1 
 
Introduzione 
 
 
La crisi economico-finanziaria e i recenti declassamenti dei debiti sovrani hanno 
portato alla ribalta vecchie e nuove critiche relative alle agenzie di rating. 
Con la crisi dei mercati finanziari tali agenzie sono state criticate per aver 
valutato come investimenti sicuri, perfino con il massimo della scala di valutazione, i 
cd. junk bond ovvero titoli spazzatura caratterizzati da un elevato rischio di insolvenza 
dell’emittente che avrebbero di lì a poco a tempo innescato la crisi, e per non avere 
modificato in tempo utile le loro valutazioni su tali prodotti finanziari e sugli emittenti. 
Le agenzie di rating non avrebbero quindi segnalato agli investitori la rischiosità dei 
portafogli delle istituzioni finanziarie, non svolgendo in tal modo il principale compito a 
cui sono preposte. 
La reazione a tali critiche è stata quella di adottare un approccio eccessivamente 
severo nel declassamento dei rating
1
, dapprima dei titoli legati ai mutui subprime e 
infine dei debiti sovrani di molteplici paesi, prima fra tutti la Grecia.
2
 
Il comportamento delle agenzie di rating negli ultimi quattro anni ha diversi 
punti in comune con la condotta che esse hanno tenuto nelle crisi finanziarie del 
Messico nel 1994 e del Sud Est Asiatico nel 1997. In tali occasioni infatti le agenzie 
mantennero elevato il rating fino allo scoppio delle crisi per poi reagire declassando a 
cascata i rating di banche, stati e imprese, rendendo l’accesso ai mercati finanziari 
internazionali più gravoso di quanto giustificato dal deterioramento dei fondamentali 
economici.
3
 
Come affermato dal Fondo Monetario Internazionale, questi declassamenti a 
cascata così forti non sono un segnale di rigore, bensì un segnale di acuti problemi nei 
meccanismi di rating. 
Elementi comuni si possono riscontrare anche nei casi Enron, WorldCom e 
Parmalat. In tali circostanze le agenzie di rating hanno valutato la situazione con deciso 
ottimismo, mettendo in discussione la credibilità delle società con grande ritardo e 
                                                           
1
 INTERNATIONAL MONETARY FUND, Sovereigns, Funding and Systemic Liquidity, in Global 
Financial Stability Report, ottobre 2010. 
2
 Forti declassamenti hanno riguardato anche Irlanda, Portogallo e Spagna. Su questo punto si veda il 
capitolo 6, par. 2. 
3
 G. KAMINSKY e S. L. SCHMUKLER, Emerging Market Instability: Do Sovereign Ratings Affect 
Country Risk and stock returns?, in World Bank Economic Review, 2002, p. 171-195.
2 
 
declassando il rating solo quando il dissesto era ampiamente evidente, determinando 
così gravi perdite per gli investitori che avevano affidamento sui giudizi di tali agenzie.
4
 
Alle agenzie di rating pertanto è stato spesso attribuito un ruolo fortemente 
negativo nella diffusione delle crisi a livello mondiale, a causa di giudizi che si sono poi 
rivelati eccessivamente favorevoli per gli emittenti che li avevano richiesti, ma anche di 
ingiustificabili ritardi nell’aggiornamento dei rating e della scarsa qualità del processo 
di valutazione. 
Tuttavia giova riportare che secondo alcuni le agenzie di rating non avrebbero 
contribuito alle crisi finanziarie agevolando il radicarsi di aspettative eccessivamente 
ottimiste, ma piuttosto avrebbero solamente certificato le aspettative prevalenti sul 
mercato finanziario. Seconda questa visione infatti, sui mercati finanziari si formano 
delle tendenze che spingono in una certa direzione e se le agenzie provassero a resistere 
non riuscirebbero comunque a dirottare la tendenza.
5
 
In ogni caso le diverse crisi che si sono susseguite nei mercati finanziari di tutto 
il mondo hanno creato un generalizzato clima di sfiducia nei confronti delle agenzie di 
rating e dei mercati stessi, facendo così emergere l’esigenza di una riforma essenziale in 
tale settore. 
Ma cos’è il rating e chi sono le agenzie di rating? Per rating si intende il 
procedimento di valutazione della qualità di uno specifico strumento finanziario o del 
debito di un emittente (quindi della sua capacità di far fronte alle proprie obbligazioni), 
ai quali viene assegnato un giudizio sintetico rapportato ad una scala di valori.
6
 Tale 
giudizio è formulato da agenzie specializzate, le agenzie di rating appunto, che operano 
principalmente come intermediari tra emittenti ed investitori e che, dopo una precisa 
analisi, riassumono le informazioni fondamentali sul merito di credito in una lettera o 
un numero a cui corrispondono diversi tassi attesi di insolvenza o di perdita.
7
 
La logica fondamentale sottostante all’utilizzo dei rating è di conseguire 
economie di scala nella raccolta e analisi delle informazioni e di risolvere le 
                                                           
4
 F. CORNO, La crisi come testimonianza di una (ir)responsabilità sociale: lezioni da Enron e Parmalat, 
in Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia Aziendale, novembre-dicembre 2006, p. 25 e ss. 
5
 G. FERRI e P. LACITIGNOLA, Le agenzie di rating, Il Mulino, 2009, p. 14 e ss. 
6
 A. CURIAT, Le parole chiave sul capital market, in Il sole 24 ore, 14 settembre 2011. 
7
 DE LAURENTIS, Rating interni e credit risk management, Bancaria Editrice, 2001, p. 103.
3 
 
problematiche derivanti da asimmetrie informative tra gli enti che emettono titoli e gli 
investitori.
8
  
Le agenzie di rating svolgono pertanto un ruolo cruciale nei mercati finanziari 
perché, fornendo una valutazione professionale, sintetica e motivata sull’affidabilità di 
emittenti e prodotti finanziari, influiscono sulle scelte di investimento. Il loro ruolo di 
intermediari è inoltre aumentato negli anni a seguito della crescita della distanza tra 
investitore ed emittente nell’ambito di portafogli sempre più internazionalizzati e a 
seguito dell’innovazione finanziaria che ha reso i prodotti finanziari sempre più 
complessi, marginalizzando l’investimento fai da te.
9
 
Le stesse agenzie di rating affermano però che i rating da esse forniti sono 
opinioni
10
 e non raccomandazioni ad acquistare, vendere o tenere un’attività e negli 
Stati Uniti questo significa che esse godono dello stesso status dei giornalisti finanziari. 
Negli Stati Uniti le agenzie di rating sono pertanto protette dalla libertà di stampa, 
costituzionalmente garantita, e finora questa protezione ha precluso regolamentazioni 
sul contenuto di un rating o sul procedimento di assegnazione. 
Tuttavia, non si può negare che i rating assegnati da un’agenzia riconosciuta 
siano i principali strumenti utilizzati dagli investitori nelle loro decisioni finanziarie e 
che quindi svolgano un ruolo essenziale. 
11
 
In particolare, la caratteristica della sinteticità del rating, non presente in altri 
strumenti informativi che secondo il legislatore dovrebbero indirizzare le scelte di 
investimento dei risparmiatori, consente all’investitore una valutazione consapevole 
senza comportare un massiccio flusso di informazioni che potrebbe confondere e 
depotenziare le capacità di valutazione di chi deve decidere. 
12
 
Proprio per questa importante influenza esercitata dalle agenzie di rating nei 
mercati internazionali dei capitali, a seguito della recente crisi finanziaria, si è 
                                                           
8
 Sul punto cfr. BCE, Le agenzie di rating: sviluppi e questioni di policy, in Bollettino mensile, maggio 
2009, p. 115 e ss. 
9
 G. FERRI e P. LACITIGNOLA, op. cit., p. 2. 
10
 STANDARD & POOR’S, Credit Ratings definitions and FAQs, www.standardandpoors.com 
11
 INTERNATIONAL FINANCE CORPORATION, Crisis Response, Credit Rating Agencies, in Nota n. 
8, ottobre 2009. 
12
 U. MORERA, Legislatore razionale versus investitore irrazionale: quando chi tutela non conosce il 
tutelato, in AGE, 2009, p. 77 ss. Altri strumenti utilizzabili dagli investitori sono ad esempio i documenti 
informativi che devono essere obbligatoriamente messi a disposizione del pubblico in caso di emissioni o 
di operazioni societarie straordinarie che tuttavia, a differenza del rating, sono quasi sempre corposi e 
complessi.
4 
 
riproposta la necessità di nuove regolamentazioni che assicurino trasparenza e 
accuratezza nella procedura di assegnazione del credit rating. 
In particolare le questioni sulle quali le autorità nazionali e internazionali hanno 
posto la loro attenzione sono la qualità delle opinioni espresse dalle agenzie di rating, 
l’indipendenza di queste rispetto agli emittenti valutati, l’assenza di una qualsiasi 
responsabilità delle agenzie per le valutazioni pubblicate e l’opportunità di favorire la 
concorrenza in un settore fortemente concentrato, in cui la quasi totalità dei giudizi sul 
merito creditizio è espressa, a livello mondiale, da tre agenzie (Standard & Poor’s 
Ratings Services, Moody’s Investors Service e Fitch Ratings).
13
 
 
Il presente lavoro si propone innanzitutto di descrivere il contesto storico ed economico 
che ha posto le condizioni favorevoli alla nascita delle agenzie di rating e al loro 
successivo sviluppo, con particolare riferimento alle tre principali agenzie a livello 
mondiale. Il secondo capitolo descriverà poi la particolare struttura del mercato in cui 
operano le agenzie di rating e alcune delle problematiche che essa comporta, mentre nel 
terzo capitolo si tratterà delle asimmetrie informative che caratterizzano i mercati 
finanziari, delle funzioni che il rating svolge in questo contesto e dei soggetti che 
utilizzano la valutazione sul merito di credito. 
Il quarto capitolo si focalizzerà invece sui meccanismi di funzionamento delle agenzie 
di rating, sulle procedure che esse seguono per assegnare il merito di credito, sui 
prodotti finanziari di cui si occupano e sugli elementi che prendono in considerazione 
per emettere un giudizio. 
Il quinto capitolo propone un’ampia visione del quadro regolamentare vigente a livello 
statunitense, internazionale ed europeo prima della crisi che ha sconvolto i mercati. Il 
successivo capitolo analizzerà sinteticamente le diverse cause che hanno condotto allo 
scoppio della crisi prima finanziaria e poi economica e le ripercussioni che questa ha 
avuto sui debiti sovrani. Particolare attenzione verrà poi prestata al ruolo che le agenzie 
di rating hanno avuto in quest’ultima crisi, ma anche in altre situazioni critiche 
verificatisi in passato.  
Il settimo capitolo, infine, affronta il tema delle riforme che si è reso necessario 
introdurre per porre rimedio alle problematiche emerse in relazione alle agenzie di 
                                                           
13
 F. GENNARI e L. BOSETTI, La governance delle agenzie di rating: prime considerazioni alla luce 
delle riforme, in Paper numero 111, Università degli Studi di Brescia, 2010.
5 
 
rating, affinché le stesse non si ripresentino in futuro. Come nel quinto capitolo, il 
quadro regolamentare post crisi verrà analizzato distinguendo tra le misure adottate a 
livello statunitense, a livello internazionale e a livello europeo.
7 
 
Capitolo 1 
Le agenzie di rating 
 
La nascita delle agenzie di rating è un fenomeno relativamente recente ed è 
considerata l’innovazione finanziaria più importante del ventesimo secolo. 
14
 
La loro apparizione sulla scena dei mercati finanziari internazionali si è 
registrata solo agli inizi del Novecento, quando invece il mercato dei capitali esisteva 
già da almeno tre secoli. 
 
1.1 La nascita delle agenzie di rating 
 
Il primo rating venne pubblicato negli Sati Uniti d’America ad opera di John 
Moody nel 1909, tre secoli dopo che gli olandesi rivoluzionarono la finanza nazionale e 
internazionale inventando le common stocks (azioni ordinarie) e fondando la Banca di 
Amsterdam, la prima banca proto-centrale, nel 1609. Nei Paesi Bassi, a tale data, il 
mercato delle obbligazioni governative esisteva già da alcuni decenni. 
Successivamente, nel 1688, con l’ascesa al trono di Guglielmo d’Orange, la 
Gran Bretagna beneficiò delle innovazioni olandesi e sviluppò tutte le componenti 
fondamentali di un moderno sistema finanziario. 
Un secolo più tardi, nel periodo dal 1789 al 1795 in cui fu Segretario del Tesoro, 
Alexander Hamilton gettò le basi per un sistema finanziario moderno anche negli Stati 
Uniti. Grazie al suo intervento gli Stati Uniti, che prima del 1789 erano un paese che si 
trovava in significative difficoltà finanziarie, nel 1795 godevano di un sistema bancario, 
di una banca centrale, di mercati obbligazionari ed azionari in diverse città, di solide 
finanze pubbliche e di una moneta stabile.
15
 
In questo contesto gli investitori non manifestarono per molto tempo l’esigenza 
di un rating perché la maggior parte delle obbligazioni erano sovrane o garantite dallo 
stato ed era pertanto ragionevole assumerne la piena solvibilità. 
                                                           
14
 G. FERRI  e P. LACITIGNOLA, op. cit., p. 2. 
15
 Un contributo fondamentale per la ricostruzione storica è stato tratto da R. SYLLA, A Historical 
Primer on the Business of Credit Ratings, preparato per la Conferenza “On the Role of Credit Reporting 
System in the International Economy”, World Bank, Washington DC, march 2001.
8 
 
A differenza degli stati europei dove i debiti pubblici erano causati dalle guerre, 
negli Stati Uniti tra il 1817 e il 1840 numerosi titoli del debito sovrano furono emessi 
sui mercati nazionali ed internazionali allo scopo di concedere finanziamenti alle 
compagnie ferroviarie per la costruzione di ferrovie, canali e altre infrastrutture. 
Tuttavia la maggior parte di questi titoli vennero immediatamente rimborsati al 
verificarsi del fallimento di nove stati federali che li avevano emessi e, nonostante si 
fosse eseguita una parziale sostituzione di tali titoli con obbligazioni emesse da enti 
pubblici locali, la necessità di finanziamenti rimase elevata.
16
 
Nel frattempo le compagnie ferroviarie, fino al 1850 relativamente piccole e 
presenti solo in alcune aree più sviluppate dove potevano contare sul credito delle 
banche e dei soci, cominciarono ad ingrandirsi e ad espandersi in territori non popolati 
in cui era difficile trovare sufficienti fonti di finanziamento. 
Questa crescente esigenza di capitali per costruire i collegamenti necessari in 
una nazione di vastissime dimensioni era nettamente superiore sia alla capacità degli 
azionisti sia a quella delle banche finanziatrici e questo stimolò l’emissione di 
obbligazioni private da parte delle stesse compagnie ferroviarie e la nascita di un vero e 
proprio mercato di obbligazioni ferroviarie. 
Tuttavia, con la transizione da un sistema basato sulle banche ad un sistema 
basato sui mercati finanziari, aumenta la complessità degli affari e quindi aumenta la 
necessità di acquisire informazioni sugli operatori di mercato e sulle operazioni. Le 
asimmetrie informative, causate dalla distanza tra investitori ed emittenti, possono 
infatti ostacolare la diffusione delle obbligazioni perché rendono più difficile acquisire 
la fiducia degli investitori sulla bontà dei progetti di investimento.
17
 
Per superare le difficoltà imposte da tali asimmetrie informative, gli investitori, 
prima della comparsa delle agenzie di rating, raccolsero informazioni attraverso tre 
canali la cui storia è strettamente legata alla nascita delle agenzie stesse: 
 le credit reporting agencies; 
 la stampa finanziaria specializzata; 
 le banche di investimento. 
                                                           
16
 R. SYLLA, op. cit., p. 5. 
17
 G. FERRI e P. LACITIGNOLA, op. cit., p. 2.
9 
 
Le agenzie di credit reporting cominciarono a diffondersi a partire dagli anni ’40 
del 1800 per rispondere alle sempre maggiori esigenze informative in un mercato 
americano in continua espansione.  
Infatti, quando la maggior parte degli affari sono locali, le transazioni avvengono 
essenzialmente tra soggetti che si conoscono e non vi sono particolari esigenze 
informative. Quando però gli affari si espandono in un contesto economico più ampio 
dove le risorse sono più mobili, aumenta la necessità di acquisire informazioni sui 
soggetti coinvolti nelle transazioni. 
Inizialmente si rispose a questa esigenza con l’utilizzo delle lettere di 
raccomandazione, le quali generalmente provenivano da commercianti che avevano 
avuto relazioni d’affari con il soggetto richiedente la raccomandazione o, in alternativa, 
da soggetti terzi che godevano di rispetto sul mercato quali ad esempio banche, avvocati 
e associazioni di categoria. 
Questo mezzo per diffondere informazioni fu utilizzato fino agli anni ’30 
dell’Ottocento, quando l’espansione dell’economia americana portò alla nascita delle 
prime agenzie di credit reporting specializzate, un nuovo tipo di istituzione volto a 
gestire il rischio del credito commerciale. 
La prima agenzia di credit reporting, la Mercantile Agency, fu fondata da Lewis 
Tappan a New York nel 1841, sulla scia della crisi finanziaria del 1837.
18
 
Lewis Tappan, un mercante di seta e tessuti decise di sfruttare la decennale 
esperienza nel settore del commercio, durante la quale aveva compilato precisi registri 
sul merito di credito dei suoi clienti, e di specializzarsi nella raccolta e fornitura di 
informazioni commerciali.  
La Mercantile Agency, attraverso una rete di agenti, si occupava quindi di 
raccogliere dati sulle relazioni d’affari e sul merito di credito di imprese con intense 
attività commerciali e vendeva ai sottoscrittori i giudizi sull’affidabilità di queste 
imprese. Nel 1859 la Mercantile Agency diventò R.G. Dun and Company e già nel 1900 
i suoi giudizi riguardavano più di un milione di attività. 
Un’impresa simile alla Mercantile Agency fu fondata nel 1849 da John 
Bradstreet, il quale nel 1857 pubblicò quello che apparentemente è il primo commercial 
rating book al mondo. Più tardi, nel 1933, R.G Dun and Company e Bradstreet si fusero 
                                                           
18
 R. CANTOR e F. PACKER, The Credit Rating Industry, in Federal Reserve Bank of New York 
Quarterly Review, summer/fall 1994.
10 
 
per diventare Dun & Bradstreet, un’agenzia di rating indipendente fino al 1962, quando 
venne acquisita da Moody’s Investors Services, una delle tre agenzie di rating 
attualmente più influenti.
 
 
Come è stato precedentemente affermato, un altro mezzo di acquisizione di 
informazioni finanziarie utilizzato dagli investitori prima della comparsa delle agenzie 
di rating fu la stampa finanziaria specializzata. 
Il primo periodico rivolto agli investitori fu “The American Railroad Journal”, 
che a partire dal 1832 riportò sistematicamente informazioni finanziarie riguardanti 
attività, passività, utili e assetti proprietari riguardanti le società ferroviarie, le imprese 
americane più importanti dell’Ottocento.  
Successivamente, dopo la guerra civile americana, il fondatore del giornale 
Henry Varnum Poor cominciò a pubblicare insieme a suo figlio il “Poor’s Manual of 
the Railroads of the United States”, un volume annuale apparso per la prima volta nel 
1868. Questo manuale riportava statistiche operative e finanziarie relative a diversi anni 
sulle maggiori imprese ferroviarie degli Stati Uniti ed è stato ampiamente riconosciuto 
come fonte autorevole di tale tipo di informazioni per diversi decenni.
19
 
 In alternativa alle informazioni acquisite dalla stampa finanziaria specializzata e 
dalle agenzie di credit reporting, gli investitori potevano fare riferimento a quelle 
acquisite presso le banche di investimento. Tali istituti di credito infatti attraverso la 
sottoscrizione, l’acquisizione e la distribuzione di titoli mettevano in gioco la loro 
reputazione e indirettamente fornivano agli investitori importanti informazioni sulle 
imprese. 
Le banche stesse richiedevano alle società emittenti una disclosure delle 
informazioni sulla loro situazione patrimoniale ed economica e a volte, al fine di avere 
ancora più garanzie nella loro gestione e nei loro risultati, richiedevano che all’interno 
del consiglio di amministrazione della società vi fosse un esponente della banca. 
A partire dagli anni Settanta dell’Ottocento in particolare, un gruppo di 
investment banks sottoscrisse una notevole quantità di titoli di stato, di titoli delle 
società di trasporti e servizi pubblici e delle maggiori imprese manifatturiere e promosse 
                                                           
19
 R. SYLLA, op. cit., p. 5.
11 
 
inoltre fusioni e concentrazioni, dando così un forte impulso alla crescita dei volumi di 
scambio nei mercati finanziari.
20
 
Le banche di investimento giocarono di conseguenza un ruolo fondamentale 
nello sviluppo del mercato obbligazionario americano favorendo la circolazione dei 
strumenti finanziari
21
. 
Tuttavia, i tre canali informativi qui descritti non fornivano sufficiente 
trasparenza e agli inizi del ventesimo secolo si ebbe un incremento della necessità di 
informazioni finanziarie sugli operatori di mercato, sia da parte degli investitori che da 
parte degli enti regolatori. Dopo aver raggiunto il picco nel 1907, i mercati finanziari 
registrarono infatti delle perdite rilevanti e tra gli investitori si diffuse un clima di 
sfiducia. 
In risposta a questa crescente esigenza informativa John Moody, nel 1909, 
costituì la prima agenzia di rating del mondo che forniva valutazioni sulla qualità delle 
obbligazioni emesse dalle imprese ferroviarie; nell’anno successivo le valutazioni 
vennero estese anche ad obbligazioni emesse da altre imprese.   
L’innovazione di Moody consistette nella predisposizione di un servizio di pony 
specializzato nel portare velocemente informazioni sulla situazione e lo stato di 
avanzamento dei lavori ferroviari nell’Ovest.
 22
 Grazie a questo servizio specializzato i 
ritardi informativi si ridussero da diverse settimane a pochi giorni e iniziò l’attività delle 
agenzie di rating che si possono interpretare come la naturale evoluzione dei tre sistemi 
informativi sopra descritti. 
 
1.2 Lo sviluppo delle agenzie di rating 
 
Durante tutto il ventesimo secolo l’importanza dei rating è cresciuta e ha assunto 
un ruolo sempre più rilevante grazie allo sviluppo del mercato dei capitali.  
                                                           
20
 P. A. TONINELLI, Lo sviluppo economico moderno. Dalla rivoluzione industriale alla crisi 
energetica, Marsilio Editori, 2002. 
21
 Al contempo, la sostanziale differenza di informazioni riservate sullo stato di salute delle aziende che 
tali banche potevano reperire rispetto a quelle accessibili ai semplici investitori provocò un acceso 
dibattito che portò in seguito alla costituzione della Securities and Exchange Commission (SEC). Tale 
organo è stato creato, infatti, nel 1934 con il compito principale di promuovere la pubblicazione di 
informazioni finanziarie importanti per gli investitori da parte delle aziende che partecipavano al mercato 
dei capitali. 
22
 G. FERRI e P. LACITIGNOLA, op. cit., p. 2.
12 
 
Guardando alla storia del 1900 è possibile affermare che vi siano stati due 
periodi di sviluppo e crescita delle agenzie di rating; il primo che va dalla fondazione 
della prima agenzia nel 1909, nonostante qualche iniziale difficoltà, fino al 1930 e il 
secondo che va dal 1970 al 1990. 
Nei primi anni del 1900 lo sviluppo delle agenzie di rating si è verificato 
principalmente nel mercato americano e solo marginalmente in quello europeo. Questa 
concentrazione geografica è dovuta essenzialmente al forte sviluppo della rete 
ferroviaria statunitense che si è avuto nel Paese tra il diciannovesimo e ventesimo 
secolo e che, come è stato detto precedentemente, ha comportato l’espansione 
dell’esigenza di capitali e la conseguente creazione di un mercato di obbligazioni 
ferroviarie. 
Un altro fenomeno che ha favorito la crescita delle agenzie di rating negli Stati 
Uniti nei primi decenni del 1900 è stato lo sviluppo di imprese manifatturiere e di 
pubblica utilità ed il loro ricorso al mercato dei capitali tramite l’emissione di 
obbligazioni. Alcune fonti riportano infatti che tra il 1901 e il 1912 oltre il 77% dei 
fondi delle imprese fu raccolto sui mercati finanziari, mentre negli anni venti tale 
percentuale risulta essere di circa il 74%.
23
 Da questi dati è pertanto facile comprendere 
il forte impulso esercitato dalle imprese sui mercati dei capitali attraverso l’emissione di 
obbligazioni. 
Tra i fattori che hanno contribuito all’ampiamento del mercato dei capitali in 
questo periodo non va poi sottovalutato il forte innalzamento del livello di ricchezza 
della popolazione americana che si trovò così a disporre di risparmi, i quali potevano 
essere utilizzati per acquistare obbligazioni. Si stima infatti che nel periodo compreso 
fra il 1923 e il 1929, a fronte di un aumento della popolazione del 9%, il reddito 
nazionale americano sia aumentato del 23% . Tale aumento del reddito è stato possibile 
soprattutto grazie ad un incremento della produttività che può essere ricondotto a diversi 
fattori, tra i quali una serie di innovazioni basate sullo sfruttamento di nuovi prodotti, lo 
sviluppo dell’industria elettrica e la razionalizzazione dei processi produttivi mediante 
                                                           
23
 P. A. TONINELLI, op. cit., p. 9.
13 
 
l’adozione nelle industrie dei prodotti di massa di una  organizzazione «scientifica» del 
lavoro.
24
 
Infine, va ricordata un’influenza positiva sul mercato del rating esercitata dalla 
prima guerra mondiale. La partecipazione americana al conflitto portò infatti alla 
creazione di un ingente debito pubblico e di conseguenza al suo collocamento presso 
una cerchia di investitori sempre più ampia. Nel corso della guerra inoltre gli Stati Uniti 
diventarono il maggior creditore internazionale grazie al boom di esportazioni verso i 
paesi europei. Tali paesi, infatti, per pagare ciò che acquistavano dall’America dovettero 
sempre più spesso contrarre prestiti negli Stati Uniti e liquidare titoli in dollari e questi 
movimenti di capitali contribuirono a spostare il principale centro finanziario del mondo 
dall’Inghilterra all’America.
25
 
Dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1920, il governo statunitense 
decise di pagare tutti i propri debiti liberando così enormi masse di denaro che gli 
investitori poterono nuovamente investire in obbligazioni emesse dalle prospere imprese 
americane.  
In questo sistema economicamente favorevole il rating era la principale fonte di 
informazioni che gli investitori potevano utilizzare per valutare l’enorme quantità di 
strumenti presenti sul mercato e la reputazione delle agenzie di rating crebbe in modo 
considerevole. 
A tal riguardo occorre tuttavia precisare che nel primo periodo di esistenza delle 
agenzie di rating le valutazioni che esse attribuirono rimasero esclusivamente 
qualitative, a causa di una carenza dei dati necessari per stimare in modo attendibile le 
probabilità di default. 
Dati storici relativi agli aspetti finanziari delle imprese ferroviarie erano infatti 
estremamente imprecisi e inaffidabili, mentre per attività diverse da quella ferroviaria 
tali dati erano addirittura inesistenti. I default a quel tempo si concentravano in 
situazioni di panico che sembra si verificassero ogni venti o trent’anni, per cui sarebbero 
stati necessari centinaia di anni di osservazioni per poter stimare con un minimo di 
attendibilità la frequenza di questi fenomeni.  
                                                           
24
 L. DE ROSA, La crisi economica del 1929, Le Monnier, 1979. La più efficiente organizzazione del 
lavoro introdotta nelle industrie americane a partire dal 1914, meglio nota come taylorismo, permise di 
eliminare i tempi morti e di ridurre al minimo gli sforzi inutili dei lavoratori. 
25
 S. POLLARD, Storia economica del Novecento, Il Mulino, 2004.