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e come per il precedente non raccoglie grandi consensi al botteghino.  
 
Se a Charles Laughton dopo aver diretto il suo primo film La morte corre sul fiume (The 
Night of the Hunter, 1955), indiscusso capolavoro e allo stesso tempo clamoroso fiasco 
commerciale, sono state chiuse le porte della regia per sempre, Park Chan-wook resiste 
miracolosamente al secondo insuccesso consecutivo e l’anno 2000 segna allo stesso tempo il suo 
momento più nero e la sua definitiva affermazione. 
In quell’anno infatti su proposta di una casa cinematografica prepara Anarchist, storia di un 
gruppo di anarchici ambientata a Shanghai negli anni trenta. Compie anche dei sopralluoghi a 
Shanghai e completa la sceneggiatura, ma a causa di un disaccordo con la casa di produzione viene 
licenziato. 
Incredibilmente Park riceve subito dopo una nuova proposta: adattare il romanzo DMZ di Park 
Sang-yeong. Nasce così il giallo politico-militare JSA - Joint Security Area (id. 2000). Il film batte 
ogni record d'incassi e partecipa perfino al festival di Berlino. Park Chan-wook, grazie a JSA, viene 
proiettato tra i grandi del nuovo cinema coreano. 
 
Il grande successo da la possibilità a Park di realizzare un vecchio progetto a cui stava 
lavorando da oltre cinque anni. Mr. Vendetta (Sympathy for Mr. Vengeance) uscito nel 2002, è un 
film estremo con cui il regista rientra a piene mani nel cinema di serie B spingendo ai limiti del 
possibile il genere Hard Boiled. Il successo commerciale di JSA è lontano, pubblico e critica si 
dividono, ma il film diventa comunque un cult e partecipa a numerosi festival internazionali. 
Nel 2003 è la volta di Old Boy (id.), tratto dall'omonimo fumetto di Tsuchiya e Minegishi, che fa 
registrare buoni incassi in patria e porta al regista la consacrazione internazionale. Nell’edizione 
2004 di Cannes, Old Boy vince il Gran premio della Giuria (il riconoscimento più prestigioso mai 
ottenuto da un’opera coreana). 
Nel 2004 gira l’episodio “Cut” nel film collettivo Three.. Extremes. 
Mentre nel 2005 completa la sua ideale trilogia della vendetta con Lady Vendetta (Sympathy for 
Lady Vengeance), con il quale ottiene un nuovo successo di pubblico e partecipa alla Mostra del 
cinema di Venezia del 2005. 
 
 Oggi Park Chan-wook è il nuovo re mida del cinema coreano. Le sue opere si sono 
dimostrate capaci di ottenere un buon successo di pubblico e di attirare l’attenzione della critica 
specializzata. Con il Gran premio della giuria ottenuto a Cannes ha ottenuto il riconoscimento 
internazionale che gli mancava nonostante i precedenti JSA e Sympathy for Mr. Vengeance. 
Adesso i detrattori sono aumentati e la critica è già pronta a stroncare il suo prossimo film. Il 
critico Chung Sung-Ill dice di lui: “…Gioca d’equilibrio tra film per il grande pubblico e cult movie, i 
cinefili considerano la sua grande abilità una vera e propria arte. E finche tutto ciò viene 
 3
considerato arte, Park può continuare a fare i suoi film.”
1
 Conferma di come, vedi Tarantino e 
Spielberg, il connubio grande pubblico e riconoscimenti ufficiali sia avverso alla critica 
benpensante.  
Attualmente Park Chan-wook è all’opera su I'm a Cyborg, But That's OK (titolo provvisorio) e ha in 
progetto un film sui vampiri. 
 
 
 
 
 
 
Filmografia: 
 
1992 The Moon is … the Sun's Dream (Dal-eun...haega kkuneun kkum) 
1997 Trio (Sam-injo)(The Threesome) 
1999 Judgement (Simpan) - cortometraggio 
2000 JSA Joint Security Area (Gongdong-gyungbi-guyeok JSA) 
2002 Sympathy for Mr. Vengeance (Boksuneun naui geot) 
2003 If You Were Me (Yeoseotgaeui Siseon) - Episodio N.E.P.A.L 
2003 Old Boy (Oldeu Boi) 
2004 Three... Extremes (Saam gaang yi) - Episodio Cut 
2005 Sympathy for Lady Vengeance (Chinjeol-han Geum-ja-ssi) 
 
 
 
 
                                                 
1
 Chung Sung-ill, “Piccolo dizionario dei principali registi coreani contemporanei”, in Davide Cazzaro e Giovanni 
Spagnoletti ( a cura di), Il cinema sud-coreano contemporaneo e l’opera di Jang Sun-woo, Marsilio editore, 2005, pag. 
211. 
 4
 
 
Sympathy for Mr. Vengeance 
 
 
Sinossi 
 
Ryu è un giovane sordomuto, lavora in fabbrica per sostentare la sorella sottoposta a 
continua dialisi e in disperata attesa di un trapianto di rene. Ryu non è un donatore compatibile e 
così rimane invischiato nella rete dei trafficanti d’organi, i quali gli portano via un rene e i soldi 
senza nulla in cambio. Nel frattempo si rende disponibile un rene per la sorella, ma Ryu non ha più 
i soldi per affrontare l’operazione. Insieme alla fidanzata decide di rapire la figlia di un ricco 
imprenditore per ottenere un riscatto. Ma presto un tragico evento travolgerà tutti i personaggi 
coinvolti. 
 
 
Note sul film 
 
Uscito nel 2002 in Sud-Corea, il film era un progetto a lungo accarezzato da Park Chan-wook 
scritto ben cinque anni prima. 
Nasce così Sympathy for Mr. Vengeance (Boksooneum Na-eui Gut) un film di serie B, che affonda 
le sue radici nel genere Hard Boiled. Definito dallo stesso regista un omaggio a La vendetta è mia 
(Fukushu Suru wa ware ni ari, 1979) di Imamura Shohei (il titolo in coreano è l’esatta traduzione 
di quello di Imamura), Park Chan-wook senza remore ne paura affonda le proprie mani nello 
sporco della società: lotta di classe, trafficanti d’organi, torture, persone disabili, rapimenti, 
violenza esasperata e soprattutto vendetta. Non si preoccupa di esagerare, di sconvolgere chi 
guarda e né tanto meno di distruggere i suoi personaggi, Chan-wook affronta tutto con la sola forza 
della radicalità senza concedere scappatoie e facili svolte, dimostrando una rara maestria e rigore 
nel comporre questo barocco e bizzarro affresco contemporaneo. 
Il giovane regista coreano riesce a portare sul grande schermo un film ostico e difficile come 
Sympathy for Mr. Vengeance, grazie all’enorme successo del suo film precedente JSA – Joint 
Security Area (id., 2000) campione d’incassi in Corea.  Mr. Vengeance nonostante le apparenze, 
ha avuto un rispettabilissimo budget di tre milioni di dollari e un cast di tutto rispetto (Song Kang-
ho e Shin Ha-kyun erano presenti anche in JSA), ha creato attorno a se una grande aspettativa 
d’incassi, puntualmente delusa.  
Una trama di scarso appeal per il box office. Le voci che lo descrivevano come un film di una 
violenza insostenibile già prima della sua uscita; hanno affondato l’opera di Park Chan-wook in 
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partenza. Il film però ha colpito suo malgrado nel segno, dividendo profondamente sia il pubblico e 
la critica e facendo parlare molto di sé soprattutto all’estero.  
Diventato un piccolo cult movie in tutti i festival del mondo, ha permesso al regista di consolidare 
la sua fama e ricevere alcuni riconoscimenti per un’opera che sembrava dover finire subito nel 
dimenticatoio. 
Fra le varie partecipazioni nei festival stranieri, da segnalare il “Premio speciale della giuria” al 
Noir Film Festival di Courmayeur nel 2002.  
 
 
 
 
 
Scheda Tecnica: 
 
Titolo Originale:Boksooneum Na-eui Gut 
Titolo Inglese: Sympathy for Mr. Vengeance 
Titolo Italiano: Mr. Vendetta 
Regia: Park Chan-wook 
Interpreti: Song Kang-ho (Park Dong-jin), Shin Ha-kyun (Ryu), Bae Du-na (Yeong-mi), Im Ji-eun, 
Han Bo-bae, Kim Se-dong, Lee Dae-yeon. 
Sceneggiatura: Park Chan-wook, Lee Moo-young, Lee Jong-yong, Park Ridame 
Fotografia: Kim Byung-il 
Montaggio: Kim Sang-beom 
Musica: Bae Hyiun-jin 
Produttore: Seok Dong-jun, Hah Sung-keun, Lim Jin-kyu 
Produzione: StudioBox 
Distribuzione internazionale: CJ Entertainment 
Distribuzione Italiana: Lucky Red 
Durata: 121 minuti 
Formato: 35 mm, Colore 
Nazione: Corea del Sud 
Anno: 2002 
 
 
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Analisi Narrativa e Drammatica 
 
 
 
1. Premessa all’analisi 
 
 
Prima di procedere all’analisi narrativa del film, farò delle piccole premesse per facilitare la 
lettura e la comprensione del testo filmico. In particolare mi soffermerò sui due personaggi 
principali Ryu e Park Dong-jin, e il loro ruolo all’interno della trama. 
 
 
Va detto che Sympathy for Mr. Vengeance di Park Chan-wook, è sicuramente un’opera 
dalle molte interpretazioni narrative e per questo di non facile analisi. E’ un film volutamente 
frammentario e rarefatto. Lo spettatore si trova più volte disorientato nello scorrere della trama, a 
causa di una di una struttura molto diversa da quelle a cui siamo abituati. 
Oltre a quanto detto, è sicuramente la mancanza di un protagonista ben identificabile e la difficoltà 
d’interpretare i caratteri dei personaggi, a rendere la lettura del testo filmico più complicata. A 
questo proposito farò qui di seguito un piccolo approfondimento sui due personaggi principali. 
 
 
Ryu 
E’ un ragazzo sordomuto che vive solo con la sorella, quest’ultima è molto malata e ha 
bisogno di un trapianto di reni. Evidente fin dalle prime scene del film è la sua totale estraneità al 
mondo che lo circonda; i suoi capelli verdi e la faccia continuamente spaesata ne sono la 
caratteristica più evidente. Certamente influisce il suo handicap, il non poter sentire ne comunicare 
con il mondo esterno lo rende totalmente fuori posto in ogni luogo e situazione.  
Da queste premesse è comprensibile capire il suo forte attaccamento alla sorella e all’amica Yeong-
mi, queste due sono le uniche persone con cui comunica e abbassa quella barriera di silenzio che lo 
accompagna da tutta la vita. Ryu è un personaggio estremamente complesso e in continua 
evoluzione, vittima e attore di un’inarrestabile serie d’eventi che finiranno per travolgere anche lui. 
 
 
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Park Dong-jin 
Imprenditore di successo, separato dalla moglie quando l’azienda è entrata in crisi, vive con 
la figlia Yu-sun. Questo personaggio viene presentato durante il secondo atto. Di solito lo spettatore 
in un qualsiasi film, all’entrata in scena di uno dei personaggi principali facilmente indovina quale 
sarà il suo ruolo e la sua importanza all’interno della trama. Per il presidente Park questo non 
avviene di certo. Il regista lo fa entrare in scena letteralmente dalla porta di servizio, per poi 
caricare sulle sue spalle l’intero sviluppo della trama. 
E’ un personaggio che si evolve rapidamente nello sviluppo della storia, poco approfondito dal 
punto di vista psicologico, incarna però il soggetto drammatico del film diventando il vero 
protagonista dopo l’evento dinamico. 
 
Questi due personaggi, Ryu e Park, si passano il testimone di protagonista quando la storia 
prende la sua vera svolta narrativa. Mi riferisco alla morte di Yu-sun; indicato da me nel corso 
dell’analisi narrativa come “evento dinamico”. 
Nella prima parte del film assistiamo alle vicende di Ryu e i suoi sforzi per salvare la sorella. 
Inizialmente sembra essere questo il conflitto principale che anima la trama. Come già detto il 
personaggio di Park in questa parte è solo un personaggio di contorno di scarso rilievo 
drammatico. E’ Ryu il protagonista, e lo spettatore tende a identificarsi con lui. Questo fino a 
quando la morte di Yu-sun stravolge tutte le premesse di inizio trama, in quel preciso momento il 
ruolo di protagonista passa a Park, e non è un caso che il personaggio di Ryu dopo questo 
avvenimento venga messo in secondo piano.  
Non si può parlare di un personaggio positivo all’interno di questo universo narrativo, non c’è la 
classica divisione tra buoni e cattivi e anche il regista non da nessun giudizio sulla loro natura. Ryu 
nonostante la buona volontà è la causa della morte di una bambina, e Park non si fa scrupoli a 
torturare e uccidere chi si pone davanti il suo obbiettivo. Sono personaggi che compiono scelte 
sbagliate e immorali, accompagnati dalla sapiente mano di Park Chan-wook verso il loro destino.  
 
A mio parere però, nonostante la sottile differenza che corre tra i due personaggi principali, 
è Park Dong-jin ad essere il “fulcro dell’empatia spettatoriale”, è lui il Mr. Vendetta del titolo e 
quindi il vero protagonista. Sicuramente non si può parlare di processo d’identificazione da parte 
dello spettatore con questo personaggio, però il suo desiderio di vendetta ci appare più che 
legittimo e giustificato. Desiderio scatenato in correlazione con l’evento dinamico, a differenza delle 
vendette trasversali di Ryu. Per questo Park è senza dubbio quello che incarna meglio il soggetto 
drammatico del film. 
Soggetto drammatico che non può che essere la vendetta, anima e motore del film. Una vendetta 
che è soprattutto impossibilità di perdonare e ricerca di pace interiore, alla fine dei conti un gesto 
inutile che porta a sua volta a nuove vendette, ma dal quale nonostante tutto nessuno si può 
esimere dal compiere. 
 8
 
Per quanto riguarda il fulcro dell’empatia spettatoriale, a sostegno della mia tesi e per 
essere più preciso mi rifarò allo schema attanziale di Greimas
1
.  
Il modello attanziale è un modello paradigmatico fondato sulle relazioni di opposizione fra quattro 
fondamentali attanti o ruoli narrativi, che sono: soggetto (colui che compie l’azione), oggetto (che è 
la meta dell’azione), destinante (che è il mandante del soggetto all’inizio della narrazione), 
destinatario (a cui viene affidato alla fine l’oggetto o attante finale della comunicazione) 
Applicherò un confronto tra alcuni schemi attanziali, ognuno dei quali con uno dei personaggi 
principali (Ryu e Park) come soggetto.  
 
Prima dell’evento dinamico: 
 
Soggetto Ryu 
Oggetto: Trovare il modo di curare Sys 
Destinatore: L’amore fraterno di Ryu per la sorella che lo spinge a volerla salvare. 
Destinatario: Sys. 
 
Soggetto: Park 
Oggetto: Pagare il riscatto. 
Destinatore: Desiderio di salvare la figlia 
Destinatario: Rapitori di Yu-sun (Ryu e Yeong-mi) 
 
Dopo l’evento dinamico: 
 
Soggetto: Ryu 
Oggetto: Vendicare Yeong-mi 
Destinatore: Amore per Yeong-mi e l’obbligo di morale di punire l’assassino. 
Destinatario: Park Dong-jin 
 
Soggetto: Park Dong-jin 
Oggetto: Vendicare Yu-sun 
Destinatore: La disperazione per la morte della figlia e l’obbligo morale di punire i responsabili. 
Destinatario: Ryu e in maniera minore Yeong-mi. 
 
 
                                                 
1
 Si veda Franceso Casetti e Federico Di Chio, Analisi del film, Bompiani, Milano 1990. “Il personaggio come attante” 
pag. 176.