5
Il secondo capitolo del lavoro si soffermerà dunque sull’analisi dell’ampia 
letteratura sulle reti, in particolare sugli aspetti economico-aziendali. 
Si tenterà dunque di individuare non solo le varie tipologie di reti presenti 
nel settore alberghiero (reti proprietarie, franchising, reti collaborative, ecc.), ma 
soprattutto i profili strategici e competitivi dell’azienda alberghiera che possono 
manifestarsi in nuovo valore creato all’interno della rete, questo aspetto verrà 
approfondito nel terzo capitolo. 
Da questo punto di vista si analizzeranno i problemi legati al 
coordinamento, alla governance, al controllo, ecc.  
Un elemento di continuità di tale progetto sarà rappresentato dall’analisi 
dell’introduzione delle nuove tecnologie di comunicazione e dall’impatto che essa 
ha avuto sugli attori del sistema turistico. 
In questo quadro si inserisce appunto, come ultimo capitolo, lo studio del 
caso di un’azienda alberghiera di grandi dimensioni quale è il Sorrento Palace 
Hilton situato nel cuore della penisola sorrentina: dotato di un centro congressi in 
grado di ospitare fino a 2000 persone, gode delle migliori attrezzature per 
organizzare congressi, conferenze e meeting. 
In questo capitolo analizzeremo la storia della azienda alberghiera, le 
strategie di sviluppo che l’hanno caratterizzata, i vantaggi e svantaggi nonché i 
bilanci d’esercizio. 
  
 
 6
 
CAPITOLO 1. LE STRATEGIE DEL VALORE 
DELLE AZIENDA ALBERGHIERE 
 
 
1.1 La strategia aziendale nel processo del valore 
 
 
Le scelte di valore, in quanto “idee”, sono frutto della creatività imprenditoriale 
e sono definite scelte strategiche, cioè determinanti ai fini dello sviluppo e del successo 
dell’impresa. 
Formulare una strategia di valore significa “preordinare e coordinare risorse 
economiche e le afferenti proposizioni organizzative in modo tale da massimizzare, in 
una prospettiva temporale di ampio respiro, la funzione obiettivo dell’impresa e , in 
ultima analisi, le sue condizioni di profittabilità”
1
. 
La strategia può essere concepita e conseguita solo se l’imprenditore e i manager 
hanno consapevolezza di ogni sua determinante nelle scelte e nel governo dell’impresa. 
Le scelte strategiche di valore di più elevato significato riguardano la scelta del 
settore e del mercato in cui operare che possono incidere, per la natura dell’attività 
intrapresa, sui risultati di valore conseguiti dall’azienda.  
In altre parole, il processo del valore aziendale, che analizzeremo nei successivi 
paragrafi, si caratterizza anzitutto per le condizioni esterne all’impresa che devono 
essere note e valutate ai fini delle scelte strategiche 
                                                 
1
 Bruni G. , Contabilità del valore per “aree strategiche d’affari”, Giappichelli, Torino, 1999. 
 7
1.1.1 Alcuni cenni sul concetto di strategia 
 
Il concetto di strategia si è diffuso in modo repentino come punto di 
riferimento nella guida e nella gestione delle imprese, divenendo principale 
elemento nella definizione della strategia competitiva delle organizzazioni 
economiche. 
Uno dei primi ad aver dato una definizione di strategia di impresa è Ansoff 
(1965); lui propone il superamento dell’approccio basato su una visione ampia 
della strategia e sottolinea che, con tale concetto, bisogna intendere la scelta del 
sistema di prodotti che l’impresa vuole realizzare e dei mercati ai quali intende 
rivolgere la sua attenzione per la loro vendita. 
 Dedica, quindi, grande attenzione ai contenuti delle decisioni strategiche 
che, in primo luogo riguardano la definizione dei rapporti con l’esterno più che la 
gestione dei problemi interni, e in ogni caso non riguardano i fini e gli obiettivi 
dell’impresa, ma solo i mezzi necessari a raggiungerli
2
. 
In letteratura non è sempre chiara la distinzione tra il concetto di strategia 
intesa come insieme di obiettivi e azioni (la strategia propriamente detta) e quello 
di strategia quale processo che si svolge all’interno dell’organizzazione volto ad 
                                                 
2
 Ansoff, H.I. (1974), Strategia aziendale, Milano, Etas Libri (1^ ed. 1968), (Ed. orig. 1965, 
Corporate Strategy, New York, McGraw-Hill) BIGGADIKE, R. (1979), The risky business of 
diversification in «Harvard Business 
 
 8
individuare gli obiettivi da perseguire e le azioni che ne conseguono (la 
pianificazione strategica)
3
.  
 Il concetto di strategia non va, quindi, confuso o sovrapposto a quello di 
pianificazione: semplificando, possiamo affermare che la distinzione tra 
pianificazione e strategia ricalca quella tra processo e risultato. Tra i due concetti, 
però, non esiste una relazione biunivoca nel senso che, mentre la strategia può fare 
a meno della pianificazione, soprattutto se quest’ultima è individuata come un 
processo decisionale esplicito e formalizzato, non è necessariamente vero il 
contrario. La strategia, seppure solo implicita, è, infatti, sempre presente nella 
gestione d’impresa in quanto espressa dal sistema di obiettivi che l’impresa si è 
data. 
Mintzberg (1996)
4
, arriva ad affermare che è finito il tempo della 
pianificazione strategica, poiché non è garanzia di successo il fatto che le 
decisioni strategiche siano rese esplicite, cioè supportate da una procedura 
decisionale organizzata. 
Secondo Mintzberg è importante distinguere la strategia realizzata 
dall’intenzione strategica. In sostanza la strategia attuata è la sintesi di un 
                                                 
3
 Su questo punto Rispoli [Rispoli M., 1998,], chiaramente si esprime: “La strategia si caratterizza 
per un contenuto essenzialmente descrittivo-interpretativo di situazioni e di azioni, anche se non si 
può trascurare l’analisi del processo decisionale strategico; la pianificazione presenta invece un 
contenuto decisamente procedurale, che non viene definito tanto dal contesto strategico quanto 
dalla pretesa esigenza di dare al processo decisionale un ordine razionale e delle regole che devono 
essere condivise all’interno dell’organizzazione e alle quali ci si deve attenere”. 
4
 Mintzberg, H. (1987), Crafting Strategy, in «Harvard Business Review», vol. 65, n. 4 (1996), 
Ascesa e declino della pianificazione strategica, Torino, Isedi (Ed. orig.1994, The Rise and Fall of 
Strategic Planning, Hemel Hempstead, Prentice-Hall Intenational. 
 9
continuo processo dialettico tra ciò che è stato deliberato e ciò che deriva 
dall’emergere di fattoti imprevisti, sia interni sia esterni all’impresa. 
 Si è soliti ricondurre il successo delle imprese a strategie capaci di 
valorizzarne i punti di forza in risposta agli stimoli ambientali, secondo un 
percorso caratterizzato da tre passi successivi.
1
 In primo luogo l’azienda deve 
individuare un insieme di obiettivi strategici adottando politiche funzionali 
coerenti al loro raggiungimento. In secondo luogo, l’insieme di obiettivi e 
politiche deve mirare alla ricerca di una corrispondenza tra punti di forza e di 
debolezza dell’impresa da un lato, e vincoli e opportunità ambientali dall’altro, 
adeguando costantemente le politiche aziendali al mutamento delle condizioni sia 
esterne che interne all’impresa. Infine, la strategia aziendale deve essere 
finalizzata principalmente alla creazione di competenze distintive che consentono 
l’ottenimento di un vantaggio competitivo, inteso come la posizione unica e 
distintiva che un’impresa sviluppa nel mercato rispetto ai suoi concorrenti e che si 
traduce in un aumento di redditività, grazie proprio all’impiego particolare delle 
proprie risorse e capacità. 
I brevi cenni appena forniti sull’analisi strategica ci permettono di capire 
qual è la sua logica di funzionamento che può essere applicata anche per 
l’elaborazione di una strategia competitiva delle imprese alberghiere. 
È evidente quindi che anche nel mondo dell’ospitalità la gestione aziendale 
non può svilupparsi in maniera accidentale e soprattutto deve mettere da parte 
                                                 
1
 Calcagno M., “L’evoluzione della nozione di vantaggio competitivo negli studi di strategic 
management”, in Economia&Management, n.5, 1996. 
 10
quegli schemi che considerano l’albergo chiuso in se stesso, al punto da risultare 
distaccato dalla realtà che lo circonda. Il raggiungimento di una posizione 
redditizia all’interno del settore è possibile solo attraverso un approccio che sia in 
grado di considerare contemporaneamente dimensioni interne ed esterne 
all’impresa. In sostanza, la performance di un’azienda risulta determinata sia dalla 
natura del settore in cui opera, sia dalla sua capacità di competere e di sviluppare 
vantaggi competitivi adeguati. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 11
1.1.2 Il processo del valore 
 
La creazione del valore è il risultato di un processo economico che si 
sviluppa nell’impresa attraverso il mercato. 
L’impresa, come è noto, è una forma peculiare di organizzazione 
economica del lavoro umano associata al capitale , avente come obiettivo quello 
di realizzare, secondo professionalità, la produzione e lo scambio tramite il 
mercato, di beni materiali e di servizi nell’interesse di un determinato soggetto. 
L’impresa rappresenta il fenomeno economico mediante il quale, in 
simbiosi con il mercato, si compie il processo dell’acquisizione, 
dell’accrescimento e della distribuzione della ricchezza, ovvero della genesi del 
valore
7
. 
L’analisi del processo di generazione del valore, ossia delle sue modalità 
di creazione, trasferimento, ripartizione e destinazione, risulta tuttavia influenzata 
dalle modalità di sviluppo del sistema economico preso a riferimento, 
caratterizzato sempre più da relazioni tra gli attori non di tipo sequenziale e 
lineare, ma di tipo parallelo e simultaneo. Ne deriva che le analisi delle abilità e  
                                                 
7
 G.Bruni, Contabilità del valore, per aree strategiche di affari, Giappichelli, Torino, 1999. 
 12
delle capacità imprenditoriali  e manageriali alla base del processo del 
valore
8
 risultano condizionate dalla capacità di capire le caratteristiche e i confini 
delle combinazioni economiche aziendali. 
Ai fini della formazione del valore il binomio impresa-mercato porta ad un 
inscindibile legame che congiunge la produzione allo scambio dei beni e dei 
servizi ottenuti. La contabilità è il più efficace strumento di base per la 
misurazione del valore conseguito dall’impresa, infatti il processo del valore si 
deduce dalle grandezze economiche caratteristiche che si evincono dalla 
rilevazione contabile dei valori originari.  
Il processo di formazione del valore si articola in vari stadi.
                                                 
8
 Secondo Bruni, il processo del valore è la risultante composita di tre corrispondenti abilità così 
disposte in sequenza logica: 
- la prima quella di saper acquisire le risorse al minor valore di mercato, compatibilmente 
con le condizioni di regime nel mercato e con quelle più specifiche negoziali; 
- la seconda quella di saper realizzare la trasformazione tecnica e d economica delle risorse 
nei prodotti con la massima efficienza delle dosi e nell’uso delle risorse impiegate ed, 
altresì, con la massima efficacia in  termini di valore trasferito e percepito sui prodotti 
ottenuti e venduti; 
- la terza, infine, quella di saper distribuire e vendere i prodotti ottenuti al maggior valore 
di mercato compatibilmente con le condizioni di regime nel mercato stesso e con il grado 
di competitività che lo caratterizza. 
 
 13
Figura1.- Il processo del valore dallo stadio primario alla genesi del valore aggiunto 
Stadio primario                            Stadio secondario 
(valore di ricavo dei prodotti) (valore di costo dei fattori) 
 
 
 
  
- -
 
 
 
 
 
 
 = 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Determinanti: 
-prezzi e volumi di scambio 
-differenziali di negoziazione 
▪prezzi 
▪volumi 
▪mix prodotti 
-( condizioni esclusive di 
vendita) 
Valore di
mercato dei
prodotti 
venduti 
Determinanti:                            Determinanti: 
-prezzi e volumi di scambio                    - stime quantitative e  
-differenziali di negoziazione                   qualitative 
▪prezzi                                                     - criteri di valutazione   
▪volumi 
▪mix prodotti 
-( condizioni esclusive di acquisto) 
                    
 
 
 
 
 
                                  
                                  Variazione +/- 
Valore di
mercato dei
prodotti 
acquistati 
Valore di
stima dei
fattori non
utilizzati 
 
 
 
 
 
 
Determinanti: 
-efficienza operativa 
-formule di prodotto 
-(condizioni esclusive di produzione) 
Quantità e qualità dei
prodotti ottenuti 
Valore 
aggiunto 
dell’impresa 
al costo dei
fattori 
 14
 
Lo stadio primario della formazione del valore dell’impresa è quello che si 
ottiene dalle valorizzazione a prezzi di mercato, dei prodotti, beni o servizi, 
ottenuti e scambiati e rilevati nella categoria contabile “ricavi delle vendite”. 
IL valore così espresso, rappresenta la dimensione economica attribuita dal 
mercato alla produzione dell’impresa; ma solo a quella ottenuta e venduta 
nell’arco di tempo di riferimento. 
Il secondo stadio nell’analisi del processo del valore consiste nel ridurre il 
ricavo dei prodotti venduti del corrispondente costo dei beni e dei servizi acquisiti 
e impiegati. 
L’analisi del valore risulta molto complessa e articolata specialmente per 
le aziende turistiche che possono facilmente travalicare i tradizionali ambiti 
settoriali, tendendo ad articolarsi in sottosistemi organizzati così da determinare 
una serie di piani di analisi, a livello corporate, a livello di aree strategiche di 
affari ed a livello funzionale. La necessità di articolare l’analisi strategica su 
diversi piani di analisi nasce a partire dal processo di diversificazione, che 
conduce allo sviluppo di imprese multibusiness.  
In tale contesto di ampliamento dell’operatività dell’impresa e dei suoi 
mercati di sbocco, si è soliti distinguere tra un livello aziendale della strategia, o  
 15
corporate strategy
9
, inteso come il sistema di decisioni ed azioni che 
configura il modello complessivo di interazione impresa-ambiente, ed un livello 
business, relativo alle aree strategiche di affari in cui si articola l’attività 
aziendale
10
. 
 
Tav.1 – Il livello di analisi delle strategie 
Strategie a livello aziendale 
Strategie a livello di ASA
11
 
Competizione su risorse finanziarie, umane 
e rami di azienda o impresa acquisende 
Competizione su prodotti, clienti e fornitori 
Gestione dei processi e delle interazioni Gestione delle attività di gestione tipica 
Gestione indiretta del/dei business Gestione diretta del /dei business 
Creazione del valore ricercando: 
- la corretta allocazione di risorse 
alle singole aree; 
- la valorizzazione delle 
interrelazioni tra le aree; 
- la gestione efficiente delle diverse 
unità di supporto; 
- lo sviluppo di nuove attività di 
successo; 
- il miglioramento delle interazioni 
con gli interlocutori non 
commerciali 
 
Creazione del valore ricercando coerenza 
fra impresa e ambiente competitivo 
 
Fonte: Invernizzi 
 
                                                 
9
 La distinzione tra strategia a livello di area di affari e a livello corporate, individua, nel primo 
caso, la ricerca di un vantaggio competitivo sostenibile nel tempo in una particolare combinazione 
prodotto/ mercato (business-level strategy) e, nel secondo caso, la ricerca di sinergie operative, 
finanziarie e sulle risorse (corporate-level strategy).Collins e Montgomery, 1997. 
 
10
 Invernizzi G.,Il sistema delle strategie a livello aziendale, McGraw-Hill, Milano, 1999. 
11
 ASA può essere definita come un’unità economica aziendale, posizionata su un fronte 
competitivo di mercato, alla quale è assegnato il compito specifico di contribuire al processo di 
sviluppo dell’impresa (o del gruppo), in concorso con il perseguimento dell’obiettivo generale 
dell’accrescimento del valore per il soggetto di appartenenza. Alla sua definizione concorrono tre 
elementi: il prodotto, il mercato, la strategicità(Bruni). 
 16
L’analisi del valore aumenta di complessità di fronte ad uno sviluppo 
aziendale di tipo multibusiness che richiede strumenti di analisi più articolati e in 
grado di meglio rappresentare la dinamica generatrice della ricchezza, articolata a 
livello di aree strategiche d’affari (ASA)
12
, per la ricerca dei vantaggi competitivi 
di costo e di differenziazione, e a livello corporate, per la ricerca degli effetti 
connessi ad economie di diverse varietà e ampiezza. 
In particolare, le aziende turistiche tendono, per effetto delle innovazioni 
tecnologiche e della domanda, a travalicare i tradizionali ambiti settoriali, 
diversificando la propria attività e articolandosi in sottosistemi organizzati così da 
operare in diverse combinazioni prodotto/mercato. 
La valutazione dei profili strategici e organizzativi delle aziende operanti 
nel turismo potrebbe beneficiare di un’analisi condotta a livello business per la 
valutazione dei vantaggi competitivi perseguibili dalle unità economiche 
particolari, per poi recuperare una prospettiva unitaria attraverso la comprensione 
del ruolo della singola area d’affari nella strategia aziendale (livello corporate)
13
 e 
delle sinergie generate in termini di contributo al valore complessivamente 
generato. 
                                                 
12
  L’identificazione di aree strategiche d’affari è quindi connessa alla possibilità di gestire la 
complessità determinata dalla varietà di contesti in cui opera l’impresa multibusiness (Ansoff) 
13
 “ La distinzione tra strategia corporate (di gruppo) e strategia business le loro connessioni con le 
due fondamentali di redditività possono essere espresse anche in termini più semplici. Lo scopo e 
il contenuto della strategia di un’impresa sono definiti rispondendo ad una semplice domanda: in 
che modo l’impresa può far soldi? Questa domanda può essere elaborata attraverso due ulteriori 
quesiti: qual è il nostro settore o quali sono i nostri settori di attività? E all’interno di ogni settore, 
in che modo dobbiamo competere? La risposta alla prima domanda definisce la strategia corporate 
(di gruppo), la risposta alla seconda domanda definisce i principali temi della strategia di business, 
o strategia competitiva”.(Grant) 
 17
Pur  a fronte di un’ampia autonomia concessa alle singole aree d’affari, 
appare evidente la necessità di recuperare l’unità dell’indirizzo strategico 
aziendale attraverso la formulazione di una strategia e di politiche generali volte al 
raggiungimento di una missione comune
14
. La tradizionale distinzione tra strategia 
a livello di ASA, finalizzata al raggiungimento di un vantaggio competitivo 
sostenibile nel tempo in una particolare combinazione prodotto/mercato, e la 
strategia a livello aziendale volta alla ricerca di sinergie operative, finanziarie e 
sulle risorse, non deve sottovalutare la necessità di integrare la visione strategica 
aziendale in un progetto strategico unitario
15
. 
L’analisi del valore non dovrebbe essere circoscritta alle sole determinati 
economiche e finanziarie che hanno un influsso sul profitto, ma dovrebbe 
svilupparsi in relazione: 
- al sistema più ampio dei rischi aziendali; 
- a tutte quelle operazioni, di tipo societario, strutturale e finanziario
16
 che 
possono incidere sulla dimensione del valore economico dell’azienda, 
soprattutto in termini prospettici; 
- ad aspetti di socialità e di eticità della condotta aziendale
17
. 
 
                                                 
14
 Bruni G., Contabilità del valore per aree strategiche d’affari, Giappichelli, Torino, 1999. 
15
 Collins e Montgomery, Corporate strategy, McGraw-Hill, Milano, 1999. 
16
 In particolare, i processi di fusione e acquisizione possono assumere un particolare rilievo 
strategico, e richiedono un’attenta valutazione dei vantaggi e svantaggi ad essi connessi per 
giungere alla determinazione del potenziale di valore generabile (Bruni, 1997). L’analisi del 
valore, quindi, può contribuire ad ampliare le possibili “opzioni di valore”, in termini di decisioni 
di sviluppo per via interna od esterna, consentendo di andare oltre la tradizionale dicotomia make 
or buy (Bruni, 2002). 
17
 Alvino F.,Scelte di valore e politiche di sviluppo delle aziende di tour operating, 2003 
,Giappichelli, Torino. 
 18
1.1.3 Le risorse aziendali 
L’impresa è un sistema che continuamente si rigenera. E’ cioè capace di 
un processo continuo di autocreazione delle sue componenti e delle relazioni tra di 
esse, quindi della propria stessa organizzazione
18
. 
Questo meccanismo ha un punto focale intorno al quale ruota tutto il 
processo economico: il patrimonio aziendale, inteso come complesso di risorse 
che l’impresa utilizza nello svolgimento della propria attività e nella creazione di 
valore economico. Il problema è comprendere quali beni compongano il 
patrimonio aziendale. Sotto questo profilo, la tradizione contabile, ci propone 
attraverso il bilancio, una nozione di patrimonio che combacia con quella di 
capitale investito, ma con una crescita continua dell’azienda , i beni rilevati o 
rilevabili attraverso il bilancio contabile forniscono sempre meno una 
rappresentazione accettabile delle risorse disponibili dell’impresa per lo 
svolgimento della propria attività. 
Una categoria di beni, fino a ieri trascurabili, quella dei beni immateriali, 
si è infatti dimostrata sempre più importante nelle gestione dell’impresa. 
Ciò che è importante in questa categoria di risorse è la loro assoluta 
centralità, infatti esse non sono importanti solo perché aumenta la quota della loro 
presenza nel novero dei beni posseduti da un’impresa, ma perché la stessa 
capacità di sopravvivenza dell’impresa nel lungo periodo è funzione del tipo di 
risorse immateriali possedute. 
                                                 
18
 Vicari S. Risorse aziendali e funzionamento d’impresa