LA RICERCA ESTETICA NELLO SPAZIO
DI TADEUSZ KANTOR
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IN T R O D U Z IO N E
Que s t o br eve s t udi o s u quel l o c he è s t at o l ' i deal e ar t i s t i c o di Tadeus z Kant or 
nasce dal desiderio di vol er indagare quel l e che sono state l e esperienze ed i l i m iti 
del l ' arte scenogra.ca, e i n general e del ruol o del teatro, nel secol o scorso, e di com e 
queste, al giorno d' oggi si possono interpretare. 
Una vol ont à di s ondar e i l t er r eno t eat r al e al l a l uce dei pr of ondi cambi ament i 
che ne hanno trasform ato i lineam enti, le peculiarità, e quindi il signi.cato più 
profondo, durante un secol o così ricco com e è stato il N ovecento. 
Kant or , i nf at t i , i ni zi a i l s uo l avor o a caval l o f r a l e due gr andi guer r e, ed er edi t a 
in u n c e rto se n so tu tta q u e lla sc ia v ita le c h e a v e v a n o la sc ia to le a v a n g u a rd ie , 
in sie m e a q u e lla v o g lia d i sp e rim e n ta re e d i c o n d u rre l'a rte o ltre q u e lle b a rrie re 
canoniche che da sem pre avevano accom pagnato, e in un certo senso lim itato, la 
creazione artistica. O ggi, più che allora, m i sem bra im portante tentare di ri>ettere 
sul signi. cato di queste esperienze artistich e, su ciò ch e ci h anno lasciato, e sulle 
questioni aperte che tutt' ora risultano com e im pal pabili, di di? cile soluzione e 
collocazione. Il contem poraneo, oggi, sem bra aver dim enticato quelle spinte vitali 
che tanto avevano creato e rivoluzionato nel secolo scorso, assistiam o, nel cam po 
del l ' arte, a una sorta di appiattim ento e om ol ogazione in cui è sem pre più di? cil e 
recu p erare q uelle p oetich e .loso. ch e ch e avevan o d ato vita ad u n sistem a tan to 
fertile, co m p o sto d a n u o vi o rien tam en ti e co n tin u e sp erim en tazio n i g iu sto q u alch e 
decennio fa. 
Que s t a br eve r i c er c a s i pr opone , dunque , di i ndagar e i n c he modo l a s c enogr a.a 
ha superato se stessa, l ' essere i n sé, per poi ri scopri rsi i n qual cos' al tro, ossi a i l 
ritorn o a sé, secon d o un ritm o triad ico ch e sen za d ubbio possiam o associare a 
quello che è stato il pensiero hegel iano. D opo secoli di sperim entazione sul 
pal coscenico, dopo aver assistito all a straordinaria scenogra.a cl assica, quel l a 
magni .ca del per i odo Bar occo, e, i n gener e, dopo es s er ci abi t uat i ad un' ar t e vi s i va 
che, pur trasform andosi durante le varie epoche e assum endo caratteri diversi, ha 
sem pre m anten uto intatta la sua funzione di arte rappresentativa, di arte 
esplicativa, di arte al servizio della letteratura, ci troviam o, con K antor, di fronte ad 
una sorta di rovesciam ento dei ruoli. 
Ar t e che ces s a di es s er e i l l us t r azi one, e s i t r as f or ma i n una r adi cal e mes s a i n 
discussione di ogni punto ferm o, ci troviam o  di fronte a una nuova visi one del 
teatro ch e n o n h a p iù p au ra d i o ltrep assare le b arriere, e ch e si g iu sti. ca n ei 
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la b irin tic i p e n sie ri d e lla . lo so . a ,  u n te a tro c h e ric o rd a q u e llo d e lle o rig in i, q u e llo 
del ritual e. Teatro che trascina l o spettatore nel dubbio, nel l a dim ensione 
del l ' incerto, del l ' am biguo, del l ' osceno; spettacol i che non seguono un' evol uzione 
cronologica dei fatti, non hanno un testo speci.co su cui basarsi ne una sem plice 
tram a, m a si svilu p p an o fra azio n i ch e si rip eto n o in m o d o o ssessivo, o g g etti ch e 
diventano protagonisti, m anichini che doppiano gl i attori, e attori veri che 
appaiono inerti, secondo uno speciale processo di rei.cazione, qual' è in.ne la 
met a, l a ver a r eal t à? Kant or non ci oEr e nes s una appar ent e r i s pos t a, non pr opone 
un m etodo, ne tantom eno una scuola, preferisce lavorare intorno ad alcune 
tem atich e a lu i care: l'o g g etto, la m em o ria, il co n cetto d i tem p o, q u ello d i o gg etto -
attore. 
Ri >essi oni , quest e, che conducono spont aneament e ad i nt er r ogar si su cos a si a, 
oggi, la scenogra.a, quali siano i suoi .ni, quali le sue aspirazioni? 
La ri spost a kant ori ana a quest i i nt err ogat i vi è pr of onda ed ori gi nal e, si nt et i zzat a 
all' interno di questo studio tram ite le sue poetiche fondam entali, im m agini dei 
suoi spettacoli, ed esplicata tram ite le parole di un altro grande pensatore, 
Fri edri ch Ni etzsche. Un vi aggi o nel profondo ani mo di un arti sta che ri assume i n 
se stesso, e nella sua opera, quello ch e per tanti versi possiam o de. nire la tappa 
.nal e, i l nec pl us ul tra dell'esperienza scenogra.ca, una com plessa ri>essione che 
passa attraverso un' epoca di? cil e, i l secol o breve, la situazione critica del l a Pol oni a, 
l'in > u e n z a d e lle a v a n g u a rd ie e d i a rtisti im p o rta n ti c o m e G o rd o n G ra ig , K le ist, 
Gr ot ows ki , ma s opr at t ut t o del l a l et t er at ur a pol ac ca i n per s onaggi f ondament al i 
com e G om briw icz e B runo Schulz.
    K an to r ci p ro p o n e u n a p ro fo n d a in d ag in e, ab b an d o n an d o p er sem p re le ab itu ali 
scene dipinte, le quinte, i m agni. ci fondali, gli straordinari eE etti speciali ch e si 
erano assodati .n dal Torelli, abbandonando tutto ciò che possiam o de.nire 
arti.ciale, o m eglio, arti.cioso, e che ha da sem pre rappresentato il punto cardine 
del l ' arte scenogra.ca. 
Kant or vuol e t or nar e al l e or i gi ni , al t eat r o nudo, vuol e r i evocar e l a pot enza del 
rituale, la m agia d el teatro, ricord a A rtaud , il teatro orien tale, quello greco, vuole 
rich iam are sul palcoscen ico l'im m agin azion e com e elem en to portan te del d ram m a, 
riportarci in un certo sen so a quella ch e era l'atm osfera d el teatro elisabettian o. In 
fo n d o, fo rse, p er tro p p i seco li ab b iam o d im en ticato ciò ch e u n tem p o ten eva vivo il 
fu o co d ell'arte, e, in m o d o p artico lare, ciò ch e d ava vita e sen so al ru o lo d el teatro , 
oscurato da im ponenti e m agni.che ricostruzioni, eEetti speciali sem pre più 
elaborati, ci siam o piano piano allontanati dal potere puro dell' im m aginazione. 
Per questo moti vo ho pensato di i ntrodurre questo studi o con i l prol ogo di 
un' opera shakespeariana, Enri c o V, u n 'in n o a ll'im m a g in a z io n e :
Oh, aver qui una Mus a t ut t o f uoco,
per poterci l evar sem pre più in al to
 n e ll’im m a g in a z io n e , 
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verso più intense e lum inose sfere!! 
E un r egno per scenari o,
principi per attori, 
una platea di re per spettatori
 d i q u e sta g ra n d e ra p p re se n ta z io n e ! 
Vedremmo al l ora agi r , come dal vero, 
su questa scen a, il bellicoso E n rico, 
nel portam ento si m i l e ad un M arte,
 re c a n d o si a l g u in z a g lio c o m e c a n i
 im p a z ie n ti d i a g ire a l su o c o m a n d o ,
 la fa m e , il fe rro , il fu o c o ... 
Perdonate, cortesi spettatori , 
le n o stre d isa d o rn e e a n g u ste m e n ti
 se a b b ia m o o sa to p re se n ta rv i q u i,
 su q u e sto n o stro in d e g n o p a lc o sc e n ic o , 
sì gran dioso argom en to. 
Come pot r ebbe mai ques t a pl at ea
 c o n te n e re n e l su o ristre tto sp a z io ,
 le ste rm in a te c a m p a g n e d i F ra n c ia ? 
Come s t i par e i n ques t a “ O” di l egno
pur sol o gl i el m i che tanto terrore
 sp a rse ro p e r il c ie lo d i A z in c o u rt? 
E per ci ò, vi ri pet o, per donat eci ;
 m a se p u ò u n n u m e ro , in b re v e sp a z io ,
 c o n u n o sg o rb io a tte sta re u n m ilio n e ,
 c h e sia c o n c e sso a n o i, se m p lic i z e ri
 d ’u n sì g ra n d e to ta le , stim o la re
 c o l n o stro re c ita r le v o stre m e n ti. 
Im m aginate dunque che racchiusi
 n e lla c in ta d i q u e ste n o stre m u ra
 si tro v in o d u e re g n i a ssa i p o te n ti, 
e che le loro contrapposte fronti
 a lte e rig e n te si su o p p o ste sp o n d e
 se p a ri u n b ra c c io d i risc h io so m a re . 
Sopperi te al l e nostre de.ci enze
 c o n le riso rse d e lla v o stra m e n te :
 m o ltip lic a te p e r m ille o g n i u o m o , 
e con l’ aiuto della fantasia
 c re a te v i u n p o d e ro so e se rc ito .
Quando udr et e par l ar e di c aval l i
 p e n sa te d i v e d e r c a v a lli v e ri
 sta m p a r l’ o rm e d e i lo r su p e rb i z o c c o li
 so p ra il m o lle te rre n o c h e le a c c o g lie . 
Sarà così l a vostra fantasi a
a vestire di sfarzo i nostri re, 
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a m enarli dall’ uno all’ altro luogo, 
saltellan do sul tem po, 
e riducendo a un volger di clessidra
 g li e v e n ti o c c o rsi lu n g o d iv e rsi a n n i;
e a questo .ne vogliate perm ettere
 a m e , C o ro , d ’ e n tra re in q u e sta sto ria ,
 e d i p re g a rv i q u i, in v e ste d i P ro lo g o , 
di ascol tar con benevol a pazienza 
il d ra m m a c h e v i a n d ia m o a p re se n ta re , 
e con m olta indulgenza giudicarlo.
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Capi t ol o I: 
 T A D E U S Z K A N T O R , b r e v e b i o g r a  a
TADEUSZ KANTOR
(W ielopole, 1915 – C racovia, 1990)
L' art e deve es s ere del tutt o nuda, di s armat a
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Tadeusz Kantor nasce i l 6 apri l e 1915 a W i el opol e, un paesi no del l a provi nci a 
di Cracovi a, .gl io di H el ena Berger e M arian Kantor, direttore del l a scuol a di 
Pstagòwka.
Anche s e i l s uo nome s i accos t er à s empr e, i n r eal t à, al l a ci t t à di Cr acovi a dove 
trasco rrerà gran p arte d ella su a vita e ch e sarà fo n d am en tale p er la su a fo rm azio n e 
artistica, ricorderà la nascita e l' infanzia trascorsa in quel paesino in varie occasioni, 
soprattutto nello spettacolo W ie lo p o le / W ie lo p o le .
Cos ì s cr i ve a pr opos i t o del l a pi ccol a ci t t adi na pol acca:
Io sono nato il 6 aprile 1915 in P olonia, in un paesino con una piazza del m ercato e 
qualche vicoletto squallido. Sulla piazza del m ercato si innalzavano una piccola 
cappella con la statua d' un santo, secondo l' uso cattolico, e un pozzo attorno al 
quale si celebravano, al chiaro di luna, le nozze ebraiche. D a una parte una chiesa, 
un presbiterio e un cim itero, dall' altra una sinagoga, delle tortuose straducole ebree, 
e ancora un cim itero, m a un cim itero diEerente.
Le due comuni t à vi vevano i n per f et t a ar moni a. Ceri moni e cat t ol i che spet t acol ari , 
processioni, bandiere, costum i folcl orici a vi vaci col ori, contadini. D all ' al tra parte 
dell a piazza del m ercato riti m isteriosi , canti fanatici e preghiere, berretti di vol pe, 
candelabri, rabbini, pianti di bam bini.
Al di l à del l a vi t a quot i di ana ques t o bor go s i l enzi os o er a del t ut t o dedi t o al cul t o 
dell ' eternità.
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La cost ant e compr esenza di si mbol i , di segni , di suoni , del l e i mmagi ni , dei 
rituali, d elle .gure caratteristich e d elle d ue culture, in cid erà sulla form azion e d el 
giovane Kantor, e si riscontrerà anche nel suo linguaggio teatrale, ancor più della 
sua doppia ascendenza, in quanto la m adre, E lena B erger, era cattolica, m entre il 
padre M arian era un ebreo convertito.
La .gur a del padr e, i n part i col ar modo, sarà mol t o i mport ant e per i l .gl i o: 
com e l 'U l i s s e d i W isp ian sk i, n ean ch e lu i, p artito p er il fro n te, farà m ai rito rn o , n o n 
perché ferito al fronte, m a perché andò a vi vere con un' al tra donna. M orirà nel 
1944 in un lager nazista.
Una .gur a che s i r i pr es ent er à, r i pet ut ament e, s ul l e s cene dei s uoi s pet t acol i ; un 
teatro p o p o lato d a vecch i e b am b in i ch e sem b ran o essersi g en erati g li u n i co n g li 
altri, dom inato spesso da un logorroico m ondo m aterno, il padre in partenza sarà 
l'e le m e n to c e n tra le : u n so ld a to m o rto c h e si sp o sa in Wi e l o po l e / Wi e l o po l e , u n 
patetico m anichino l egato a un pal o di tortura in Qui non ci torno più, u n u o m o c h e 
in se g u e se ste sso in Oggi è i l mi o c ompl e anno , e la v a r ie r e in c a r n a z io n i d e ll'U lis s e .
Cos ì i l gi ovane Kant or , con l a s or el l a e l a madr e, s i t r as f er i s ce da al cuni par ent i 
1
 T .K a n t o r, Il teatro della m orte, mat er i al i r accol t i e pr es ent at i da D. Babl et , Ubul i br i , Mi l ano, 
2003, p.11
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raccolti in torn o a un o zio prete ch e colpirà profon dam en te la fan tasia d el piccolo e 
che ricorrerà com e presenza nei suoi spettacoli. D i fatto, sarà allevato in canonica 
e, spiando i gesti rituali cattolici, sarà sem pre aEascinato dalle croci, i ceri, le bare.
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    Fin da giovanissim o m ostra un' interesse profondo per il “gioco teatrale”, un 
gioco concreto, dove non c' è la m inim a interpretazione  di un testo, del luogo 
scenico, m a un universo fondato su contrasti veri, visti, assunti, una realtà ch e non 
si lim ita all'im m ediato, m a ch e racch iude un m istero incom prensibile, e allo stesso 
tem p o d irettam en te p ro vato.
Gr ande os s er vat or e del l a r eal t à, .n dai pr i mi es per i ment i pr ende s punt o dal l a 
realtà ch e lo circo n d a, d alla sem p licità, d alle p iccole esp erien ze d el q u otid ian o, 
dal l e vi cende del suo paese, che riel abora, trasform a, contorce, e che saranno 
sem pre punto di partenza e protagoniste del suo processo creativo.
Mi o pa dr e , i ns e g na nt e , non è r i t or na t o da l l a g ue r r a . Mi a ma dr e , mi a s or e l l a , e d i o 
siam o andati a vivere dal fratello di m ia n onna ch e era curato. È lì ch e siam o stati 
allevati. E cco da dove m i deriva l' im m agine del presbiterio. L a chiesa era una specie 
di teatro. Si andava a m essa per assistere all o spettacolo. Per N atale si preparava in 
chiesa un presepe con diverse statuine, per Pasqua una grotta con quinte decorate, 
dove stavano in piedi dei veri pom pieri con caschi d' oro.
Io im itavo tutto questo in dim ensioni ridotte. A vevo confuso il teatro con la 
ferro via ch e avevo visto, la p rim a vo lta, d o p o aver fatto u n lu n g o viag g io in b raeck . 
Con s cat ol e da s car pe vuot e ho cos t r ui t o var i e s cene. Ogni s cat ol a f or mava una 
scen a diversa. L e legavo con una corda com e se fossero vagon i. P oi le facevo passare 
attraverso un grande cartone con un' apertura (che si potrebbe dire scenica): così 
ottenevo dei cam biam enti di scena. A m io giudizio questo fu il m io più grande 
successo in teatro.
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Gi à ver s o l a . ne del l i c eo Kant or di s egna e di pi nge s ot t o l ' i n>uenza dei 
sim bolisti ch e al tem po lo aE ascinavano. P ittura e passione giovanile lo conducon o 
all' A ccadem ia di B elle A rti di C racovia, la m onum entale necropoli dei re polacchi, 
ma anche capol uogo del l e avanguar di e ar t i s t i che.
Qui s t udi a pi t t ur a e s c enogr a.a dal 1934 al 1939, con K arol Frycz, am ico di 
Gor don Cr ai g e al l i evo di Os kar Schl emmer e del l a Bauhaus .
In questo periodo nasce in lui l'idea di un necessario radicalism o artistico e il 
ri. uto d i ogn i com prom esso, l'aspirazion e ad un teatro auton om o ch e scavalch i 
ogni aderenza al testo e ogni intento di riproduzione della vita, si avvicina al 
fascin o so ttile d ell'uberm arionette:
Una t endenza comi nci a a domi nar e t ut t i i mi ei at t i e m' i n>uenza ancor oggi : l ' i dea 
dell a necessità di uno sviluppo continuo, di una rivol uzione perm anente nell ' arte, l a 
2
 R .P a la z z i, M .B u sc a rin o , Kant or , L e o n a r d o A r t e ,  M ila n o , 2 0 0 1 , p .1 1
3
 T .K a n t o r, op.cit., p .1 2
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