8 
 
Lo squilibrio territoriale che a volte consegue 
all’eterogeneità delle destinazioni e la possibile scarsità 
della domanda turistica finale, comportano la creazione di 
gruppi di comuni che rimangono ai margini dei processi di 
investimento e di modernizzazione, nei quali, per la 
mancanza di idonee politiche competitive, si determina 
una fatale cristallizzazione di ogni strategia di sviluppo.  
Ed in questi termini si può sicuramente parlare per 
determinate realtà della provincia salernitana, ma non per 
il territorio considerato nel suo complesso, che al 
contrario vanta la presenza di ricchezze e attrattive 
turistiche capaci di richiamare ogni anno milioni di 
visitatori.  
Per la vastità, la complessità e la diversificazione del 
territorio, comprendente diverse “regioni” storico-
geografiche, Salerno è sicuramente una delle provincie più 
varie d’Italia, ed è proprio la varietà di cui può godere 
quest’area la principale fonte di attrattiva turistica, ma 
rappresenta sicuramente anche un fattore di debolezza per 
quelle realtà in cui non viene gestita adeguatamente e 
sfruttata al massimo delle sue potenzialità. 
A tale scopo, dotare le amministrazioni locali e gli 
operatori del settore di strumenti di programmazione 
appropriati può consentire un rilevante sviluppo turistico 
della zona attraverso l’utilizzo delle risorse locali. È 
proprio in questa ottica che si va ad inserire lo studio 
territoriale proposto. Uno studio partito dalla realizzazione 
di una indagine sul campo per censire le attività 
produttive, commerciali, turistiche, di servizio, fino ad 
arrivare ai luoghi di aggregazione, i monumenti, le 
9 
 
bellezze paesaggistiche, artistiche, culturali e naturali 
della zona. Si può a ragione etichettare il presente lavoro 
come sperimentale, una indagine complessiva, da un lato 
sui dati relativi alle varie attività che operano nel settore 
“turismo e tempo libero”, realizzato attraverso la 
costruzione di un database, dall’altro i flussi turistici locali 
messi a confronto con il trend turistico regionale e 
nazionale. 
Anche lo sviluppo economico della provincia è stato 
in parte condizionato da un territorio vasto ed eterogeneo 
e da un’elevata frammentazione comunale ma anche dalla 
concorrenza internazionale e dalla maturità del ciclo di 
vita delle produzioni, fattori questi che accomunano gran 
parte delle aree produttive del Mezzogiorno. 
Seppure negli ultimi anni si avvertano timidi segnali 
di ripresa, la provincia di Salerno continua purtroppo a 
rappresentare una realtà in ritardo sul piano dello 
sviluppo, con un sistema industriale che ha risentito in 
misura rilevante degli effetti della globalizzazione dei 
mercati. L’economia salernitana oggi si basa 
fondamentalmente su commercio e terziario essendo, 
infatti, gran parte delle attività manifatturiere non 
sopravvissute alla crisi degli ultimi anni che ha causato la 
perdita di intere filiere di produzioni e di saperi 
professionali che avevano caratterizzato lo sviluppo degli 
anni ’70. 
Nell’ambito del settore terziario, che pesa per il 
76,7% sul valore aggiunto totale della provincia (Fonte: 
Istat, 2007), l’economia salernitana si basa 
prevalentemente sulla filiera turistica, che fa perno su 
10 
 
un’offerta ricettiva variegata (con hotels sparsi su tutto il 
territorio, ma anche aziende agrituristiche e Bed and 
Breakfast nelle zone interne e campeggi sulla costa), ma 
che stenta ancora ad esprimere il suo pieno potenziale. 
Proprio l’analisi della turisticità della Provincia è 
stato l’oggetto di studio e di analisi del lavoro di seguito 
svolto, il quale ha lo scopo di offrire, attraverso la raccolta 
e l’analisi di un ampio gruppo di indicatori di carattere 
economico, territoriale, sociale e culturale, una radiografia 
ragionata e selettiva delle singole realtà comunali. 
Purtroppo, la difficoltà nel reperire i dati per ogni 
singolo comune ha condizionato quello che sarebbe potuto 
essere il lavoro da un punto di vista più analitico; tuttavia, 
la conoscenza diretta e alcune esperienze sul campo, 
hanno comunque permesso di realizzare un database 
relazionale aperto, nel quale implementare, di volta in 
volta, eventuali cambiamenti. Ciò consente 
l’aggiornamento delle informazioni con continuità, dato 
che un’entità territoriale modifica nel tempo le proprie 
caratteristiche sia di offerta che di domanda turistica. 
Una nuova lettura del fenomeno turistico nella 
provincia di Salerno è tra i risultati attesi di questa 
applicazione. 
 Il metodo scelto deve essere collocato all’interno di 
un disegno più ampio che osservi le manifestazioni del 
turismo in una logica di tipo microeconomico, 
consentendo una visione integrata e trasversale del 
medesimo fenomeno. 
Questo approccio può risultare determinante per 
valutare ed analizzare correttamente la performance del 
11 
 
turismo sul territorio e, infine, fornire utili informazioni 
agli organi preposti al monitoraggio della stesso per gli 
opportuni interventi di sviluppo. 
La scelta di quest’area geografica non è certo priva 
di significato, in quanto la sopravvivenza di alcune sue 
aree interne è oggi più che mai in forse. 
Il lavoro è stato suddiviso in tre capitoli. 
Il primo di questi fornisce un quadro descrittivo del 
territorio provinciale che, per scopi di indagine, è stato 
suddiviso in aree geografiche secondo il criterio della 
morfologia del territorio; si sono poi esaminati molteplici 
aspetti (storico, artistico, morfologico, culturale, 
economico, ecc.) soffermandosi in particolare sul profilo 
demografico e procedendo ad uno studio approfondito 
dello stesso, sia a livello macroaggregato dell’area che a 
livello del singolo comune (grazie all’utilizzo di appositi 
indicatori statistici come il tasso medio annuo di 
variazione, l’indice di invecchiamento, di carico sociale, 
di attività, e di gioventù). 
Il secondo capitolo propone un’analisi di grande 
interesse rispetto alla capacità  ricettiva dei comuni in cui 
si articola il territorio provinciale, suddividendola per 
tipologia di strutture ed approfondendone lo studio 
attraverso la costruzione di una serie di indicatori (tasso 
composto funzione ricettiva (1) e (2), posti letto esercizio,  
indice di variabilità del tipo di alloggio (1) e (2), camere 
per esercizio) che permettono di sintetizzare i dati raccolti 
ottenendo informazioni sicuramente più significative. 
Inoltre, nello stesso capitolo si è osservato il movimento 
clienti che caratterizza la provincia, realizzando il 
12 
 
confronto, rispetto alla stessa variabile, con le altre 
province campane. 
Il lavoro si chiude con il capitolo terzo che procede 
alla costruzione, per ogni comune della provincia di 
Salerno, di un indicatore di turisticità particolarmente 
significativo: il TII (Tourist Impact Index), e 
soffermandosi sull’analisi di un caso di grande interesse 
come quello del Vallo di Diano, di cui sono state 
osservate caratteristiche, potenzialità, risorse, ma anche 
problematiche e difficoltà di sviluppo, che da sempre 
hanno confinato quest’area ai margini della Provincia, per 
scarsità di contributo in termini economici. 
Negli ultimi tempi, però, il Vallo di Diano sta 
mostrando una tendenza evolutiva crescente, sia per 
effetto degli interventi istituzionali che stanno realizzando 
numerosi progetti integrati allo scopo di promuovere il 
territorio, ma anche grazie all’ impegno dei numerosi 
imprenditori che nel Vallo svolgono le loro attività e che 
desiderano potenziare e valorizzare tutte le grandi 
ricchezze di cui tale area si può fregiare. 
13 
 
CAPITOLO 1   
 
IL TERRITORIO SALERNITANO: 
UN’ANALISI DESCRITTIVA 
 
 
1.1 Le principali caratteristiche del 
sistema provinciale 
 
La provincia di Salerno, con un territorio 
particolarmente vasto ed un’orografia che alterna la 
pianura alla collina e alla montagna, vanta storie e 
tradizioni, folklore e costumi differenti. 
Il Golfo omonimo su cui si affaccia, colloca Salerno 
in una posizione geografica strategica; il suo clima 
mediterraneo favorisce produzioni alimentari tipiche e di 
prestigio per una cultura dei “sapori” e delle migliori 
qualità enogastronomiche, ereditate da quel “regimen 
sanitatis salernitanum” che ha ispirato la più recente dieta 
mediterranea. 
 Area cerniera e principale snodo nelle 
comunicazioni nord-sud d’Europa, Salerno ha messo in 
campo progetti e infrastrutture capaci di designare ruoli di 
eccellenza nei futuri scenari economico-sociali.  
Un sistema integrato nei trasporti terra-mare-ferro-
avio, orienta la struttura produttiva verso lo sviluppo 
endogeno e auto propulsivo, favorendo la creazione di 
14 
 
condizioni di sicuro vantaggio competitivo nel medio-
lungo periodo.  
Il porto commerciale e quello turistico, l’aeroporto 
di Salerno-Pontecagnano, l’interporto, la tangenziale, la 
bretella di scorrimento veloce e la metropolitana, 
costituiscono un sistema volto ad alimentare un circuito 
intermodale capace di favorire e accelerare la mobilità 
collettiva di persone e cose. 
Una dimensione ottimale ed omogenea trova nel 
comprensorio lo stimolo necessario alla cooperazione, per 
determinare le condizioni di aree sistema, capaci di 
integrare in una logica di divisione organizzativa del 
lavoro, le risorse per uno sviluppo compatibile con le 
vocazioni naturali e con l’ambiente, che preserva le 
fondamentali caratteristiche di questo territorio 
potenzialmente considerato tra i più ricchi del mondo. 
Certo una ricchezza non pienamente fruita, ma 
sicuramente rivalutabile in uno scenario di maggiore 
progettualità e produttività.  
La descrizione delle potenzialità salernitane è volta 
ad individuare le risorse valorizzabili ai fini turistici: 
paesaggio e natura, luoghi ameni, complessi storici e 
monumentali, ovvero razionale intervento umano, 
manuale e intellettivo, che combina il sapere storicamente 
acquisito con il terziario avanzato e il post-industriale
1
. 
L’esteso territorio viene generalmente suddiviso in 
aree sistema. A Salerno si collega l’area sistema dell’Irno 
                                                 
1
 CCIAA di Salerno, La Provincia di Salerno. Territorio, economia, 
società. Salerno, 2000. 
15 
 
e del Picentino: due Valli che integrano l’area 
metropolitana con ambiziosi programmi di assetto 
strutturale ed infrastrutturale a beneficio delle mobilità e 
della stessa vivibilità rilanciando prerogative mercantili e 
turistiche ma soprattutto di ricerca scientifica e di 
innovazioni tecnologiche. In tale area sistema ha un ruolo 
importante la città di Cava dei Tirreni.  
Nella valle Metelliana, al Borgo Scacciaventi sono 
insediate le botteghe ed i laboratori artigianali, mentre nei 
laboratori e nei villaggi di Cava operano rinomate imprese 
tra agricoltura e industria, con importanti insediamenti 
turistico-ricettivi.  
Alla badia di Cava i padri Benedettini conservano la 
più ricca collezione bibliografica del mondo. 
La seconda area sistema, comprende l’agro 
Nocerino-Sarnese e la Costiera Amalfitana.  
Già sedi di rilevanti impianti di trasformazione 
agricola, tali da configurare un importante distretto 
industriale, l’Agro mantiene il suo primato nel comparto 
del pomodoro pur in presenza della crisi strutturale che ha 
investito l’industria conserviera; al suo indotto tra officine 
meccaniche e fabbriche di contenitori metallici, fa da 
contorno il comparto tessile che esprime una grande 
capacità produttiva sul piano del terzismo e della 
subfornitura.  
Più affermata, copiata ma sempre unica nel suo 
genere, e la moda Positano esclusiva per la sua originalità, 
fatta di colori vivaci, di balzi, trini e merletti. Un design 
che nell’ultimo ventennio ha ispirato e forse fatto la 
16 
 
fortuna di famosi stilisti, che a Positano hanno appreso 
tecniche e accostamenti multicolori.  
È proprio sulla Costiera Amalfitana, celebrata  e 
divina, laboriosa e ospitale tra riti antichi e funzioni 
suggestive, conviene un concentrato di attrazioni 
irripetibili tra Positano e Praiano, il fiordo di Furore e 
Conca dei Marini, Amalfi e Ravello e poi Atrani, Minori, 
Maiori, Cetara e Vietri sul Mare.  
In questo territorio si produce lo “sfusato 
amalfitano”, un limone dalle innumerevoli proprietà 
terapeutiche.  
Sui caratteristici terrazzamenti la paziente opera 
dell’uomo ha sottratto alla roccia “fazzoletti” di terra per 
coltivare i famosi limoni, che sono stati anche l’essenza 
dell’affermato “Limoncello”. Ma altri dolcissimi liquori 
conquistano i turisti perché associano fantasia, qualità e 
sapori. Sullo stesso territorio si coltivano alcune delle più 
importanti produzioni di serra; con piante grasse e 
succulente importate dal resto del mondo, che qui trovano 
l’habitat ottimale per esaltare le più belle prerogative 
ornamentali.  
Un’antica cartiera produce ancora la carta e le 
pergamene, tratte dai papiri, secondo procedimenti e 
tradizioni millenari.  
La produzione di vino proveniente da vitigni nobili 
e rigorosamente controllati intende riprodurre l’antico 
nettare di Bacco, per i più raffinati palati, capaci di 
apprezzare l’inconfondibile “bouquet”. 
17 
 
La ceramica artistica di Vietri richiama l’arte del 
manufatto ed i segreti di colori straordinari che si 
richiamano ai valori mediterranei più nobili. 
La Valle del Sele è la terza area del sistema, un 
comprensorio ricchissimo di attrattive turistiche e 
ambientali, in cui convive la storia millenaria dei templi 
dorici a Paestum con percorsi di ampio pregio 
naturalistico nell’oasi di Persano gestita dal WWF.  
Al complesso termale di Contursi, con le ricche 
sorgenti dalle eccezionali proprietà terapeutiche, fanno 
riscontro le attrazioni montane degli Alburni che 
ispirarono il Monte Calvo del celebre musicista 
Mussosky. Altri percorsi e attrazioni speleologiche sono 
rinvenibili nelle grotte di Pertosa e di Castelcivita, con 
camminamenti per decine di chilometri che consentono di 
ammirare uno scenario dantesco. 
Il Cilento-Vallo di Diano è la quarta area del 
sistema. La sua selvaggia natura attrae ed innamora, tra 
contrasti di luci e di macchia mediterranea; di un mare 
limpido e cristallino che lambisce una costa fragilissima. 
Sul versante interno si estende il Vallo di Diano, a 
completare il perimetro ideale del più grande parco 
d’Europa per circa 300 ettari
2
. 
Dalla costa all’entroterra è un susseguirsi di attività 
agro-pastorali, di zootecnica, di antichi mestieri; 
caratteristici tratti di alcuni centri storici mantengono 
ancora intatti costumi e folklore in ambiti paesaggistici 
                                                 
2
 CIONE A., FERRARA F., Il turismo in provincia di Salerno-Analisi 
dei flussi turistici e studio del territorio, Holiday net, Salerno, 2001. 
18 
 
medievali, con genuine tradizioni che allungano la vita, 
semplicemente con l’aria salubre e un’alimentazione 
essenzialmente naturale, in totale assenza di additivi 
chimici.  
Ad alimentare un’economia non proprio fiorente 
contribuiscono, peraltro, la pesca, alcune attività 
manifatturiere con preziosità alimentari e, soprattutto, il 
turismo specialmente nell’arco della stagione estiva che, 
talvolta comprende la primavera e l’inizio dell’autunno.  
Che il Cilento sia luogo privilegiato, per il turismo 
residenziale e non esclusivamente vacanziero, è provato 
dalla presenza di illustri clinici e scienziati; primo fra tutti 
il Prof. Angel Keys, padre della dieta mediterranea, ospite 
della località marina di Pioppi. Qui Keys ha scoperto la 
sensazionale assenza di colesterolo in soggetti, residenti 
nel Cilento, in ragione di un’alimentazione considerata 
povera, ma certamente idonea a sconfiggere questa 
preoccupante patologia dell’uomo moderno, e dei suoi 
ritmi di vita, che possono provocare lo stress. 
Pasta, olio d’oliva, pesce, pomodoro e mozzarella, 
rappresentano il più rilevante valore aggiunto 
dell’economia provinciale.