Abstract
Con il termine Fallimento Adottivo si vuole intendere l’interruzione della relazione
psico-a↵ettiva genitori/figli. Alla base del percorso valutativo che la coppia deve
a↵rontare vi ` e l’obiettivo di stabilire la loro idoneit` a a diventare genitori di un
figlio che arriver` a con una sua storia ed ` e ` e a questo livello che ` e importante agire
preventivamente.
Lestatistichesuifallimentisonoscarseequellepresentimoltospessosonodi cili
da interpretare ma si stima la percentuale di fallimenti adottivi tra i 6% e 11%.
Emerge per` o chiaramente che il fallimento non ` e mai causato da un solo fattore, ma
da un insieme di essi.
Per la presente ricerca si decide di circoscrivere il campo di indagine alle situ-
azioni in cui si` e verificata una deviazione dal progetto adottivo originario stabilendo
lo spartiacque nella permanenza o uscita dalla famiglia attestata dal TM di Trento:
in totale i casi sono 9.
´
Estatocostruitopoiuncampionedicontrolload hoc in
base a: et` a del minore all’ingresso in Italia, genere e area geografica di provenienza.
L’ipotesi di ricerca ` e quella che ci siano degli elementi di rischio preponderanti e che
questi siano perlopi` u a carico dei genitori adottivi. Dall’analisi dei dati si evince
che e↵ettivamente ` e cos` ı e che i fattori che sembrano avere un impatto maggiore
sono: tempo tra decreto di idoneit` a e ingresso del minore in Italia, et` a del minore,
istruzione elevata dei genitori, lutti e/o traumi irrisolti, scarsa mentalizzazione e
MOI insicuri. Si ` e voluto anche cercare di capire se c’` e una soglia minima di nu-
mero di elementi di rischio e comparando i risultati del campione sperimentale con
quello di controllo sembra che 10 sia il numero di elementi minimo, suggerendo
che non ` e solo la qualit` a degli elementi negativi ad influenzare il fallimento ma,
forse, anche la quantit` a. In tutte le situazioni, al momento di ingresso del minore
in comunit` a, sono state riscontrate delle di colt` a a carico dei genitori che hanno
portato all’allontanamento del minore dalla famiglia. Questo dato deve farci riflet-
tere sull’importanza che la coppia, prima di tutti, ha sull’esito di un’adozione e, di
conseguenza, alla centralit` a della fase valutativa.
Durante tutta la ricerca ci si ` e trovati di fronte a diversi problemi metodologici
dovuti all’esiguit` a del campione sperimentale. Alcuni dati sono contrastanti tra loro
e la letteratura, essendo molto scarsa, non aiuta a fare chiarezza. I risultati non
devono quindi intendersi come statisticamente significativi, ma come stimolo per
ricerche future.
Introduzione
La letteratura sulle tematiche adottive ` e divenuta negli ultimi decenni sempre pi` u
fiorente; di contro, un ambito di studio che` e rimasto perlopi` u inesplorato e lacunoso
tra le pubblicazioni presenti, anche a livello internazionale, ` e quello che riguarda il
fallimento adottivo.
La tesi nasce dall’idea di sviluppare il tema dell’adozione a↵rontandolo da un
punto di vista diverso, soprattutto in un territorio in cui l’argomento ` e ancora
considerato un tab` u.
L’idea di una ricerca in ambito adottivo ` e nata in seguito al tirocinio curricolare
che ho svolto presso un Ente Autorizzato per le adozioni internazionali. Durante
quell’esperienza ho avuto la possibilit` a di conoscere e apprezzare un mondo fino
a quel momento a me sconosciuto. Mi sono accorta che alcuni passaggi dell’iter
adottivo sono carichi di potenziale pericolo per l’andamento della relazione familiare
echespessononvienedatoloroilgiustopeso,inparticolarelafasedivalutazione
della coppia aspirante all’adozione.
La so↵erenza che l’esperienza di adozione fallita provoca, soprattutto nel bam-
bino, fa s` ı che queste situazioni debbano essere analizzate sempre pi` u attentamente,
per cercare di comprendere meglio quali siano i fattori o i meccanismi sottostan-
ti l’interruzione della relazione adottiva. Johanne Lemieux dice infatti che “essere
abbandonato una seconda volta crea una so↵erenza terribile. Questi bambini gi` a
so↵rono delle conseguenze di un primo abbandono e cos` ı perdono completamente la
fiducia negli altri. Inoltre pu` o non essere funzionale per loro essere messi a carico
della societ` a per tanti anni della loro vita. Evidentemente sarebbe preferibile che ci
fosse un lavoro di prevenzione prima dell’adozione e un perfezionamento da parte
dei servizi di post-adozione per un migliore intervento quando, dopo l’adozione, non
tutto ` e idilliaco.” [CAI, 2003]
Ho preso quindi contatti con la prof.ssa Barbara Ongari del Dipartimento di
Sociologia e Ricerca Sociale in quanto psicologa e massima esponente, a livello ter-
ritoriale, in ambito di psicologia delle adozioni. Dopo uno scambio di opinioni si ` e
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INDICE
presentata l’opportunit` a di potermi inserire all’interno di un gruppo di lavoro coor-
dinato da Maria Grazia Pensabene, referente provinciale per le adozioni, e composto
da psicologi, assistenti sociali e giudici onorari del TM di Trento. La coscienza del-
l’esistenza di queste situazioni di di colt` a e l’idea che si possano trovare gli aspetti
concreti che influiscono negativamente sull’andamento della relazione, infatti, ave-
vano indotto qualche tempo prima il Servizio delle Politiche Sociali della Provincia
Autonoma di Trento a programmare la realizzazione di uno studio rivolto ad af-
finare la sensibilit` a e le competenze degli operatori sia in fase preadottiva che nel
post-adozione allo scopo di prevenire, per il futuro, l’insorgenza di crisi adottive o
l’acutizzarsi di dinamiche irreversibili nelle situazioni di adozioni di cili.
´
Enatacos` ıunabellacollaborazionecontuttol’equipedeltavolo adozioni inter-
rotte che mi ha portata, a pi` u di un anno di distanza, fino alla stesura della presente
tesi.
L’elaborato si articola in tre capitoli: nel primo viene introdotto il mondo delle
adozioni, riportando il quadro normativo vigente in Italia in questo momento e
i principali dati riguardanti le adozioni nazionali e internazionali. Viene inoltre
descritta la procedura dettagliata che una famiglia adottiva deve intraprendere dal
momento in cui i coniugi decidono di voler adottare un figlio fino alla formazione
di un nucleo familiare ben consolidato. In particolare si parler` a di dichiarazione di
disponibilit` a, indagine dei servizi territoriali, decreto di idoneit` a, mandato all’EA
e abbinamento, viaggio all’estero, rientro in Italia e post-adozione. Verr` a descritta
inoltre la procedura che viene svolta in Trentino.
Nel secondo capitolo verr` a trattato il fenomeno dal fallimento adottivo e dei
relativi fattori di rischio partendo dalla letteratura nazionale e internazionale pre-
sente fino ad oggi; si descriveranno anche quelli che sono i fattori di rischio ormai
conclamati a carico del minore, dei genitori biologici, dei genitori adottivi e della
procedura in s´ e.
Nel terzo e ultimo capitolo si sviluppa la ricerca vera e propria, con particolare
occhio critico sull’analisi dei dati vista l’esiguit` a del campione. Si mostreranno i
risultati paragonandoli a quelli di un campione di controllo costruito ad hoc per
questo studio.
Durante tutta la fase di ricerca ` e emersa abbastanza chiaramente la di colt` a
del fare ricerca in questo ambito. Per prima cosa i dati a disposizione fino a questo
momento in letteratura sono scarsi e di di cile interpretazione e in secondo luogo
il campione sperimentale che ci trovavamo ad analizzare era talmente piccolo che
qualsiasi tipo di interpretazione sui dati risultava problematica.
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Capitolo 1
L’adozione
“Il legame che unisce la tua famiglia non ` e quello del sangue, ma quello del rispetto
e della gioia per le reciproche vite”
Richard Bach
1.1 L’adozione nazionale e internazionale
L’adozione ` e un processo molto complesso, che ha come fine ultimo la formazione
di un legame stabile tra un bambino e una coppia che si rende disponibile ad acco-
glierlo. Quando un uomo e una donna sentono il desiderio di diventare famiglia sono
pronti ad aprirsi verso una relazione a tre che, fino a quel momento, era limitata a
due. Questo significa doversi confrontare con nuovi pensieri e nuovi sentimenti, che
possono andare in contrasto con quelli provati fino a quel momento.
`
Enecessario,
quindi, che nella mente e nel cuore dei futuri genitori si crei uno spazio per poter
accogliere quel bambino o bambina che arriver` a; fino a quando questo spazio non
sar` a ben delineato la coppia non pu` o essere pronta all’adozione.
Il quadro normativo italiano che regola l’adozione (L. 184/83 “Diritto del minore
aunafamiglia”,esuccessivemodifiche)sanciscecheunacoppiapossapresentare
disponibilit` aall’AdozioneNazionale(AN)e/oall’AdozioneInternazionale(AI).L’AI
prevede un iter molto pi` u lungo rispetto a quella nazionale, anche se alla base di
entrambi i percorsi vi ` e l’obiettivo di stabilire l’idoneit` a dei coniugi a diventare
genitori di un figlio che arriver` a con una sua storia, un suo bagaglio di esperienza e
delle specifiche caratteristiche.
PerquantoriguardaleAN,secondoilrapportodell’Anfaa(Associazionenaziona-
lefamiglieadottiveea datarie), ibambinidichiaratiadottabiliinItaliasiattestano
9
L’adozione
stabilmente a poco pi` u di 1.000 l’anno. Al 31 dicembre 2007 erano 1.344 i minori
dichiarati adottabili (di cui 703 con genitori “noti”e 641 con genitori “ignoti”). Gli
ultimi dati disponibili risalgono al 2010, anno in cui sono stati dichiarati adottabili
1.177 minori. La maggior parte di questi bambini trovano una famiglia adottiva in
tempi abbastanza ristretti: il 90% delle dichiarazioni di adottabilit` a diventano de-
creti di adozione ogni anno. Purtroppo, per` o, non si tratta del 100%; il motivo per
cui questa fetta di minori non viene adottata` e perch´ e sono grandi e/o con disabilit` a
accertata (anche se, ad oggi, non si sa con precisione l’et` a e il tipo di disabilit` a).
C’` e da considerare anche, per` o, che nell’abbinamento non gioca un ruolo importante
solo il bambino, ma anche la coppia. Pu` o essere, quindi, che una parte di questi
bambini adottabili non trovano una coppia con le disponibilit` a/capacit` a adeguate e
per questo motivo non si concretizza un abbinamento.
Secondo i dati u ciali forniti dal ministero della giustizia, vi ` e un sovrannumero
di coppie disponibili rispetto al numero di minori adottabili: in media ci sono 10
coppie ogni minore adottabile. Negli ultimi anni, per` o, si registra una diminuzione
delle domande di adozione (nel 2006 oltre 17.000 domande, nel 2010 solo 11.075).
[ANFAA]
Sulle AI, invece, la CAI in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti pubblica
il report Dati e prospettive nelle adozioni internazionali.Secondoquestodocumento
(ultimo aggiornamento nel 2013) nel 2013 sono stati autorizzati all’ingresso in Italia
2.825 minori stranieri, a fronte dei 3.106 dell’anno precedente (Figura 1.1).
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2013
2000
2500
3000
3500
4000
Figura 1.1: Minori per i quali ` e stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia
per anno.
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1.2 Iter adottivo
A loro volta le coppie adottive che hanno portato a termine un’adozione nel
2013 sono state 2.291 rispetto alle 2.469 del 2012 (Figura 1.2). In figura 1.3, inve-
ce, sono indicati i continenti di provenienza dei bambini per meglio evidenziare il
cambiamento negli anni del flusso delle adozioni. [CAI, 2014]
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2011
2012
2013
1500
2000
2500
3000
Figura1.2: Coppiechehannorichiestol’autorizzazioneall’ingressoinItaliadiminori
stranieri.
Un importante spunto di riflessione deriva dall’et` a media dei bambini adottati
in Italia. Questa, infatti, si sta spostando sempre pi` u in avanti. Tale dato risulta
cruciale in quanto pone la necessit` a di una valutazione di idoneit` a della coppia che
tenga presente che l’et` a del figlio in arrivo ` e tendenzialmente superiore a quella
immaginata dai coniugi. Come si pu` o vedere dalla figura 1.4 la fascia di et` a pi` u
numerosa negli ultimi anni ` e tra i 5 e i 9 anni, con un’inversione di tendenza prima
del 2006.
1.2 Iter adottivo
Diseguitoverrannoillustrateletappechelacoppiasitrovaada↵rontarenelmomen-
toincui` eintenzionataadadottareunbambino, cos` ıcomestabilitedallaComissione
per le Adozioni Internazionali (CAI).
Ogni coppia vive in maniera di↵erente ciascuna di esse e proprio per la criticit` a
di alcune parti, queste possono essere considerate come un momento di prova e di
stimoloperla coppia. L’attesa, l’ansia elepauresonotuttecaratteristichetipichedi
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L’adozione
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0
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Europa Asia Africa America
Figura 1.3: Minori per i quali ` e stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia
secondo il continente di provenienza.
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0
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<1anno 1-4 anni 5-9 anni 10 anni o pi` u
Figura 1.4: Minori per i quali ` e stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia
secondo la classe di et` a e l’anno di ingresso.
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