3
contempo sia gli aggiornamenti nelle modalità sia i contenuti della 
comunicazione»
3
. 
«Gli esseri umani sono soggetti all’immediato fascino di ogni estensione di 
sé riprodotta in un materiale diverso da quello stesso di cui sono fatti»
4
. 
«I mass media funzionano già in forma spontanea come canale erogatore di 
informazione al quale i singoli attingono i modi diversi per costruirsi 
itinerari personali di apprendimento. È la funzione supermercato: i mass 
media offrono una gran varietà di prodotti, disposti in un certo ordine e gli 
individui si costruiscono pacchetti formativi, o borse della spesa, tra loro i 
più vari»
5
. 
Nel corso della dissertazione si tenterà appunto di indagare quest’aspetto in 
tutte le sue sfaccettature, facendo particolare riferimento alle modalità 
espressive della sessualità in televisione, considerato, ai giorni nostri, il 
media maggiormente influente sulla costruzione di un sapere sociale 
all’interno dell’industria culturale. 
Partendo da una definizione generale della sessualità, attraverso l’eterno 
dibattito tra erotismo e pornografia, si passerà, nel corso del primo 
capitolo, a illustrare l’evoluzione del costume sessuale nel nostro paese, da 
uno stato di repressione e omertà, di inizio secolo, fino ad arrivare alla 
quasi totale libertà di espressione dell’intimità, alle soglie del XXI secolo; 
si proseguirà poi ad approfondire come la sessualità venga rappresentata 
all’interno dei principali mass media concorrendo con la collettività in un 
reciproco scambio di influenze. 
Nel secondo capitolo ci si concentrerà sul linguaggio della televisione in 
materia di sessualità, facendo risaltare, attraverso una breve storia sulla 
censura, il passaggio verso una progressiva sovrabbondanza di parole e di 
immagini attinenti la sfera erotica, alla ricerca di una continua progressione 
e progressiva spettacolarizzazione del sesso nella trasgressione. Ciò 
                                                 
3
 FENANDEZ, Comunic@mando: sesso e sentimento, dai vecchi tabù ai nuovi media, Milano, F. Angeli, 
2004, p. 84. 
4
 MC LUHAN, (trad. it.) Gli strumenti del comunicare, Milano, Il saggiatore, 1979, p. 47. 
5
 BECHELLONI, L’immaginario quotidiano: televisione e cultura di massa in Italia, Torino, ERI, 1984, 
p. 130. 
 4
riportando numerosi esempi di trasmissioni televisive italiane ricondotte 
alle modalità espressive dei principali generi contemporanei del piccolo 
schermo. 
Nel capitolo conclusivo si scaverà ulteriormente cercando, tramite l’analisi 
comparata di un prodotto televisivo italiano e uno estero, di dimostrare 
come, in realtà, «i confini del discorso sulla sessualità si sono allargati, ma 
soltanto in una dimensione illusoria. La loro rigidezza non ha subito 
mutamenti di sorta. Là dove comincia il consenso al desiderio, comincia 
anche l’immoralità e la dissolutezza»
6
. 
Grazie al confronto con un’altra realtà europea si tenterà di mettere in luce 
pregi e difetti della modalità di rappresentazione sessuale nella nostra 
televisione, proponendo una possibile mediazione tra un eccessivo 
moralismo di derivazione cattolica e un altrettanto smodato imperativo alla 
trasgressività proposta dai media. 
 
                                                 
6
Ibid., p. 14. 
 5
Capitolo I 
 
LA SESSUALITA’ NELLA SOCIETA’ ITALIANA 
E NEI MASS MEDIA 
 
La menzogna umana è cominciata con la vergogna, 
che è l’occultamento di ciò che hai. 
Liberandoci della vergogna 
ci libereremo anche della menzogna, 
e non rimarrà più nulla della società umana creata dal demonio. 
Sulla terra vivranno solo amanti felici. 
ALEKSANDR PUSKIN 
 
Quotidianamente, la nostra mente, il nostro inconscio e i nostri occhi sono 
sottoposti ad un continuo e martellante attacco visivo da parte dei mass 
media. Pubblicità, schermi, telecamere, marchi e simboli sono entrati a far 
parte della nostra vita, in modo tale da sembrare naturali ed una sua parte 
ovvia, naturale ed indispensabile. 
La vista è l’organo che ci consente senza sforzo di percepire dati 
dall’esterno, dati molto più immediati rispetto ai suoni, ai gusti, alle 
sensazioni tattili, agli odori. È un organo molto potente che influenza la 
nostra vita ogni giorno. Un ordine simbolico è un insieme di immagini che 
si ripete nella nostra vita quotidiana. Senza la vista e l’ordine simbolico, 
non ci porremmo quesiti riguardo al nostro aspetto, alla moda, 
all’impressione esteriore sugli altri. Senza questi due componenti della 
nostra vita, non avremmo pregiudizi. Ed è appunto la potenza della vista e 
degli ordini simbolici, usati in modo sistematico ed avveduto, che ha 
portato i mass media ad un uso spesso improprio e mirato. 
Il canale più diretto tra il cervello umano e il mondo esterno è, quindi, 
l’organo della vista, ed è proprio attraverso l’occhio che si compie quel 
connubio umano-artificiale. L’eccitazione sessuale è stimolata dalla 
ripetizione e dall’impatto dell’immagine. 
 6
Donne discinte si trovano ovunque, dai cartelloni pubblicitari alla tv; 
ammiccamenti, amplessi e alchimie amorose sono immancabili nei film e 
nelle soap-opera. Talk show, trasmissioni, dibattiti parlano di sesso, per il 
sesso, contro il sesso. Sesso e Amore sembrano due modi di essere e di 
sentire diversi, che dovrebbero mettersi d’accordo: l’amore 
giustificherebbe il sesso, che altrimenti, da solo, avrebbe poco significato. 
Ma molti sono gli amori, e infinitamente vario è il mondo del sesso: del 
resto, dibattiti, trasmissioni, cartelloni pubblicitari sembrano soltanto 
sfiorare l’erotismo o trattarlo banalmente come un mezzo. 
«Si è verificato il passaggio dal sesso interdetto al sesso troppo detto, ma il 
continuo parlare in chiave pseudolibertaria di un fenomeno complesso, 
ricco di sfumature, non sempre produce esiti emancipativi, ma rischia di 
condurlo verso un nuovo tipo di irregimentazione, imbrigliato in altre 
norme e precetti»
7
. 
«Il processo che porta alla liberazione del desiderio contro le censure 
pubbliche e private e alla sua generalizzazione totalizzante si mescola in 
modo contraddittorio con un fenomeno ugualmente generalizzato di 
mercificazione dell’eros da parte dell’industria culturale»
8
. 
«Se la liberazione sessuale è il viatico della rivoluzione sociale, la 
pornografia è uno strumento, a volte immediatamente politico, per 
innescare entrambi i processi»
9
. 
«La modernità condiziona lo sviluppo del fenomeno pornografico, sia 
favorendone la laicizzazione, sia consentendone tecnicamente il consumo 
di massa. L’uno e l’altro si producono anche grazie ad un contemporaneo 
processo di mutamento culturale che incide sui sistemi etici e ideologici di 
regolazione di quanto, in una società data, ha a che fare con la sessualità e 
con le definizioni normative che la organizzano. […] In un primo tempo, la 
morale occidentale di tradizione cristiana imponeva di subordinare il 
piacere alla riproduzione, invitando alla castità oppure sanzionando 
                                                 
7
 FERNANDEZ, Sesso in società, Milano, Guerrini e associati, 2001, p. 97. 
8
 BOARINI, Erotismo, eversione, merce, Bologna, Cappelli, 1974, p. 20. 
9
 STELLA, L’osceno di massa. Sociologia della comunicazione pornografica, Milano, Franco Angeli, 
1991, p. 28. 
 7
qualunque pratica sessuale esterna o alternativa al matrimonio. È noto 
come Freud abbia visto, in un uso regolato di tale repressione, il motore 
stesso della civilizzazione»
10
. 
Le tappe evolutive del fenomeno passano da una maggior tolleranza per il 
nudo in copertina, attraverso la nascita dei cinema a luci rosse, fino alla 
diffusione, nelle emittenti private, di trasmissioni di spogliarelli con nudo 
integrale. 
«La laicizzazione che la pornografia subisce in quanto “merce” non può 
essere intesa come il superamento di qualsiasi ordine morale, che lascia 
libero il campo a puri meccanismi di mercato. Non v’è dubbio che essa 
partecipa di un generalizzato processo di “desensibilizzazione” verso 
immagini e situazioni di tipo sessuale e che induce, quindi, ad un 
mutamento nella definizione collettiva dell’oscenità, ma ciò rappresenta la 
ricodificazione d’uso di risorse simboliche, non la procedura d’accesso ad 
uno stato di anomia per tutto l’ordine istituzionale»
11
. 
 
                                                 
10
 Ibid., p. 25. 
11
 Ibid., p. 100. 
 8
I. 1 Sessualità: Erotismo o Pornografia 
Tutto ciò che conosciamo è mediato, influenzato, trasformato dalle 
conoscenze e dalle tradizioni dell’ambiente e dalle esperienze personali. 
Ognuno di noi nasce in un universo preformato, dove ad ogni parola è 
associato un preciso significato e la nostra morale si costruisce sui 
significati che siamo abituati a dare alle parole. Decodificare le parole, 
umanizzarle, ridargli un significato in base a una ricerca etimologica può 
aiutare ad avere meno paura delle parole, a sentirsi meno in imbarazzo 
nell’ascoltarle e nell’usarle. 
La pornografia chiama in causa tutta una serie di elementi, che sono 
riconducibili a coordinate psicologiche, sociologiche e culturali. 
Etimologicamente parlando, il termine deriva dal greco “pornè” 
(prostituta) e “graphos” (scrittura), starebbe quindi ad indicare tutto ciò che 
viene scritto intorno all’attività della prostituta. Tuttavia, questa 
definizione non è esaustiva del fenomeno, che riguarda ben più ampi 
settori modificatisi nel tempo, sia per la produzione che per i mezzi di 
comunicazioni. Secondo il vocabolario della lingua italiana Zingarelli, 
pornografia starebbe ad indicare la “descrizione e rappresentazione di cose 
oscene”, ed il termine osceno si intende in relazione al concetto del 
comune senso del pudore. 
Dunque, osceno e comune senso del pudore sono elementi contrapposti, 
che esistono proprio in virtù della loro contrapposizione. Il pudore, 
sentimento di vergogna, di disagio, di repulsione è tipico dell’individuo 
quando questi, contro la sua volontà, si trovi di fronte a manifestazioni 
sessuali di altri o quando sia egli stesso oggetto di sguardi durante gli 
approcci sessuali. Il pudore diventa senso comune nel momento in cui la 
società umana di appartenenza condivide la stessa sensibilità nei confronti 
della sessualità. L’osceno sarebbe quindi l’offesa al pudore. 
La grande difficoltà nel definire il comune senso del pudore risiede nel 
tracciare un limite tra offesa alla morale pubblica e libertà individuale. 
 9
Tuttavia, la difficile gestione giuridica dell’osceno e del comune senso del 
pudore è, in realtà, la risultante di una difficile gestione culturale di questi. 
Sia il concetto di osceno che quello di comune senso del pudore si 
modificano non solo nel corso del tempo all’interno di una data società, ma 
anche da società a società. La comprensione di questi concetti rimanda alla 
considerazione del corpo e della sessualità.  Il corpo è un universo 
simbolico immediatamente disponibile e sperimentabile da parte 
dell’individuo. La capacità del corpo di produrre significazione è legata al 
suo essere centro di ogni produzione immaginifica dell’uomo, centro del 
desiderio e delle pulsioni, più o meno controllate dall’educazione e dalla 
cultura. In molte società non occidentali il corpo non rappresenta la 
finitezza anatomica, ma è il centro di quell’irradiazione simbolica per cui il 
mondo naturale e sociale si modella sulle sue possibilità, e il corpo si 
orienta nel mondo tramite quella rete di simboli con cui distribuisce lo 
spazio, il tempo e l’ordine del senso. Mai, quindi, il corpo nella sua isolata 
singolarità, ma sempre un corpo comunitario, per non dire cosmico, dove 
avviene la circolazione dei simboli e dove ogni singolo corpo trova, non 
tanto la sua identità, quanto il suo luogo. Il corpo naturale, inserito in un 
fitto intreccio di simboli, diventa corpo culturale, con delle norme di 
riferimento e le punizioni che derivano dalla loro deviazione. La cultura di 
riferimento gestisce la vita dei corpi ed ogni loro aspetto e funzionalità, 
anche il discorso strettamente legato alla sessualità.  
Nella cultura occidentale il corpo e la sessualità sono vissuti in maniera 
completamente diversa. Il corpo, involucro finito dell’individuo, è 
rappresentazione, specchio simbolico della perfezione divina. Per 
proteggerlo, è necessario un rigido controllo sociale e culturale, anche nelle 
sue funzioni più naturali come la sessualità. Questo perché il corpo come 
materia definita dell’individuo non vada a contrapporsi all’aspetto 
spirituale di questo. E’ necessario convivere e non contrapporsi, perché 
questo determinerebbe confusione e commistione tra il bene e il male. Le 
norme che regolamentano la gestione del corpo sono rigide, il corpo 
 10
occidentale, infatti, è un corpo chiuso all’esterno, un corpo coperto 
totalmente, che non può essere mostrato. La nudità è associata al peccato: 
Adamo si rende conto di essere nudo solo dopo aver peccato e allora si 
copre. Quindi, l’indumento diventa simbolicamente norma culturale, che 
gestisce i rapporti tra il bene e il male, che segna il confine tra natura e 
cultura. E’ chiaro che, da una tal rigida considerazione, non può non 
derivare un’idea dell’osceno estremamente ampia. Ovviamente, la 
sessualità ha risentito moltissimo di questa concezione, per cui si è 
sviluppata nel corso del tempo, in special modo in Italia, una duplice 
esperienza sessuale: quella legata alla vita familiare, strettamente correlata 
alla procreazione, e quella nei luoghi del piacere. Il primo concetto 
rispecchiava la cultura religiosa, per cui il sesso al di fuori del matrimonio 
era condannato, associato al male e alla caducità dell’anima; l’altra 
esperienza era invece legata alle necessità della vita degli individui.  Se 
quindi parlare della sessualità è difficile, lo è ancora di più per quanto 
riguarda la pornografia, considerata come l’industria della dominazione 
sessuale. La pornografia è un fenomeno moderno strettamente legato agli 
sviluppi della tecnologia, ed è solo in tempi recenti che si definisce il 
confine tra ciò che può essere considerato erotico e ciò che si può 
considerare pornografico. L'erotismo trova alimento all'interno della 
fantasia, dell'immaginazione, non è direttamente funzionale al fatto 
sessuale come tale, ma in qualche modo lo richiama per percorsi 
metaforici. E i segni dell'erotismo non sono tali perché veicolati da 
immagini sessuali, ma, anzi, proprio perché in apparenza lontani dal 
mondo del sesso e ad esso raccordabili solo, appunto, grazie alla fantasia 
ed all'immaginazione del singolo individuo. Quindi, l’erotismo è un fatto 
meramente individuale e nel momento in cui diviene collettivo, per non 
tradire la sua nobile origine (infatti il termine erotismo deriva dal greco 
Eros, amore), deve essere riscattato da una interpretazione non 
mercificante. E’, infatti, il divenire merce che fa del sesso o dell’erotico 
pornografia. 
 11
La pornografia non coglie le sottili e conturbanti sfumature dell’erotismo e 
quindi per molti aspetti è la negazione di questo: mortifica l’aspetto 
immaginifico, proibisce il senso della scoperta, esaurisce la passione che 
c’è nell’unicità di ogni atto sessuale. L’universo pornografico è utopico, 
privo di spazialità, di temporalità, di relazioni e di emozioni, pieno però 
all’infinito di gesti sessuali che non possono cessare perché, altrimenti, 
ristabilirebbero una scansione temporale. Non vi è quindi reale azione, ma 
solo una rappresentazione asimbolica di desideri. 
«L’erotismo è metafora della seduzione; esso suggerisce, turba, insinua, 
precedendo e stimolando il sesso concreto, oppure mantenendosene a 
distanza, provocando un piacere puramente cerebrale, disancorato dalla 
carnalità. La pornografia, al contrario, è denotazione del rapporto 
sessuale»
12
. 
«La pornografia, come argomento di definizione disciplinare e di azione 
politica, non è più, allora, il sintomo sociale di un disagio, ma l’indicatore 
privilegiato di un mutamento (o di più mutamenti) in atto. La società 
cambia, opera salti stratificando culture e stili che non rispettano alcun 
apparente ordine. Il sistema politico-amministrativo tarda a capire, anzi, 
s’intestardisce a sottovalutarne la portata; chiede chiarezza sul che fare 
della regolamentazione legislativa, ottiene un discorso su un altro oggetto: 
la complessità sociale sopravanza la razionalità politica, ed anche quella 
dei laboratori, che a malapena riescono a contenere il moltiplicarsi dei 
soggetti sperimentali»
13
. «Il comune senso del pudore, difeso come si è 
detto dalla Legge, è uno dei principi pilastri del buon costume»
14
. 
«La colpevolizzazione è uno degli strumenti preferiti della repressione »
15
. 
                                                 
12
 Baudrillard 1980, sostiene che l’osceno appartiene all’ordine della rappresentazione e non del sesso, 
mentre la pornografia, volendo essere sesso e non una sua rappresentazione ne tradirebbe la veridicità 
trasgressiva, con l’apparente paradossale conseguenza che la pornografia finisce col non essere oscena; 
in STELLA, L’osceno di massa. Sociologia della comunicazione pornografica, Milano, Franco Angeli, 
1991, p. 165. 
13
 Ibid., p. 37. 
14
 BERNARDI, La maleducazione sessuale: dalla repressione alla liberazione del piacere come premessa 
a una società non autoritaria, Milano, EMME, 1978, p. 57. 
15
 Ibid., p. 70. 
 12
«Anche lo Stato, come la Chiesa, ha bisogno di sudditi colpevoli. Se 
ciascuno vive le proprie pulsioni originarie, che sono, come è noto, 
essenzialmente di natura sessuale, come colpevoli, chiaramente tenderà a 
reprimerle. Incrementando il senso di colpa dei cittadini, si arriverà dunque 
a una attenuazione di quella felicità sessuale che rappresenta l’ostacolo più 
grande allo sviluppo della civiltà industriale»
16
. 
«La mercificazione del sesso è stata vista come un metodo per distrarre la 
massa della popolazione dai suoi bisogni reali, quali essi siano. 
L’importanza attribuita alla sessualità può quindi essere interpretata come 
uno spostamento da un sistema capitalistico basato sul lavoro, la disciplina 
e la rinuncia a se stessi, ad un sistema impegnato a fomentare il 
consumismo e , pertanto, l’edonismo»
17
. 
Ciò per meglio definire quali saranno le forme di sessualità messe in luce 
nel corso dell’analisi.  
Essendo i media, e in particolar modo la televisione, fortemente influenzati 
dal concetto di oscenità e di senso del pudore, il discorso più attinente al 
vastissimo mondo della pornografia, sarà affrontato, qui, solo in maniera 
marginale, tenendo comunque sempre presenti il forte ascendente che 
questo particolare aspetto dell’eros suscita sul comportamento e sulla 
definizione di un’opinione pubblica sul sesso.   
 
                                                 
16
 Ibid., pp. 71-72. 
17
GIDDENS, La trasformazione dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società 
moderne,Bologna, Il mulino,1995, p. 188.