria attività ha sull’ambiente e sul
società.
La RSI consiste nel fare in modo che tutte le attività aziendali controllate
direttamente o indirettamente, si svolgano nel pieno rispetto dei diritti
fondamentali della persona e della comunità in cui operano e garantiscano
la protezione dell’ambiente in tutto il mondo. All’impresa viene chiesto di
assumere un ruolo sociale e di farsi carico degli impatti ambientali, delle
conseguenze derivanti dalla propria attività, dando conto degli effetti,
anche economici e sociali, che si rifletterebbero sull’ambiente circostante.